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L’INTRODUZIONE
L’itinerario
• La partenza da Tver avviene nel 1466. Nikitin per scandire il testo si basa sulle Pasque finché si trova in
Persia, poi in India è disorientato: non riesce più a orientarsi cronologicamente tra la Pasqua ortodossa e
la festa musulmana.
• Parte da Tver’, festeggia le prime due Pasque in Persia, poi da Hormuz arriva a Junnar. Poi a Bidar,
dove soggiorna e riparte verso metà giugno. In febbraio si trova sulla costa etiopica, sbarca poi a
Hormuz e in circa sei mesi di viaggio giunge a Trebisonda a inizio ottobre, dopo Caffa (in Crimea) e
possiamo supporre sia giunto a dicembre nei pressi di Smolensk, dove morì.
• Dei compagni di Afanasij non abbiamo invece più nessuna notizia. Solo lui giunge in India e non
sappiamo se sia casuale o stabilito.
• Le festività assumono molta importanza, in particolare la Pasqua, durante la quale Nikitin digiuna.
• I mercati della Persia per lui non rappresentavano una novità, non enumera merci né prezzi. Costretto a
rifarsi delle perdite subite, sfrutta la buona conoscenza del paese e le amicizie che si era fatto. Continua
poi il suo peregrinare tra mercati fino a giungere a Hormuz. Due ragione poterono indurlo a quel viaggio:
o gli affari in Persia andati male o erano fortunati e così voleva allargare le sue esperienze dei mercati
d’Oriente. Il soggiorno prolungato in Persia poteva essere dovuto all’opportunità di impratichirsi della
lingua, indispensabile per commerciare.
• A Hormuz acquista un cavallo, ottimo investimento data la richiesta di cavalli nei mercati indiani. Oltre al
commercio in India si interessa a altre cose: la gente, il loro tenore di vita, i costumi. Invece non parla di
città, monumenti, arti locali, se non il tempio induista. La prima cosa a colpirlo è la diversità nella foggia
del vestire tra poveri e potenti.
• Sembra che avesse indicazioni precise oppure compagni di viaggio pratici dei luoghi. E’ il primo
viaggiatore europeo che si addentra nel Deccan, si stabilisce a Bidar, nuova capitale dello Stato
Bahmani.
• A Sabait ci riferisce che la religione è diversa da quella musulmana, cristiana e anche indiana. Non si
mangiava nessuna carne e per alcuni versi è simile alla religione buddista che proibiva l’uccisione di
animali. Parla delle scimmie.
• Nuovamente a Bidar, lo ritroviamo in preda a una crisi: è incapace di ricordarsi le festività e così non può
osservare il digiuno nell’epoca stabilita. Ha anche paura di vedersi preclusa la via del ritorno, a causa
della guerra in Persia.
• La lunga preghiera alla fine del racconto è in araba ed è una delirante implorazione al signore, annuncio
e presentimento della prossima fine. Morì nel 1472 nei pressi di Smolensk.