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RIASSUMENDO IL TEMA DEI COMUNI

La società comunale è percorsa dall’associazionismo. Si tratta di associazioni di quartiere, società di

combattenti (a cavallo/a piedi), ci sono società di mestiere (corporazioni e arti), associazioni di popolo.

La sconfitta di Federico II e quindi di un progetto che vedeva le società sottomesse al potere imperiale fa sì

che anche le città alleate di Federico entrino nelle alleanze dei comuni anti-imperiali + la pace di Costanza

dà libertà a tutti i comuni (anche se formalmente solo alcuni).

I consoli sono coinvolti nelle lotte politiche cittadine => mostrano presto la loro incompetenza.

Scelta del podestà: una città coglie che alcuni podestà si sono distinti nelle altre città amiche e quindi lo

scelgono come proprio podestà.

Il diritto privato delle città (statuti) si unisce al diritto comune (diritto romano) che è di riferimento per tutti

i comuni in questo periodo.

Riprendiamo dagli intellettuali che scrivono per i podestà. Vd testo nelle slide di Brunetto Latini (maestro di

Dante) che fornisce un esempio di discorso da tenere = invocazione ai santi, alla Chiesa e al papa (vd

Firenze come città guelfa) + le lodi della città (richiamo alla tradizione cittadina e alla gloria del comune) +

richiamo all’onore del podestà e anche alla sua severità + finalità del governo comunale (pace, concordia,

giustizia). Si tratta di manuali di eloquenza che sono importanti testi politici.

Le istituzioni hanno una fase consolare, una podestarile e poi nel 1200 il comune di popolo. Questo schema

può risultare semplicistico.

IL COMUNE DI POPOLO (dal 1250 circa).

In alcune città il popolo si dà delle istituzioni. Ma nel comune di popolo il podestà continua ad esserci e ad

esercitare le sue funzioni.

Popolo = ricca borghesia emergente (no plebe e poveri); per popolo si intende coloro che si

contrappongono a chi ha tradizioni militari e ai signori di castello => popolo si definisce in opposizione

all’aristocrazia (inizialmente tenuta buona dal comune perché aveva notevoli risorse militari). Vd Ottone di

Frisinga che, scandalizzato, dice che in Italia il popolo combatte a cavallo.

Mentre nel passaggio da consoli a podestà i primi scompaiono, nel comune di popolo troviamo nuove

magistrature di popolo, ma l’istituzione del podestà continua ad esserci.

“Societates”: a base territoriale (es. quartieri), militare (cavalieri e fanti), di mestiere (arti e corporazioni).

Quasi tutte hanno anche una valenza militare. Queste associazioni spesso puntano anche a una

rappresentanza politica.

Ci sono delle associazioni di popolo che inquadrano i ceti emergenti che si sentono poco rappresentati.

1230, Cremona: l’associazione di popolo ottiene di occupare 1/3 degli uffici e delle cariche cittadine.

1228, Bologna: i popolari non si accontentano di essere rappresentanti => creano delle proprie leggi => ci

sarà lo statuto del popolo. Si tratta di qualcosa che si verifica in moltissime altre città.

Nota bene: la nozione di popolo include le società di mestieri, società a base territoriale, società a base

militare cui abbiamo accennato prima.

Nascono degli organi di popolo => c’è un consiglio di popolo, ci sono i priori del popolo e delle arti che si

affiancano agli enti comunali. C’è capitano del popolo che si contrappone al podestà e spesso anche il

capitano del popolo è forestiero (per le stesse ragioni per cui il podestà era forestiero).

 Dualismo: gli organi comunali convivono con quelli del popolo. Questo è indice di forte dinamicità

della struttura amministrativa e politica del comune.

PARENTESI SULLE ARTI E LE CORPORAZIONI

Oggi i lavoratori sono inquadrati nei sindacati in cui trovano rappresentanza, in base alla mansione e al

livello.

Nel Medioevo invece non c’è questa organizzazione orizzontale, ma l’assetto era verticale: il capo bottega e

i dipendenti sono all’interno della stessa corporazione di mestiere (divisa per settore e non per livello).

Le corporazioni hanno degli organi (priori delle arti) e in molte città questi enti assaltano la direzione del

comune. In alcune città ci sono, contemporaneamente, al governo il capo del popolo, il podestà e il priori

delle arti (questo nelle società più artigianali e commerciali).

RITORNO AL DISCORSO SUL COMUNE DI POPOLO E DEL RAPPORTO CON I MAGNATI

Contrapposizione fra società di popolo e mondo dei magnati. I magnati erano gli eredi dei vassalli dei

vescovi e dei signori di castello, i membri delle famiglie che avevano espresso i conti e famiglie del popolo

grasso (cioè di artigiani e commercianti benestanti che combattono a cavallo, hanno palazzi e sono

ricchissimi). Oltre a magnati si usa il termine “grandigia” per indicare costoro e il loro desiderio di comando.

Magnati = coloro che hanno strumenti per opprimere (valenza negativa del termine). Il magnate è infatti

colui che viene giudicato tale dai concittadini (hanno la pubblica fama di essere tali) = visto come minaccia

alla pace della vita del comune (mette in crisi l’idea di un comune egualitario). Il magnate spesso si avvale

del concetto di vendetta (faida) invece che rifarsi alla giustizia comunale.

Uno degli aspetti delle leggi anti-magnatizie è cercare di evitare un eccesso di esibizione della ricchezza

(carattere intimidatorio) = leggi suntuarie. Queste leggi colpiscono il lusso anche delle cerimonie e dei

funerali.

