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Lezione del 15/11/12 Prof.ssa Sorgi
!
Fibromialgia
!
È un reumatismo non deformante a cui furono dati molti nomi tra cui fibrosità, poi abbandonato
perché non c’era una infiammazione. Solo nel 1976 si chiamò sindrome fibromialgica. Viene
descritte come una sindrome dolorosa generalizzata associata a disturbi del sonno, astenia, rigidità
mattutina, stress emotivi psicogeni.
È una sindrome muscolo-scheletrica ad andamento cronico caratterizzato da dolore generalizzato e
presenza di tender points. Colpisce quasi solo le donne nella fascia di età compresa tra 30-50 anni,
può essere idiomatica o secondaria a molte altre malattie reumatiche. Il dolore è il sintomo principe,
è persistente e diffuso. L’eziopatogenesi non è chiarita, ma sicuramente vengono coinvolte le vie del
dolore e possono essere collegate prevalentemente ad una direzione neuronale di I, II e III ordine e
il sonno nella fase NREM, soprattutto fase 4, viene alterato. È una malattia che ha come base un
substrato psicopatologico. Tutti i soggetti con malattie croniche, in generale, possono essere alterati
dal punto di vista emotivo e d’umore.
Non è una malattia di origine periferica, perché i muscoli e tendini sono sane. Nell’esordio della
fibromialgia si individua spesso un evento scatenante, che può essere familiari, di lavoro ecc. C’è
anche una probabile familiari con alleli del sistema HLA; è sicuro che la malattia presenta una
iperattività simpatica e questo si traduce con alterazione della microcircolazione centrale e
periferica. Quest’ultima ci spiega i tender points: sembra che la positività di questi sia dovuta ad un
aumento della vascolarizzazione. I neuromediatori del dolore (5-HT, sostanza P ecc) sono alterati.
Il soggetto fibromialgico va trattato, perché se il dolore non viene trattato si ha un circolo vizioso
che porta all’aumento dello stesso. Si ha alterazione della vita quotidiana, ci si muove di meno
(riferisce una rigidità mattutina), diminuita autonomia del soggetto, si deprime e il dolore aumenta.
Il primo criterio di diagnosi è la storia di un dolore diffuso che persiste da almeno tre mesi e si
devono avere almeno 11 dei 18 tender points. Il dolore è, ovviamente, il sintomo cardine ed è quasi
sempre presente alla colonna (lombalgia, diagnosi differenziale con spondilo artrite siero-negative);
in generale i pazienti sono molto fantasiosi nel descrivere i tipi di dolore, come un cane che strappa
la carne, che brucia (urente) ecc. Il dolore è forse di tipo misto, ma non si conosce esattamente
l’origine. Riferiscono una sindrome sicca, dismenorrea, fatica, parestesie (diagnosi differenziale con
tunnel carpale), impellezza urinaria, fenomeno di Raynaud (giustificato dalla microcircolazione).
Per la stanchezza cronica va fatta diagnosi differenziale perché questa ha un esordio brusco (la
fibromilagia no), linfoadenopatie (sempre assenti nella fibromialgia).
Le malattie reumatiche che più spesso si associano a osteoartrosi, LES; osteomalacia, Sjogren,
malattia di Lyme, polimiosite, artrite reumatoide e polimialgia reumatica. Delle malattie non
reumatiche sono epatite C, sindrome da stanchezza cronica, ipotiroidismo.
Si deve fare diagnosi differenziale con il dolore miofasciale: questo è un dolore localizzato, senza
tender points ma con trigger points (se noi spingiamo irradiamo il dolore in un’altra zona, mentre
nei tender no), c’è risposta alla terapia locale. Il quadro sistemico è caratteristo della fibromialgia.
Non sono necessari esami di laboratorio o radiologiche, ma si impongono una serie di esami per
fare diagnosi differenziale con la forma secondaria. Emocromo, funzione tiroidea, renale, epatica
ecc ed esami radiologici della colonna ecc.
Tra i farmaci antidepressivi si usa la venlafaxina che è un SNRI e ha dato ottimi risultati nei
fibromialgici. Se il paziente si lamenta più del dolore, useremo il tramadolo. Se oltre al dolore
abbiamo un substrato depressivo importante si da un SSRI. Se invece c’è più insonnia si può dare
antidepressivi minori e pregabalin.