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La storia successiva del Brahmasamaj è fatta di allontanamenti e riavvicinamenti all'induismo.
Maggior vicinanza: Thakur. Ala progressista: Candra Sen
- Devsamaj: non credevano in dio, ispirazione positivista.
-Aryasamaj: carattere puristico, si incentrava sulla necessità di tornare al Veda.
-Ramakrsna: necessità della purezza interiore, grande tolleranza e rispetto interreligioso:
come all'unico Gange si va per tante scalinate al divino unico si va in tanti modi = non c'era
bisogno di convertirsi.
-Vivekananda: è un maestro, si fa maestro missionario: nel 1893 si recò a Chicago dove
rappresentò l'induismo al World's Parliament of Religions. Da qui si può datare l'inizio
dell'espansione dell'induismo in occidente.
-Gandhi: convinto che si deve portare la caverna dell'isolamento ascetico nel proprio cuore,
cioè nella vita di tutti i giorni, esaltava i valori della rinuncia e della castità e l'ideale della non
violenza come norma suprema. Per Gandhi la non violenza non è la scelta obbligata dei
deboli e dei vili, ma la scelta consapevole dei forti pronti al sacrificio di sè.
Il digiuno è una forma di purificazione e espiazione. Gandhi è un seguace della bhakti,
un'induista senza complessi di inferiorità che può nutrire interessi e simpatie per altre religioni
e accetta che Gesù sia figlio di dio ma rifiuta l'idea che solo lui lo sia. Vuol un induismo libero
dagli elementi negativi, per es aborriva la questione dei fuoricasta. Era favorevole però al
mantenimento delle caste, purchè non significassero privilegi per una parte e sofferenze per
l'altra, ma solo riconoscimento della diversità naturale degli uomini connessa al karman, la
rinascita. Nettamente contrario alle forme di discriminazione che si erano venute affermando
contro gli intoccabili, e si impegnò perchè fosse loro garantito l'accesso ai templi.
Su questo problema si scontrò con il loro leader Ambedkar: per lui gli intoccabili dovevano
costituire una comunità separata, rivendicando i loro diritti di cittadini a pieno titolo, si sforzò di
dimostrare l'origine elevata degli intoccabili e condannò la discriminazione castale.
-Aurobindo: insegnò il cosiddetto Yoga integrale. L'esigenza di una sintesi di Oriente e
Occidente non unilateralmente negatrice del corpo, spinge Aurobindo ad una nuova metafisica
ed etica. Pur recuperando i valori tradizionali si ricollega anche alle religioni europee:
dall'indefinito originario brahman promana la realtà universale fino alla materia dalla quale
riprende il cammino inverso, secondo un'evoluzione per stadi: l'uomo rappresenta il livello più
alto, limitato alla mente, nella fase attuale. Aurobindo è il maestro dell'ascesa al livello della
supermente, vero la beatitudine: la pratica dello Yoga integrale anticipa il cammino comune.
"L'induismo in occidente"
Nuova fase di espansione: fine 800 in Europa e America.
Polemica tra un indologo e induisti italiani: il primo sostiene che è impossibile diventare
induisti, ma come l'induismo si è diffuso al di fuori dell'India in passato, può farlo anche ora.
-Versione recente del gandhismo: insiste sull'aspetto dell'ecologismo integrale.
Yoga: talora ridotto a pratica da palestra, ma non di rado praticato come disciplina meditativa.
Krishnamurti: si dedicò a predicare la lotta contro i condizionamenti della mente, sottolineando
la necessità di sviluppare una pura esperienza coscienziale: non ha mai smesso di insegnare
che dobbiamo liberarci dei maestri.
Maestro Yogi: maestro della meditazione trascendentale, una tecnica trasmessa mediante
iniziazioni, praticabile indipendentemente dai vincoli religiosi e di sicuro successo pratico.
Rajneesh: molte critiche a causa del carattere ibrido delle sue dottrine, presentato però con
tecniche da venditore.
Hare Krishna: movimento bhaktico, trova la sua forza nella riproposizione di una disciplina
religiosa intensiva, puritana, che deve diventare il centro della vita dei devoti, con un impegno
durissimo, a partire da ben prima dell'alba, in un'esistenza che deve trascorrere tra invocazioni
del nome divino, canti di lode, attività varie a favore e in propaganda del gruppo devozionale.
"L'induismo oggi"
Estremamente varigato, una parte rimane immutata ma nello stesso tempo i nuovi mezzi di
comunicaizone, di trasporto, il lavoro, mette insieme gente di caste diverse. La casta ha peso
nelle scelte matrimoniali, ma in altre cose l'India è entrata a far parte della modernità.
Per molti il richiamo al passato fornisce sostegno.
Dominio coloniale: era emersa una fazione violenta, con l'insorgere di veri e propri gruppi
parafascisti, oggi il fenomeno dell'integralismo è diffuso, spesso in forme di organizzazioni
politiche o gruppi paramilitari come se Siv sena (Esercito di Siva).
"Il cosmo dell'uomo indiano"
Per gli indiani l'universo è, non deve la sua creazione a un divino.
