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realismo) - In un testo distinguiamo diversi elementi transtestuali, che cioé rimandano a concetti

esterni:

-Intertestualitá(allusioni, citazioni e plagi);

-paratestualitá(il titolo, le note, le prefazioni e altre varianti), le "soglie" del testo.

-metatestualitá(dove si scorge dentro il testo un giudizio sull'opera stessa)

-architestualitá(indicazioni di lettura come genere, collana)

-ipertestualitá(imitazione, parodia, trasposizione di una fonte letteraria precedente o di un mito

chiamato ipotesto)

***

---lo studio dei generi

1.1 - 1.2 Nella divisione aristotelica dei generi, drammatico/narrativo tragedia/commedia, il

romanzo é genere misto perché contiene narrazione diretta dello scrittore e mimesi durante i

dialoghi drammatici. Nel medioevo il termine indicava il tipo di linguaggio usato(sia prosa che

poesia), il volgare... e tematiche non sacre, quindi basse... e soprattutto l'atto di narrare, eventi

reali o finti... con prevalenza peró infine del carattere di finzione avventurosa.

1.3 Cosa lega i generi di romanzo? L'esecuzione narrativa(lo stile), l'enunciato narrativo(le

parole) e l'idea di finzione, ma spesso generi contigui(racconti brevi, poesie, novelle) contengono

le stesse caratteristiche dei romanzi... inoltre spesso la denominazione di romanzo assegnata a

un'opera é data dagli editori per scopi commerciali o dagli scrittori come chiave di lettura.

1.4 Le caratteristiche dei generi sono riconosciute da indizi testuali, a le volte stilistiche, altre volte

tematiche, racconto di avventure, di costume, psicologico, sentimentale...

1.5 Il romanzo si scontra con la contrapposizione tra linguaggio letterario dell'autore e linguaggio

"basso" dei personaggi. Si oscilla cioé tra linguaggio mimetico a linguaggio interamente narrativo,

proprio dell'autore.

1.6 Nel XIX secolo inizia la querelle tra realismo e idealismo nel romanzo, e su come si scrive la

realtá. Nell'impersonalitá(naturalismo) o nel seguire una logica culturale per spiegare i fatti? Ogni

scrittore espone le sue teorie. Pur non avendo fisse regole poetiche il romanzo ha numerose

convenzioni, dovute paradossalmente alle aspettattive del destinatario dell'opera, la sua cultura.

Se non obbedisce a queste aspettative, il testo non sará recepito come romanzo. Queste sono la

spartizione tra descrizione e dialogo, la divisione in capitoli, una retorica dell'intrigo e del destino.

Il romanzo si basa su segni culturali piú che formali.

1.7 Il romanzo é opera aperta e polisemica perché il rapporto tra mittente e destinatario é

fluttuante tra le aspettative culturali e l'originalitá imprevedibile dell'autore, sempre cangiante a

causa delle differenti epoche. Laddove un'opera chiusa come una poesia ha bisogno per essere

capita che il lettore si accordi all'ideologia annessa.

1.8 Perció il segno del romanzo al contrario delle opere antecedenti, non ha significati fissi che si

devono ricercare e accettare, ma significati ambigui e polivalenti.

---l'enunciato del romanzo

2.1 Il romanziere racconta, descrive, discorre e fa parlare, cioé i tipi di enunciato sono:

narrativo, descrittivo, discorsivo, orale. Gli elementi di paratesto(titolo, sottotitolo, capitoli,

prologhi, prefazioni, dediche) danno un indicazione sul genere e tematiche, introducono al testo,

pur non chiudendo la polisemia. Individuiamo come romanzo sia l'atto del racconto chee l'oggetto

del racconto, cioé raccontare una storia e la storia stessa. Diversi segni linguistici individuano tra

l'uno e l'altro. In questo ambito si pongono le questioni della separazione tra finzione degli eventi

e realtá dei luoghi e tempo, tra il tempo della scrittura, della lettura e della storia, distinta tramite

l'uso dei tempi dei verbi. Distinguiamo tra diegesi e mimesi, ovvero narrazione pura e distaccata,

e simulazione in cui il narratore é invisibile e "addentro" l'animo dei personaggi. Ma spesso le 2

cose si confondono, puó esistere un racconto puro ma col massimo grado di immersione

mimetica.

2.2 Seppur la descrizione sia un elemento saltabile e anche ponibile e scomponibile nei vari

momenti del racconto, ha una funzione simbolica dell'animo dei personaggi, inoltre é molto

interessante il gioco dei punti di vista(legato alla variazione del tempo dei verbi) nella

descrizione di paesaggi e nei ritratti dei personaggi... ma questi ultimi hanno anche parte

integrante nei livelli della narrazione(dialogo, narrazione di azione, pensiero), e sono riflesso

stesso dell'animo dei personaggi. In ogni caso la complessitá di un personaggio non é esauribile

in un ritratto descritto.

2.3 Il discorso é un messaggio che l'autore vuole si sappia. Puó appartenere all'autore stesso o

messo in bocca a un personaggio-narratore, puó essere invasivo o nascosto tra l'impersonalitá (e

la naturalitá) del racconto.

2.4 Le voci di un racconto possono essere piú o meno coerenti col background culturale del

personaggio in questione, cioé ogni personaggio puó piú o meno parlare come DAVVEro

parlerebbe, usando un certo gergo, un certo tipo di termini, ecc. - il dialogo puó avvenire in modo

diretto, indiretto, o totalmente inserito nella narrazione(indiretto libero) - Il pensiero é espresso

con diversi accorgimenti sintattici... frasi brevi e tagliate, tempi all'infinito o al presente... ma la

linea di confine tra racconto e pensiero é fluttuante.