Perugia = popolo grasso (più ricchi artigiani e commercianti che hanno il potere) vs ceto meno abbiente di

artigiani e mercanti che cercano una rappresentanza.

IL CASO DEL COMUNE DI FIRENZE NEL ‘200

A Firenze la ricchezza è legata all’arte di lavorazione della lana che arriva da vari paesi (es. Inghilterra =

alleva animali ma non lavora la lana). C’è anche una produzione laniera più dozzinale.

 L’arte della lana ha una forte influenza politica a Firenze. Poi ci sono banchieri, imprenditori e altri

mercanti che si riuniscono in arti/corporazioni.

Le corporazioni rappresentano settori forti della città e cercano il potere politico.

Es. anni ’80 del 1200: a capo del comune troviamo i priori delle arti maggiori (cioè dei settori produttivi più

potenti: lavoratori della lana, banchieri etc.). Presto però questo governo è costretto a cedere parte del

potere alle arti minori (alcuni priori al governo fanno capo ad esse).

Le arti non includono coloro che fanno i mestieri più umili: es. coloro che nella lavorazione della lana non

hanno un ruolo specializzato (es. ciompi: operai delle fasi più semplici e più sporche della lavorazione della

lana).

Il ceto dei magnati viene individuato come pericoloso => molti vengono proscritti = esclusi dalle cariche

politiche e allontanati dalle città.

 Fine 1200 = leggi contro la componente magnatizia della comunità cittadina = leggi anti-magnatizie

(promulgate soprattutto da Giano della Bella).

A Firenze troviamo contemporaneamente il consiglio maggiore e minore e il governo delle arti. Inoltre ci

sono il capitano (dal 1282), dotato di una valenza militare più forte rispetto al podestà, e anche i 12 anziani

del popolo (eletti sulla base delle associazioni di quartiere, si contrappongono al consiglio degli anziani

comunale).

Quando i ciompi (categoria che si occupava dei processi di lavorazione più umili della lana) insorgeranno

verranno istituite nuove arti per dare voce alle categorie minori, ma poi Firenze andrà verso l’oligarchia.

Arti principali fiorentine: Calimala, della Lana, Por Santa Maria, cambiatori, giudici e notai, medici e speziali,

pellicciai etc.

Signoria = gruppo formato dai priori delle arti che hanno in mano il potere.

 Dialettica fra arti maggiori e minori.

Inoltre emerge il partito dei guelfi. I ghibellini hanno potere solo per poco dopo la sconfitta di Firenze per

mano di Siena.

Il papa chiama in Italia il fratello del re di Francia (Carlo d’Angiò fratello di Luigi IX) e allora il guelfismo

diventa forte. Dopo la morte di Federico II infatti c’è un periodo in cui i discendenti cercano di ricostruire il

dominio (impero e Italia meridionale), ma non ci riescono e allora il papa chiama Carlo per governare =>

guelfismo angioino.

Il papa dà enormi capitali ai Francesi per riuscire a prendere potere in Italia contro i successori di Federico II

e di questo finanziamento fanno parte i banchieri fiorentini.

Lo schieramento guelfo fiorentino è in questo periodo legato al popolo (vd banchieri che finanziano) e non

si oppone ad esso. All’interno dello schieramento guelfo vengono individuati alcuni magnati.

21/11

introduzione della proscrizione = limitazione dei diritti politici dei magnati (sono considerati una minaccia

per la condizione libertaria del comune: es. uso della faida) => i magnati non possono partecipare alle

assemblee comunali/assumere certe cariche politiche. Vengono anche fatte delle liste dei proscritti + i

nemici del comune vengono anche raffigurati sui palazzi comunali.

Viene introdotto anche il bando = allontanamento del condannato dalla città. Questi provvedimenti

vengono presi con sommarietà dal comune: spesso basta la fama di magnate e qualche testimonianza da

parte dei cittadini.

I magnati non possono: costruire case con torri, creare clientele e organizzare raduni/assemblee.

Esiste anche il perdono verso i magnati fedeli al comune (anche perché le loro amicizie e parentele in altre

città ne faceva uno strumento di dialogo con gli altri comuni).

Esempio di fonte in cui compaiono nome di proscritti è il Libro del chiodo di Firenze (contenente nomi di

persone definitivamente condannate (tra questi anche Dante Alighieri).

Milano: emerge la famiglia dei Della Torre (dal 1240 monopolizzano le cariche comunali): es. nel 1259

Martino della Torre è anziano perpetuo del popolo; altri della torre saranno generali del popolo. Nel 1277

con la battaglia di Desio Ottone Visconti (a capo dello schieramento che si opponeva ai della Torre)

sconfigge i della Torre e diventa vescovo. Il nipote di Ottone (Matteo Visconti) diventa capitano del popolo

e podestà (verrà anche riconosciuto dall’imperatore signore della città di Milano, 1294).

Man mano i comuni conquistano il contado implica un controllo sulle signorie feudali e anche la liberazione

dei servi (gli statuti cittadini proclamano ideali di libertà e di abolizione della condizione servili). I comuni

limitano le pretese dei signori sui dipendenti e i tribunali cittadini giudicano le vertenze fra signori e

contadini.

Si parla di comitatinanza (processo di conquista del contado) = tutto inizia con i signori che cercano nei

consoli/nei podestà una risposta alle proprie rive

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
28 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GiuliaS95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Covini Maria Nadia.