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I FOTORECETTORI SONO COSTITUITI DA 3 PARTI:
1. Un segmento esterno vicino alla parte esterna dell’occhio rivolto verso la
coroide che rileva lo stimolo luminoso
2. Un segmento interno situato a metà della lunghezza del recettore e
contiene l’apparato metabolico della cellula
3. Un terminale sinaptico localizzato nella porzione più vicina all’interno
dell’occhio. Varia la propria velocità di rilascio del neurotrasmettitore a
seconda dell’entità dell’esposizione al buio o alla luce rilevata dal
segmento esterno formato da dischi membranosi appiattiti e impilati che
contengono grandi quantità di fotopigmento sensibile alla luce.
Fotopigmenti: subiscono modificazioni chimiche quando vengono attivati
dalla luce. È costituito dall’opposina che è una proteina della membrana
plasmatica dei dischi e il retinale che è la parte del fotopigmento che assorbe
la luce.
La fototrasduzione, il processo di conversione degli stimoli luminosi in segnali
elettrici, è fondamentale per tutti i fotorecettori. Gli stessi processi avvengono
nei coni (la luce di porzioni diverse dello spettro visibile). Il fotopigmento dei
bastoncelli è la rodopsina.
I fotorecettori vengono quindi inibiti dal proprio stimolo adeguato
(iperpolarizzati dalla luce) ed eccitati in assenza di stimolazione (depolarizzati
dal buio). Il potenziale di recettore, graduato a seconda dell’intensità della luce,
diffonde passivamente al terminale sinaptico, dove la variazione di potenziale
riduce il rilascio di neurotrasmettitotre dal fotorecettore. I fotorecettori fanno
sinapsi con le cellule bipolari, che costituiscono lo strato successivo di cellule
eccitabili dalla retina.
Le cellule bipolari, al pari dei recettori generano potenziali graduati. Alcuni tipi
di cellule bipolari vengono attivate o depolarizzate da questa riduzione di
neurotrasmettitore.
Quando si depolarizzano le cellule centro-on aumentano il proprio rilascio di
neurotrasmettitore sulle cellule gangliari. Se le cellule gangliari vengono
portate a soglia dall’azione delle cellule bipolari generano potenziali d’azione.
I messaggi nervosi trasmessi alla corteccia visiva dalle cellule gangliari
dipendono dallo schema di luce che colpisce i fotocettori ai quali sono collegate
per mezzo delle cellule bipolari.
L’encefalo viene informato sulla rapidità e l’entità dei cambiamenti
dell’immagine visiva.
Dopo che il segnale luminoso passa alle cellule bipolari si dissocia rapidamente
in opsina e retinale e convertito nella configurazione 11-cis.
Al buio alcuni meccanismi mediati da enzimi promuovono nuovamente il
legame tra opsina e questo retinale riciclato.
I bastoncelli forniscono una visione grigia e indistinta di notte mentre
i coni forniscono una visione nitida a colori durante il giorno
La retina contiene bastoncelli in misura 20 volte superiori ai coni. I coni sono
più abbondanti nella macula lutea al centro della retina, allontanandosi la
concentrazione dei coni diminuisce per aumentare con quella dei bastoncelli.
I bastoncelli hanno un’elevata sensibilità e sono in grado di rispondere alla
tenue luce notturna. I coni, al contrario hanno una minore sensibilità alla luce e
vengono attivati solo dalla brillante luce diurna.
i coni sono responsabili della visione a colori, mentre i bastoncelli forniscono
una visione dei in toni di grigio. Ci sono 4 fotopigmenti, uno dei bastoncelli e tre
dei coni (blu, rossi e verdi).
I bastoncelli assorbono in una certa misura tutte le lunghezze d’onda visibili.
Ogni tipo di cono assorbe meglio la luce in una particolare fascia cromatica.
La visione dipende dalla stimolazione dei fotorecettori da parte della luce. I
pigmenti presenti nei vari oggetti assorbono selettivamente determinate
lunghezze d’onda della luce che viene loro trasmessa dalle sorgenti che
emettono la luce. Questi raggi di luce riflessi rendono possibile la visione degli
oggetti.
La visione a colori dipende dalla diversa percentuale di stimolazione dei 3 tipi
di coni in risposta alle diverse lunghezze d’onda. L’entità dell’eccitazione di
ogni tipo di cono viene codificata e trasmessa all’encefalo per mezzo di una via
parallela distinta.
Il concetto di colore risiede nella mente dell’osservatore.
A volte gli individui sono privi di un determinato tipo di cono e quindi la visione
dei colori in questi soggetti è il prodotto della diversa sensibilità solo degli altri
due tipi di coni: daltonismo.
La sensibilità degli occhi alla luce dipende dalla quantità di fotopigmento
presente nei bastoncelli e nei coni. Quando si passa dalla luce del sole ad un
ambiente buio all'inizio non si è in grado di vedere alcunché ma gradualmente
si cominciano a distinguere gli oggetti grazie al processo di adattamento al
buio.
Al buio, i fotopigmenti degradati durante l'esposizione alla luce vengono
gradualmente rigenerati.
Quando si passa dal buio alla luce gli occhi sensibili alla luce abbagliante, le
immagini appaiono sbiancate. Quando alcuni fotopigmenti vengono
rapidamente degradati dalla luce intensa la sensibilità degli occhi diminuisce e
i normali contrasti possono essere nuovamente percepiti: questo processo è
noto come adattamento alla luce.
