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VOGLIONO ESSERE FELICI
Di questo ne da una spiegazione Aristotele: l’azione degli uomini va verso il
bene.
Aristotele dice che ci sono:
I beni: sono quelli per cui ti chiedi perché vuoi realizzare questo bene;
• IL BENE(è un oggetto reale della volontà):c’è un bene che è tale in assoluto,
• infatti ha senso chiedersi perché vuoi realizzare questo BENE? Ha senso
chiedersi “perché vuoi essere felice?” Ovviamente no.
Rispetto a questo oggetto reale della volontà vengono fuori quei doveri che Kant
chiama consigli della prudenza, cioè consigli che non sono mai ultimativi, c’è
sempre qualcosa che sfugge.
Aritostele dice che gli uomini che vogliono essere tutti felici hanno dimenticato che
non possono attuare la felicità ma possono tendere alla felicità
Tale imperativo termina con dei consigli della prudenza per essere felici(anche se
non sono sufficienti in quanto non sono dovere assoluti ma sono essere
interscambiabili con altri, non si è in grado di stabilire con certezza come essere
felici): dieta
- parsimonia
- cortesia (devi vivere la cortesia per essere felice)
- riservatezza, verso se stessi e verso gli altri, devi proteggere il tuo mondo
- privato
L’imperativo assertorio si distingue da quello categorico perché se noi stavamo
cercando la legge morale non possiamo rimanere all’imperativo ipotetico per
riconoscere tale legge morale
La legge morale non è un dovere che nasce da un volere, (se si vuol fare una cosa
la si fa e basta)ma è un dovere che non richiede un permesso perché ha a che fare
con la tua stessa natura.
Questo dovere non può essere come per l’imperativo ipotetico “Se vuoi…”
altrimenti non è legge morale(LA LEGGE MORALE E’ DEVI).
Come fare a scoprire interpretando l’intelletto questa legge? Come fare a scoprire
una legge che sia il contenuto anche in una scienza che si chiama metafisica?
Sempre con l’intelletto
DOVERE MORALE: fare qualcosa che tutti gli uomini razionali farebbero a
prescindere dalla loro posizione, dal loro interesse.
KANT DARA’ 3 FORMULAZIONI DELL’IMPERATIVO CATEGORICO
Come si traduce questa idea?
1.Nella prima formulazione dell’imperativo categorica : “AGISCI IN MODO DA
CONSIDERARE LA MASSIMA DELLA TUA VOLONTA’ ANCHE COME LEGGE
UNIVERSALE”(quella legge che tutti quanti gli essere umani assumerebbero senza
un loro interesse)
Massima volontà: è il dovere che tu stai assumendo in una situazione particolare, il
dovere che il soggetto avverte quando si trova davanti alla domanda “cosa è giusto
e cosa non è giusto fare”
IN SINTESI KANT DICE : AGISCI MORALMENTE
Ma ci si può chiedere, questo principio sarà utile a risolvere i nostri problemi?
Ecco che Kant fa 4 esempi di principi morali divisi in 2 tipi di doveri(sono
entrambi leggi morali) per risolvere come questi problemi possono essere risolti:
DOVERI PERFETTI ( 1 esempio verso se stessi e 1 esempio verso gli altri)
- DOVERTI IMPERFETTI(1 esempio verso se stessi e 1 esempio verso gli
- altri)
Qual è la differenza tra doveri perfetti e doveri imperfetti?(SONO ENTRAMBI
DOVERI MORALI)
Doveri perfetti: sono quei doveri che se venissero negati implicherebbero una
contraddizione per la ragione( per contraddizione si intende che tutti gli esseri
razionali riconoscono come tale). Sono dei doveri la cui negazione
non è neanche pensabile(sarebbe come pensare ad un cerchio quadrato).
Il mondo non sarebbe pensabile e quindi neanche desiderabile, di qui la
PERFEZIONE.
Doveri imperfetti: sono quei doveri che se venissero negati implicherebbero una
contraddizione per la volontà(in questo caso per contraddizione si intende che
sarebbe contradditorio che tu le volessi).
In questo caso la negazione è pensabile ma non è desiderabile, perché le cose
sono pensabili ma cadrebbe in contraddizione la tua volontà
Premessa fondamentale:
ci sono dei principi alla base dell’azione, quell’azione che il soggetto delibera di
seguire, tali principi sono il contenuto di una vera e propria metafisica dei costumi.
Cioè se è possibile scoprire alla base dell’azione del soggetto dei principi che sono
dettati dalla ragione
Il soggetto si chiede: come mi devo comportare? Kant sostiene che ci sono dei
principi fondati sulla ragione e non sono oggetto di una possibile trattativa del
soggetto con se stesso o con altri, pena la contraddizione.
Ci sono dei principi dettati dalla ragione che sono derivanti da un oggetto del volere
del soggetto, cioè un soggetto nel momento in cui delibera che vuole fare qualche
cosa deve sapere che da quella volontà derivano dei doveri. Questo succede
nell’imperativo ipotetico tecnico o problematico, e questo succede anche con
l’imperativo ipotetico assertorio o prammatico.
Questi doveri ipotetici si dicono tali perché sono inseriti all’interno di uno schema
ipotetico (“se vuoi..devi”)
Kant osserva che questi imperativi ipotetici non possono essere il contenuto di un
dovere morale( lo schema del dovere morale è “DEVI PERCHE’ DEVI”).
