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STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA

IL FUTURISMO

Il Futurismo è stato un movimento artistico e culturale italiano del XX secolo. Il Futurismo nasce in

un periodo (inizio Novecento) di grande fase evolutiva dove tutto il mondo dell'arte e

della cultura era stimolato da moltissimi fattori determinanti: le guerre, la

trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici, e le nuove scoperte tecnologiche e

di comunicazione, la radio, aeroplani e le prime cineprese; tutti fattori che arrivarono a cambiare

completamente la percezione delle distanze e del tempo. Il XX secolo era quindi invaso da un

nuovo vento, che portava all'interno dell'essere umano una nuova realtà: la VELOCITA'.

Il Futurismo nacque come movimento letterario: a stendere le premesse teoriche fu in poeta

Filippo Tommaso Marinetti. Nel 1909 Marinetti pagò di tasca propria la pubblicazione del

MANIFESTO DEL FUTURISMO sul quotidiano parigino Le Figaro. Marinetti aveva già ben

compreso il potere della pubblicità, nei metodi di propaganda che fino ad allora erano stati usati

solo per le comunicazioni commerciali. Nel manifesto si esprime odio nei confronti del passato da

lui visto come un qualcosa di ammuffito.

In un primo momento Marinetti non pensava che le arti visive potessero essere un buon veicolo

per le sue idee, ma in un secondo momento capì che esse avevano maggiori possibilità di quelle

letterarie di farsi conoscere a livello internazionale. A Milano, Marinetti trovò alcuni giovani artisti

che giudicò dotati di “temperamento futurista”: Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà,

Luigi Russolo, Gino Severini.

Ad un solo anno di distanza dalla pubblicazione del Manifesto, uscì sulla rivista Poesia, il

MANIFESTO DELLA PITTURA FUTURISTA (1910) firmato da Balla, Boccioni, Russolo, Severini,

Carrà; qualche mese dopo toccò il MANIFESTO TECNICO DELLA PITTURA FUTURISTA.

Quanto alla pratica artistica, di fronte ad una teoria così centrata sulla modernità, lo stile

divisionista (all’epoca il più avanzato in Italia) si mostrò subito inadeguato. Una fonte importante

alla quale attinsero i pittori futuristi furono le fotografie sequenziali di Marey e Muybridge. Con la

pubblicazione del Manifesto mutarono anche i temi, che ritraevano paesaggi urbani (con operai,

caseggiati e ciminiere) rappresentati all’inizio con tecniche divisioniste.

Il rapporto più importante e discusso del Futurismo avvenne con il Cubismo. Fu proprio Severini

che mise i colleghi in rapporto con l’ambiente parigino durante il viaggio in Francia; ciascun

esponente ne trasse spunti personali, ed elaborò una poetica autonoma dagli altri e anche dal

pensiero di Marinetti. Il Cubismo insegnò ad infrangere gli oggetti rappresentati in pittura, a

liberarsi dal puntinismo e trattare il colore in modo meno sgargiante. Rispetto al Cubismo,

comunque, i Futuristi trattavano sempre i soggetti dei loro quadri con una maggior attenzione

all’aspetto metaforico: tendevano sempre a scegliere temi di forte spessore simbolico, eredità dal

Simbolismo divisionista. Rispetto ai cubisti inoltre, i Futuristi cercavano di immettere nelle loro

opere la forza del movimento. I Cubisti erano preoccupati di risolvere problemi formali legati al

rinnovamento della rappresentazione e davano luogo a immagini tendenzialmente statiche; I

Futuristi desideravano invece mostrare la velocità e lo scontro di forze; a questo fine utilizzavano

come soggetti le macchine, le città, la frenesia delle città ecc.

Fu attraverso i Futuristi che l'Italia riuscì, almeno parzialmente, ad inserirsi nel contesto delle

avanguardie internazionali.

GIACOMO BALLA (1874-1958)

Torinese e insegò all’Accademia di Roma. Fu il membro più anziano del gruppo e il più legato alla

matrice divisionista, esordisce in fatti con opere come "MADRE" e "LA GIORNATA

DELL'OPERAIO" (1904).

Non andò a Parigi con Boccioni, per questo subì meno le influenze dell’arte cubista. In opere

come "BAMBINA CHE ORRE SUL BALCONE", "DINAMISMO DI UN CANE" e "LE MANI DEL

VIOLINISTA" (1912) appare evidente il suo interesse per la rappresentazione del movimento

secondo immagini sovrapposte, seppura ancora la tecnica sia divisionista. Dall’iniziale simbolismo,

per il quale la "LAMPADA AD ARCO" in una strada diventa sorella della Luna, rappresentata con

tecnica divisionista sulla scia di Pellizza, passò ad un’indagine sempre più accurata dei fenomeni

motorii: ne sono testimonianza "SENTIERI IN MOVIMENTO + SEQUENZE DINAMICHE" e

"LINEE ANDAMENTALI + SUCCESSIONI DINAMICHE: VOLO DI RONDINI" (1913), dove

fondamentale risulta l’insegnamento acquisito dalle fotografie sequenziali di Marey e Muybridge. Il

dinamismo nei dipinti è dato dalla variazione cromatica e di luce, la traiettoria che forma la rondine

volando e il diagramma sullo sfondo. A questo periodo appartengono anche alcuni schizzi per le

moderne automobili, poi tradotte in linguaggio futurista in "VELOCITA' D'AUTOMOBILE 1",

"AUTOMOBILE IN CORSA", "VELOCITA' ASTRATTA + RUMORE", "MERCURIO PASSA

DAVANTI AL SOLE" (1913/14).

