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VINCOLI PROGETTUALI
Per i sistemi di copertura con elemento di tenuta in membrana flessibile posato in
aderenza ( termofusione, autoadesive o incollaggio a freddo o a caldo ) senza protezione
pesante fissa superiore su pannelli termoisolanti vincolati meccanicamente il numero
minimo di fissaggio/panello o parti separate di pannello termoisolante è il seguente :
2
1. Per pannello con superficie minore di 0,20 m = 1 in corrispondenza del centro
2 2
2. Pannello 0,20 m < dimensione < 0,40 m = 2 fissaggi in corrispondenza degli angoli
opposti 2 2
3. Pannello 0,40 m < dimensione < 1,00 m = 4 fissaggi in corrispondenza degli
angoli 2 2
4. Pannello 1,00 m < dimensione < 1,80 m = 5 fissaggi in corrispondenza degli
angoli e un al centro
2 2
5. Pannello 1,80 m < dimensione < 2,00 m = 6 fissaggi in corrispondenza dei quattro
angoli e al centro dei due lati lunghi oppure al centro del pannello
2 2
6. Pannello 2,00 m < dimensione < 3,00 m = 8 fissaggi in corrispondenza dei quattro
angoli e al centro dei lati
5
N.B. la distanza dei fissaggi dal lato non deve essere inferiore di 5 cm.
NOTA 1 – Nella scelta del numero minimo di fissaggi è necessario tenere presente che
all’aumentare della superficie del pannello termoisolante aumentano le mobilità
differenziali igrometriche in corrispondenza dei giunti e, di conseguenza, devono essere
esaminate le interazioni con la membrana impermeabile. Il vincolo per adesione è
maggiormente in grado di stabilizzare i pannelli.
NOTA 2 - Nella schema geometrico di posizionamento dei fissaggi non vengono riportati i
2
pannelli con superficie a 3,00 m , nel caso fossero utilizzati dovrà essere utilizzato un
2
numero previso di fissaggi > 3/m ( SEMPRE POSIZIONATI SUGLI ANGOLI E
CENTRALMENTE RISPETTO ALLA SUPERFICIE DEL PANNELLO )
NOTA 3 – I pannelli che presentano una attitudine alla deformazione rispetto al proprio
piano principale ( imbarcamento ), dovuti a meccanismi igro-termici, devono essere
stabilizzati . La stabilizzazione, quindi, può comportare un numero di fissaggio superiore a
quelli strettamente connessi alle necessità in termini di resistenza all’azione del vento.
Per i sistemi di copertura con elemento di tenuta in membrane flessibili posato con
fissaggio meccanico senza protezione pesante fissa o mobile superiore il numero minimo
di fissaggio di stabilizzazione per pannello o parti separate di pannello o parti separata di
pannello è : 2
1. Pannelli di dimensione < 0,40 m = 1 fissaggio in corrispondenza del centro
2 2
2. Pannelli 0,40 m < dimensione < 1,20 m = 2 fissaggi per pannelli in corrispondenza
di angoli opposti
2 2
3. Pannelli 1,20 m < dimensione < 2,20 m = 3 fissaggio in corrispondenza di due
angoli opposti e al centro e sul bordo del lato lungo opposto
2 2
4. Pannelli 2,20 m < dimensione < 3,00 m = 5 fissaggio in corrispondenza dei 4
angoli e al centro. 2
NOTA 1 - Non si prendono in considerazione pannelli con superficie superiore a 3,0 m
2
nel caso fossero utilizzati dovrà essere previsto un numero di fissaggi maggiore di 2/m .
SUPPORTO STRUTTURALE
Una delle principali problematiche insite nel calcolo del numero dei fissaggi risiede nel
fatto che il supporto sul quale essi sono ancorati ha caratteristiche variabili sia in termini di
omogeneità locale sia in relazione a differenti modalità di esecuzione.
A tal fine si possono avere due casistiche :
- Si conosce il valore di estrazione caratteristico della specifica tipoligia di
fissaggio meccanico rispetto allo specifico supporto e di conseguenza
utilizzato tale valore nella formula
- Non si conosce il valore di estrazione caratteristico della specifica tipologia di
fissaggio meccanico rispetto allo specifico supporto: deve essere effettuato
un campionamento mediante prova cosiddetta di pull-out. Il numero minimo
di prove da effettuare, distribuite omogeneamente su tutta la superficie, per
ogni zona con elementi resistenti differenti e su supporto completamente
murato, deve essere pari a almeno:
2
1. 4 prove per sup. di 1000 m 2 2
2. 6 prove per sup. tra 1000 m e 2000 m
2
3. 8 prove per sup. superiori a 2000 m
6
Come minimo il 50% delle prove deve essere effettuato nelle zone d’angolo e nelle fasce
perimetrali.
Al fine di garantire un efficiente funzionamento delle coperture ventilate risulta necessario
effettuare un’adeguata progettazione dei componenti, tenendo conto in particolare di
alcuni fattori e valori di riferimento: in particolare:
- per una copertura ventilata la zione dell’intercapedine o del canale di
2
ventilazione deve avere una superficie che varia tra un minimo di 400,0 cm
per ogni metro lineare di sviluppo della falda del tetto fino a un massimo di
2
800 cm per ogni metro lineare di sviluppo della falda del tetto.
- Per una copertura micro-ventilata è necessario garantire una superficie di
2
intercapedine di minimo 200,0 cm per ogni metro lineare di sviluppo della
falda del tetto.
