vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
IL RITRATTO UFFICIALE ROMANO E LA DIFFUSIONE DEL RITRATTO FUNERARIO
NELLE PROVINCE ORIENTALI
Ritratto funerario nelle province orientali
Definizioni antiche e nuove
Prima di presentare il materiale considerato, tengo a precisare certe definizioni a cominciare da
quella del ritratto funerario, che mi piacerebbe opporre all'immagine simbolica del defunto; tocco
qui il problema molto complesso della rassomiglianza dell'immagine al modello.
Sono cosciente che la creazione del ritratto fedele nelle piccole cappelle dei cimiteri incontrerebbe
parecchi ostacoli, per esempio la mancanza di esperienza in una regione senza tradizione
iconografica, le particolari difficoltà nel caso del ritratto postumo, l'influenza del…
Ora, con la prima definizione, intendo non solo il ritratto fedele riuscito, ma anche quello
intenzionale; con la seconda: “l’immagine simbolica”, intendo quei tipi di arte figurativa che non
portano nessuna traccia di una simile intenzione, per esempio le scene di addio sulle stele greche, le
famiglie in un banchetto, gli oranti sulle stele di Terenoutis. In questi casi precisi e in parecchi altri,
gli artisti non avevano nessuna intenzione di creare dei ritratti, benché eseguissero delle figure che
simboleggiavano i defunti. Dunque eliminiamo dalla nostra ricerca queste immagini, che di regola,
d'altra parte, non appartengono alla tradizione romana.
I ritratti fedeli, o almeno intenzionali, apparivano nell'arte funeraria romana sotto due forme: le
figure piene e le semifigure, chiamate talvolta busti, eseguite con delle tecniche bi o tridimensionali,
statuarie, bassorilievi, o pitture o mosaici. La seconda definizione da precisare, menzionata sopra, è
quella della semifigura, che differisce sensibilmente dal busto alla romana; questa forma,
largamente diffusa in epoca romana, fu discussa a più riprese e si metteva in rilievo la sua
cronologia per provare l'influenza romana sul ritratto provinciale in oriente.
Infatti, la semifigura funeraria è presente in Italia dal secondo quarto del I secolo a.C., scavalcando
di un secolo le forme simili del vicino oriente; ma a mio avviso, bisogna rinunciare a questa
argomentazione.
I ritratti di questo tipo non erano mai esportati e gli artigiani nei centri lontani non avevano alcuna
possibilità di imitarli. La questione si pone dunque di come questa forma particolare sia nata qui e
là.
Ora, io credo che si tratti di una semplice convergenza e che la semifigura derivi dalla figura piena
dappertutto e sempre quando esistono certe circostanze, che sono da dividere in due gruppi:
le possibilità tecniche degli artisti e la situazione materiale del cliente, visto che la
semifigura è più facile da ottenere e che di solito costa meno cara; 1
necessitas loci, cioè la forma del ritratto limitato in altezza, per esempio in una facciata al di
sopra della porta della tomba, su un sarcofago, su una architrave di chiusura di un loculo.
Una tale situazione provocava l'uso della semifigura in un tondo nelle nicchie di altezza ridotta.
La forma rimpicciolita della figura non diminuiva il suo valore di fedele ritratto, poiché la
rassomiglianza del corpo non era richiesta.
Quadro geografico e cronologico
Le province orientali romane si estendevano su un terreno troppo vasto per trattarle interamente; e
non è solamente la superficie che conta, ma anche le enormi differenze tra le culture dei popoli
indigeni e tra il loro livello culturale. Obbligata a fare una scelta, ho cercato dei fenomeni propri
all'epoca romana.
Per questa ragione ho lasciato da parte l'arte funeraria in Grecia e nelle città della costa del
Mediterraneo orientale, dove la tradizione artistica greca è sopravvissuta ai cambiamenti politici.
I paesi scelti toccano la frontiera orientale dell'impero, tra l'Egitto del sud e l’Armenia del nord e
sono: l'Egitto, la Palestina, la Siria e la parte sud della Mesopotamia. La scelta dei siti precisi era
condizionata dallo stato delle ricerche sul terreno e dalle pubblicazioni; è chiaro che i materiali
inediti contano poco.
Sottolineiamo a questo proposito che malgrado tutti i successi dall'archeologia moderna, le
necropoli sono attualmente molto raramente scavate; questo stato di cose deriva da un cambiamento
troppo radicale dell'interesse degli archeologi di oggi, ma non è un soggetto che si possa sviluppare
qui.
Le ultime condizioni della mia scelta si occupano del quadro cronologico di questo studio; poiché il
soggetto è propriamente la “genesi del ritratto funerario provinciale romano”, mi limito all'inizio di
questo fenomeno artistico in una provincia o propriamente in un sito preciso.
Pur con tutte le riserve espresse, la lista dei siti scelti si presenta come segue: le necropoli del basso
e medio Egitto,…
Lo stato delle ricerche sull'arte funeraria di questi siti è ineguale; basta confrontare l’oasi del
Fayum o di Palmira, dove da lungo tempo parecchie necropoli furono sistematicamente scavate, con
Hierapolis da dove vengono pezzi molto importanti, ma trovati in circostanze sconosciute.
Questo sito, così spogliato alla fine del secolo scorso, sembra essere ormai perduto per gli scavi
regolari e si può unicamente contare solo dei ritrovamenti fortuiti; una situazione diversa, ma non
meno scoraggiante, si presenta nell’Hauran; nei primi decenni del nostro secolo gli archeologi e i
dilettanti hanno trovato là numerosissimi pezzi “in parte attualmente al museo di Soueida”, ma la
storia drammatica di questo lotto spostato parecchie volte impedisce le ricerche approfondite e,
2
dopo il catalogo di M. Dunand, apparso mezzo secolo fa, non fu più pubblicato nessuno studio di
insieme.
