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DELL'USO LOGICO DELL'INTELLETTO IN GENERALE

Kant fornisce due tipi di deduzioni (questo termine viene preso da Kant dalla scienza giuridica del tempo, e significa mostrare la legittimità di quel titolo o di quel possesso). Kant vuole quindi fornire una giustificazione, ossia legittimare le categorie, i concetti puri dell'intelletto.

Kant vuole ora presentare una scomposizione dell'intelletto, che era stato escluso nell'estetica trascendentale in quanto essa si occupa della sensibilità. intuizione intellettuale, Kant ripete continuamente che non è possibile una ma solo una intuizione sensibile (L'INTELLETTO NON È UNA FACOLTÀ DELL'INTUIZIONE, QUINDI NON È POSSIBILE UNA CONOSCENZA IMMEDIATA DELLE COSE, FATTA PER CONTATTO; LA NOSTRA È UNA CONOSCENZA DISCORSIVA E MEDIATA ATTRAVERSO L'INTUIZIONE; la conoscenza propria dell'intelletto umano è una conoscenza PER CONCETTI, quindi non intuitiva ma discorsiva).

La sensibilità fornisce la materia su cui poi l'intelletto va a lavorare (la sensibilità è quindi recettiva, l'intelletto è attivo). Gli oggetti producono in noi AFFEZIONI (modifiche; modificano e affettano il nostro animo).

L'intelletto sintetizza, riduce molteplicità ad unità. L'intelletto compone insieme le rappresentazioni (è un termine generale che ha a che fare con uno stato mentale, è ciò che accade nella nostra mente) che gli arrivano dalla sensibilità, e produce dei giudizi.

L'intelletto è quindi la facoltà di giudicare o di pensare (formulare giudizi). I concetti non si possono riferire direttamente alle intuizioni, perché sono cose diverse.

Il giudizio è rappresentazione di una rappresentazione: l'intelletto lavora sulle rappresentazioni della sensibilità, non direttamente sull'oggetto per come ci viene dato, quindi produce dei giudizi.

che sono rappresentazioni di rappresentazioni. I giudizi sono le funzioni dell'intelletto. Un giudizio è la connessione di due concetti (unione tra un soggetto S è P Se un predicato tramite una copula: ad esempio, dove per si intende il soggetto P è il predicato). In ogni giudizio c'è un termine universale, che può essere indice di malinteso (ad esempio se dico "la cartellina è blu", ognuno può immaginarsi diversi tipi di blu). Senza le emozioni, molte caratteristiche delle cose sarebbero precluse. L'oggetto in sé è indeterminato (impreciso, indefinito), ad esempio il concetto di casa è predicato; diverso in ognuno di noi (ciò che determina l'oggetto e il concetto è il ad esempio se dico "cartellina", è possibile immaginarla in diversi modi, non in un solo modo universale -> si può determinare l'oggetto grazie ai predicati.ad esempio dirà 'la cartellina è blu, quadrata, ecc..').

TAVOLA DEI GIUDIZI

Kant prende la tavola dei giudizi dalla logica formale. Da dove la deduce questa tavola?

Dalla logica formale direttamente, poiché essa è una scienza, e la scienza non mente, è sempre giusta. C'è sempre il problema dell'inizio (da dove si comincia? Le categorie dell'intelletto le deduce dalla tavola dei giudizi, ma la tavola dei giudizi da dove si deduce? Dalla logica. La logica parte infatti dagli assiomi, ossia dei principi che vengono assunti ma non dimostrati; da un punto bisogna pur partire).

Se l'antecedente è vero e il conseguente è falso, allora tutta la proposizione è falsa. Se il conseguente è vero, allora potrebbe essere vera tutta la proposizione.

1. QUANTITÀ

Universale 'tutti gli S sono P' (tutti gli uomini sono mortali), oppure 'nessun S sono P' (nessun uomo è immortale).

è-P’’ (nessun uomo è immortale). Il predicato vale su tutta l’estensione del soggetto. Il giudizio universale vale come quello singolare, tanto che alcuni eliminano il giudizio singolare dalla tabella. Ha a che fare con la totalità.

Particolari- ‘’alcuni S sono P’’ (alcune rose sono rosse). Si riferisce ad alcuni elementi di un insieme o classe.

Singolari- ‘’l’S è P’’/ ’’ questo S è P’’ (la rosa è rossa; il soggetto è il singolo individuo). I giudizi singolari si possono trattare come gli universali perché il P si applica a tutte le estensioni di S (questo dal punto di vista della logica formale, che astrae dai contenuti). Ma dal punto di vista della logica trascendentale e quindi della conoscenza, c’è un uomo è mortale tutti gli uomini sono mortali].una grande differenza [è diverso dire da Si riferisce ad un

1. QUALITÀ

Affermativi: "S è P" (ad esempio la rosa è rossa). Secondo Kant da un punto di vista della logica trascendentale, i giudizi affermativi sono distinti dagli infiniti. Attribuiscono una certa proprietà ad un soggetto reale e concreto.

