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Il sé come schema
Gli schemi sono strutture di elementi concettuali tra loro interrelati, che guidano l'elaborazione dell'informazione. Gli schemi di sé sono generalizzazioni circa il sé derivate da ripetute categorizzazioni e valutazioni a proposito del proprio comportamento. Gli schemi di sé influenzano il modo in cui l'informazione in ingresso è presa in carico ed elaborata.
Gli schemi di sé e il ricordo di informazioni
Esperimento di Rogers, Kriker e Kuiper (1977): ai partecipanti:
- Vengono presentati dei tratti
- In una prima condizione veniva chiesto se è descrittivo del sé oppure no?
- In una seconda condizione è un sinonimo di una parola target oppure no? (compito semantico)
- In una terza condizione in che caratteri è scritta la parola "tratto" (compito percettivo)
- In una quarta condizione viene chiesto se fa rima con un'altra parola (compito fonologico)
soggetticlinicamente depressi ricordano più tratti negativi che positivi, in confronto con persone non depresse (massimizzano il ricordo di tratti negativi) → questi soggetti depressi elaborano le informazioni in maniera particolarmente accurata quando utilizzano il sé per interpretare le informazioni
Conclusioni: a differenza dei soggetti normali, che ricordano in egual misura tratti positivi e negativi, nei soggetti depressi vi è un ricordo preferenziale delle esperienze negative → ciò può favorire il mantenimento di aspettative negative a proposito degli eventi futuri
Dunque è possibile affermare che nei soggetti depressi esiste un rapporto stretto tra la codifica e il recupero selettivo di informazioni che sono congruenti con lo stato di disagio.
L'IMPOTENZA APPRESA (o "incapacità appresa")
Un senso soggettivo di controllo sull'ambiente è importante ed è associato ad un maggiore benessere
psicofisico
In alcuni casi, però, la percezione di controllo può essere persa
Esempio: immaginiamo di porre delle cavie in una gabbia in cui sono presenti rumori fastidiosi che possono essere interrotti. Per un gruppo di partecipanti la pressione di alcuni tasti interrompe il rumore e attraverso una serie di tentativi riescono nell'intento (Gruppo 1).
Per un altro gruppo di partecipanti nessuna azione riesce ad interrompere il rumore e quindi i loro tentativi sono vani (Gruppo 2)
In una differente situazione in cui vi è un nuovo stimolo spiacevole che si potrebbe facilmente interrompere attraverso la pressione di un tasto, solo i partecipanti del Gruppo 1 provano a interromperlo.
Questo stile di pensiero è fortemente collegato alla depressione clinica (Seligman)
In uno studio di Langer e Rodin del 1976 viene studiata la percezione di controllo nelle case di cura per anziani. Vi sono due differenti gruppi di partecipanti:
Il Gruppo 1 → elevata possibilità
di controllo dei ritmi della propria vita quotidiana) - Ricevono piante da accudire - Potevano scegliere gli orari delle attività (es, vedere un film il Martedì o il Giovedì) Gruppo 2 → situazione di etero direzione piuttosto che una situazione di attivo controllo della propria vita quotidiana - Ricevono piante nelle proprie stanze che venivano accudite dal personale - Gli orari delle attività venivano scelti dal personale della clinica Risultati: - Livelli di umore più elevato nel Gruppo 1 - Migliori condizioni di salute nel Gruppo 1 - A distanza di un anno, minore numero di decessi tra i partecipanti appartenenti al Gruppo 1 Importanza in ambito medico: - limiti della ospedalizzazione (poiché i ritmi della vita vengono scanditi dall'esterno e l'individuo perde il controllo sulla propria vita) - limiti delle prescrizioni di tipo medico "oscure" e utilità delle spiegazioni (diminuire prescrizioni mediche e fornire spiegazioni)È importante. Nell'esperimento di Langer del 1975 è evidente come una sensazione di controllo rende più probabile anche i processi di persuasione: il potere dei “perché…”. Questa ricercatrice ha ingaggiato dei complici per chiedere ad alcuni studenti di poter eseguire 5 fotocopie → Soll il 60% degli studenti è disposto a farlo. Quando si introduce una motivazione (es. ho una gran fretta) → il 95% dice di si (la quasi totalità!). La condizione 3 è la più interessante perché, anche se non viene data una motivazione vera e propria, ma una pseudospiegazione (che non introduca un vero e proprio motivo → è ovvio che se a una persona serve la fotocopiatrice è perché deve fare le copie), il 93% acconsente!
LE MOLTEPLICI VERSIONI DEL SE'
Nel 1989 lo studioso Higgins introduce una visione del sé costituita da tre componenti:
- Sè effettivo = La rappresentazione
per formattare il testo. 2. Il secondo paragrafo descrive l'importanza dell'autoconsapevolezza e la sua capacità di osservare se stessi. Puoi utilizzare nuovamente il tag
per formattare il testo.
- Componenti:
- Pubblica: consapevolezza di vivere in un contesto sociale e quindi il Sé viene percepito come oggetto sociale immerso in una serie di relazioni e obblighi sociali
- Privata: consapevolezza relativa alla sfera più intima dell'individuo (con i suoi valori, i suoi pensieri, i suoi sentimenti)
- Teoria dell'autoconsapevolezza (Duval e Wicklund)
- Effetto positivo: Quando vi è un aumento di autoconsapevolezza i valori del sé diventano salienti ed è più probabile comportarsi in accordo con le norme sociali condivise
Quando l'attenzione è rivolta su di sé ed il sé può diventare l'oggetto dei propri pensieri si confronta il sé attuale (come siamo) con degli standard interni (possibilità alternative di "essere")
Due effetti che provoca l'aumento dell'autoconsapevolezza:
Es: la presenza di uno specchio rende meno probabili i "furti" (Beaman et al.,
1979 → esperimento condotto la notte di Halloween: il ricercatore attendeva i ragazzini che arrivassero a chiedere dei dolcetti. Il ricercatore li invitava ad entrare nell'atrio e diceva che sarebbe andato a prendere i dolcetti in un'altra stanza. I bambini rimanevano, dunque, da soli → quando era presente uno specchio sopra la cesta il numero di "furti" è ridotto poiché vi è un aumento di autoconsapevolezza del bambino dato dal vedere la propria autoimmagine riflessa; questo aumento di autoconsapevolezza porta il bambino a tenere comportamenti in linea con ciò che è socialmente giusto; quando, invece, non vi era alcuno specchio il numero di "furti" era maggiore.
2) effetto negativo: Quando vi è un aumento di autoconsapevolezza vi è un'aumento dei possibili disagi dovuti alle discr