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Il pensiero sociologico, Franco Crespi, 2002.
Riassunto a cura di Daniele Cucinotta.
trovi le classi che sono e che vogliono rimanere al potere. Al pensiero ideologico
Marx contrappone il pensiero scientifico.
L’alienazione.
È il risultato dell’economia capitalistica fondata sulla sostituzione del valore d’uso
legato ai bisogni dell’individuo, con il valore di scambio. La produzione si impone
sull’uomo stesso. L’attività produttiva diventa l’essenza dell’uomo, l’uomo diventa
strumento per il perseguimento di finalità sue proprie. L’alienazione per Marx è
diversa dal concetto che aveva Hegel di formazione dell’autocoscienza. L’alienazione
è il risultato oggettivo delle stesse strutture sociali ed economiche.
L’influenza di Marx.
Opponendosi al funzionalismo ha messo in discussione il sistema sociale ponendo
attenzioni ai conflitti sociali. Le teorie sociologiche che nascono successivamente
partono dalle basi di Marx per affrontare problemi e conflitti sociali. Le anime del
Marxismo sono due, il materialismo dialettico che vede le strutture economiche
determinanti le sovrastrutture sociali e culturali che devono mantenere appunto il
funzionamento economico della società, e il materialismo storico che sottolinea
l’importanza dell’azione politica fondata sulla coscienza di classe.
Max Weber: l’agire dotato di senso. Capitolo 3.
Max Weber (1864 1920), ha posizione teoriche assai diverse dal positivismo, l’agire
sociale non può dipendere dalle esigenze funzionali del sistema sociale. Conseguì un
dottorato in giurisprudenza nel 1889, fu nominato condirettore della rivista
«Archivio per le scienze sociali», ebbe interesse nei rapporti tra economia e
sociologia e interesse sulle religioni. Scrisse «Raccolta di saggi di sociologia delle
religioni» e «L’etica protestante e lo spirito del capitalismo». Sosteneva la tesi che lo
sviluppo del protestantesimo avrebbe influenzato l’economia di tipo capitalistico. Le
sue teorie come quella dell’agire individuale si collocano nella linea delle teorie
dell’individualismo metodologico che considerano la società il risultato dell’agire
congiunto degli individui. Critica le teorie che considerano la società come un
sistema autonomo rispetto all’azione degli individui; i concetti di organismo e di
funzione possono essere sufficienti nella società animale ma non di certo possono
interpretare l’azione umana. La sociologia deve anche comprendere l’atteggiamento
degli individui che partecipano alle formazioni sociali. Nelle società umane le azioni
sono il prodotto di una razionalità cosciente. Weber vuole intendere il senso in base
al quale si determina il comportamento.
Il pensiero sociologico, Franco Crespi, 2002.
Riassunto a cura di Daniele Cucinotta.
Il concetto di agire.
Riguarda qualunque atteggiamento, attivo o passivo, interno o esterno, congiunto a
un senso soggettivo. L’agire viene poi definito sociale quando è riferito
all’atteggiamento di altri individui, quando è dotato di senso e quindi può essere
spiegato. La socialità è il risultato delle azioni individuali dotate di senso dove
ciascun attore tiene conto dell’agire dell’altro. L’agire sociale è diverso dall’agire
uniforme o disattenzione civile. Il concetto di senso è tutto ciò che è elaborato dal
soggetto cosciente e orientante l’agire di quest’ultimo. Il soggetto cosciente è
l’individuo autonomo, dotato di autoconsapevolezza e razionalità, mosso da
motivazioni e capace di scelte e decisioni. Alla base delle formazioni sociali i singoli
individui partecipano a «rappresentazioni comuni» che orientano in modo
omogeneo il loro agire consentendo il coordinamento delle diverse azioni. La
relazione sociale per Weber è un comportamento di più individui instaurato
reciprocamente secondo il suo contenuto di senso e orientato in conformità.
L’elemento della reciprocità mette in evidenza che la dinamica delle interrelazioni
sociali è fondata su un insieme di aspettative reciproche. Le forme culturali o
simboliche comuni costituiscono forme codificate di senso che, una volta
interiorizzate dai soggetti, forniscono la base del reciproco relazionarsi delle diverse
azioni di ciascuno, a partire dalla previsione delle loro conseguenze, da qui l’origine
del concetto di doppia contingenza.
Uniformità empiriche dell’agire e i tipi ideali.
