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Definizioni e Specificazioni: Concetti-Termini e Dimensioni
Concetti: secondo Bulmer e Burgess, i concetti non sono teorie. Essi sono categorie per l'organizzazione delle idee e delle osservazioni e mediano tra la teoria e i dati. Derivano dall'azione conoscitiva dei soggetti.
Termini: sono frutto di convenzione e la loro definizione è costituita dall'asserzione di un'equivalenza fra esso e un'altra serie di termini legati ad operatori linguistici.
Concetto-termine: costituisce un concetto limite ideale di corrispondenza biunivoca fra immagini e termini.
I linguaggi settoriali si fondano su una stretta corrispondenza fra concetti e termini, e ciò assicura una comunicazione infraarea univoca ed efficace anche se scarsamente innovativa; i linguaggi ordinari propongono una corrispondenza lasca e contestuale fra concetti e termini, i linguaggi intrasettoriali sono considerati funzioni di scambio o interfaccia fra aree diverse della stessa disciplina o.
Fra aree analoghe di discipline diverse.
Concetti disposizionali: sono concetti che non si riferiscono ad una caratteristica direttamente osservata, ma alla tendenza di certi soggetti a mostrare particolari disposizioni in determinate circostanze.
Concetti-termine disposizionali: sono generalizzazioni di corsi d'azione e modelli comportamentali osservati, riferiti ad atteggiamenti e valori verificati e considerati necessari induttori, oltre che predittori, di quei corsi e modelli. Essi sono concetti osservativi comuni assunti a concetti-termine teorici.
Concetti-termine analogici: sono costitutivamente suscettivi di consentire nuovi approcci o di cogliere nuovi fenomeni.
Tratti misurativi: indicatori, indici, variabili
Indicatori: strumento che fornisce informazione dirette o indirette su grandezze altrimenti latenti. L'indicatore è un modello semplice di una dimensione concettuale, estendibile solo in via probabilistica al concetto in ragione del grado
disaturazione semantica della dimensione rispetto al concetto, e dell'indicatore rispetto alla dimensione. Qualunque sia l'origine degli indicatori, essi sempre definiscono dimensioni concettuali: sono quindi sempre costrutti rappresentativi, mediante un modello teorico, di altri costrutti, o grandezze, o attributi, e mai di oggetti direttamente. Boudon e Lazarsfeld: secolo gli indicatori sono comportamenti osservabili, derivanti da analisi dimensionale del concetto e da definizione behavoristica delle dimensioni che hanno col concetto una relazione di probabilità e non di certezza. Sintesi degli indicatori: qualora compatti + indicatori della stessa dimensione essa servirà alla costruzione di una megametavariabile. Qualora invece tale sintesi intenda integrare indicatori rappresentativi di diverse dimensioni dello stesso concetto, essa tenterà la costruzione di modelli a diversi sistemi di sintesi. Indice: strumento che consente di comparare o misurare.direttamente o indirettamente i cambiamenti di una grandezza e la loro velocità. Nelle scienze matematiche indice sta solo per operatore logico-matematico, ovvero per formalizzazione di un fenomeno o della relazione fra più fenomeni o grandezze. L'utilità sta nel fatto che esso ci permetta di ordinare degli oggetti in termini di oggetti complessi. Indice sintetico: introduce un intollerabile rigidità, che fissa e moltiplica le incertezze e disparità dimostrative degli indicatori componenti. Probabilmente all'inutile formazione degli indici e sintetici ci si arrivi soprattutto quando: a) si sostenga che gli indicatori indichino direttamente i concetti b) si ponga fra questi e presunta proprietà un rapporto eminentemente semantico c) si fondi su tale rapporto l'idea che gli indicatori si pervenga per elencazione/selezione d) si sottovaluti il piano delle dimensioni come piano proprio della comparazione variabili: qualunque carattere categoriale ometrico che sia, che possa assumere modalità differenti secondo i 4 livelli di misurazione di stevens. È un costrutto x il quale è attribuibile secondo regole un valore simbolico o metrico a ciascuno degli elementi di un insieme dato. Costruire variabili vuol dire:
- secondo boudon e lazarsfeld vuol dire traduzione dei concetti o nozioni in operazioni di ricerca ben definita, dove indicatori e variabili vengano a coincidere
- secondo statera invece, le variabili si potranno definire correttamente solo a compimento della procedura di trasformazione dei concetti in indici.
Per semplificare:
- il concetto di variabile non comporta che si tratti di variabile metrica;
- una variabile non necessariamente deriva da un indice sintetico;
- alcuni concetti sono monodimensionali e immediatamente osservativi.
X quanto riguarda la classificazione delle variabili si può prendere in considerazione quella elaborata da lazarsfeld e menzel. Due tipi di variabili:
- individuali: suddivise i ascrittive e performative, ad indicare nell'ordine condizioni acquisite o non modificabili eraggiunte da parte degli attori sociali.
