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CREARE UN'ESPERIENZA EMOZIONALE CORRETTIVA
"Ri-esporre la persona, a circostanze più favorevoli, a situazioni emotive che non riesce a gestire o che credeva di non riuscire a gestire" Alexander and French (1946) hanno sottolineato che "l'intuizione intellettuale da sola è insufficiente", la maggior parte degli individui richiede di provare qualcosa per credere. È analoga alla tecnica del piede nella porta, cioè iniziare facendo poco. Se inizio a vedere quella persona in modo diverso, comincio a credere che sia una persona diversa. Evento casualmente pianificato: in classe posso pianificare esperienze dirompenti che poi vanno a cambiare la percezione dell'alunno e la nostra. Si innesca l'effetto farfalla. Un'esperienza apparentemente insignificante da sola continua a produrre effetti e a cambiare tutta la situazione.
PAURA E DOLORE
PAURA, comportamento evitante
DOLORE, comportamento alterante, si estranea dalla
realtà.Generalmente non esternalizzano entrambi, ma si chiudono in sé. Chi ha dolore si isola, chi ha paura evita.E’ importante discriminarli per un intervento adatto. Come insegnanti dobbiamo saper osservare.La persona prova dolore quando c’è stato qualcosa che è accaduto; la paura invece è per qualcosa che ioimmagino. Poi devo lavorare per cercare di annullare quell’ipotesi.
LA PAURAE’ presente sin dalla preistoria, sia nell’uomo che egli animali, e li ha aiutati a evitare l’estinzione. Laprovano tutti gli organismi. Lo stimolo ci fa valutare il pericolo, poi c’è una reazione che può essere appresao istintiva oppure che potrebbe risultare dalla combinazione di queste due modalità.Provare paura è sano con minacce reali. Le reazioni possono diventare pericolose se messe in atto anchecon pericoli innocui, quando lo stimolo non c’è. La paura diventa fobia, se occupa molto
i nostri pensieri, questa fobia è un'ossessione. Gli ossessivi puri hanno un pensiero ridondante. In genere come risposta alle ossessioni si possono creare dei comportamenti che sedano quella sensazione di paura. Se ripetuti nel tempo diventano rituali, si parla di ossessione compulsiva. Diventa disturbo ossessivo compulsivo. La persona è costretta a fare questi rituali perché se non li fa non sta bene. È opportuno assecondare in un primo momento per poi usare stratagemmi per contrastarlo. Quella paura è più forte della mia ragione, è l'irrazionale che vince sul razionale. Il nostro organismo, reagendo come se ci fosse un pericolo anche quando non c'è, non si rende più conto di ciò che è, è oggetto di paura, è una paura costruita. Quando disimpariamo a discriminare, le nostre reazioni naturali si alterano. Quando abbiamo paura produciamo noradrenalina, questo ormone va astimolare certe aree e si lega ai recettori. Quando si incastra bene, c'è lareazione alla paura, riesco a agire e tollerarla meglio. La noradrenalina mi fa reagire alla situazione. Se viene prodotto ogni qualvolta abbiamo paura, il nostro organismo si abitua a produrre quel neurotrasmettitore e lui perde quella funzione. Si creano delle assuefazione, dei meccanismi che con la ripetizione diventano naturali e influenzano i nostri comportamenti.
Per poter intervenire dobbiamo imparare a discriminare la sensazione che sta dominando in quel momento.
Le diagnosi si vanno coi manuali diagnostici. I più diffusi sono DCM e ICF.
L'ansia in età evolutiva influenza i disturbi d'ansia in età adulta. La paura rientra tra i disturbi d'ansia che possono manifestarsi in varie forme: generalizzata, di panico, fobia sociale, indotto da sostanza, da altre situazioni mediche, altri disturbi (DSM).
Si deve tener conto di ciò che abbiamo qui e ora. Alcune
Le paure sono normali nello sviluppo. Ad esempio, la paura dell'estraneo. Ai 4-5 anni potrebbe esserci la paura dei mostri, del buio, di essere abbandonati. Non dobbiamo spaventarci se un bambino è spaventato, dobbiamo agire in modo rilassato per comunicare al bambino che non c'è nulla da temere. Altrimenti comunichiamo che la sua paura è fondata e fa bene ad avere ansia. Ciò può causare malfunzionamenti corporei e sociali. Può anche creare difficoltà di apprendimento che possono diventare un altro problema. È probabile che, temendo, faccia meno attenzione a ciò che gli diciamo in classe. Alti livelli di ansia hanno come conseguenza un basso profitto scolastico. La paura può manifestarsi in varie forme:
- Esperienze d'Ansia Patologica (preoccupazione, paura di fronte a situazioni diverse e/o nuove esperienze);
- Sintomi psicosomatici (dolori addominali, diarrea, vomito, mal di testa, sudorazione,
vergogna o paura del giudizio. La persona si blocca.