Tra i suoi lavori sulle variabili percettive e sulla possibilità di studiare scientificamente gli effetti

d’accostamento del colore, spicca il dipinto "COMPENETRAZIONI IRIDESCENTI" (1913) dove

Balla giunge a disporre il colore secondo rombi allungati e vibranti creando così effetti di

dinamismo cromatico.

Gli studi sul colore uniti alle forme futuriste sono meglio espresse in "CANTO PATRIOTTICO IN

PIAZZA DI SIENA", "FORME GRIDO VIVA L'ITALIA" (1915), dove il tutto è reso con un alto grado

di astrazione.

Nel 1915, Balla e Depero firmarono la Ricostruzione futurista dell'universo, estendendo così le

ricerce futuriste a tutti gli ambiti dello scibilie. In ambito scultoreo Balla realizzò molti "FIORI

FUTURISTI" (1918/20), piccoli modellini in legno colorato rappresentanti piante e fiori alla maniera

futurista in tre dimensioni; ci sono pervenuti anche molti studi per scenografie teatrali, in particolare

per La Prima di Feu d'artifice del 1917. Gli studi e i disegni futuristi vennero da Balla estesi anche

al vestiario e agli arredi, nonchè alla stessa intera casa, celebre è Casa Balla a Roma, dove, oltre

che la mobilia, anche le pareti sono rivestite da carta da parati con motivi futuristi.

UMBERTO BOCCIONI (1882-1916)

Di Reggio Calabria, Boccioni fu allievo di Balla. Insofferente verso la cultura italiana, che considera

vecchia e provinciale, Boccioni viaggia all’estero, per stabilirsi definitivamente a Milano nel 1907. Il

dinamismo di questa città, nel pieno del suo sviluppo industriale, lo affascina. Esordisce anche lui

come pittore divisionista, come testimoniano "AUTORITRATTO", "NONNA", "RITRATTO DI

DONNA", "IL MATTINO" (1910)

Con "LA CITTA’ CHE SALE" (1911) si avvicina sempre più al movimento futurista; il quadro è una

sintesi tra luce e movimento dove ogni realismo prospettico viene abbandonato e un turbine di

colori ruota vorticosamente verso ogni angolo della tela. È il suo passaggio al Futurismo. I cavalli

in primo piano, sono alati (come pegaso) a simboleggiare il progresso delle città in sviluppo. Essi

sono trattenuti da degli uomini che tuttavia non riescono a fermarli, metafora del progresso

indomabile. Da un punto di vista tecnico l’opera appare divisionista e simbolista, maggiormente

nelle figure dei cavalli.

Nel 1910, insieme a Gino Severini, Carlo Carrà, Giacomo Balla e Luigi Russolo, aderisce al

Manifesto dei pittori futuristi nel quale si rifiuta ogni tradizione artistica e si elabora una nuova

“estetica della velocità” che deve rappresentare il progresso e il dinamismo dei tempi moderni.

A Boccioni interessa la visione sincronica delle cose: una fusione di movimento, ricordo, rumore.

In "VISIONI SIMULTANEE" (1911) gli edifici sono ammassati uno sull’altro e seguono forzate

geometrie sghembe. Boccioni riprende il concetto di quarta dimensione introdotta dal Cubismo. Il

dipinto rappresenta una donna che si affaccia dal balcone e guarda la strada sottostante. A

differenza delle visioni simultanee di Delaunay, Boccioni introduce diverse visioni: non è più solo il

pittore che guarda simultaneamente la realtà ma, in questo caso, anche la donna che guarda e

viene guardata. L’opera inoltre presenta un cromatismo molto acceso, maggiore di quello di

Delaunay.

Nei quadri successivi la realtà è sempre più filtrata dallo stato d’animo dell’artista e restituita alla

tela in modo trasfigurato. In "LA STRADA CHE ENTRA NELLA CASA" (1911) Boccioni prosegue lo

sviluppo delle più visioni delle compenetrazioni: l’opera è pervasa dall’idea dell’esterno che entra

nell’interno mediante linee direttrici diagonali, ad indicare fasci luminosi che entrano nella casa.

L’aspetto della luminosità risulta così fondamentale.

"MATERIA" (1912): il soggetto della madre nei dipinti di Boccioni è ricorrente benchè non futurista.

Il significato del titolo del dipinto tuttavia è simbolico costruito mediante un gioco di parole: MATER

infatti significa sia matrice che materia, che fusi insieme danno vita alla parola MADRE, essa infatti

viene interpretata come matrice, cioè come colei che dà la vita. La madre è rappresentata nel

balcone della sua abitazione, seduta in poltrona (posa esemplata al dipinto Madame Cézanne di

Cèzanne) con le mani intrecciate davanti a sottolineare il grembo. La matrice simbolista appare

dunque fondamentale, i raggi di luce sono più evidenti e l’intera figura è composta mediante piani

scomposti; la tecnica pittorica è divisionista. Boccioni è il primo ad essere influenzato da Munch, e

la sua componente simbolista, a differenza degli altri firmatari, perdura nel tempo. Del dipinto ce ne

offre più versioni, come testimoniato dal successivo "COSTR UZIONE ORIZZONTALE " (1912),

dove il soggetto e la posa rimangono gli stessi.

Boccioni a differenza di Balla è più vicino alla ricerca cubista e alla matrice del cubismo francese:

Cèzanne.

In quadri come "ELASTICITA'", "DINAMISMO DI UN FOOTBALLER" (1913), la raffigurazione di

uno stesso soggetto in stadi successivi nel tempo suggerisce efficacemente l'idea dello

spostamento nello spazio.

Nel 1912 Boccioni pubblica il Manifesto tecnico della scultura futurista dove applica alla scultura le

nuove conquiste formali sperimentate nei dipinti. Nelle figure trovano evidenza concreta elementi

dinamici di varia n

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aandreadrew94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Bianchi Giovanni.