Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MISURE COSTRUTTIVE
Tipo di attività livelli di sicurezza biologica applicazione combinata di misure di protezione di vario grado
BLS 1
Laboratorio di base : sicurezza 1 (applicabile a laboratori didattici in cui si manipolino
microrganismi di classe 1):
Agenti che non comportano rischi per il personale e la comunità.
‐ Utilizzo di sistemi meccanici di pipettamento;
‐ Lavaggio delle mani;
‐ Limitato accesso durante il lavoro;
‐ Non mangiare, bere o fumare;
‐ Evitare formazione di aerosol;
‐ Decontaminare le superfici almeno 1volta al giorno;
‐ Decontaminare i rifiuti;
‐ Attuare programmi di controllo di insetti e roditori.
BLS 2
: (applicabile ai laboratori clinici, diagnostici e di ricerca in cui si manipolino microrganismi di
classe 2):
Agenti a moderato rischio per il personale e la comunità.
Ha le stesse precauzioni del BLS 1 e in più:
‐ Arredi e finiture facili da pulire;
‐ Cappa biologica di sicurezza per qualsiasi manipolazione che comporti rischio di aerosol
BLS 3
: (applicabile ai laboratori in cui si manipolino microrganismi di classe 3).
Agenti ad elevato rischio per il personale e basso rischio per la comunità.
Ha le stesse precauzioni del BLS 2 e in più:
‐ Sistema di ventilazione per creare pressione negativa rispetto alle aree circostanti.
BLS 4
: (applicabile ai laboratori in cui si manipolino microrganismi di classe 4).
Agenti ad elevato rischio per il personale e la comunità.
‐ Unità funzionale completamente isolata;
‐ Pressione negativa rispetto alle aree circostanti;
‐ Aria filtrata (HEPA) in uscita prima e in entrata;
‐ Sistema di trattamento autonomo di sterilizzazione per tutti i liquidi di scarico (con acqua delle
docce) prima dello scarico finale;
‐ Cappe di biosicurezza di classe III o, in alternativa, di classe II (tute ventilate a pressione negativa).
5. VACCINAZIONI
La vaccinazione è un provvedimento di prevenzione primaria per le malattie infettive (ruolo
decisivo nell’eliminazione di alcune di esse, come vaiolo, poliomielite, difterite, tetano ed un ruolo
ausiliario per altre, come colera, febbre, tifoide, tubercolosi).
Specificamente, è un’immunoprofilassi attiva effettuata con la somministrazione di un preparato
immunogeno (= soluzione con l’agente estraneo o i suoi antigeni), capace di provocare una risposta
immunitaria contro uno specifico agente eziologico senza riprodurre il quadro patologico ad esso
correlato.
Deve essere intesa come un:
‐ Provvedimento individuale= perché comunque viene somministrata ad un singolo individuo, ma
anche come
‐ Provvedimento di massa effetto estensivo: se più individui si vaccinano
Selettività nella somministrazione legata alla
professione; classe di età; attività sportiva; abitudini
della vita
lo scopo ultimo delle vaccinazioni, oltre alla protezione universale o a quella di un gruppo a rischio, è la
protezione universale contro un determinato agente eziologico o la sua totale eradicazione, come è
successo per il vaiolo e parzialmente per la poliomielite.
“Nessun vaccino è perfettamente sicuro o efficace” Wilson GS., 1967
“Dopo l’acqua potabile, i vaccini sono il più potente strumento di prevenzione delle malattie infettive”
Peter G., 1992
“probabilmente i vaccini sono il più efficace degli interventi in campo sanitario mai inventati
dall’uomo” B.Ward, 2000
La prima vaccinazione fu effettuata nel 1776 da Edward Jenner contro il vaiolo, malattia all’epoca molto
diffusa in Inghilterra e con tassi di mortalità e letalità altissimi.
Fattori influenti sulla percezione del rischio vaccinale
Per decidere se è indicato o meno assumere un vaccino, è necessario confrontare sia tutte le carattestiche
della malattia (frequenza dei casi; gravità; durata; complicazioni e decessi), sia la frequenza degli eventi
avversi e la loro gravità nel caso di vaccinazione (approfondire così uno studio del rapporto tra benefici e
rischi).
In realtà, l’adesione ad una vaccinazione contro una determinata malattia non è sempre proporzionale alla
gravità e alla frequenza della malattia stessa, ma è per lo più determinata dalla coscienza individuale.
Fattori individuali influenti sulla risposta vaccinale
Inerenti alla vaccinazione:
‐ Tipo di antigene= microrganismo ucciso; microrganismo attenuato; anatossine; componenti
microbiche( naturali, DNA ricombinante, polipeptidi sintetici);
‐ Adiuvanti= fosfato e idrossido di alluminio; associazione con altri antigeni e componenti strutturali;
liposomi; polimeri a rilascio controllato;
‐ Somministrazione= dose; numero di dosi; intervalli fra le dosi; vaccini associati o combinati.
Inerenti l’individuo
‐ Età= maturazione del sistema immunitario; presenza di anticorpi materni;
‐ Caratteristiche immunitari
‐ Deficit immunitari
‐ Alimentazione
‐ Patologia concomitanti
VACCINI
I vaccini sono preparati costituiti da microrganismi, modificati in modo tale che la loro introduzione in un
organismo provochi la comparsa di immunità (produzione di anticorpi specifici) senza che insorga la
malattia, tossine e costituenti microbici.