Deve essere sempre assicurata sulla copertura una adeguata sezione di ingresso dell’aria
in corrispondenza della linea di gronda e di uscita in corrispondenza del colmo. Vanno
quindi evitate eventuali ostruzioni
Si deve garantire la migliore e maggiore pendenza possibile alla copertura
In inverno la ventilazione non risulta essere conveniente dal punto di vista del risparmio
energetico dato che tende a ridurre la resistenza termica della superficie di copertura, ma
anche a favorire il raffreddamento delle superfici a contatto con l’ambiente interno,
aumentato conseguentemente le dispersioni.
Sarebbe opportuno, in fase di progettazione e di realizzazione , prevedere sistemi in grado
di annullare la ventilazione invernale, garantendo solo un minimo di flusso necessario
all’asportazione della condensa prodotta negli ambienti interni.
COMPORTAMENTO IN CASO DI INCENDIO
Se l’edificio lo richiede, la copertura deve rispondere a definiti requisiti di resistenza al
fuoco e di reazione al fuoco. In generale la resistenza al fuoco viene richiesta all’elemento
portante ( R 60 – R 120… ). Gli strati di rifinitura, nonostante quanto potrebbe apparire in
un primo momento, potrebbe costituire un veicolo di trasporto delle fiamme. Per questo
motivo, ove necessario, deve essere definita la classe di resistenza al fuoco.
Naturalmente i requisiti variano in base alla destinazione d’uso della copertura e in base
alla destinazione d’uso dell’ambiente confinato sottostante la copertura.
Gli elementi interessati sono elemento portante, strato di rifinitura inferiore, strato di finitura
superiore e strati REI/RE utili alla classificazione.
Alcuni edifici, a secondo della loro destinazione d’uso e delle loro caratteristiche
geometriche, sono soggetti alla normativa relativa alla sicurezza contro l’incendio. Gli
elementi di separazione, se del caso, vanno dimensiona ( o protette ) in maniere tale da
potere sopportare pe run certo numero di minuti il carico d’incendio. E’ tuttavia importante
che anche gli altri elementi vengono progettati in maniera tale da ridurre il carico di
incendio e limitare lo sviluppo delle fiamme. Per una copertura questo diventa importante
qualora siano presenti macchinari che possono sviluppare incendio o lucernari o aperture
in genere che possono favorire la trasmissione dell’incendio ( per esempio bypassando
zone dell’edificio compartimentale ). In questi casi lo strato di rifinitura deve avere una
classe di reazione al fuoco idonea.
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Il progettista, persona molto importante, deve effettuare delle verifiche dai documenti
legislativi, dimensionando gli elementi portanti e di separazioni secondo la classi di
resistenza al fuoco prevista.
Deve anche definire, per specifici elementi, la classe di reazione dal fuoco ammissibile.
Dettagli semplici che devono essere presi in considerazione:
- Compartimentazione del colmo
- Compartimentazione trasversale delle falce ventilate
( se ho uno strato per la ventilazione naturale, le fasce di
compartimentazione non devono essere superiore a 5,0 metri . E’ effettuata
con l’utilizzo di un materiale di classe A1 ).
RESISTENZA AGLI AGENTI CHIMICI, BIOLOGICI E RADIATTIVI
Il contatto con alcuni materiali possono alterare, per lungo tempo, le caratteristiche
generali dei materiali utilizzati in copertura.
1. Resistenza agli agenti chimici :
Possono essere presenti nell’aria o nell’acqua o possono venire dispersi. Casi tipici
sono quelli di aree industriali, o di destinazione d’uso della copertura quali
parcheggi ( gasolio o bensine) ; depositi ( oli o prodotti particolari ) o a verde
( concimi ) . Materiali molto sensibili sono quelli utilizzati per l’elemento di tenuta. E’
importante specificare l’eventuale concentrazione. Il produttore deve certificare la
qualità del materiale. Si deve valutare anche la compatibilità chimica fra strato e
strato della copertura: nel caso di possibili interazioni, inserire uno strato di
separazione.
Il progettista deve individuare dei possibili agenti chimici presenti, valutazione della
loro concentrazione. Richiesta di resistenza all’azione dello specifico agente su
procedura possibilmente normata.
2. Resistenza agli agenti biologici
E’ il caso di coperture verdi. Le radici potrebbero danneggiare elementi e strati a
contatto con essere. In genere l’elemento maggiormente sensibile è quello di
tenuta. Il progettista deve richiedere specificamente la resistenza a tale azione. Il
produttore deve certificare il tutto. Il progettista deve individuare i possibili agenti
biologici presenti; valutare il possibile inserimento di strati di protezione; richiedere
la resistenza all’azione dello specifico agente su una procedura possibilmente
normata.
3. Resistenza agli agenti radioattivi
E’ un requisito molto importante e può modificare la stratificazione della copertura. Il
genere l’elemento maggiormente sensibile è quello di tenuta. Se esso dovesse
subire degrado dall’azione radioattiva è necessario proteggerlo mediante uno strato
di protezione. Il progettista deve valutare sia qualitativamente che
quantitativamente l’azione radioattiva. Valutare il possibile inserimento di strati di
protezione, anche temporanea.
La resistenza all’azione dello specifico agente su procedura deve essere normata.
RESISTENZA AL GELO
Il gelo o materiali a bassissime temperatura possono danneggiare gli strati. I materiali che
solitamente possono subire degrado dall’azione del gelo sono quelli porosi. I materiali di
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questo tipo sono tutti quelli a base di argille ( laterizi per tegole… ) calcestruzzo, materiali
espansi ( perlite, argilla espansa ) presenti negli strati colturali delle coperture a verde.
Il progetti