Il quadro cronologico è più differenziato; dipende da una parte dal materiale datato, se possibile in
modo preciso (iscrizioni), e d'altra parte dalla data di annessione del sito o dal paese dato dal mondo
romano. Senza entrare nei dettagli, menzioniamo alcune date di interesse fondamentale.
L’Egitto è diventato provincia romana nel 30 a.C.; la romanizzazione culturale della Palestina
comincia con Erode il Grande (37 a.C./4 d.C.), ma la provincia della Giudea non fu stabilita che nel
6 d.C. e la conquista finale del paese risale alla sconfitta degli ebrei nella guerra degli anni 6773
d.C.
La situazione politica più complessa è quella della Siria; una parte di questo paese è diventata
provincia romana nel 64 a.C.; la città di Zeugma passò romani nel 30 a.C. e anche Hierapoli e
Hauran, ad eccezione di Bosra; Palmira, quasi indipendente, fu sottomessa al potere romano, a
partire dal regno di Tiberio, Emesa dall’anno 78 d.C.
La romanizzazione del regno Nabateo comincia sotto Aretas IV (9 a.C./38 d.C.), benché il paese
non abbia perso la sua indipendenza politica che sotto Traiano, nel 106 d.C.
In Mesopotamia, la città di Edessa era quasi indipendente (ad eccezione degli anni 116118) fino
all'anno 213 d.C., ma osserviamo un’ondata di romanizzazione al tempo del re Abgar VIII (177212
d.C.). Le monete romane furono coniate in Siria a partire dall'anno 54 e le prime tracce del culto
imperiale risalgono all'anno 69 d.C. Letteratura di base
Passando a una rapida analisi delle pubblicazioni essenziali, ci tengo a rendere omaggio a… ,
scienziato che ha fatto uscire dal niente parecchi pezzi e intere categorie di monumenti;
enumeriamo le sculture e pitture funerarie dell’Egitto e della Siria, alle quali ha consacrato delle
ricerche particolari: le stele di… , i ritratti dipinti di mummia….
Ritratti funerari nell’oriente romano
Ritratto egiziano
Di solito si spiega il successo del ritratto funerario nell'Egitto romano con le antiche credenze sulla
vita postuma e sull'importanza dell'immagine del defunto per la vittoria sulla morte.
Infatti queste immagini esistevano dal XVII secolo a.C. sotto forma di sarcofagi antropomorfi;
tuttavia notiamo che i sarcofagi non rappresentavano per niente degli individui, ma il dio Osiride
mummificato. L’idea di una tale decorazione, profondamente radicata nella religione, non ispirava
l'arte del ritratto individuale; nell'epoca tolemaica, ci si serviva dei cartoni modellati e questa
tecnica rispondeva perfettamente alla concezione egiziana dell'immagine stereotipata e simbolica. 3
Alla fine di questo periodo si eseguivano talvolta dei cartoni parziali che si avvicinavano ai busti e
alle semifigure, che ricoprivano la mummia per tutto il corpo, oppure ci si affidava alle maschere; la
decorazione dipinta e applicata permetteva di differenziare leggermente queste immagini, che
tuttavia non rappresentavano mai degli individui.
All’inizio del I secolo d.C. i busti e le maschere modellati perdono a poco a poco il carattere divino
a favore della figura umana, pettinati secondo la moda attuale dettata dalla corte imperiale; questo
processo sarebbe cominciato sotto Tiberio, secondo le maschere pettinate alla moda di Augusto,
sotto l'influenza di numerosi ritratti del primo imperatore eretti in Egitto.
Le maschere in cartone o in stucco, vista la tecnica del modello, non hanno mai valicato il confine
tra l'immagine simbolica e il ritratto intenzionale, ma presentano un primo passo verso l'immagine
di un individuo mortale.
Il passo seguente non può essere realizzato senza abbandonare la tecnica del modello.
La nascita del ritratto dipinto testimonia, a mio avviso, un conflitto tra i bisogni dei clienti e le
possibilità tecniche degli artisti; questi ritratti cominciano nell’oasi del Fayum, probabilmente sotto
il regno di Tiberio, parallelamente alle maschere pettinate alla moda giulioclaudia.
In seguito si pone la questione del perché in certi ambienti sociali, circa 60 anni dopo la conquista
romana, nacque il bisogno del ritratto funerario invece dell'immagine tradizionale; l’ipotesi che
questo cambiamento delle idee fu provocato dalla presenza in Egitto delle monete, delle statue e
busti romani, fu lanciata a suo tempo da Castiglione. Anche… sono persuasi che il ritratto fedele
dipinto e la maschera naturale modellata presentano delle imitazioni dei ritratti romani, prima di
tutto dei busti, vista la forma abbreviata delle figure.
La pretesa fedeltà del ritratto dipinto al modello risulterebbe anche dalla voglia di imitare i romani e
con questo scopo i ritratti sarebbero stati ordinati dal cliente quando era ancora in vita.
Pur essendo d'accordo con le grandi linee di quest'ipotesi, credo che il processo di formazione di
una nuova idea sul ritratto funerario sia più complessa e che bisogna cercare la sua origine nel
campo del culto imperiale. Le statue degli imperatori erano erette non solo nei luoghi pubblici di
carattere civile, ma anche nei santuari; nei templi del culto imperiale esse si