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capaci di penetrare nei tessuti del loro ospite. La cuscuta non può sintetizzare e quindi
dipende dal suo ospite sia per le sostanze minerali che per i carboidrati. Il vischio è
invece un emiparassita: estrae acqua e nutrienti minerali dall’ospite, ma poiché ha
foglie verdi e può sintetizzare, non dipende esclusivamente dal suo ospite per i
carboidrati. Ci sono anche molti funghi e animali parassiti vivono sulla superficie delle
piante, alimentandosi dei loro ospiti o fludidi corporei. Gli ectoparassiti infatti si
nutrono di scaglie cutanee o di sangue degli animali da compagnia e possono
provocare un danno diretto a causa della perdita di sangue e dell'irritazione. Numerosi
parassiti esterni (ad es., zecche) fungono anche da vettori di gravi malattie sistemiche
degli animali da compagnia (ad es., babesiosi, malattia di Lyme, ecc.). Alcune malattie
Sarcoptes)
(ad es., acari del genere possono essere trasmesse anche all'uomo (ad es.,
rogna sarcoptica, che è una zoonosi).
ENDOPARASSITI: Termine generico di organismo che vive all'interno del corpo
dell'ospite, in cavità (tubo digerente, vescica, vasi, apparato respiratorio) o nello
spessore dei tessuti, sia come parassita sia come simbionte. Gli endoparassiti sono in
genere ospiti permanenti e presentano, in relazione alla vita parassitaria o simbiotica,
riduzione o addirittura assenza degli apparati respiratorio, digerente, locomotore;
spesso sono privi di occhi e, in genere, hanno organi di senso poco sviluppati e gli
apparati escretore e riproduttore molto sviluppati. Se l'ospite è una pianta
l'endoparassita è detto endofita; se è un animale si dice endobiotico.
Il corpo degli endoparassiti è costituito da tessuti che circondano un tubo cavo ed
aperto, ossia il canale alimentare. Il canale alimentare attraversa la parte centrale del
corpo, dalla bocca all’ano. Il canale alimentare fornisce un eccellente habitat per i
parassiti. L’ospite introduce gli alimenti ad una estremità del canale alimentare (la
bocca) ed espelle ciò che non può digerire dall’altra (l’ano). Così, i parassiti che vivono
all’interno del canale alimentare solitamente sfruttano i nutrienti dell’ospite ma spesso
non mangiano i suoi tessuti. Una tenia, per esempio, ha uno scolice, una struttura con
ventose e talvolta uncini, che le serve per attaccarsi all’interno dell’intestino
dell’ospite, dove, una volta stabilizzatosi il parassita, assorbe il cibo che l’ospite ha
digerito. Esempi: taenia solium, taenium saginata, Mycobacterium tubercolosis.
Gli endoparassiti possono vivere sia all’interno di ospiti di origine animale,
riproducendo una grande varietà di sintomi ma anche in piante; esse possono infatti
essere attaccate. Un esempio sono i batteri patogeni che provocano marciume molle
in varie parti della pianta, come nella frutta. Altri possono essere funghi che inducono
parti della pianta a marcire verso l’esterno.
L’endoparassitismo e l’ectoparassitismo hanno vantaggi e svantaggi
Poiché gli ectoparassiti vivono sulla superficie esterna hanno maggiore possibilità di
diffondersi e diffondere la loro progenie da un individuo all’altro. La dispersione è più
difficile per gli endoparassiti in quanto interni all’ospite ma risolvono questo problema
in numerosi modi. Altri endoparassiti hanno cicli di vita complessi che includono fasi
specifiche per la dispersione da una specie ospite ad un’altra. Sebbene per gli
ectoparassiti la dispersione sia relativamente facile, la vita sulla superficie di un ospite
richiede comunque dei costi da pagare. Rispetto agli endoparassiti, sono più esposti a
nemici, quali predatori e parassitoidi o altri parassiti. Gli endoparassiti, al contrario,
sono più al sicuro di tutti. Sono ben protetti dall’ambiente esterno ed hanno un più
facile accesso al cibo (negli ectoparassiti è necessario perforare la superficie esterna
di un individuo per alimentarsi, per esempio). Vivere però all’interno di un individuo