Ascrittive | Performative | |||
---|---|---|---|---|
Assolute (non comparative) | Sesso | Reddito | Età | Titolo di studio |
Comparative | Intelligenza | Achievement | Familismo | Competitività |
Relazionali | Scelte sociometriche | Scelte sociometriche effettuate ricevute | ||
Contestuali (ecologiche) | Nascita urbana/rurale | Residenza urbana/rurale |
CAP 3 I CONTESTI DEGLI INDICATORI
3.0 GENERALITÀ
Gli indicatori sono dei costrutti operati in
relazione a dimensioni concettuali. Essi posseggono alcuni aspetti metodologicamente centrali che sono: a) gli indicatori assumono a seconda dei diversi contesti cognitivi e disciplinari differenti connotazioni o valenze; b) gli indicatori sono costrutti manifesti di fenomeni o grandezze non direttamente osservabili, latenti quindi rispetto ai sistemi di riferimento dell'osservatore; c) il ricercatore nel costruire una semantica degli indicatori ha un inevitabile e diretta responsabilità teorica e strumentale, strettamente correlata ai contesti applicativi della ricerca sociale.3.1 I CONTESTI COGNITIVO - DISCIPLINARI
Scienze sociali: sono necessariamente fondate su modelli di indicatori, in quanto propongono forme di sapere costitutivamente legate ad un orientamento epistemologico il quale ritiene che sia possibile o auspicabile o sensato raggiungere un piano di realtà direttamente osservabile o un piano di modellistica quantitativa ipersemplificativa.
Fisica: nella
fisica il termine “ indicatore ” significa uno strumento che visualizza la presenza di entità / intensità di unagrandezza.
Chimica: si definisce indicatore una sostanza che subisce una reazione facilmente rilevabile di viraggio cromatico,ricollegabile in modo in equivoco a cambiamenti di titolazione delle sostanze, altrimenti non rilevabili.
Ingenieria: un indicatore è uno strumento che definisce parametri di grandezze non osservabili direttamente, che puòessere calibrato o graduato in base ad una regola o algoritmo matematico che collega il comportamento dell’indicatoreagli stati o assetti delle grandezze non direttamente osservabili.
scienze dell’ambiente: un indicatore è un organismo sensibile ai mutamenti ecologici.
Tutte le definizioni di indicatore seguono una struttura costante: la fenomenologia studiata viene analizzata mediantegrandezze o concetti non direttamente osservati.
Di sicuro sono individuabili rimarchevoli
Differenze fra scienze causali e sistemiche. Nelle prime, le regole che legano al comportamento dell'indicatore al comportamento dell'indicato sono note e assegnano margini relativamente ristretti all'interpretazione e alla valutazione. Nelle scienze sistemiche si riscontra l'incertezza delle regole che legano le variazioni dell'indicatore a quelle dell'indicato. L'indicatore, quindi, non andrà solo letto, ma andrà attentamente e contestualmente interpretato.
Indicatore diretto: collegamento indiretto, ma affidabile, fra un indicatore ed una grandezza anche distante, dal punto di vista semantico, dall'indicatore stesso.
Buratto: afferma che gli indicatori sono delle "spie" di un modo d'essere più diffuso ed impalpabile, ma meno definito, e tali spie indicano qualcosa non altrimenti coglibile se non come entità ipotetica, e quindi trattabile né utile in
alcun modo alla verifica empirica.
GRANDEZZE LATENTI: grandezze che non posseggono una loro diretta rilevabilità.
PARADIGMA INDIZIARIO: paradigma della costitutiva incertezza del sapere scientifico, alla quale non sfugge alcun campo disciplinare.
Rappresenta un processo di conoscenza largamente basato su meccanismi abduttivi ed anche induttivi, che consente l’ inferenza nomologica solo sul piano dei modelli e dei costrutti, e non certo sul piano delle fenomenologie, sistemi e processi reali.
CARATTERISTICA LATENTE: Spiega le interdipendenze tra risposte e osservazioni; queste interdipendenze tra i dati manifesti definiscono la caratteristica latente.
Si tratta di una classificazione ipotetica che spiegherebbe dette relazioni manifeste.
PROBABILITA’: una proprietà della struttura o modello. Il problema è fornire una probabilità definita di ottenerne altre, stante un modello ipotetico, espresso in termini statistico – matematici, di attribuzione a clusters.
3.3 APPROCCIO PROBABILISTICO E APPROCCIO SEMANTICO
SEMANTICA DERIVATA O CAUSALE: il significato del concetto è saturato senza residui da una sommatoria di indicatori che possiamo pensare, in quanto sommabili, come ortogonali, e cioè indipendenti. Inoltre il significato degli indicatori è certo e concettualizzabile come causato deduttivamente dal concetto.
SEMANTICA COSTRUTTIVA O PROBABILISTICA: qui ogni indicatore è stipulativo o convenzionale, ed è elaborato secondo un processo sostanzialmente induttivo o anche analogico abduttivo strutturalmente incerto o probabilistico. Gli indicatori non sono indipendenti, ovvero ortogonali, ma connessi, ovvero obliqui; il passaggio inverso, dagli indicatori al concetto, è di ordine probabilistico, e non certo. Nella semantica costruttiva o probabilistica il requisito dell'attendibilità è fondante.
LZARSFELD: è legato ad una concezione degli indicatori come referenti da
selezionare all'interno un universo precostituito; peraltro parla deduttivisticamente di specificazione del significato di cocetti. Egli presenta come probabile il rappor