Weber sostiene che non si può analizzare l’agire sociale in termini di leggi immutabili
ma solo in termini di uniformità empiriche. Ogni analisi dei fenomeni sociali parte
dal punto di vista specifico dell’osservatore, il rapporto di causa-effetto tra un
fattore e un fenomeno sociale non è l’unico possibile. Lo stesso fenomeno può avere
diverse spiegazioni di cui nessuna invalida l’altra. Ogni osservatore ha il suo punto di
vista. Con il termine avalutatività Weber vuole sottolineare che nelle ricerche
sociologiche dovrebbe esserci l’assenza di giudizi di valore. I valori possono deviare
un'indagine sociale, occorre quindi formulare ipotesi e verificarle. Weber formula
dei tipi ideali dell’agire stesso. I tipi ideali permettono di cogliere certe costanti del
comportamento e interpretarlo. Vengono distinti quattro tipi ideali: razionale
rispetto allo scopo quando l’agire è determinato da aspettative nei confronti di
oggetti del mondo esterno o di altri uomini, come l’agire economico, razionale
rispetto al valore che comprende il comportamento dettato dai valori morali, quello
affettivo è l’agire determinato da affetti ed emozioni, infine quello tradizionale,
quando l’agire è determinato da abitudini acquisite. La razionalità è vista da Weber
come la più ampia capacità di orientare in modo coerente il proprio agire sulla base
Il pensiero sociologico, Franco Crespi, 2002.
Riassunto a cura di Daniele Cucinotta.
di principi ideali. L’orientamento che determina l’agire non è sempre chiaro per la
coscienza dell’attore sociale il quale agisce il più delle volte istintivamente.
Comprensione e prevedibilità dell’agire.
I diversi orientamenti che determinato l’agire hanno anche oggettivamente gradi di
evidenza diversi. L’agire tradizionale potrà essere compreso da un osservatore
esterno solo in base alla conoscenza storica dei modelli codificati di comportamento
consolidatisi nel tempo in una particolare situazione socio-culturale, l’agire affettivo
è la forma di agire più difficile da comprendere per chi non partecipa allo stesso
vissuto, nell’agire razionale rispetto al valore diventa essenziale la conoscenza del
particolare rapporto con un determinato valore, mentre l’agire razionale rispetto
allo scopo è il più evidente per l’osservatore una volta che si conoscono le finalità
perseguite e i mezzi per raggiungerle. Al diverso grado dei tipi di agire
corrispondono i gradi di prevedibilità. I comportamenti più evidenti, come quelli
determinati automaticamente dalle abitudini culturali o quelli razionali rispetto allo
scopo sono anche i più prevedibili. I comportamenti meno prevedibili lo sono per
l’agire affettivo e «razionale rispetto al valore». La prevedibilità va valutata in
riferimento al senso comune partecipato da diversi individui. Con uniformità di
fatto, Weber si riferisce alla presenza di usi o consuetudini di fatto che possono
presentarsi come costume o regole di cortesia. Con le rappresentazioni di un ordine
legittimo, Weber si riferisce alla presenza di convenzioni, la cui validità è garantita
dal fatto che il non osservarle provocherebbe reazioni spontanee di disapprovazione
nell’ambito sociale di appartenenza, nonché di ordinamenti giuridici, la cui
osservanza è fondata anche sulla presenza di meccanismi coercitivi fatti valere da un
apparato.
Forme di legittimazione e tipi ideali di potere.
Il potere tradizionale è concepito quando la legittimazione del potere è fondata sulla
credenza nel carattere sacro di tradizioni ritenute valide da sempre ad esempio le
monarchie ereditarie. Il potere carismatico è presente quando la legittimazione è
fondata sul carisma, come fosse una qualità personale di un particolare individuo
come l’esempio di Gesù o dei dittatori. Il potere legale si configura quando la
legittimazione poggia sulla credenza nella legalità di ordinamenti giuridici
razionalmente costituiti. In una società può quindi esserci consenso grazie alla
reciprocità delle relazioni ma anche conflitto come relazione sociale che emerge
quando l’agire è orientato in base al proposito di affermare il proprio volere contro
un altro individuo. L’unità sociale non può mai essere data per scontata, nelle
società industriali l’affermarsi della razionalità strumentale minaccia di ridurre la
Il pensiero sociologico, Franco Crespi, 2002.
Riassunto a cura di Daniele Cucinotta.
complessità dell’azione e dell’esperienza individuale. Weber analizza l’apparato
della burocrazia legato al potere legale, parla di leggi, regolamenti e gerarchie nelle
attività amministrative che sono forme rigide capaci di lasciare poco spazio
all’individuo.
Religione e secolarizzazione.
Weber fa un'analisi del rapporto tra religione e società, il pensiero religioso ha la
funzione di dare risposta agli interrogativi della vita umana. La religione fonda la
cultura della società. Inizialmente le forme di religione erano soprattutto di tipo
magico-sacrale come nelle società tradizionali, successivamente attraverso processi
di razionalizzazione si è pervenuti alle grandi religioni della salvezza, come il
giudaismo e il cristianesimo, che regolano la vita quotidiana dei credenti. Nelle
pubblicazioni «L’Etica Protestante» e «Lo Spirito Del Capitalismo» Weber sostiene la
tesi che la religione protestante aveva avuto una influenza rilevante nello sviluppo
del capitalismo esaltando l’individualismo. La produzione economica è
prevalentemente orientata a un profitto che non viene impiegato solo per
migliorare la qualità della vita, bensì per essere reinvestito in vista di maggiore
profitto. Il valore di scambio predomina sul valore d’uso. Il protestantesimo
accentua l’individualismo e l’atteggiamento attivo, l’impiego nelle attività mondane
è un dovere connesso alla stessa condizione terrena. Si sviluppa quella a