---la lettura psicologica e sociologica

3.1 Gli autori si basano su scoperte e teorie scientifiche nei loro racconti. Un romanzo non ha

infinite chiavi di lettura: per essere compreso interamente si devono considerare gli intenti

scientifico-esplorativi dell'autore stesso, spesso in modo simultaneo, addirittura simbiotico... infatti

leggendo il libro da un solo punto di vista equivarrá a una visione mutilata.

3.2 da un racconto spesso nasce un'analisi critica sui significati intrinseci sollevati del testo, di

tipo o sociale, psicologico, realista ecc. Questo tipo di studio non si occupa di categorizzare il

racconto in un genere e in uno stile. É pura ricerca di strutture profonde nascoste nella superficie.

3.3 Nel testo convivono 2 tipi di significati: uno di superficie, fatto di informazioni e nozioni, e un

contenuto profondo... per alcuni questo si identifica col nucleo semantico generale, per altri con la

struttura diegetica e attanziale. Per alcuni si trova dagli indizi intertestuali tra testi dello stesso

autore, per altri nella omologia con certe strutture sociali, per altri(i linguisti) invece solo nella

ripetizione di sequenze di frasi. Questo metodo, detto del "testo costellato", cerca anch'esso

significati nascosti come convenzioni retoriche e la psicologia etnica dell'autore attraverso

appunto l'uso di certe parole. Spesso in ogni caso si confondono elementi puramente materiali

con idee preconcette che avvengono fuori dal testo. Dire ad es. che "la Z é la lettera della

multilazione" é convinzione soggettivissima, che quindi rinuncia all'analisi pura di significanti.

3.4 Ne l'education sentimentale vengono individuate, attraverso l'analisi linguistico/stilistica(cambi

di tempo verbale, metafore, alterazioni peggiorative ecc.), il pensiero, le ideologie dell'autore

Flaubert, nascoste nello stile impersonale del realismo, che risulta quindi una chimera.

---i contributi della linguistica

4.1 La semiologia applicata al romanzo studia i segni e spiega il loro funzionamento nel testo(i.e

lo stile), ma si ferma quando si deve attribuire alle parole un senso, un messaggio(significati

letterali o allegorie universali culturali?). La linguistica(in generale, non c'entra la letteratura) di

prima generazione si ferma allo studio della frase e dei suoi componenti, la linguistica di seconda

generazione studia gli atti del discorso nelle loro relazioni contestuali(pragmatica), i fenomeni

soprasegmentali(in semantica, il legame tematico) e i linguaggi non verbali(la prossemica).

4.2 & 4.3 Le sei funzioni della comunicazione applicate alla narrazione sono(Jakobson): Emotiva,

conativa, referenziale, fática, metalinguistica, poetica(cerca su wiki le def.). Queste funzioni

possono essere trovate anche simultaneamente, anche in pochi tratti di libro... La pragmatica

distingue anche tra: atti locutivi(affermazione generica), illocutivi(affermazione rivolta a una

persona reale o no), perlocutivi(frasi con lo scopo precipuo di suscitare emozione/reazione nel

lett).

4.4 Le modalitá dell'enunciazione narrativa(discorso, dialogo, racconto) sono di solito

connotate dall'uso di specifici tempi verbali(Benveniste): passato remoto[racconto], presente, piú

che perfetto, imperfetto[discorso], e obbediscono a modalitá di costruzione peculiari(equivoci

temporali di causa).

4.5 Il romanzo, come stravolge molte regole grammaticali per farle sue, crea anche propri effetti

retorico/stilistici, come la metonimia(es. Flaubert) e la sillessi(es. Boccaccio).

---L'analisi strutturale

5.1 Lo strutturalismo ha come scopo l'analisi e la sintesi, cioé(quest'ultima) trovare unitá

invariabili tra i testi. Lo strutturalismo distingue tra motivi liberi e motivi legati, quelli cioé che, per

la comprensione dell'intrigo, hanno valore solo combinati ad altri e quelli che hanno funzioni

indipendenti.-il concetto di scenario: Fin dal titolo si trovano indizi culturali intesi a identificare il

tipo di racconto grazie anche a precedenti, dá input ai lettori su cosa attendersi, secondo

Umberto Eco i sistemi ideologici all'interno di un racconto sono ipercodifica -storia e narrazione:

fabula e intreccio, o enunciato ed enunciazione. L'autore nell'intreccio scompone lo scorrere

cronologico di eventi(la storia) e lo ricompone per dargli un senso. La scomposizione: la divisione

in capitoli e paragrafi sottostá alla divisione in temi decisa dall'autore: le stagioni, i punti di vista,

gli spazi. parti di innocenza, parti d'esperienza. La chiusura dei capitoli: il modo in cui si chiude un

capitolo ha un preciso intento psicologico o morale, crea una suspence. Montaggio cronologico e

m. espressivo: distinguiamo in un romanzo il corso degli eventi come si susseguono nell'ordine di

un ipotetico tempo "reale", e come invece sono sistemati dall'autore nel testo per suscitare la

desiderata reazione.

5.2 In un racconto le azioni e i ruoli sono sempre uguali, si ricongiungono a un escursus di storia

umana che non cambia mai... cambiano solo nomi e attributi superficiali dei personaggi. Vedere il

genere del giallo. Le cosiddette sequenze narrative elementari sono: scopo da raggiungere >

attualizzazione cioé comportamente necessario al raggiungimento o fallimento di trovare il

comportamento > realizzazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher loki.mir di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Pace Falzon Bernadette.