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Sindrome da intestino corto

La causa più comune di SBS è la resezione estesa dell'intestino come conseguenza del trattamento chirurgico della trombosi mesenterica, traumi addominali, morbo di Crohn. Alterazioni della motilità intestinale come si verifica nella pseudo-ostruzione cronica intestinale. Anomalie funzionali dell'assorbimento come nel caso della malattia dei villi.

Terapia

La nutrizione parenterale domiciliare (NPD) viene considerata la prima opzione terapeutica per i pazienti con insufficienza intestinale. Consiste nella somministrazione di sostanze nutritive per via endovenosa, sostenendo parzialmente o totalmente le funzioni intestinali perse e consentendo al paziente una sopravvivenza a lungo termine ed una discreta qualità di vita, ma questa non è sufficiente ad evitare complicanze rappresentate da:

  • Trombosi venosa centrale
  • Sepsi ad origine del catetere
  • Progressione della malattia epatica (steatosi)
  • Necessità di

ospedalizzazione valutata 2-3 volte pz/anno.

Sopravvivenza a tre anni 65-80%.

Mortalità legata alla terapia parenterale domiciliare 6-7%.

Il trapianto è indicato quando non è più possibile continuare la nutrizione parenterale oppure quando la malattia gastrointestinale mette a rischio la vita del paziente.

Tipi di trapianto:

  • Trapianto di intestino isolato: assenza congenita o acquisita dell'intestino, indicato per i soggetti che presentano soltanto l'insufficienza intestinale.
  • Trapianto combinato fegato ed intestino: quando all'insufficienza intestinale si associa quella epatica in fase terminale.
  • Trapianto multiviscerale: indicato in presenza di insufficienza irreversibile di almeno 3 organi viscerali, compreso l'intestino.

Valutazione dei candidati

Cause ed entità dell'insufficienza

intestinale.Condizioni generali di salute per escludere la presenza di controindicazioni che potrebbero precludere la buona riuscita dell'intervento e del decorso postoperatorio.

Controindicazioni (1)

  • Assolute

Controindicazioni (2)

  • Patologie gravi a livello cardiaco, polmonare o neurologico
  • Insufficienza di più organi
  • Sepsi
  • Infezioni da HIV
  • Neoplasie

Controindicazioni (3)

  • Assolute & Relative

Controindicazioni (4)

  • Stato di debilitazione fisica
  • Età superiore ai 65 anni
  • Condizioni psicosociali inadeguate ad affrontare l'esperienza del trapianto

Selezione dei donatori

Il donatore deve essere un soggetto in condizioni emodinamiche stabili data la particolare sensibilità dell'intestino all'ischemia. Vengono esclusi i soggetti affetti da neoplasia o da sepsi e quelli non ABO identici al ricevente. È importante considerare il peso del donatore in rapporto a quello del ricevente (il primo

dovrebbe essere simile o inferiore al secondo) dal momento che la cavità addominale del ricevente è spesso di volume ridotto a causa di precedenti interventi chirurgici. Prima dell’intervento in tutti i donatori viene effettuata una decontaminazione dell’intestino con un cocktail di farmaci: - Amfotericina B - Gentamicina solfato - Clindamicina fostato Diluiti in 200 cc di soluzione glucosata al 5% ed introdotti attraverso la via digiunale (per il trapianto di intestino isolato) ed attraverso la via gastrica (per il trapianto multiviscerale). Procedura del prelievo: - Nel ricevente del trapianto di intestino isolato si asporta tutto il tenue, il colon fino al sigma e opzionalmente parte dello stomaco, si impianta tutto il digiuno e il tenue con anastomosi duodenali o gastriche e coliche. - Nel ricevente di trapianto multiviscerale si asporta lo stomaco, il duodeno, il pancreas, il digiuno ed ileo. Si può asportare o meno il fegato, si impianta lo stomaco.

Il duodeno, il pancreas, il digiuno e l'ileo con anastomosi esofago-gastrica e ileo-colica.

Trapianto

La tecnica chirurgica adottata è ormai standardizzata e prevede il confezionamento di una ileostomia temporanea e il posizionamento di una sonda gastro-intestinale per via naso-gastrica o tramite digiunostomia.

L'espianto richiede circa 3 ore e il tempo di ischemia fredda cioè quello che intercorre tra l'espianto e l'impianto, non dovrebbe superare 10 ore.

L'intervento di trapianto vero e proprio può avere una durata variabile tra 8 e 24 ore in base al tipo di operazione, al numero di interventi precedenti e delle condizioni del paziente.

Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
33 pagine
SSD Scienze mediche MED/05 Patologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melody_gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Immunoematologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Pucillo Carlo.