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Analisi:

1) La razionalità è riconosciuta in tutte le tipologie dell'agire, non solo ad es. per il primo tipo, quello strumentale. Per W esistono infatti molte diverse espressioni della razionalità (NB in questo è diverso da Pareto, il quale invece distingue tra azione logica e azione non logica).

2) I quattro tipi ideali NON ESAURISCONO tutti i modi di orientamento dell'agire.

3) Raramente l'agire è orientato esclusivamente da uno solo dei tipi, ma, dal punto di vista di chi osserva, si può quasi sempre cogliere una prevalenza di un orientamento sull'altro.

4) I tipi ideali si applicano anche agli ATTEGGIAMENTI INTERNI, non solo ai comportamenti esterni, quindi l'agire PUÒ NON ESSERE CHIARO per la coscienza dell'attore sociale, che finisce per agire "istintivamente o in conformità all'abitudine". In sintesi, l'agire pienamente consapevole e trasparente è per W un caso limite.

ma la sociologia sviluppa comunque classificazioni sulla base del possibile senso intenzionato, COME SE l'agire fosse, quindi, consapevole. Quali sono gli elementi per analizzare l'agire sulla base dello schema dei tipi ideali? I tipi ideali dell'agire sociale sono quattro e hanno sia DIVERSI GRADI DI EVIDENZA, sia DIVERSI GRADI DI PREVEDIBILITÀ. I GRADI DI EVIDENZA: - l'agire razionale rispetto allo scopo è il più evidente per l'osservatore, una volta conosciuto l'obiettivo e i mezzi che si intendono utilizzare per raggiungerlo. - l'agire tradizionale può essere compreso solo se si conoscono i modelli di comportamento propri dell'ambiente del soggetto agente (bisogna riferirsi al suo contesto culturale). - l'agire affettivo è la forma più difficile da comprendere: se non sei innamorato, come comprendi le follie che si fanno per amore? L'osservatore dovrà utilizzare la CAPACITÀ DI

RIVIVERE l'esperienza altrui o porsi in EMPATIA con il soggetto agente per capire.- L'agire razionale rispetto al valore può infine essere compreso solo se si ha cognizione degli effetti che crea il rapporto con un determinato valore (difficile per l'ateo capire il credente).

ANALISI: W riconosce che l'agire orientato soggettivamente verso uno scopo spesso non corrisponde, dal punto di vista dell'osservatore, a quello oggettivamente corretto per raggiungerlo. Tuttavia TENDECMQ A PRIVILEGIARE IL TIPO RAZIONALE dell'agire sociale, in modo da escludere il più possibile implicazioni psicologiche nell'analisi dei fatti sociali.

Quindi, anche se seguendolo in tutte le sue riflessioni di fatto lui esclude un fondamento oggettivo assoluto della spiegazione causale, tenta di salvare un criterio di oggettività dell'interpretazione sociologica proprio attraverso il suo privilegiare il tipo ideale dell'agire razionale.

I GRADI DI

sono anche quelli più (tradizionale e strumentale), la prevedibilità si valuta sul di questa chance che dà "i gradi di " dell'agire sociale, a seconda che la chance sia fondata su di fatto o su un legittimo. di fatto: usi, cioè consuetudini di fatto, che, se si strutturano nel tempo, diventano costumi. Rappresentazioni di Legittimo: o convenzioni (che sono valide in quanto, se non osservate, provocano spontanea disapprovazione nel proprio ambito sociale), o ordinamenti giuridici (osservati anche a causa della previsione di meccanismi coercitivi). Le prime portano a minima, in quanto,ad es., un uso come la moda è per sua natura mutevole; le seconde, ad es. gli stati con i loro apparati, visto che hanno MECCANISMI DI CONTROLLO, portano al massimo della prevedibilità delle aspettative reciproche. Quali tipi ideali di potere Weber distingue e sulla base di quali elementi? Il potere è classificato da W sulla base della LEGITTIMITÀ che esso ottiene: 1) potere TRADIZIONALE, ovvero la legittimazione di esso viene da credenza nel carattere sacro che alcune tradizioni hanno da tempo immemore ( es. le monarchie ereditarie ) 2) potere CARISMATICO, ovvero la legittimazione di esso è fondata sul carisma di un particolare individuo ( es. grandi dittatori, profeti, etc.. ) 3) potere LEGALE, ovvero la legittimazione viene dalla credenza nella legalità di ordinamenti giuridici razionalmente costituiti ( es. le forme democratiche ). Gli elementi fondamentali sono: - il CONSENSO, che è direttamente collegato al grado di prevedibilità

Dell'agire sociale (lastabilità e la certezza della legittimità del potere è a seconda del senso partecipato e di quanti e quali meccanismi di controllo dell'agire sono posti in essere dal potere) - il CONFLITTO, che è un elemento normale e può essere PACIFICO quando non c'è la violenza fisica e VIOLENTO invece quando si rifiutano le regole e viene meno la dimensione della reciprocità, al punto che può esserci l'annientamento della vita dell'altro.