Principio innocuo di Kant: se c’è una legge morale dovrebbe consistere nell’agire
secondo quelle massime quando si chiede cosa è giusto o non è giusto fare in una
situazione particolare.
Kant fa 2 COSE ( come abbiamo già detto individuerà: 4 situazioni particolari e 3
formulazioni diverse):
Leggere situazioni particolari : il soggetto si chiede cosa faccio, cosa è giusto
- fare? La risposta di kant è che il soggetto come risposta deve dare:”affinchè
sia una legge morale e che deve valere per tutti”;
Fa 4 esempi(2 di doveri perfetti e 2 di doveri imperfetti)
-
Il principio di Kant “Agisci in modo da considerare la tua massima legge universale”
mira a far pensare prima di agire, cioè il soggetto deve chiedersi “che cosa
accadrebbe se la mia massima diventasse legge universale?
Faremo 3 esempi per capire meglio:
DOVERE PERFETTO VERSO GLI ALTRI: un tale ha bisogno di denaro e sa
1. già che non sarà mai in grado di pagare,ma promette di restituirli al fine di
ottenere il prestito.
Gli viene voglia di fare questa promessa ma conserva ancora sufficiente
coscienza per domandarsi “ Non è illecito e contrario al dovere trarsi fuori da
uno stato di bisogno in questo modo?
Supponiamo che decide di farlo, la massima corrisponde a “quando credo
che mi occorra denaro ne prendo in prestito a iosa promettendo di restituirlo
anche se non lo farò mai”, la massima quindi corrisponde ad un mio
“benessere futuro”.
Interrogativo morale: Ma sarebbe giusto?
Per avere una risposta converto l’amore di se in una legge universale, e mi
chiedo “la mia massima potrebbe diventare legge universale?
Quali sarebbero le conseguenze?
Ovviamente sarebbe auto-contraddittoria. Infatti nessuno crederebbe più a
ciò che gli viene promesso.
Piccola variazione del prof: abbiamo distinto delle condizioni che risalgono
alla struttura dell’atto e delle condizioni che risalgono alla funzione
essenziale dell’atto.
Prendiamo la promessa: il fatto che la promessa è deve essere futura risale
alla struttura, ma se io prometto con l’intenzione di non mantenere si
vanificherebbe la funzione dell’atto, avrei le parole ti prometto ma a che
servirebbero se non servono a soddisfare la promessa?
Kant in merito dice: renderebbe impossibile il promettere stesso e il fine che
promettendo ci si propone. Ciò che si vanificherebbe con quella legge che
ognuno può fare quello che vuole è il fine del promettere. Lui non distingue
funzione e scopo
Variazione del prof: siccome si andrebbe a vanificare la funzione essenziale
del promettere, in questo modo rende impossibile il promettere stesso.
Kant scopre che il dover morale ha a che fare con la funzione degli atti, è
realizzando la funzione di qualche cosa che si realizza il bene,l’etica come
direbbe Aristotele, è cercare di realizzare il bene.
DOVERE IMPERFETTO VERSO SE STESSO: un terzo vede in se tanti
2. talenti ma sa di essere in condizioni agiate e si da al piacere.
Si pone il problema se la sua massima( di non sfruttare i suoi talenti) possa
diventare una legge universale.
Un mondo dove uno che ha talenti e non li realizza potrebbe continuare ad
esistere, e cita un mondo dove le cose vanno così : “mari del sud”.
Cosa fanno gli abitanti dei mari del sud?
Lasciano arrugginire il proprio ingegno
- Decidono di dedicare la propria vita soltanto all’ozio, al piacere
- Si dedicano esclusivamente alla propagazione della specie
-
Un mondo così è pensabile, ma è desiderabile? Realizzare i propri talenti è un
bene, e cosa significa una volontà che non cerca il bene ma il male ? è una volontà
in se contraddittoria
DOVERE IMPERFETTO VERSO GLI ALTRI: un quarto a cui tutto va bene e
3. vede gli altri bisognosi, ma dice “A me che cosa me ne importa? Non lo
invidierò se un domani sarà ricco ma ora non mi interessa aiutarlo”
Kant parla di compassione, solidarietà:
Se questo modo di vedere diventasse legge universale?
Può continuare ad esistere il genere umano,in condizioni migliori rispetto al
mondo precedente.
Anche se è pensabile come legge universale è impossibile volere che tale
principio abbia valore universale di legge, infatti una volontà con tale principio
cadrebbe in contraddizione con se stessa, perché sono possibili i casi in cui
quest’uomo stesso un domani potrebbe aver bisogno di amore, simpatia e
non potrebbe riceverlo a causa di questa stessa legge, privandosi di ogni
speranza d’aiuto che egli si augura.
Abbiamo già detto che abbiamo 3 formulazioni dello stesso imperativo
categorico, che mettono in luce il senso dell’imperativo categorico.
Kant vede il principio dell’imperativo categorico in 3 sensi diversi, ma questi
sensi sono sempre il principio che lui chiama imperativo categorico.
2.La seconda formulazione( su cui ci soffermeremo di più, e ci
soffermeremo soprattutto sulla relazione intima che c’è tra la prima e la
seconda formulazione per comprendere meglio il senso trinitario che c’è nelle
3 formulazioni, per capire il nesso tra la 1 e la 2 formulazione in quanto il
contenuto tra le formulazione è differente): kant dice di agire in modo da
considerare sempre l’umanità come fine della propria azione e mai come
mezzo.
Perché uno viva dentro di se la legge