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Figure retoriche in Il Ritratto Ovale (studiate da Longo):
-OSSIMORO: unione dei contrasti;
-METAFORA: lavora per verosimiglianza;
-ALLEGORIA: presente alla fine, in questo caso non è fare un’interpretazione allegorica del
racconto.
Alla fine quando il marito pittore alza gli occhi ed esclama “questa è proprio la Vita!” forse si tratta
del riconoscimento di una allegoria perché la moglie è morta, come a voler dire che l’allegoria
uccide.
SPIRITO DEL DIPINTO: doppio
1-spirto vitale;
2- spettro.
Originalità di Poe: critica e descrive, il ritratto ovale originario né critica né descrive ma eternizza.
Ovale: si tratta del canone di bellezza assunto dalla tradizione classica come modello di perfezione
per la forma del viso.
L’arte classica che rassicura passa così ad un contesto meno rassicurante e quasi terrifico. Certezza
e armonia sono perdute, al loro posto dubbio e mistero, presenze fantastiche che sembrano farsi
vive.
CONTRASTO: CANONI DI BELLEZZA CLASSICI AFFIANCATI ALL’ELEMENTO
SPETTRALE
L’apparizione del dipinto è annunciata da elementi ambivalenti: un castello abbandonato, lo
scenario gotico, copresenza di vita e non vita. Vuoto perché abbandonato ma di recente abitato da
altre vite.
Scoprire il mirabile dipinto non dà conforto ma incute quasi paura. Il volto sembra vivo perché
realizzato in maniera conforme alla realtà, perché riproduce la ragazza al punto da farla sembrare
viva.
I canoni estetici sono quelli classici ma non rassicurano.
Andando avanti nella lettura si scopre poi che il pittore ultimato il dipinto impallidisce come se
questo si fosse animato e a quel punto si accorge che la moglie è morta.
Il lettore è perciò sospeso nell’incertezza interpretativa.
Al centro dell’interpretazione è sicuramente l’arte come allegoria della vita:
- l’arte uccide la vita per riprodurla;
-l’arte uccide la morte rendendo la vita imperitura.