Esistono tre classi di vaccini, distinte in base alla natura del patogeno:
‐ Antibatterici: anti‐meningococco
‐ Antivirali: anti‐influenza
‐ Antitossici: anti‐tetano
Ulteriore classificazione è fatta in base al contenuto del vaccino:
Vaccini di prima generazione= se al suo interno sono presenti microrganismi uccisi, inattivi;
l’inattivazione è ottenuta mediante agenti fisici o chimici che non alterano l’integrità antigenica del
microrganismo (radiazioni, mai il calore!).
SVANTAGGI=Essendo microrganismi non al pieno delle forze, sarà necessario somministrare col
vaccino un’elevata carica antigenica che, però, conferirà una minore durata della protezione;
ad eccezione dei vaccini di natura polisaccaridica, i vaccini iniettati richiedono somministrazioni
multiple per indurre una risposta efficace;
La somministrazione è parentale; alto costo; necessitano di adiuvanti; non labili al calore;
occasionali dolori al braccio come effetti collaterali; assente revisione allo stato virulento.
Per microrganismi vivi attenuati , invece, essendo vivi, sono in grado di replicarsi in vivo
determinando un incremento della carica antigenica, stimolando il sistema immunitario dell’ospite
e, quindi, conferendo protezione per lungo periodo di tempo con una solo somministrazione.
SVANTAGGI=sono controindicati in casi di immunodeficienze primitive e secondarie, neoplasie
generalizzate.
La somministrazione è orale; basso costo; non necessitato di adiuvanti; labili al calore; lievi ed
occasionali sintomi come effetti collaterali; rara revisione allo stato virulento.
Vaccini di nuova o “seconda generazione”= preparati con l’impiego di proteine “carrier” o con
tecniche di ingegneria genetica e del Dna ricombinante e comprendono:
‐ Vaccini con anatossine modificati geneticamente (vaccino anti‐pertosse: Il gene che codifica per la
per‐tosse viene mutato e reinserito nel batterio e fa sì che il batterio mutato produca una tossina
modificata che ha perso la tossicità, ma conserva le proprietà antigeniche; vaccino anti‐difterite: la
tossina difterica è un polipeptide di 535 a.a ed è costituita da due sub‐unità (A e B) dove A è la
componente tossica, che viene mutata sostituendo la glicina in posizione 52 con l’acido
glutammico, perdendo la sua tossicità, ed il gene reinserito nel batterio. La tossina ricombinante
viene chiamata CRM197 (Cross Reacting Material).
‐ Vaccini coniugati come quelli da pneumococco, meningococco o antifluenza e sono basati su
antigeni polisaccaridi della capsula; non sono immunogeni e devono essere associata ad una
molecola carrier che è costituita dall’anatossina difterica CRM197 o dall’anatossina tetanica.
‐ Vaccini peptidici o sintetici se si è in grado di identificare nella struttura completa di una proteina
gli epitopi o determinanti antigenici di interesse immunologico si può riprodurre la sequenza
amminoacida tramite sintesi chimica e realizzare un peptide identico a quello patogeno; questi
peptidi, per essere immunogeni, devono essere coniugati con una molecola carrier.
‐ Vaccini a subunità come il vaccino anti‐epatite B. una volta identifica la proteina (= subunità) di
interesse immunologico di un determinato patogeno, è possibile isolarne il gene ed inserirlo in un
plasmide ricombinante, il quale agisce da vettore per l’inserzione, a sua volta, nella cellula.
‐ Vaccini genetici o a DNA nudo il gene di interesse (batterico o virale) viene introdotto (clonato) in
un plasmide batterico, che si amplifica nelle cellule procariotiche e il DNA ricombinante viene
purificato in apposite colonne cromatografiche di affinità. Si ottengono così tante copie di quel
gene che possono essere inserite all’interno del vaccino.
‐ Vaccini con vettori vivi ricombinanti (batterici o virali) ottenuti a partire da microrganismi vivi
attenuati che vengono utilizzati come vettori trasportanti geni codificanti per antigeni. Uno dei
microrganismi‐vettore più usato è Vaccina virus.
ADIUVANTI
Sono agenti che stimolano il sistema immunitario, aumentando e potenziando la risposta umorale e cellulo‐
mediata verso il vaccino, attraverso tre meccanismi:
1. Effetto deposito= consiste nella graduale e continua liberazione dell’antigene nel sito della
vaccinazione, permettendo una protezione a lunga durata e la possibilità di sviluppo completo di
più anticorpi specifici per quel determinato antigene;
2. Mitogenicità= che consiste nell’irritazione locale, simulando l’effetto infiammatorio dovuto
all’infezione e nel facilitare l’incontro dell’antigene con le cellule APC, con conseguente fagocitosi e
attivazione non specifica dei linfociti;
3. Modulazione e aumento= del tipo di risposta immunitaria indotta dall’antigene.
Esempi di adiuvanti: fosfato ed idrossido di alluminio( formano dei fiocchetti con l’antigene, i quali ne
aumentano la possibilità di riconoscimento da parte degli anticorpi); liposomi( vescicole di membrane
fosfolipidiche che contengono gli antigeni sulla superficie interna ed esterna e ne facilitano il
riconoscimento); costituenti strutturali microbici( lipide A, muramilpeptide, subunità B della tossina
colerica); polimeri a rilascio controllato e citochine.
SOMMINISTRAZIONE
Per la somministrazione dei vaccini è necessario tener conto:
‐ della dose;
‐ del numero di dosi;
‐ della distanza tra una dose e l’altra (se la somministrazione avvien