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Calcolo dell’ammortamento in relazione a presunti risultati lordi d’esercizio
•
Qualora si proceda a cambiamenti che possono riguardare sia i criteri seguiti nei processi di
ammortamento oppure i coefficienti applicati occorre darne adeguata e completa informazione
nella NI.
La normativa sancisce inoltre l’obbligo di compiere una svalutazione del bene immobilizzato,
attraverso la quale si vogliono rilevare i deprezzamenti del bene immobilizzato legati a fatti di
natura “eccezionale”, almeno rispetto al processo di ammortamento, che abbiano prodotto dei
riflessi negativi sul valore del bene. La svalutazione deve quindi assumere un carattere, oltre che
duraturo, eccezionale: infatti, qualora si ritenga la natura “non eccezionale”, la svalutazione
potrebbe essere considerata nell’ambito della revisione dei piano d’ammortamento che gli
amministratori, correttamente, dovrebbero compiere nel momento in cui le condizioni interne o
esterne dell’impresa lo giustifichino.
Immobilizzazioni immateriali: vengono divise dal legislatore in due grandi categorie, la prima
comprende beni che seppur caratterizzati dall’elemento dell’immaterialità sono suscettibili di
autonomo scambio; la seconda riguarda beni che non sono suscettibili di autonomo scambio sul
mercato.
PRIMA CATEGORIA: Diritti di brevetto, Diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno,
Concessioni, Licenze, Marchi e Diritti simili
A questa categoria si applicano le norme previste per le immobilizzazioni materiali per ciò
o che concerne il criterio principale di valutazione al costo, o di acquisto o di produzione, il
processo d’ammortamento e le possibili svalutazioni
Per ciò che riguarda brevetti e marchi, il costo sarà formato da tutte le spese riferibili
o direttamente alla creazione dell’invenzione, del modello, del disegno e del marchio
brevettati
Per l’ammortamento vi è una differenza con quello delle imm. materiali: infatti pur dovendo
o l’ammortamento tendere alla reintegrazione del capitale investito nelle immobilizzazioni
immateriali, in questo caso non vi sono problemi di rinnovamento e sostituzioni (nessun
fondo dedicato) 12
SECONDA CATEGORIA: Costi di impianto e di ampliamento, Costi di ricerca e sviluppo, Costi di
pubblicità, Avviamento
L’iscrizione all’attivo patrimoniale di questi “beni immateriali” può avvenire esclusivamente
o con il consenso del Collegio sindacale, dopo che naturalmente è stata accertata e verificata
la loro utilità pluriennale. La capitalizzazione va compiuta, quindi, solo qualora si verifichi la
sussistenza di una correlazione rispetto alle produzioni dei futuri esercizi
Spese di impianto e ampliamento
Offrono all’economia dell’impresa una corrente di servizi aventi durata pluriennale, in
• quanto consentono alla stessa di esistere e di svolgere regolarmente la propria
attività. Sono oneri che estendono la loro utilità all’intera vita aziendale
Spese di ricerca e sviluppo
Le spese di ricerca sono inerenti all’attività di originale investigazione allo scopo di
• ottenere nuove conoscenze scientifiche e tecniche. Le spese di sviluppo riguardano,
invece, la traduzione dei ritrovati di una ricerca o di altra conoscenza in un
programma o disegno per la produzione di materiali, nuovi, prodotti, processi sistemi
Da o servizi
ammortizzare
in un periodo Se i costi sono stati anticipati, rispetto ai possibili risultati futuri ad essi conseguenti,
•
non superiore si procede alla loro capitalizzazione solo nel caso in cui sia consentito ritenere che
ai cinque anni verranno effettivamente raggiunti tali risultati, altrimenti si compie l’intero addebito
al CE nell’anno di sostenimento o in quello in cui si riterrà che questi non siano più
recuperabili tramite uj flusso sufficiente di ricavi
Spese di pubblicità
Considerata la durata del ciclo di vita dei prodotti sempre più ristretta, queste spese
• vanno generalmente incluse fra i costi di periodo, con l’intero addebito nel CE
nell’anno del loro sostenimento. Tuttavia, ciò non esclude che le spese di pubblicità
producano effetti positivi anche negli anni successivi: è quindi consentito procedere
alla loro capitalizzazione ed alla loro iscrizione fra le poste attive del patrimonio
I costi di pubblicità possono essere considerati valori comuni a più esercizi quando:
• Si acquisiscono mezzi pubblicitari che hanno durata superiore
o ad un periodo amministrativo
Si sostengono costi per una pubblicità istituzionale destinata
o ad avere effetti favorevoli nel tempo
Si effettua il lancio di u nuovo prodotto destinato a durare
o alcuni anni, o di una gamma di questi
Spese di avviamento
L’iscrizione dell’avviamento fra le poste dell’attivo patrimoniale richiede due
• condizioni: la prima concerne l’acquisizione a titolo oneroso; la seconda riguarda il
limite massimo per il suo apprezzamento, che viene fissato nel costo sostenuto
Immobilizzazioni finanziarie e partecipazioni in imprese controllate e collegate: per tutte le voci
facenti parte di questa categoria, il criterio generale da seguire per la valutazione è costituito dal
costo d’acquisto. Costo che dev’essere svalutato qualora si sia di fronte da una perdita di valore,
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legata sostanzialmente ad un effettivo deterioramento dello stato di solvibilità dell’’emittente o
alla diminuita capacità di rimborso sa parte dei debitori o del Paese di residenza di quest’ultimi. È
possibile inoltre che le immobilizzazioni finanziarie subiscano una diminuzione di valore a seguito
di un andamento sfavorevole di mercato.
