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Ci sono 5 possibili antigeni che potremmo andare a ricercare nei globuli rossi prima di una
trasfusione.
In realtà, quello che si va a ricercare nell’ ambito del sistema ematico è l’ antigene D, perché
in quanto stimola la produzione di anticorpi specifici antiproteina D
è il più immunogeno . Nel
60% oppure 80% dei casi la risposta è totale o assoluta.
Quando c’è questa risposta anticorpale?
C’è quando l’antigene con un globulo rosso viene introdotto in un individuo che non lo
presenta, quindi, quello che dobbiamo capire è la presenza o meno dell’ antigene D. La
presenza dell’antigene D con il fenotipo D corrisponde a due genotipi possibili, mentre
l’assenza di D corrisponde ad un unico genotipo omozigote recessivo
Si parla, dunque, di Rh positività o negatività, esclusivamente in relazione alla
presenza = positività, assenza = negatività di questo antigene D.
A differenza del sistema AB0, nei soggetti Rh negativi non ci sono anticorpi naturali già presenti
ma essi si possono formare solo dopo immunizzazione e questo dobbiamo evitarlo al primo
contatto di questi individui con questo antigene.
Questo primo contatto può avvenire per una trasfusione incompatibile o fatta in estrema
emergenza, o per una sorta di trasfusione che può avvenire durante la gravidanza .
Si parla di incompatibilità materno-fetale. Ovviamente, trattandosi di antigene di natura
proteica, c’è come sempre una risposta primaria per cui prevale la produzione dell’isotipo IgM,
a cui segue una risposta secondaria e/o di memoria che è caratterizzata da una grande
prevalenza (graduale nel tempo) di IgG, e questo dobbiamo ricordarlo nella malattia emolitica
del neonato
Nel secolo scorso sono stati individuati anche altri sistemi che hanno antigeni però non
immunogeni, ad eccezione del sistema Kell.
Dunque in ematologia si andranno a valutare il sistema AB0, il sistema Rh e il sistema Kell.
L’ antigene in assoluto il più immunogeno di tutti è l’antigene D seguito dall’ antigene Kell, e
poi ci sono tutti quegli altri tra cui il C e l’E che fanno parte del sistema Rh e che sono poco
immunogeni. A questo punto, avendo capito come sta la situazione del sistema ABO e del
gruppo Rh, si può desumere quali sono i gruppi che possono donare cosa e a chi e i gruppi che
possono ricevere cosa e da chi.
Sistema AB0 + RH: compatibilità donatore ricevente
In ordinata ho il ricevente, in ascissa ho il donatore di emazie, la goccia rossa indica
compatibilità. Il problema che ci si pone è la compatibilità rispetto alla trasfusione dei globuli
rossi. La colonna di donatori che rappresenta il gruppo 0 Rh- (la positività o negatività in
riferimento al gruppo Rh) presenta tutte le gocce senza saltare neanche una casella. Ciò
cosa significa? Significa che il gruppo 0 Rh- è il donatore universale di emazie,
cioè sono graditi i loro globuli rossi da tutti, soprattutto nei reparti trasfusionali
Il gruppo 0
esso è particolarmente ambito (soprattutto nelle trasfusioni di emergenza).
Rh - non ha l’antigene A, non ha l’antigene B sugli eritrociti e non ha l’antigene D del
gruppo Rh, dunque si tratta di eritrociti puliti dal punto di vista antigenico e sarà ben
accetto da qualsiasi plasma che andrà ad incontrare.
L’altra cosa che si evince è che c’è una riga con tutte le caselle piene che si riferisce al
gruppo AB Rh+, esso accetta di buon grado tutti i tipi di eritrociti ed è per questo che è
definito l’accettore universale di eritrociti, perché avendo entrambi gli antigeni A e B,
non ha anticorpi anti A e anti B e, avendo anche l’antigene D, sicuramente non ha
Non avendo alcun anticorpo sfavorevole nel sangue, l’individuo può
anticorpi anti-D.
accettare qualsiasi tipo di globulo rosso.
Il gruppo AB- è assimilabile al gruppo AB+, nel senso che comunque nel plasma
tuttavia si è sicuri che non ci sono
dell’anticorpo AB- non ci sono anticorpi anti A e anti b
anticorpi antiD? Naturalmente non ci sono perché questi sono anticorpi naturali, a meno
che il paziente non abbia subito una qualche manovra consapevolmente o
inconsapevolmente per cui ha sviluppato questi anticorpi anti D, dunque questo gruppo
non può essere considerato l’accettore universale a meno che noi prima non
verifichiamo che nel suo plasma non ci siano anticorpi Rh anti-D. I casi in cui questi
anticorpi si potrebbero essere formati possono essere un trapianto d’organo, trasfusione
o interruzione di gravidanza .Nel caso di un’interruzione di gravidanza spontanea o non
spontanea in cui ci sia stata una sensibilizzazione, non posso fidarmi ciecamente di
questo gruppo ma devo verificare che nel plasma della paziente non ci siano anticorpi
irregolari, che normalmente non mi aspetterei ma che potrei trovare in uno di questi
casi particolari.
Quando si parla di trasfusioni di plasma la situazione è speculare: ci sono alcuni casi che la
richiedono come, ad esempio, in un’importante patologia emorragica in cui, trasfondendo il
plasma, riforniamo di molecole antiemorragiche (pro-coagulanti). La situazione del plasma è
completamente speculare: il gruppo AB non avendo né anticorpi anti A e anti B, possiede il
plasma che va bene per tutti (esattamente speculare). Il gruppo 0, non avendo antigeni,
andrà bene qualsiasi plasma noi trasfondiamo. (vedi figura in basso)
Cosa succede quando la trasfusione si fa per errore umano in maniera incompatibile?
