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Correlati neurobiologici e comportamenti automatici

Onians: correlati neurobiologici inducono comportamenti che sostanzialmente divengono automatici. L'architettura inserita nell'ambiente non è una modificazione del naturale bensì conferma del mio assetto neurobiologico. Emerge l'indifferenza alle controprove possibili. Sono presenti dati stabili ai quali ci confermiamo. La ricerca scientifica non procedete così, dato che tiene conto delle varie controparti possibili. Dalla simmetria dei volti emerge la corrispondenza artistica ed il piacere per i volti simmetrici.

Teoria della carenza e l'adattamento all'ambiente

Teoria della carenza: l'uomo ha bisogno di coprirsi altrimenti morirebbe. Laddove non ci sia freddo l'uomo non sentirà l'esigenza di coprirsi. L'accordo che l'uomo cerca con l'ambiente non è necessariamente positivo negativo. Il comfort non è sempre stato elemento che indirizzasse le nostre scelte cognitive.

Onians: l'arte come riproduzione delle strutture neurobiologiche

Onians: l'arte come riproduzione delle strutture neurobiologiche. La produzione

artistica è conato del funzionamento neurobiologico quindi abiti umani sono la garanzia dei miei effettivi comportamenti. (L'Arno è dritto dunque gli edifici fiorentini sono verticali). Indifferenza alla controprova poiché c'è l'idea della completa dipendenza da meccanismi neurobiologici dati e stabili. Ciò è antiscientifico. L'uomo è animale fragile e quei peli non lo farebbero sopravvivere, dove non c'è freddo non ci si coprirà. La teoria della carenza è rinvigorita dal fatto che i comportamenti dell'uomo siano determinati neuroanatomici. Nella storia del costume l'artefatto domina e adombra il corpo. L'idea che l'uomo sia governato da istinti dà la possibilità di seguire i propri istinti nella realtà quindi adattandola a sé crolla. Pensiamo alla guida dell'auto, l'artefatto è principale rispetto alla capacità fisica dell'uomo.

L'idea di natura si modifica a partire da costituzioni artefattuali. Attualizziamo parlando di aborto, incubazione, eutanasia per comprendere le modifiche della condizione naturale a partire dalla capacità tecniche dell'uomo. Nella teoria della carenza vacilla l'accordo dell'uomo con l'ambiente che non è necessariamente positivo oppure determinato poiché altrimenti io farei le cose oggi per accordare il mondo per come sono. Mi preparo a ciò che sono attraverso il vestiario. L'ipotesi che vacilla, corpi troppo vestiti nel momento in cui i confort non era principio ineliminabile. Questo sapere è possibile di autopoiesi. Noi ci costruiamo attraverso comportamenti alte fattiche non sempre sono ragionevoli. 11/11/2019 La scorsa volta abbiamo fatto riferimento alla lettera di Kant e all'accordo tra comprensione dell'uomo e la natura. La natura non si presenta semplicemente come oggetto da conoscere, ma in modo inedito, come.

un correlato. La natura conoscenda, da conoscere, e l'attività teorica dell'uomo si con-costituiscono. Potenza e delicatezza di questo passaggio kantiano del 1792, non solo precedente ma archeologicamente precedente alle riflessioni che rendono per noi oggi ragionevole pensare in termini di con-costituzione. È un'intuizione potente, irriducibile a idealismo o realismo, empirismo e soggettivismo. Kant insiste infatti sulla processualità della conoscenza, sul fatto che la conoscenza come processo è connaturata a una dimensione di speculazione, non solo di calcolo e argomentazione. Una vera e propria attività speculativa che a sua volta è ineliminabilmente connessa a quello che abbiamo chiamato scenario. Per noi che parliamo di scenario è proficuo questo passo kantiano, ci mostra qualcosa oltre la contingenza, talvolta gli studiosi raffinano concetti autorevoli ma che sono contingenti. È importante riconoscere quando un

Il concetto dipende da motivazioni squisitamente teoriche o dal dibattito accademico del momento.
Del passaggio di Kant va ben compreso l'accento che pone sulla nozione di soggettività: dobbiamo ammettere nondimeno delle leggi ma solo conformemente a ciò che è di soggettivo.
La volta scorsa abbiamo parlato del bisogno in termini di cultura. Oggi mi fermo sulla natura soggettiva di questo bisogno. Non dovete mai intendere il termine soggettivo come personale, nel senso di relativo a, di interesse di qualcuno. Semmai è il contrario, quando in filosofia si parla di soggettività si parla di ciò che lega ciascuno a un'idea comune di soggettività. Il soggettivo non è personale, è il personale ad essere soggettivo. Esclusa la variabilità dei casi, esclusa ogni dimensione psicologica (più difficile è escludere ogni dimensione passionale), escludiamo dimensione dell'interesse individuale e

dimensione caratteriale. Noi non ci muoviamo nell'ambito psicologico e sociologico, la questione dei caratteri sono invadenti nell'ambito dell'estetica e della neuro estetica. Per chi ha formazione neuro-scientifica la differenza tra soggettivo e personale non è così netta. La soggettività è quell'agente che ha al contempo un carattere formale, quindi universale e che però si trova in azione in condizioni storicamente date. Con mille accortezze non mi pare improprio capire il modo in cui Kant parla di soggettività alla luce della questione dell'embodiment di oggi. Quando si dice che soggettività kantiana non è ideale né empirica, né tutta sull'oggetto né sul soggetto, ma elemento formale trascendentale che però si dà concretamente, non è una cosa astratta. Kant è spesso studiato come formalista, ma in prima persona prende impegno con i fatti, con la