Per le vige l’obbligo di compiere una diminuzione del valore iscritto in
partecipazioni
bilancio quando le perdite subite siano durature, perché ciò risulti da elementi aventi da
un certo grafo di attendibilità. Le svalutazioni non possono mantenersi in bilancio quando
vengono meno i motivi che le hanno originate, per cui necessita ripristinare il valore
originario d’acquisto. vanno iscritti sulla base del costo originario di acquisto,
Titoli ed altri valori mobiliari
mentre la svalutazione sarà ammessa soltanto di fronte ad una situazione caratterizzata
da una perdita duratura di valore. Ciò può verificarsi:
Per i titoli quotati in presenza di un significativo ribasso nel listino che ha espresso
un carattere di persistenza temporale e in assenza di elementi che lascino
fondatamente ritenere probabile una inversione di tendenza
Per i titoli non quotati di fronte ad un deterioramento delle condizioni economico-
patrimoniali della società emittente con connessi rischi di illiquidità o di insolvenza
della stessa
Per i anche se rientranti nell’attivo immobilizzato, vige il criterio valutato del
crediti,
presumibile valore di realizzo. Il problema dell’attualizzazione di crediti nasce in presenza
di: Crediti verso clienti per forniture regolate con dilazioni di pagamento superiori a
quelle normali
Finanziamenti concessi, di solito a società partecipate, a titolo gratuito o cin
interessi a assi inferiori a quelli correnti
Crediti, originati da forniture o da finanziamenti, scaduti o sistemati con lunghe
dilazioni di pagamento, senza interessi o con interessi a tassi inferiori a quelli
correnti
In tali circostanze, si ritiene opportuna l’attualizzazione, in quanto è possibile sia
accreditare, tramite l’utilizzo di risconti passivi, gli interessi impliciti nel rispetto del
principio generale della competenza, sia anticipare delle perdite per futuro mancato
incasso del credito in rispetto al principio generale della prudenza.
Per le si applica la disciplina generale dell’iscrizione al costo storico di
azioni proprie
acquisto e della svalutazione per perdite duratore di valore
Norme specifiche valgono per Per
le partecipazioni in imprese collegate e controllate.
quanto concerne la loro valutazione si deve ribadire che anche per queste attività viene
fatto riferimento al costo originario di acquisto a cui vanno aggiunti gli oneri accessori
(costi di intermediazione, diritti di opzione ecc.). La valutazione al costo può divergere,
positivamente o negativamente, da un apprezzamento compiuto secondo il metodo del
1 oppure sulla base della frazione di patrimonio netto risultante
patrimonio netto
1 Secondo il metodo del patrimonio netto, il costo originario della partecipazione viene modificato per recepire le rettifiche proprie di
tale metodologia ed in particolare per tener conto delle quote degli utili e delle perdite della partecipata, realizzati con terzi, nei
periodi successivi all’acquisizione della partecipazione; ciò a prescindere dal fatto che tali utili vengano o meno distribuiti e che le
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dall’ultimo bilancio dell’impresa partecipata. Nell’ipotesi di differenza positiva (costo di
acquisto>fraz. patrimonio netto posseduto), occorre fornire una debita motivazione nella
NI, senza tuttavia procedere ad una esplicita evidenziazione di tale differenza nell’attivo
patrimoniale; tale obbligo si ispira la principio della prudenza. Qualora non si sia in grado
di fornire adeguate giustificazioni circa la genesi della differenza positiva, si ritiene
obbligatoria una svalutazione del costo di acquisto. Non vi sono riferimenti per l’ipotesi
inversa (costo di acquisto<fraz. patrimonio netto posseduto). Il costo deve essere
obbligatoriamente svalutato in presenza di perdite durature di valore. Per stabilire
l’importo della svalutazione occorre dapprima allinearsi con il patrimonio netto della
partecipata e quindi procedere ad iscrivere un importo ulteriormente ridotto.
Crediti: il legislatore, dettando il criterio valutativo dei crediti, non compie alcuna distinzione tra
quelli rientranti nelle poste dell’attivo circolante e quelli appartenenti alle attività immobilizzate,
né una separazione in base alla loro natura o al fatto che essi siano assistiti o meno da garanzie,
stabilendo per tutte le differenti tipologie che l’iscrizione fra gli elementi attivi dello SP deve
avvenire al valore di “presumibile realizzo”, concetto però di difficile determinazione. Il D. Lgs. N.
87/92 fissa alcuni punti che consentono di giungere alla stima dell’entità della svalutazione: in
primo luogo si deve tener conti delle tendenze di mercato; quindi, occorre valutare la solvibilità
dei clienti; ancora necessita far riferimento alla situazione di difficoltà nel sevizio del debito da
parte dei Paesi di residenza dei debitori; infine si devono analizzare gli eventuali andamenti
economici negativi riguardanti categorie omogenee di crediti. È però più efficace procedere per
fasi successive, dapprima su