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MODI DI PRESENTAZIONE DEGLI ALLOANTIGENI DEL TRAPIANTO

Esistono due modi di presentazione degli alloantigeni del trapianto alle cellule T del ricevente:

  • Le APC degli organi trapiantati lasciano il trapianto e migrano nei linfonodi regionali ("leucociti passeggeri"). Una volta attivate, le cellule T effettori migrano nel trapianto attaccandolo direttamente -> alloriconoscimento diretto - presentazione delle proteine allogeniche mediata dalle APC del ricevente attraverso molecole MHC self -> alloriconoscimento indiretto

ALLORICONOSCIMENTO DIRETTO

L'alloriconoscimento diretto sarebbe responsabile del rigetto acuto, specie in presenza di incompatibilità MHC, per cui la percentuale di cellule T del ricevente direttamente alloreattive è alta. Inoltre, un attacco delle cellule T citotossiche contro le cellule del trapianto può essere effettuato solo da parte di quelle cellule T che riconoscono...

Direttamente le molecole MHC del trapianto. L'alloriconoscimento indiretto possono contribuire al rigetto del trapianto mediante l'attivazione dei macrofagi (che causano danni tessutali e fibrosi) e probabilmente sono coinvolti nella risposta anticorpale contro il trapianto.

RIGETTO IPERACUTO DI TRAPIANTO

  • E' causato da alloanticorpi preesistenti contro gli antigeni dei gruppi sanguigni, mediante una reazione complemento-dipendente che si attua nel giro di pochi minuti.
  • Anticorpi AB0 possono legare tutti i tessuti e non solo gli eritrociti. Questi anticorpi sono preformati.
  • Anticorpi contro altri antigeni possono essere prodotti in risposta a un precedente trapianto o a trasfusioni di sangue.

RIGETTO IPERACUTO DI TRAPIANTO

  • La maggior parte dei trapianti sono organi vascolarizzati connessi direttamente al circolo del ricevente.
  • Gli alloanticorpi possono determinare un rigetto rapido dei trapianti vascolarizzati in quanto reagiscono con gli antigeni.

dell'endotelio vascolare e avviano la cascata del complemento e della coagulazione, bloccando i vasi del trapianto e provocandone la morte immediata.

Per evitare questo problema -> compatibilità crociata tra donatore e ricevente: anticorpi nel ricevente contro globuli bianchi del donatore. RIGETTO IPERACUTO DI TRAPIANTO

Problema simile con gli xenotrapianti, cioè da specie diverse dall'uomo (per es. maiali).

Presenza di anticorpi nell'uomo e nei primati che reagiscono con un antigene di superficie ubiquitario di natura carboidratica (α-Gal) presente negli altri mammiferi.

Reazione di questi anticorpi con gli antigeni endoteliali -> rigetto iperacuto di trapianto di organi di maiale in uomo RIGETTO IPERACUTO DI TRAPIANTO

Poiché le proteine regolatrici del complemento (CD59, DAF e MPC) presentano una stretta specificità di specie, le proteine del maiale non potranno proteggere il trapianto dall'attacco

del rigetto cronico di trapianto possono causare danni ai tessuti del trapianto, portando alla disfunzione e al fallimento dell'organo trapiantato.• Inoltre, le cellule T alloreattive possono attaccare direttamente le cellule del trapianto, causando danni e infiammazione.• Il rigetto cronico di trapianto può essere più difficile da trattare rispetto al rigetto iperacuto, poiché coinvolge una risposta immunitaria più complessa e persistente.• Attualmente, le terapie immunosoppressive sono utilizzate per cercare di controllare il rigetto cronico di trapianto, ma spesso possono causare effetti collaterali indesiderati e compromettere il sistema immunitario del paziente.• Sono in corso ricerche per sviluppare nuove terapie che possano migliorare il controllo del rigetto cronico di trapianto e ridurre gli effetti collaterali delle terapie attuali.portano ad infiammazione cronica e cicatrizzazione, con conseguente danno irreversibile dell'organo trapiantato.
  • Alcuni modelli mostrano che altre cause possono indurre una aterosclerosi accelerata negli organi trapiantati:
    • anticorpi IgG alloreattivi
    • ischemia-riperfusione: danno acuto ma anche danni tardivi
    • tossicità cronica da ciclosporina o infezioni da citomegalovirus

ORGANI TRAPIANTATI IN CLINICA

  • Tre motivi hanno permesso di diffondere il trapianto d'organo:
    • capacità chirurgica che si è largamente diffusa
    • reti di centri che tipizzano per HLA gli organi e li indirizzano al ricevente più adatto
    • uso di potenti farmaci immunosoppressori come ciclosporina ed FK-506 (tacrolimus) che inibiscono l'attivazione delle cellule T e hanno aumentato la percentuale di sopravvivenza dei trapianti.