Succede che gli eritrociti trasfusi vengono riconosciuti dagli anticorpi e vengono emolizzati.
Questa emolisi si verifica direttamente per attivazione del complemento, in presenza di
anticorpi IgM contro eritrociti (questo è il caso delle trasfusioni incompatibili del sistema ABO):
le IgM sono eccezionali attivatori del complemento, legano i globuli rossi e l’ emolisi dei globuli
rossi si consuma prevalentemente nel plasma dove ci sono tutti gli elementi del complemento.
Le IgG entrano in gioco contro la proteina D del gruppo Rh, ovviamente non al primo incontro
ma successivamente. Le IgG, che pure sono in grado di attivare il sistema del complemento, in
maniera meno efficace rispetto alle IgM, effettuano comunque la lisi degli eritrociti tramite
trasporto dell’eritrocita con tutte le IgG associate ai macrofagi specializzati del fegato e della
milza che, essendo cellule specializzate provviste di recettori Fc gamma receptor, inglobano
l’immunocomplesso e, quindi, distruggono i globuli rossi attraverso un processo litico.
Una trasfusione incompatibile porta all’emolisi dei globuli rossi trasfusi, vanificando l’obiettivo
stesso della trasfusione e questa emolisi massiva e veloce nel tempo crea una serie di problemi
come la Cid “coagulazione disseminata intravasale” che può portare anche alla morte o danno
renale a causa dell’emoglobina nei glomeruli.
Malattia emolitica del neonato:
Nei paesi occidentali da diversi decenni si adotta una profilassi tale che dopo la prima
gravidanza, nelle nostre latitudini, queste patologie siano estremamente rare o assenti a causa
dell’immunità Non è da escludere che, siccome accogliamo altre persone da altre latitudini in
cui non c’ è questa profilassi, queste donne quando partoriscono per la seconda volta, e non è
da escludere che si manifesti la CID.
Quando si può verificare l’eritroblastosi fetale?
Quando c’è incompatibilità Rh madre- feto: il feto deve essere Rh+ e la madre Rh-.
Durante il primo parto, soprattutto se travagliato, ci può essere una piccola commistione del
sangue materno con quello fetale. Questa commistione si può verificare, oltre che nel parto,
anche durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza a causa di piccole pervietà della
placenta, oppure durante una manovra di amniocentesi o anche nell’aborto).
In tutti questi casi, se la situazione è la seguente, cosa succede se il feto è Rh+ e la madre
Rh-?
La madre si sensibilizza all’antigene (la prima volta che lo incontra), produce anticorpi contro
l’antigene come se fosse di un patogeno, inizia a fare qualche IgM, poi sempre di più, si ha
anche qualche IgG (pochi), ma si producono soprattutto cellule della memoria grazie ai linfociti
TH2.
Queste cellule della memoria saranno molto più efficaci sia da un punto di vista qualitativo,
quantitativo che temporale, a produrre immunoglobuline contro l’antigene, qualora questo si
ripresentasse la seconda. Le cellule della memoria producono prevalentemente IgG.
Alla prima sensibilizzazione si produrranno plasmacellule secernenti IgM e si produrranno le
cellule della memoria. Le IgM non sono in grado di attraversare la placenta ma le uniche
immunoglobuline in grado di farlo sono le IgG, pertanto, se anche questa sensibilizzazione
fosse avvenuta a metà della gravidanza, le IgM formatesi non sono in grado di arrivare nel
circolo fetale ma ci sono le cellule della memoria, per cui il problema che si potrebbe porre
alla seconda gravidanza è che se la madre è ancora Rh negativo e il feto ancora Rh positivo, la
madre ha già cellule della memoria pronte. Esse sono in grado di rispondere a quantità
antigeniche più basse.
Se nella seconda gravidanza abbiamo una condizione analoga alla prima gravidanza, si ha una
piccola commistione di sangue fetale con quello della madre, in questo caso non saremo più
nella fase di sensibilizzazione bensì nella fase scatenante. Infatti, le cellule della memoria
diventano plasmacellule molto presto e risponderanno producendo grandi quantità di IgG,
queste sono in grado di attraversare la placenta, arrivano nella circolazione fetale e provocano
emolisi dei globuli rossi del feto. Questa emolisi si prolunga dopo la nascita causando gravi
danni: questa distruzione massiva di globuli rossi fa sì che siano chiamati dal midollo elementi
più giovani per ripristinare quelli deceduti, ma il midollo non ce la fa a produrre adeguate
quantità di eritrociti maturi da immettere nel circolo, quindi, troviamo nel circolo forme
immature chiamate eritroblasti e da qui il nome della patologia eritroblastosi.
Quando c’è anche incompatibilità AB0, oltre a quella Rh, il rischio la
sensibilizzazione è molto diminuito
Il feto e il neonato incorrono:
In una condizione di ipossia perché mancano i recettori per l’ossigeno;
Di insufficienza cardiaca a causa di un aumento del carico cardiaco di tipo
compensatorio;
Iper-bilirubinemia e ittero: si accumula la bilirubina che deriva dalla degradazione
dell’eme, la bilirubina è tossica oltre un certo livello, va a determinare l