Le informazioni visive vengono separate prima di raggiungere la corteccia
visiva
La porzione dello spazio che può essere vista senza muovere gli occhi è detta
campo visivo.
La metà sinistra della corteccia riceve informazioni solo dalla metà destra del
campo visivo rilevata da entrambi gli occhi mentre la parte destra riceve
informazioni solo dalla metà sinistra del campo visivo di entrambi gli occhi.
Quando la luce entra nell'occhio, i raggi luminosi provenienti dalla metà sinistra
del campo visivo incidono sulla metà destra della retina di entrambi gli occhi. In
modo simile i raggi provenienti dalla metà destra del campo visivo raggiungono
la metà sinistra di ciascuna retina.
Ogni nervo ottico che emerge dalla retina trasporta informazioni dalle due
metà della retina che innerva. Queste informazioni si separano poi nel chiasma
ottico localizzato sotto l'ipotalamo.
Nel chiasma ottico le fibre della metà mediale di ogni retina decussano
passando dal lato opposto mentre quelle della metà laterali rimangono nella
originale.
I fasci riorganizzati di fibre che lasciano il chiasma ottico vengono chiamati
tratti ottici. Ogni tratto ottico trasmette informazioni dalla metà laterale di una
retina e dalla metà mediale dell'altra retina. Ogni tratto ottico a sua volta
trasporta alla metà omolaterale dell'encefalo le informazioni relative alla metà
opposta del campo visivo.
il talamo e la corteccia visiva elaborano il messaggio visivo
La prima tappa dell'encefalo per le informazioni nelle vie visive è il talamo che
separa le informazioni provenienti dagli occhi e le invia attraverso fasci di fibre
chiamati radiazioni ottiche a diverse zone della corteccia visiva nel lobo
occipitale, ogni zona elabora aspetti diversi dello stimolo visivo.
Il messaggio dei due occhi non è identico infatti ogni occhio vede un oggetto da
un punto di vista leggermente diverso. L’area di sovrapposizione vista
contemporaneamente dai due occhi viene chiamata campo visivo binoculare
ed è fondamentale per la percezione della profondità.
Nella corteccia le informazioni visive vengono inizialmente elaborate nella
corteccia visiva primaria e successivamente trasmessi alle aree visive superiori
circostanti per un’elaborazione e un'astrazione ancora più complessa.
Altri aspetti dell'informazione visiva come la percezione della profondità e del
colore vengono elaborati simultaneamente.
Quando questi distinti frammenti di informazione elaborata vengono integrati
dalle regioni visive superiori viene percepita un'immagine globale della scena
visiva.
Non tutte le fibre delle vie visive terminano con la corteccia visiva Infatti alcune
vengono proiettati ad altre regioni dell'encefalo per scopi diversi dalla
percezione visiva diretta.
Ogni occhio possiede 6 muscoli oculari esterni che posizionano e muovono gli
occhi in modo da localizzare, vedere e seguire gli oggetti nel modo migliore.
L’ORECCHIO: UDITO ED EQUILIBRIO
Ogni orecchio è costituito da tre parti: l'orecchio esterno, l'orecchio medio e
l'orecchio interno. Le porzioni esterna e media dell'orecchio trasmettono le
onde sonore che si propagano nell'aria dell'orecchio interno, pieno di liquido e
in questo processo amplificano l'energia sonora.
L’orecchio interno ospita due sistemi sensoriali: la coclea, che contiene I
recettori che convertono Le onde sonore in impulsi nervosi rendendo possibile
l'udito e l'apparato vestibolare che è necessario per l'equilibrio.
L'udito e la percezione neurale dell'energia sonora e coinvolge due aspetti:
l'identificazione del suono e la sua localizzazione.
Le onde sonore sono vibrazioni che viaggiano nell'aria e sono costituite da
regioni di alta pressione, causate dalla compressione delle molecole d'aria
alternate a regioni di bassa pressione dovute alla rarefazione delle molecole.
Le molecole d'aria perturbate urtano altre molecole nelle regioni adiacenti
generando nuove regioni di compressione e rarefazione e così via.
L’energia ora viene gradualmente dissipata man mano che l'onda sonora si
propaga allontanandosi dalla sorgente del suono e alla fine svanisce quando
l'ultima onda sonora è così debole da non riuscire a perturbare le molecole
d'aria.
Un suono è caratterizzato dalla sua altezza o tono, dall' intensità o volume e
dal timbro:
- altezza: frequenza della vibrazione
- intensità: ampiezza dell'onda sonora
- timbro: frequenze aggiuntive sovrapposte a quella fondamentale che
determina il tono.
Orecchio esterno: È costituito dal padiglione auricolare, dal meato acustico
esterno e dalla membrana del timpano. Il padiglione auricolare è
un’estroflessione cartilaginea coperta di pelle che raccoglie i suoni e li
convoglia nel meato acustico che si addentra nell’osso temporale dall’esterno
fino alla membrana del timpano, una sottile membrana che separa l’orecchio
esterno dal medio.
Il padiglione auricolare in parte scherma i suoni che giungono all’orecchio da
dietro aiutando l’individuo a distinguere da dove proviene il suono.
La membrana timpanica vibra quando viene colpita dalle onde sonore, affinchè
la membrana del timpano sia libera di vibrare quando le onde sonore la
colpiscono la pressione da parte di entrambi i lati d