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Il comportamento dell'impresa
La discriminazione di prezzo è la capacità del monopolista di applicare prezzi diversi a consumatori diversi. In realtà, la discriminazione di prezzo viene applicata dal monopolista, per due ragioni:
- Perché variando i prezzi, il monopolista riesce a raccogliere parte di quei consumatori che altrimenti non avrebbe raccolto. Nel momento in cui vendo un bene e ne realizzo due versioni differenti, posso raccogliere due fasce differenti di consumatori che hanno esigenze o semplicemente gusti diversi.
- È evidente che a questo vantaggio del monopolista che vende una quantità maggiore di beni si lega anche un maggior surplus a favore dei consumatori che acquistano il bene che prima non potevano permettersi (magari con servizi minori, ma comunque possono acquistare quel bene che prima non potevano comprare).
Quindi, fondamentalmente, la discriminazione di prezzo ha un duplice vantaggio: da un lato, aumenta il
profitto del monopolista, ma dall'altro rende il monopolio più efficiente rispetto al monopolio puro. Applicare la discriminazione di prezzo non è una cosa banale e soprattutto non è una cosa priva di ostacoli. Tra gli ostacoli dell'applicazione della discriminazione del prezzo abbiamo: 1. Disponibilità a pagare: Io devo saper conoscere la che hanno i consumatori. Solo così posso sapere quanto far pagare il mio bene. Quindi il primo ostacolo è identificare i consumatori, quello di , cioè conoscere i consumatori sul mercato, in altre parole, ha necessità di sapere come è fatta la curva di domanda di mercato (l'insieme delle curve di domanda dei singoli individui), quindi conoscere le preferenze degli individui che partecipano alla domanda di mercato. Acquisire queste informazioni è molto complesso e soprattutto molto costoso. 2. Problema dell'arbitraggio: Il secondo ostacolo si chiama Ilmeno un prezzo personalizzato in base alle loro preferenze e capacità di pagamento. Questo tipo di discriminazione di prezzo è molto difficile da attuare nella pratica. Discriminazione di secondo grado detta anche discriminazione a blocchi: in questo caso, il monopolista offre diverse opzioni di prezzo in base a caratteristiche specifiche dei consumatori, come ad esempio l'età, il reddito o l'appartenenza a un determinato gruppo. Ad esempio, i biglietti del cinema possono essere venduti a prezzo ridotto per gli anziani o per i bambini. Discriminazione di terzo grado detta anche discriminazione di mercato: in questo caso, il monopolista suddivide il mercato in segmenti e offre prezzi diversi a ciascun segmento. Ad esempio, un'azienda potrebbe offrire prezzi diversi per i clienti nazionali e internazionali o per i clienti che acquistano grandi quantità rispetto a quelli che acquistano piccole quantità. L'obiettivo di queste strategie di discriminazione di prezzo è massimizzare i profitti del monopolista sfruttando le differenze di prezzo che i consumatori sono disposti a pagare. Tuttavia, queste strategie possono essere considerate ingiuste o anti-competitive, poiché favoriscono alcuni consumatori a discapito di altri.proprio prezzo di riserva e quindi prende tutto il benessere che c'è sul mercato. Questa tipologia di discriminazione è meramente teorica e non realistica (non è possibile conoscere tutte le preferenze dei consumatori). Però possiamo dire che questo lavoro di acquisizione delle informazioni in parte viene attuato dai siti chiedendo agli utenti l'età, il sesso, le proprie preferenze eccetera;
Discriminazione di secondo grado detta anche Menù pricing: scoprire la disponibilità a pagare dei consumatori (ad esempio alcuni ristoranti attuano una politica che potrebbe sembrare strana. Il cliente acquista il menu alla carta, quindi piatti singoli, e spende un certo prezzo, se invece compra il menù spende un altro prezzo. Questo lo fanno per scoprire la disponibilità a pagare del cliente);
Discriminazione di terzo grado detta Group pricing: la group pricing è una discriminazione che si svolge in tre punti: Raggruppare
i consumatori a seconda della disponibilità a pagare: quindi si individuano dei gruppi e si assegna ad ogni singolo gruppo la disponibilità a pagare. La scelta dei gruppi viene fatta su elementi oggettivi. Ad esempio, gli uomini hanno una disponibilità a pagare diverse da quella delle donne, oppure faccio discriminazione sull'età o ancora sulla tipologia di persone (studenti e non studenti). Evitare gli arbitraggi tra gruppi. utilizzare dei gruppi facilmente riconoscibili aiuta ad evitare l'arbitraggio. All'interno del gruppo il prezzo deve essere uguale (linear pricing): fisso prezzi diversi per gruppi differenti, però all'interno del gruppo il prezzo deve essere lo stesso (non esiste un bambino che paga di più o di meno di un altro bambino, non esiste uno studente che paga di più o di meno di un altro studente e così via). Se queste tre regole vengono applicate in maniera rigida la discriminazione diInteresserò se fisserò un prezzo più alto ad un determinato prodotto rispetto ad un consumatore più povero). Prezzi più alti a chi ha.