Negativi: "S non è P" (la rosa non è rossa). Il giudizio negativo dipende da quello affermativo perché ne esprime la falsità. Nega che il soggetto reale e concreto abbia una certa proprietà.

Infiniti: "S è non P" (la rosa è non rossa; quando usiamo un predicato preceduto da "non"). I giudizi infiniti sono soltanto limitativi, dicono che cosa NON è una cosa, ma non ne danno informazioni e descrizioni utili per determinare l'oggetto, esso rimane indeterminato. Hanno una funzione limitante, ma non determinante.

esempio se dico “la casa è non rossa”, è solo una descrizione limitante che non va a determinare la casa). La logica formale considera solo se il predicato viene attribuito al soggetto o contrapposto Giovanni è celibe al soggetto. I giudizi infiniti fanno così parte di quelli affermativi [= Giovanni è non-sposato]. La logica trascendentale, siccome non prescinde dai contenuti, si chiede che tipo di conoscenza ho se ho un giudizio affermativo o infinito.

3. RELAZIONE

Categorici “S è P” E’ un rapporto tra due concetti, afferma una relazione tra un soggetto ed un predicato senza alcuna condizione.

Ipotetici “se p allora q” (relazioni tra proposizioni: se piove prendo l’ombrello). Il giudizio ipotetico può essere vero sia se sono entrambi veri che falsi, sia se l’antecedente è vero e il conseguente è falso. Per il giudizio

ipotetico quello che conta è il valore logico tra i due termini. Afferma una relazione di implicazione tra due giudizi. Disgiuntivi 'p è o q o r' (il mondo è finito o infinito). Il rapporto disgiuntivo è il rapporto di due o più proposizioni tra loro. Esso afferma una relazione di congiunzione/disgiunzione tra due giudizi. Quando facciamo una disgiunzione (o vado al cinema o vado in pizzeria), essa è esclusiva, però in molti casi non lo è; secondo Kant è completamente esclusiva. Le proposizioni disgiuntive sono legate da un rapporto di comunanza (esse occupano tutta la sfera della conoscenza). Se una è vera, le altre due sono false, se una è falsa, le altre due sono vere. Nel rapporto di disgiunzione la sfera dell'uno esclude quella dell'altro; nel rapporto di comunanza le proposizioni messe insieme esauriscono l'ambito della conoscenza; il rapporto tra le parti della

La sfera della conoscenza è come una sfera, in cui ogni proposizione ha bisogno dell'altra. Ad esempio, una proposizione può essere vera per caso, per necessità interna o per una causa esterna. Ognuna di queste proposizioni occupa una parte della sfera della possibile conoscenza e tutte insieme costituiscono la sfera totale.

La modalità è una funzione particolare che non contribuisce al contenuto dei giudizi. Ci sono vari modi della proposizione, ma la proposizione rimane la stessa. Ad esempio, è possibile che S sia P (è possibile che la rosa sia rossa). Questi sono giudizi problematici, in cui l'affermare e il negare sono entrambi possibili. Esprimono la possibilità della relazione tra soggetto e predicato.

Al contrario, ci sono giudizi assertori, in cui è vero che S è P (è vero che l'acqua è calda). Questi giudizi esprimono la realtà della relazione tra soggetto e predicato.

sono tutti problematici. Solo la loro conseguenza è assertoria. Apodittici è necessario che S sia P (ciò che è necessario, è vero ed è possibile;- ad esempio 'tutti i corpi sono estesi' oppure 'il triangolo ha tre lati'). Esprime la necessità della relazione tra soggetto e predicato. Siccome ciò che è a priori è necessario, il giudizio apodittico esprime una necessità logica. Queste proposizioni possono combinarsi tra di loro (ad esempio 'tutti gli uomini sono gelosi' è universale, apodittica, affermativa e categorica). La logica trascendentale si distingue da quella formale, in quanto riguarda le conoscenze e l'origine di queste conoscenze. La logica formale astrae da ogni contenuto del predicato. Deduzione metafisica 27 categorie Le sono concetti puri dell'intelletto che si applicano a

Priori agli oggetti. Il molteplice ha a che fare con ciò che mi viene attraverso i sensi. I concetti senza le intuizioni sono vuoti. La sensibilità fornisce il materiale (ossia il molteplice) che l'intelletto ordina (le cose prima si devono fenomenizzare, ossia darsi nello spazio e nel tempo) operando poi una sintesi.

Kant per deduzione metafisica intende la connessione delle due tavole (la tavola delle categorie è derivata da quella dei giudizi poiché quest'ultima è la tavola della logica formale) basata sul principio di identità e non contraddizione.

  1. La Sensibilità OFFRE IL MOLTEPLICE (Il molteplice dell'intuizione sensibile deve essere dato, ossia deve darsi nello spazio e nel tempo, deve fenomenizzarsi).
  2. L'Immaginazione è NECESSARIA PER METTERE IN RELAZIONE SENSIBILITÀ E INTELLETTO, è una
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Publisher
A.A. 2022-2023
58 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher uuuu9909 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia teoretica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Raspa Venanzio.