Purana: designano il ciclo del tempo. si parte dalle ere (yuga) del nostro ciclo, che è
cominciato con un'età di perfezione a cui sono seguite tre ere di decadenza progressiva: treta,
dvapara, e infine la nostra, kaliyunga "età della discordia". L'insieme delle yuga costituisce un
mahayuga (grande yuga) , per un totale di 12.000 anni divini. Mille mahayuga costituiscono un
kalpa, cioè un giorno del dio cosmico Brahman, la cui vita è di 100 anni. La progressiva
decadenza va intesa cum grano salis: si racconta di personaggi efferati della prima età
(buona), ma non bisogna avere una visione tragica della nostra: è tragica l'infermità spirituale
che rivela nuova vie più facili per la salvezza.
Universo: grandiosità = è una specie di uovo (brahmanda) formato da più strati concentrici, il
più basso dei quali è costituito dai naraka, gli inferni, luoghi di punizione e pene, considerate
temporanee anche se lunghissime. La terra a sua volta è suddivisa in sette parti concentriche,
chiamate dvipa (isole), separate tra loro da sette oceani. Jambudvipa è il continente centrale
la ci parte meridionale è l'india, terra dei discendenti di Bharata, progenitore degli eroi del
Mahabharata.
"Dio, gli dei"
Diverse cifre, assumono diverse funzioni.
Divinità suprema nel pieno induismo post vedico: nome generico di Isvara (signore, potente)
senza una necessaria identificazione.
La lettura devota lo identifica con dei come Siva, Visnu = varia a seconda delle dottrine. Si può
identificare la divinità di elezione, cioè il dio con cui si ha un rapporto preferenziale.
Dal dio supremo si distinguono le divinità alle quali compete una funzione particolare, spesso
divinità decadute dal rango elevato del periodo vedico.
Figure particolari: Brahman: dio personale maschile, non eterno a differenza del brahman
infinito, ma di vita lunghissima, dio cosmogonico che nasce al principio, era un fiore di loto
spuntato dall'ombelico di Visnu addormentato sul serpente divino Sesa.
Trimurti: risultato di un lavoro teologico, rare rappresentazioni iconografiche, la più famosa è
quella di Ellora, nella quale Siva occupa la posizione in centro, mentre Brahman e Visnu
emergono dal suo corpo= la bella immagine tricefala nel tempio dell'isola di Elefanta, un
tempo si credeva rappresentasse questa concezione della Trimurti, mentre ora pare più
probabile che rappresenti tre aspetti di Siva.
"Dei grandi e piccoli"
tre divinità "popolari" : Siva, Visnu e la Dea Madre - a loro si richiamano varie correnti
devozioni, secondo alcuni raggruppabili in vere religioni.
Siva: fase antica: Rudra, mantiene alcuni tratti e ne incorpora altri di altre figure divine:
molteplicità di forme e varietà di campi d'azione e dei poteri. C'è uno Siva violento e terribile, è
identificato con il tempo distruttore e la morte. Danza tandava: rappresenta il suo potere di
distruttore del mondo. Siva è anche dio degli asceti che cercano la vittoria sul tempo, è il
signore dello Yoga e primo yogin. Rappresentato come un grande asceta, seminudo con il
corpo coperto di cenere, cinto di teschi, serpenti, assiso in meditazione. Ma è anche dio della
fecondità e della generazione, adorato sotto il simbolo del linga e ha come necessaria una
parte femminile, la yoni. Il suo animale veicolo è il toro Nandin, è sposo di Durga ed è il padre
del dio della guerra a sei teste e del signore degli ostacoli Ganesa (testa elefantina).
Sivaismo: insieme molteplice di credenze, la diffusione di esso fu favoria da dinastie regali.
Tra le correnti più antiche troviamo quella dei Pasupata asceti dediti ad una vita volutamente
indecorosa.
Stretti legami anche matrimoniali con la Madre Divina: le prime testimonianze di un culto di
divinità femminili risalgono alla civiltà vallinda, nel periodo vedico invece le divinità femminili
erano minori. Riemerge con la tradizione post vedica: la sposa di Siva, figura importante,
viene chiamata con una serie di epiteti a seconda del luogo di culto (Kali, Durga, Parvati ecc),
e dietro questi nomi c'è un particolare stile di devozione. Per es. Kali, rappresentata nuda,
minacciosa adorna di teste e mani mozzate, si compivano sacrifici umano per lei. Si ricorda
che ha ucciso un demone-bufalo e il sacrificio cruento ritualizza quel fatto mitico. Terribile con i
nemici ma piena di amore per i fedeli.
Alcune versioni mettono in primo piano la sakti, la dea, senza la quale il dio non sarebbe
attivo. La dea è quindi principio di ogni divenire , la natura madre universale, l'origine prima
della maya, l'illusione. Kundalini: serpente arrotolato che preclude l'accesso ai livelli più alti
della coscienza, ma che anche una volta risvegliato apre la via verso la beatitudine.
Anche la sposa di Visnu può fungere da sakti, ma più spesso appare felice nel suo ruolo
coniugale e materno, si chiama Laksmi o Sri, è la dea della fortuna, della ricchezza, della
bellezza e dell'amore.
Visnu: altro dio supremo, unico per molti suoi seguaci, nella sua fase vedica è più importante
di Siva, infatti è amico e alleato di Indra. Ha vari nomi, è comunemente raffigurato come un
giovane quadrumane, con le braccia che reggono una clava, un disco, un fiore di loto e una
conchiglia, il corpo è blu scuro, porta il gioello Kaustubha e i peli sul suo petto formano un
ricciolo lo Srivatsa.
Smarta: tradizionalisti continuatori del rituale domestico vedico , di solito adorano Visnu, Siva,
Durga, Surya (sole) e Ganesa. N
Nell'induismo tutto può essere divinizzat