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Controllo del livello di emoglobina glicata
Controllo glicemico relativo ai 2-3 mesi antecedenti la determinazione
Controllo del livello di fruttosammina
Controllo glicemico nelle ultime 2-3 settimane antecedenti la determinazione
Determinazione della glicosuria
Determinazione del glucosio nelle urine
Problemi della fase pre-analitica:
- Variazioni fisiologiche della glicemia dipendenti dalla distanza dai pasti
- Differenze nei valori glicemici a seconda del campione utilizzato (sangue intero, plasma o siero). I livelli plasmatici (o sierici) sono del 10-15% più elevati rispetto a quelli del sangue intero.
- Il tempo intercorrente tra il prelievo, eventuale separazione del plasma o siero e la determinazione; ciò a causa del consumo di glucosio da parte degli elementi figurati del sangue. Per evitare tale fonte di variabilità può rendersi necessaria l'aggiunta di NaF (inibitore della glicolisi).
Metodi di determinazione:
I metodi di uso più corrente sono enzimatico-fotometrici: enzimi usati come reagenti garantiscono la
specificità analitica e consentono lo svolgimento di reazioni che si
dell'assorbimento nell'UV) accompagnano a modificazioni della luce (nel visibile o dalle quali è
possibile risalire alla concentrazione del glucosio.
Valori di riferimento (a digiuno da almeno 8 h ma non più di 16 h):
- Sangue intero: 0,50 - 1,00 g/L (50 - 100 mg/dL)
- Plasma o Siero: 0,65 - 1,10 g/L (65 - 110 mg/dL)
NaFEMOGLOBINA GLICATA
- Il glucosio si lega in forma stabile all'emoglobina (Hb), in funzione della sua concentrazione, attraverso un processo puramente chimico e non enzimatico (GLICAZIONE), dando origine all'emoglobina glicata, di cui esistono diverse forme, la prevalente è quella indicata come HbA1c.
- La glicazione dell'Hb è una reazione irreversibile, pertanto la scomparsa dell'emoglobina glicata è legata al turnover dell'Hb stessa (e quindi degli eritrociti).
- Il valore dell'emoglobina glicata rappresenta un indice integrato dei
Valori glicemici relativi alle ultime 8-10 settimane.
EMOGLOBINA GLICATA: HbA1c
La quantità di HbA1c è determinata su emolisato con tecniche cromatografiche (HPLC) ed è espressa come % Hb totale. Il valore di riferimento è intorno al 5%.
IL DOSAGGIO DEGLI AUTOANTICORPI
La misura del titolo anticorpale può essere utilizzata nei pazienti per chiarire l'eziologia del diabete neo-diagnosticato (autoimmune vs. non-autoimmune) ed anche per differenziare tra diabete di tipo 1 e di tipo 2.
ICA: anti insule; dell'IAA: anti insulina (diagnosi insulinoma) IA-2A, IA-2 A: anti tirosina-fosfatasi
Un risultato negativo non esclude la malattia perché gli anticorpi sono presenti solo in maniera transiente, ma la presenza ha un valore diagnostico.
SINDROME PLURIMETABOLICA
I pazienti diabetici presentano frequentemente elevati livelli ematici di:
- glucosio
- trigliceridi
- fibrinogeno
- dell'PAI (inibitore attivatore del
plasminogeno)
- pressione arteriosa
- bassi livelli di colesterolo - HDL
sindrome plurimetabolica considerata ad alto rischio cardiovascolare.
PEPTIDE-C
La misura del peptide-c, che viene prodotto in quantità equimolecolari dell'insulina, ha assunto negli ultimi anni un ruolo importante in sostituzione dell'insulina.
TEST DELLA FRUTTOSAMINA
Questo test, condotto sul plasma anziché su un emolisato, si basa sulla reazione di glicazione che non è esclusiva dell'Hb, ma avviene anche a carico delle proteine plasmatiche.
Il glucosio, dopo aver reagito con i gruppi amminici per formare una base di Schiff, subisce un riarrangiamento molecolare che porta ad una chetoamina, in particolare la fruttosamina.
I residui fruttosaminici possono essere dosati con particolari reazioni colorate e i valori di riferimento sono < 285 mol/L.
Dato il più rapido turnover delle proteine
plasmatiche (rispetto Hb) lafruttosamina fornisce una valutazione del controllo glicemico nelle ultime 2-3 settimane.
GLICOSURIA
- Consiste nella presenza di glucosio nelle urine (reperto che ha quasi sempre significato patologico).
- La sua comparsa indica che è stata superata la soglia renale per il glucosio (160-180 mg/dL).
- La glicosuria è in funzione dei livelli glicemici presenti nelle ore che precedono la minzione.
- Può essere dosata al mattino a digiuno, negli intervalli fra i pasti (glicosuria frazionata) o nelle urine delle 24 ore.
- Nel controllo metabolico ottimale del diabete deve essere assente.
COMPLICANZE DEL DIABETE
ACUTE
- ipoglicemia iatrogena da eccesso di insulina o di altri farmaci ipoglicemizzanti,
- ketoacidosi
- sindrome iperglicemica-iperosmolare
CRONICHE
- (predisposizione all'arteriosclerosi) macroangiopatia diabetica
- nefropatia
- retinopatia
SINDROME IPERGLICEMICA-IPEROSMOLARE
L'aumento dell'iperglicemiaosmolarità plasmatica è dovuto (che può superare di dieci volte i valori normali). La misura osmolarità plasmatica viene effettuata tramite crioscopia oppure viene calcolata dalle concentrazioni delle sostanze che maggiormente concorrono a determinarla (Na+, K+, glucosio, urea). CHETOACIDOSI Dovuta ad un'eccessiva produzione di corpi chetonici (acetone, acetoacetato, β-OH-butirrato) che derivano dal catabolismo epatico degli acidi grassi. In laboratorio si effettua la valutazione acido-base e la determinazione dei corpi chetonici nel sangue e nelle urine. Il dosaggio β-OH-butirrico nel siero (limite superiore 290 mol/L), è considerato il test più attendibile per la sorveglianza di questa complicanza. La chetoacidosi si manifesta clinicamente con anoressia, nausea e vomito; se non trattata determina alterazioni dello stato dicoscienza fino al coma.
NEFROPATIA DIABETICA: LA MICROALBUMINURIA
- La microalbuminuria è caratteristica della nefropatia diabetica in una fase abbastanza precoce e generalmente reversibile della malattia.
- È caratterizzata da una concentrazione urinaria di albumina superiore alla norma, anche se nettamente inferiore ai valori osservabili nelle glomerulopatie franche.
- È espressa come concentrazione di massa in un campione estemporaneo (il primo della mattina). Valore soglia > 20 mg/L.