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- IL TEMPO NEL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE
La riflessione sulla gestione del tempo nel processo di pianificazione nella città
contemporanea nasce dalla difficoltà nel conciliare i tempi brevi con cui molti
cambiamenti della società avvengono con la permanenza dei tempi lunghi necessari
alla costruzione dello spazio fisico. Il tempo, funziona, infatti, come una delle più
importanti dimensioni dell’organizzazione sociale, secondo la quale sono definiti e
regolati coinvolgimento, impegno e accessibilità alla città. L’accessibilità è a sua volta
condizionata dalla trasformazione della città contemporanea, che vede lo spazio
modificarsi in una serie di non luoghi, dilatarsi e concentrarsi secondo nuovi riferimenti
spaziali
A questa ulteriore complessità ed al suo ancor più complesso tempo sociale, sempre
più articolato e veloce, corrisponde un cambiamento nel modo in cui percepiamo e
gestiamo il tempo
Il cambiamento si traduce in un’endemica, ossia del posto, mancanza di tempo, in un
continuo ricorso a pratiche di emergenza, a percepire l’isolamento e l’incapacità per il
singolo di relazionarsi con la collettività e col potere che produce limiti temporali
sempre più instabili. Il senso di estraneità è, infatti, spesso associato ad una crisi
generale del ruolo rappresentativo della politica e delle istituzioni
Crisi che per essere risolta sembra debba riappropriarsi alla gestione dei problemi a
partire dal livello locale. Per poter pensare ad un progetto complessivo per la città
bisogna prevedere il confronto fra la dimensione locale e la dimensione strategica di
ogni trasformazione urbana, sostenere il miglioramento del locale e coinvolgere il
locale nel futuro dell’intera città
L’attenzione dei cittadini, la condivisione di strategie di comunicazione tra le istituzioni
e la collettività diventano strumenti per restituire continuità al progetto di città. Una
dimensione sociale del processo di trasformazione che può diventare un valore
autonomo e caratteristico nell’orientare i comportamenti e le scelte collettive
La costruzione di processi di trasformazione deve partire dall’osservazione della
società. Nella comprensione della sua complessità si gioca la possibilità di gestire al
meglio i conflitti emergenti e di tracciare la strada verso futuri equilibri sociali. La
fattibilità degli interventi è il luogo in cui verificare l’effettiva legittimità degli
strumenti
I tempi che si allungano, che si dilatano fino a confondere le intenzioni del progetto di
trasformazione e le azioni di riqualificazione intraprese, disperdono la possibilità dei
cittadini di riconoscersi nel contesto trasformato. Lo sviluppo degli interventi in
maniera difforme dal progetto iniziale, frammentario, e che infine rimane incompiuto,
rappresenta il caso di maggiore criticità nel conservare il valoro sociale dell’azione e
generare qualità e riqualificazione urbana.
La sperimentazione di nuovi strumenti, di nuovi approcci e di nuove forme di
progettare e gestire la città rappresenta la volontà di rispondere alle profonde
trasformazioni sociali avvenute in molto città americane ed europee nei due decenni
passati. Il progetto urbano e la pianificazione strategica cercano, nel dialogo sui temi
della città e del territorio, la costruzione di un linguaggio condiviso, che veda la
legittimazione sociale e disciplinare. I programmi complessi allo stesso modo
assumono il fattore tempo come variabile costitutiva del processo di trasformazione.
L’attenzione alla questione del tempo conquista così un posto speciale, d’altro canto
quanto più una società è complessa tanto più dovrebbe aumentare la quantità di
tempo reso disponibile per il reperimento delle soluzioni
Il tempo dell’attuazione tuttavia da solo non basta a garantire l’effetto riqualificante
dell’intervento. Se la complessità sociale genera problemi di gestione e di efficienza,
gli strumenti di intervento basati sulla partecipazione devono puntare ad ottenere
nuove forme di collaborazione con le figure istituzionali e con i loro tempi.