Sintesi: Per W L'UNITA' SOCIALE NON E' MAI SCONTATA, ANZI. Però sottolinea il rischio che l'affermarsi di dimensioni codificate di senso porti ad un irrigidimento dell'agire dei soggetti. Es. la razionalità strumentale nelle società industriali può chiudere in una gabbia d'acciaio gli individui.

Ma non solo: W analizza l'apparato della BUROCRAZIA, affermatosi con le varie affermazioni

Il testo fornito parla del potere legale e della forma burocratica che limita l'autonomia individuale. Questa forma burocratica rappresenta l'estensione dei principi della razionalità strumentale nella società moderna, rischiando di limitare la libertà degli attori sociali.

Per quanto riguarda il rapporto tra religione e realtà sociale, W sostiene che:

  • La religione è il fondamento della cultura di ogni società, in quanto ha la funzione di rispondere alle domande fondamentali dell'uomo: chi siamo, dove andiamo, ecc.
  • In passato, la religione si basava sul magico e sul sacro, ma con l'affermarsi delle Religioni della Salvezza (cristianesimo, giudaismo, islamismo, ecc.), che regolano la vita del credente in ogni aspetto, la religione ha favorito l'emergere di una razionalità secolarizzata.
  • Successivamente, la secolarizzazione si separa dalla religione,
favorendol'affermazione della razionalità strumentale e portando verso il DISINCANTO del Mondo:fatalità inquietante perché rischia di ridurre la dimensione umana all'unica funzione dell'efficienza produttiva.- Nonostante questo, W NON DA' un rapporto unidirezionale di causa-effetto al rapporto tra religione e società ( come invece fa Marx: struttura economica = causa delle diverse forme ideologiche ), perché per W non c'è un solo fattore determinante dell'agire sociale. Nello specifico, W scrive nel 1905 "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" dove ipotizza che la Riforma Protestante, soprattutto nella versione calvinista, ha avuto un'influenza determinante nella formazione del nuovo spirito capitalista. L'ANALISI: La specificità del Capitalismo è che la produzione economica non serve solo per migliorare il tenore di vita, ma il profitto viene reinvestito per

Avere ancora maggiori profitti. E' orientato non alla logica del valore d'uso, ma a quella del valore di scambio (marx). Quindi la produzione economica è orientata sempre ad una maggiorazione di se stessa; per farlo non segue le esigenze reali del consumatore, ma gliene crea continuamente (nuovi bisogni).

Per W, il cristianesimo, rispetto alle altre religioni, promuove l'individualismo e l'atteggiamento attivo nei confronti del mondo (e già questo aiuta), ma il PROTESTANTESIMO VA OLTRE:

  • Rivendica il valore del lavoro come BERUF (vocazione e professione)
  • Mette l'uomo in relazione con Dio senza mediazioni di istituzioni ecclesiastiche
  • Considera l'impegno nella realtà mondana un dovere connesso alla dimensione terrena dell'uomo, voluto da Dio, e quindi non condanna la ricchezza come i cattolici (è uno stacolo alla salvezza: cruna dell'ago), ma anzi, la ritiene conferma indiretta di predestinazione alla salvezza

sempre che i proventi da essa ottenuti siano utilizzati non per piacere, ma per produrre ancora. Di fatto questo è l'identikit della prima classe borghese imprenditoriale europea: parsimonia, lavoro, controllo delle passioni. Attenzione però: ricordiamo che non individua un nesso causale; evidenzia solo un punto di vista che mette in luce un aspetto significativo di questo processo.

Rapporto Weber-Marx

Principale differenza: Marx fa prevalere il concetto di fattore determinante, cioè un solo fattore che determina un processo (la struttura economica è la causa delle diverse forme ideologiche). Weber no; i rapporti di interdipendenza tra dimensioni, materiali, culturali e sociali non possono avere un rapporto di causa-effetto dato da un solo fattore determinante.

Rapporto Weber-Durkeim

Prima di tutto, Weber apre molto più di Durkeim al carattere ambivalente dell'agire. Prima differenza: Durkeim ha come problema principale quello di imbrigliare le

DELLA CONVINZIONE (valutazioni basate su principi morali e personali). Terza differenza: il concetto di sociologia. Per Durkheim, la sociologia è lo studio degli fatti sociali, ossia dei comportamenti collettivi che esistono indipendentemente dagli individui. La società è vista come un organismo autonomo, con le sue regole e norme che influenzano l'individuo. Per Weber, la sociologia è lo studio dell'azione sociale, ossia dei comportamenti individuali che sono influenzati dal contesto sociale. L'individuo è al centro dell'analisi sociologica e la società è vista come il risultato delle azioni degli individui. In conclusione, Durkheim e Weber hanno approcci diversi nello studio della società. Durkheim si concentra sull'unità sociale e sulla scienza come strumento per orientare l'azione politica e sociale. Weber, invece, pone l'accento sull'autonomia individuale, sulla contrapposizione tra scienza e azione e sull'importanza dell'etica nella responsabilità individuale.DELLA CONVINZIONE (l'osservanza dei principi, senza tener conto delle conseguenze)
Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
20 pagine
49 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Crespi Franco.