storia (saggi sul terremoto di Lisbona). La nozione di soggettività è da maneggiare con cura. Soprattutto se pensate all'atteggiamento di Onians > principio di immediatezza. La rilevanza di un esempio come il suo vale ancora di più per quanto ci riguarda: pensa che l'immediatezza vale anche per sé, dal momento che partecipa del mondo naturale e dell'attività cognitiva propria della specie umana. La sua giustificazione della propria attenzione alla natura sensibile, corporea, embodied dei manufatti artistici. Onians è nato nel 1942 in Inghilterra, ricorda che nel '60 è stato pubblicato L'amante di Lady Chatterley, che parla di sesso e adolescenza. Inoltre, nel '61 scoppia lo scandalo Profumo: un ministro inglese che si intratteneva con una prostituta. Anche questo ha indotto il giovane adolescente a riconoscere l'importanza delle pulsioni precognitive, preriflessive, pre-culturali: conta il corpo oltre all'anima.

Lo scrive lui. La banalità di questa posizione è di grande interesse, deve essere per voi una sorta di segnale di allarme. La perdita teorica, metodologica, l'impoverimento dell'oggetto culturale quando si fraintende natura neurobiologica, sensibile dei nostri comportamenti con la reattività contingente dei nostri comportamenti è enorme. Riconoscere che la nostra più astratta attività teorica è embodied, che dipende in qualche misura dalle strutture neurobiologiche non significa che questo legittima la semplificazione della questione. Sarebbe come dire che l'attacco di nervi legittima l'omicidio. Radicare nel corpo e nei processi neurobiologici l'innesco dei nostri comportamenti teorici è corretto e necessario ma non è la risposta, bensì l'inizio della domanda. Avere compreso in modo indubitabile che ci sono condizioni neurobiologiche, corporee dirimenti per l'innesco e proseguo.dell'attività intellettuale e artefattuale dell'uomo, complica la questione. Ci sono stati molti equivoci che hanno fatto perdere tempo: introdurre la questione neurobiologica fa chiudere questioni di duemila anni, ma non è così! La distinzione tra bios e zhoè, vita naturale e vita educata, è complessa da tracciare, ma non assente. Gli studi che mettono insieme scienze e scienze umane riqualificano la domanda sulla natura della soggettività, non la banalizzano né la chiudono. È importante ulteriore accortezza metodologica. Molte volte qual è la risposta dell'umanista? Niente di nuovo sotto il sole, in fondo era da molto che si ragionava sul radicamento corporeo dell'attività cognitiva, non è che la neuro-estetica nasce nel '94. Pensate a Darwin e all'uso che lui fa dell'immagine. Darwin non crede all'immagine come specchio naturale della realtà, le sue

Sono immagini artefatte, tagliate, elaborate. Pensate al lavoro di Duchenne sull'induzione delle emozioni - foto di un uomo con pinze elettriche sulla faccia, attraverso induzione elettrica contrazione dei muscoli facciali che noi usiamo quando esprimiamo le emozioni. Si apre un tema enorme. Le questioni sono:

  1. Cos'è l'espressione? La manifestazione esterna di uno stato interno? Prevede di essere vista da altri? Ha valenza comunicativa? O è semplice esteriorizzazione di uno stato interno e perché dovremmo esteriorizzare se non per mostrarlo ad altri?
  2. Qual è l'autonomia dell'espressione? Possiamo decidere di esprimere stati d'animo indipendentemente dal fatto di provarli?
  3. Prima l'espressione o l'emozione? Siamo felici perché ridiamo direbbe James. Ci sono prove per entrambe le posizioni. La pedagogia attoriale ha perseguito tanto l'una quanto l'altra posizione.
  4. Quanto deve corrispondere

L'espressione all'emozione che le viene associata? Ci sono espressioni volontarie e involontarie. Sorriso autentico > effettivo stato d'animo, sorriso degli occhi vs sorriso di circostanza coi muscoli della bocca. Ma questa distinzione corrisponde a un pregiudizio autentico: un sorriso di circostanza perché non dovrebbe essere autentico? Magari io voglio comunque interagire positivamente con gli altri anche se sono afflitta da una grande tristezza. Dove si pone l'autenticità dell'emozione? Le emozioni motivate da ragioni sociali non sono autentiche? Scegliere che la mia passione interiore ha l'etichetta di autentico è una scelta, su cui ragionare. Questo prescindendo dalla dimensione culturale dell'educazione culturale all'espressione: esiste variabilità dell'espressione del dolore. Le prefiche sono in Sicilia, non in Danimarca, ma non è che si soffre più o meno, meglio o peggio.

Quanto la posso provocare? Vedi Duchenne. Delle immagini di Duchenne c'è una storia per la quale progressivamente vengono tolti gli strumenti, si riproduce solo il volto, ma non lo strumento per stimolare elettricamente.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
51 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rossanaglm di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Cappelletto Chiara.