Detto ciò, è ora abbastanza intuitivo che fisserò un'elasticità più bassa e prezzi più bassi a chi ha un'elasticità più alta. Vediamo ora come si attua la discriminazione di prezzo di terzo grado:
P e P
Abbiamo due mercati 1 2=P A-B Q- 1 1=P A-B Q- 2 2
Per capire qual è il vantaggio che deriva dalla discriminazione di prezzo basti pensare a cosa accadrebbe se il monopolista fosse monopolista puro. Se il monopolista fosse monopolista puro, cioè che non discrimina il prezzo, egli non distinguerebbe mai i mercati sopraindicati, per cui per lui e non sa che c'è un mercato forte o un mercato debole. Quindi il monopolista puro applica un prezzo uguale per tutti su quel mercato senza andare a distinguere il mercato uno e il mercato due.
Quindi la situazione sarà (quella del monopolista puro):p mp C'R' D qmq m
La realtà è che questo prezzo per alcuni è più basso della disponibilità a( )ppagare che hanno e invece per altri sarà più alto. Quindi in realtà c'è un mercato in cui potrei alzare i prezzi (mercato forte) e un mercato in cui dovrei abbassare i prezzi (mercato debole). Ma essendo monopolista puro io questa cosa non la so e non la faccio poiché non ho effettuato la prima fase, ovvero quella d'identificazione del campione. Quindi applico questo prezzo unico e perdo questo vantaggio di alzare i prezzi da una parte, anche se vendo ad una quantità minore, e abbassare i prezzi su un altro mercato, vendendo una quantità maggiore. Se io riuscissi a identificare i mercati, in entrambi quest'ultimi andrei a massimizzare i profitti, quindi farei: ' ' m=C- (massimizzando ottengo il profitto del)monopolista nel mercatoR → π1 1uno)' m=C- (massimizzando ottengo il profitto del monopolista nelR ' → π2 2mercato due)N.B. è chiaro che il costo marginale è identico per entrambi i mercati in quanto il benevenduto è il medesimo (anche se nella realtà molto spesso chi paga di più ha un beneleggermente differenziato)Quindi il profitto del monopolista sarebbe:m m+π π1 2E se ho correttamente discriminato il mercato, questo profitto, sarà maggiore delprofitto del monopolista puro:m m m+ >π π π1 2Così facendo, non solo il monopolista ottiene dei profitti più elevati, ma in realtà hareso il mercato di monopolio più efficiente, perché ci sarà un mercato forte in cui, èvero ci sarà un prezzo più alto ma dall’altra parte ci sarà un mercato più debole in cuiegli abbasserà il prezzo permettendo ai consumatori di acquistare
Un bene che prima non potevano permettersi. Quindi, con la discriminazione di prezzo, non solo il monopolista sarà più contento perché fa dei profitti più alti ma lo sarà anche il consumatore che prima non poteva acquistare il bene in questione (magari non esattamente uguale a quello che lo paga di più ma certamente avrà il suo bene).
Applicazione numerica dell'impianto teorico che abbiamo appena descritto (sul quaderno)
DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO
Nella realtà, la discriminazione di prezzo che abbiamo appena visto ha un difetto. Immaginare che nella realtà i prodotti venduti siano perfettamente uguali è sicuramente limitativo. Infatti, un economista di nome Phelps introduce all'interno della discriminazione di terzo grado, la differenziazione del prodotto. Banalmente differenziare il prodotto significa che i prodotti venduti non sono esattamente uguali, c'è uno che ha magari delle qualità che
l'identità del consumatore che è disposto a pagare di più per un prodotto differenziato. Inoltre, differenziando il prodotto si evita anche il problema dell'arbitraggio, cioè la possibilità che i consumatori acquistino il prodotto a prezzi più bassi da altri mercati e lo rivendano a prezzi più alti nel proprio mercato. Secondo Phelps, la differenziazione del prodotto è quindi una strategia vincente per eliminare questi problemi e massimizzare i profitti.