Il tempo della politica, che si esplicita nella decisione e nell’approvazione del progetto,
svolge un ruolo decisivo nella legittimazione disciplinare e sociale dello strumento
urbanistico. Il dilatarsi del tempo politico o un atteggiamento di non governo sono le
prime cause dello slittamento dei valori perseguiti con la realizzazione del progetto,
sia dal punto di vista della qualità ma soprattutto dal pinto di vista sociale
Il ruolo istituzionale del tempo politico sta nel perseguire un consenso necessario
affinché si conservino gli obiettivi della trasformazione e non deve assumere un
atteggiamento particolaristico e segmentario volto ad ottenere un consenso
immediato, superficiale e per nulla stabile, così che il conflitto si riproponga
continuamente nelle stesse forme senza risolvere mai la questione per cui è nato
Se viene meno il consenso sociale verrà meno ogni possibilità di identificazione, ogni
possibilità di costruire quel senso di appartenenza al luogo indispensabile alla
sopravvivenza dell’uomo e della città. Allo stesso modo se gli sforzi delle
amministrazioni pubbliche e dei gruppi privati si concentrano solo intorno a singoli
progetti incoerenti con i grandi disegni pubblici di trasformazione urbana ci si
allontana dall’obiettivo generale concentrandosi solo sulle singole scadenze
Il costante allontanamento dal confronto e la costante diminuzione del senso di
appartenenza e di identificazione con il luogo, oltre a provocare disagio psicologico per
i cittadini, è causa di numerose conseguenze fisiche sul contesto
Il tempo della decisione, della redazione e dall’approvazione, così come il tempo della
realizzazione, dell’attuazione e della gestione costituiscono il percorso attraverso cui
determinare l’esito di ogni processo di trasformazione. Essi sono la dimensione in cui si
rende evidente la capacità di confronto tra i diversi livelli e attori coinvolti, ma
soprattutto è il campo in cui si gioca la credibilità stessa della capacità di governare la
città
Esiste un momento in cui la programmazione del tempo come misura sociale diventa
un’operazione processuale per il coinvolgimento attivo dei fattori istituzionali,
economici e tecnici che concorrono nella gestione della città. Ciascuna forma di
intersezione tra il tempo sociale ed il tempo delle diverse strutture istituzionali e
professionali, rappresenta l’occasione per contribuire alla creazione di identificazione
nei confronti dell’attuazione del processo di trasformazione
Il valore sociale del progetto, che ha inizio con la capacità di cogliere e di selezionare
le possibilità di sviluppo locale, di perseguire il dialogo con l’esistente, di assicurare il
consenso nelle diverse condizioni, va quindi perseguito attraverso tutto il tempo
dell’attuazione
La desiderabilità sociale del progetto è il risultato da perseguire, perché questa
stabilisce i termini di confronto fra il tessuto sociale e il contesto in trasformazione. Un
dialogo che prepara progressivamente la cittadinanza a re-identificarsi con il contesta,
una volta che questa sarà definitivamente trasformato
Per fare questo l’azione urbanistica deve prendere corpo nel luogo e tra i soggetti,
legittimando la responsabilità individuale e proponendo l’azione collettiva,
indispensabile nella società pluralista, complessa, dove le questioni sono molteplici e
molteplici le scelte.
Tempo politico, tempo tecnico e tempo sociale, orizzonti temporali sia brevi che lunghi,
se controllati e conciliati tra loro rappresentano un vero strumento di efficacia dei
progetti di trasformazione urbana
- DENSITÁ E DURATA
È, quindi, possibile coniugare nel tempo la natura fisica dei fenomeni urbani, difficili da
interpretare e da gestire, e la molteplicità delle necessità e delle aspettative sociali.
Possiamo definire nel tempo la misura delle pause, delle accelerazioni e interruzioni
dei processi di costruzione della città. Anche nella città contemporanea, dove questa
misura ha acquistato un ritmo dai caratteri sempre più rapidi e discontinui ed il tempo
ha assunto un carattere sempre più astratto e mobile.
È possibile individuare nella gestione dei tempi del progetto di trasformazione uno
strumento di riqualificazione in grado di restituire legittimità all’azione urbanistica. Per
fare ciò però c’è bisogno di ridefinire questo tempo secondo categorie simili a quelle
utilizzate per definire il tempo nella sua generalità. Del tempo, infatti, si è considerata
la continuità, come caratteristica fondamentale perché legata alla nostra percezione
degli eventi, e la durata, come parametro di riferimento per meglio definire la prima.
Ora è possibile definire le caratteristiche che fanno del tempo strumento e misura
della riqualificazione nella città:
durata e densità
entità degli interventi e quantità e qualità degli stessi
La durata rappresenta la misura per definire la permanenza del cambiamento, quella
capacità del progetto di determinare una risposta fisica e sociale nel contesto. Se la
durata del processo di trasformazione è troppo breve la risposta può non avere modo
di essere espressa.
Per densità si intende la massa critica degli interventi, senza la quale non esiste
processo né si percepisce durata, una soglia minima di attuazioni sotto la quale il
mutamento non è riconoscibile ed in cui è poi difficile riconoscersi.
Tra densità e durata si gioca la relazione tra la capacità di ottenere la riqualificazione
della città e di costruire attraverso di essa il consenso dei cittadini. Tra densità e
durata si misura la credibilità delle trasformazioni e la legittimazione degli strumenti
Più la società diventa complessa più questa relazione è difficile da gestire. La capacità
di gestire le trasformazioni, tra densità e durata delle stesse, è misura della
complessità della città esistente
È solo all’interno del contesto urbano che la costruzione del consenso, la
partecipazione alla riqualificazione ed il risultato fisico che si è ottenuto divengono
misura dello spazio, del tempo e del mutamento.
IL TEMPO COME MISURA DELLA CITTÁ
- LA DIMENSIONE TEMPORALE DELLA RIQUALIFICAZIONE
Per rispondere alle nuove forme di complessità urbana e sociale si è ass