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Dottrina dei giudizi

Quali sono le categorie (deduzione metafisica), a cosa servono, ossia si applicano per conoscere e sono necessarie (deduzione trascendentale) come si applicano (analitica di principi, schematismo trascendentale).

Lo schematismo

Kant spiega il rapporto tra universale (ossia la categoria) e il particolare (singola intuizione). Ciò che è generale si applica a ciò che è particolare (per generale si intende ad esempio la parola "cane", per particolare si intende ad esempio "pitbull"), ma come comunicano questi due? La rappresentazione dell'oggetto deve essere omogenea alla rappresentazione del concetto sotto il quale cade, devono avere qualcosa in comune. Sussumere ad esempio il piatto sotto il concetto di circolo presuppone che siano entrambi rotondi. Sussumere significa che un oggetto particolare va ricondotto sotto un concetto generale. Ma qui si presenta una difficoltà, che consiste...

nel fatto che i concetti puri dell'intelletto, paragonati alle intuizioni empiriche sono eterogenei (di diversa natura) e non possono trovarsi mai in una qualsiasi intuizione, perché intelletto e sensibilità sono facoltà autonome e originarie. Come è quindi possibile l'applicazione della categoria ai fenomeni? È necessario che ci sia un terzo termine che metta in contatto generale e particolare, ossia lo schema trascendentale. Esso deve essere omogeneo da un lato con la schemacategoria e dall'altro con il fenomeno. Lo schema trascendentale è la rappresentazione intermediaria tra i concetti intellettuali (la categoria) e le intuizioni sensibili; deve quindi essere pura, intellettuale e sensibile, esattamente come l'immaginazione che è intermediaria tra sensibilità ed intelletto. I schemi sono un prodotto dell'immaginazione pura a priori, per il quale è secondo ilqualele immagini cominciano ad essere possibili. Esso mostra come le categorie si applicano ai fenomeni. Per spiegare meglio come funziona lo schematismo si rifà solo al tempo in quanto questo è presente in tutte le intuizioni (interne ed esterne) mentre lo spazio si limita solo ai fenomeni esterni; nel tempo troviamo inoltre sia la generalità che la particolarità. Tutto ciò che si fenomenizza si dà inoltre nello spazio e nel tempo, e anche se non si dà nello spazio, deve darsi almeno nel tempo (quindi è come se lo ponesse gerarchicamente ad un livello più alto). In cosa consiste l'applicare le categorie ai fenomeni? Consiste nel ricondurre le intuizioni (sussumere) sotto i concetti. Le categorie non si riferiscono alle cose in sé. Le categorie conferiscono forma alle intuizioni, che unificano il molteplice. Ciò che prima è qualcosa di caotico, acquista poi una forma grazie alle categorie. Questa dottrina.

Il testo si chiama schematismo poiché ci spiega come funziona questo procedimento:

  1. Lo schema è sempre un prodotto dell'immaginazione: come l'immaginazione è la facoltà intermedia tra intelletto e sensibilità, lo schema è intermedio tra intuizioni e categorie, e contiene qualcosa dell'uno e dell'altro.
  2. Lo schema deve mettere in relazione ciò che è molto generale (le categorie) con ciò che è molto particolare (le singole intuizioni); non è proprio un'immagine (perché l'immagine è qualcosa di preciso) ma una funzione.
  3. Esso è la rappresentazione di un procedimento generale attraverso il quale l'immaginazione offre ad un concetto la sua immagine. Prendiamo come esempio questa immagine per capire meglio come funziona lo schematismo: non vi è rappresentato un triangolo, eppure noi lo vediamo lo stesso. Se però non sapessimo come è fatto un

triangolo non lo vedremmo. Può assomigliare a quello che noi chiamiamo sagoma (possiamo avere una sagoma ad esempio dell’aereo, ma questa non corrisponde ad ogni singolo aereo, però ci permette di riconoscerli).

schematismo Lo è un tipo di funzionamento del nostro intelletto, cioè l’operazione dell’immaginazione pura che produce schemi grazie al quale possiamo applicare categorie alle intuizioni. Tuttavia Kant lo definisce un’arte celata, poiché non possiamo conoscerlo a fondo, riconosce che è un limite. È un prodotto dell’immaginazione pura. Lo schema conferisce forma a tutte le intuizioni, che in quanto mi si danno, mi si devono dare necessariamente nel tempo, perché il tempo è presente in tutte le intuizioni sensibili. Senza schematismo l’intelletto può solo pensare e resta confinato in se stesso e le categorie non si applicano ai concetti.

4. Il tempo è qualcosa che è presente

già in noi. Il numero è lo schema puro della quantità, è qualcosa che deve essere omogeneo all'intuizione, che mi si dà nel tempo e anche alla categoria che io applico nel momento in cui apprendo. Per la geometria invece esistono tanti schemi quante sono le figure che si vogliono costruire. Introduce il concetto di GRADO come un termine intermedio alle sensazioni, esso si applica ad essere però diventa anche qualcosa che può essere misurabile. Una cosa ad esempio può essere più o meno bianca (questa "misurazione" è un grado). Una linea è un insieme di infiniti punti. Kant introduce il principio di contraddizione la prima esposizione teorica più importante di esso la si trova in Aristotele, nel libro della Metafisica. Come ha fatto per le categorie si richiama a lui e lo critica. Aristotele propose una sua interpretazione: non è possibile che una cosa sia e non sia allo stesso tempo (ad es.