ORGANI TRAPIANTATI IN CLINICA

  • Problemi connessi ai trapianti:
    • difficoltà di avere donatori, soprattutto per organi vitali come cuore e
L'OSPITE • Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche rappresenta oggi un valido approccio terapeutico per: - leucemie e linfomi (dopo ablazione del midollo osseo con terapia citotossica aggressiva) - immunodeficienze - talassemie • Una delle maggiori complicazioni nei trapianti allogenici di midollo osseo è data dalla malattia del trapianto contro l'ospite (GVDH=graft-versus-host disease) dovuta alla presenza di cellule T infiltranti il midollo osseo del donatore e che riconoscono i tessuti del ricevente come estranei -> reazioni cutanee, diarrea, malattia epaticaL'OSPITE
  • La GVDH è particolarmente aggressiva quando c'è incompatibilità negli antigeni MHC di classe I o II.
  • Comunque nella GVDH si può verificare una risposta contro gli antigeni minori di istocompatibilità, anche in presenza di un midollo osseo HLA-compatibile -> terapia immunosoppressiva anche in trapianto di midollo osseo

MALATTIA DEL TRAPIANTO CONTRO L'OSPITE

  • La presenza di cellule T alloreattive può essere dimostrata sperimentalmente attraverso una reazione linfocitaria mista (MLR = mixed lymphocyte reaction): i linfociti del donatore sono coltivati con linfociti irradiati del potenziale ricevente. Se i linfociti del donatore contengono cellule T alloreattive si avrà come risposta una divisione cellulare.
  • Viene usata talvolta per selezionare i donatori di midollo osseo, quando è essenziale che la risposta alloreattiva sia la più bassa possibile
L'OSPITE
  • Anche se la GVDH è dannosa per il ricevente, potrebbe dare anche importanti benefici.
  • La gran parte degli effetti benefici del trapianto di midollo osseo è da attribuire all'effetto trapianto verso leucemia, in cui il midollo allogenico riconosce antigeni minori di istocompatibilità o antigeni tumore-specifici espressi dalle cellule leucemiche, per cui le cellule del donatore uccidono le cellule leucemiche.
MALATTIA DEL TRAPIANTO CONTRO L'OSPITE
  • Uno dei modi di impedire lo sviluppo della GVDH è quello di depletare il midollo osseo del donatore delle cellule T in vitro.
  • Un altro modo è quello di trasdurre le cellule del midollo osseo ex-vivo con un gene che ne induce il suicidio quando viene iniettato un farmaco come il ganciclovir - herpes simplex virus-timidine kinase (HSV-TK) "suicide gene therapy".
  • L'effetto della deplezione di cellule T e della soppressione della GVDH potrebbe

avere come effetto collaterale la ricaduta leucemica.

MALATTIA DEL TRAPIANTO CONTRO L'OSPITE

  • Un'altra complicazione della deplezione di cellule T del donatore è l'immunodeficienza -> infezioni opportunistiche e morte
  • Le cellule T del donatore rappresentano infatti una sorgente importante di cellule T in quanto le cellule T del ricevente sono state distrutte dalla chemioterapia e dalla radioterapia.
  • Un modo per ovviare a questo senza eliminare le cellule T del donatore potrebbe consistere nell'eliminare le cellule APC del ricevente. In questo caso le cellule T del donatore non sono attivate durante l'infiammazione iniziale che accompagna il trapianto e quindi non promuovono la GVDH.

MALATTIA DEL TRAPIANTO CONTRO L'OSPITE

  • Da questi esperimenti si evince che la presentazione crociata degli antigeni minori di istocompatibilità del ricevente sulle cellule dendritiche del donatore non è sufficiente a stimolare la GVDH

E' necessario che gli antigeni siano endogeni e presentati dalle APC del ricevente per stimolare le cellule T del donatore.

Si stanno mettendo a punto delle tecniche per eliminare nel ricevente le APC.

RUOLO DELLE CELLULE T REGOLATORIE NELLE RISPOSTE IMMUNITARIE ALLOREATTIVE

Nel trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogeniche nel CD4 CD25 nel ricevente otopo, la deplezione di cellule Treg delle cellule T CD4 CD25 nel midollo osseo del donatore reg prima del trapianto-> accelerazione della GVHD e conseguente morte

Se al trapianto vengono aggiunte cellule T CD4 CD25 reg-> ritardo o prevenzione della morte da GVHD

Possibile terapia per la GVHD mediante arricchimento o generazione di cellule T nei trapianti di midollo osseo? reg

IL FETO COME ALLOTRAPIANTO

Il feto è un allotrapianto che è continuamente tollerato.

Il feto possiede gli antigeni MHC e gli antigeni minori di isto-compatibilità del padre, che sono diversi da quelli del ricevente.

della madre.

  • Il rigetto, dunque, del feto è raro e quindi anche difficile da studiare.
  • Anche se la madre ha più figli dello stesso padre, non si osservano segni di rigetto immunitario.

IL FETO COME ALLOTRAPIANTO

  • Varie ipotesi per spiegare la tolleranza del feto:
    • la placenta (tessuto di origine fetale) sembra capace di isolare il feto dalle cellule T della madre
    • il trofoblasto (strato esterno della placenta) non esprime le classiche molecole MHC di classe I e II.

I tessuti che non esprimono MHC di classe I potrebbero però essere bersaglio delle cellule NK. Ma il trofoblasto esprime un

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
45 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kalamaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Immunologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Conese Massimo.