Una cattedra non può essere rettangolare e non rettangolare allo stesso tempo). A Kant non piace che Aristotele dica "allo stesso tempo", e lo trasforma in "a nessun soggetto può appartenere un predicato che lo contraddica", ad esempio "nessun uomo ignorante è dotto", laddove il concetto di ignorante contiene già il fatto che non sia dotto. I giudizi analitici sono quindi quelli la cui negazione è una contraddizione. È come dire che tutti gli uomini che non sono dotti sono dotati, è come se nel soggetto fosse già compresa una proposizione. Una proposizione è analitica quando il predicato contraddice il soggetto. La logica trascendentale ha bisogno del principio di contraddizione poiché è la condizione NECESSARIA ma NON SUFFICIENTE perché le nostre frasi siano vere: innanzitutto le frasi non si devono contraddire (la logica non

Può appurare se sono vere o false, lo può fare solo l'esperienza). La logica formale può solo fare attenzione alla COERENZA, ed è quindi una condizione NECESSARIA MA NON SUFFICIENTE. Perché si possa avere una verità sostanziale e materiale, che non abbia a che fare solo con la coerenza, è necessario che abbia a che fare con l'accordo tra il giudizio e l'oggetto.

Il sistema dei "principi fondamentali" dell'intelletto puro

Il problema che Kant ancora una volta si pone è quello dell'applicazione delle categorie al molteplice spazio-temporale dell'esperienza sensibile, possibile, reale o necessaria; egli va quindi alla ricerca di principi, che altro non sono che regole generali che guidano l'operare delle categorie su un molteplice spazio-temporale ad esse eterogeneo. Quattro erano i "titoli" delle categorie, e quattro saranno i

‘’titoli’’ dei principi fondamentali dell’intelletto(la tavola delle categorie ci indica infatti la via naturale per comporre quella dei principi.Kant dà due principi per la prima classe delle categorie, quelle matematiche, mentre per laseconda classe delle categorie, quelle dinamiche (quelle che egli reputa più importanti), fa1. Assiomi dell’intuizione 2.corrispondere il relativo principio ad ogni categoria. Essi sono:Anticipazioni della percezione 3. Analogie dell’esperienza 4. Postulati del pensiero empiricoin generale.Le tre categorie della quantità hanno un unico principio, che dice ‘’tutte le intuizioni sonoquantità estensive’’, che possiedono delle caratteristiche matematizzate; a loro volta le trecategorie della qualità hanno come principio generale ‘’in tutti i fenomeni il reale che èoggetto della sensazione ha una quantità intensiva, cioè un

grado’’. Il principio generale delle analogie dell’esperienza è ‘’l’esperienza è possibile soltantomediante la rappresentazione di una connessione necessaria delle percezioni.’’ Il principio supremo di tutti i giudizi è l’unità sintetica del molteplice delle intuizioni la conoscenza è una sintesi da parte dell’intelletto del materiale che ci viene offerto dalla sensibilità. I principi matematici sono quelli la cui certezza è intuitiva, i principi dinamici sono quelli la cui certezza è discorsiva. La natura è costituita in forma matematica e si tratta di comprenderlo. Kant aveva introdotto la matematica nell’estetica e ne riparla. La matematica e la geometria hanno un valore oggettivo (cioè valgono per tutti i fenomeni, non per le cose in sé di cui non posso conoscere nulla). Posso quindi utilizzare la matematica e la geometria per esprimere.

proprietà degli oggetti. Applichiamo le categorie agli oggetti facendo uso della matematica. Se è vero che la totalità è un insieme di parti, è anche vero che non raggiungeremo mai la parte più piccola. Anche nella parte più piccola ci sono infiniti punti. Quando stabiliamo l'inizio di qualcosa è come se volessimo introdurre un blocco a questa continuità. Già nel concetto di grado è inserito il concetto di continuo. La percezione è la coscienza/consapevolezza di una sensazione, ed è qualcosa a posteriori, che arriva dopo. A priori nella sensazione c'è l'idea del grado. I fenomeni non sono intuizioni pure come spazio e tempo, ma contengono il materiale per ogni sensazione. Nella percezione è contenuta la materia che agisce su di noi e produce in noi le intuizioni. La sensazione non può essere mai anticipata, può essere provata solo a posteriori. Possiamo

conoscere apriori solo che tutti i fenomeni sono continui e hanno un grado. Ciò che empiricamente corrisponde alla sensazione è la realtà

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Publisher
A.A. 2022-2023
58 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher uuuu9909 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia teoretica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Raspa Venanzio.