fobici/evitanti: paura persistente irrazionale di oggetti/situazione. Si evita ciò che si teme. Es paura del bullo quindi non vado a scuola.
agorafobia, più frequente in adolescenza. Paura di stare soli in luoghi pubblici in cui non si vedono vie di fuga.
fobia sociale: si presenta sotto forma di paura irrazionale. Paura del giudizio, quando bisogna fare qualcosa. Nella tarda infanzia o adolescenza.
difficoltà ossessivo compulsiva: presenza di pensieri ridondanti, ossessivi che persistono nonostante la consapevolezza della loro irragionevolezza. Di solito accompagnati da azioni ritualizzate e finalizzate al controllo.
tic: sono noti anche come contrazioni o spasmi abitudinari ed involontari. Sono movimenti di muscoli o di gruppi di muscoli involontari ed improvvisi, non sotto il controllo volontario e senza un'apparente scopo evidente. Tic motori: contorsioni del viso, "occhi lampeggianti", scatti del capo,
scrollio delle spalle, smorfie. Possono essere accompagnati da suoni (vocali, gutturali, labbiali). Insorgono tra i 4 e i 5 anni di età.
le balbuzie: è l'interruzione ripetuta del flusso del discorso: ripetizione, prolungamento o blocco dei suoni. Nel discorso dei bambini e degli adolescenti ci sono spesso esitazioni e irregolarità nel ritmo del discorso. La gravità delle balbuzie varia dalla ripetizione occasionale del discorso, delle parole, al grave blocco del discorso che interferisce seriamente con la comunicazione. Le balbuzie possono avvenire in certe situazioni o possono essere generalizzate.
Mutismo elettivo/selettivo: è una condizione in cui il bambino, anche se in grado di parlare, si rifiuta di farlo in determinate situazioni, mentre parla liberamente in altre: principalmente in casa, quando è in compagnia di familiari o altre figure familiari. Influenza la socializzazione scolastica e l'apprendimento.
Rifiuto Scolastico:
frequente e persistente incapacità di frequentare la scuola per motivi sconosciuti e ritenuti illegittimi dai regolamenti della scuola (Cooper, 2006). L'assenteista evita intenzionalmente di andare a scuola, spesso ciò è correlato al basso rendimento, scarsa motivazione, mancanza d'interesse, ecc. Il rifiuto scolastico, riconosciuto anche come fobia scolare, è associato ad ansia e ad un senso di impotenza. Sembra si abbia paura di andare a scuola.
Dubbio: alcune domande si insinuano e si stabilizzano nella mente come un virus, conducendo ad uno stato di angoscia costante con picchi di ansia elevata. Il soggetto cerca trovare la risposta alla domanda che lo assilla e trovata una risposta, subito nella sua mente contrapposte argomentazioni che si inseguono e si scontrano incessantemente.
LEZIONE 5
INTERVENTI PER LE DIFFICOLTA BASATE SULLA PAURA
Gli adulti dovrebbero permettergli di compiere gli errori così può crescere, struttura delle
capacità, credendo più in sé stesso e scoprendo parti di sé prima ignote. Prova anche più rispetto per l'adulto che gli ha permesso di fare delle cose che di solito fanno i grandi. Il primo intervento consiste proprio nel blocco dell'aiuto. Spesso il bambino preso dalla paura è concentrato sul pensiero che lo spaventa e per cercare di portarlo al di là della paura, se lo facessimo direttamente sarebbe impossibile perché è difficile che riesca ad andare verso l'oggetto della paura. Bisogna attuare lo spostamento d'attenzione, fargli fare ciò che teme senza che se ne renda conto. Un'altra tecnica è la peggior fantasia. La logica causa effetto ci fa pensare che se ho paura di qualcosa devo discostarmi da quello, questo è vero se la paura è oggettiva. La peggior fantasia significa pensare a cosa ci spaventa di più, ad esempio che ci vada male l'interrogazione.questo modo la nostra mente pensa che quello che io immagino come peggio forse non è poi così tanto brutto quindi c'è un'avversione a quella paura e mi potrei spingere per avvicinarmi a ciò che mi spaventa. L'insegnante potrebbe creare un momento in cui possa parlare delle sue paure o potrebbe essere l'insegnante, dai 3 ai 5 anni, che potrebbe raccontare storie in modo che insieme il bambino si mostri che questi fantasmi possono essere toccati e così la paura svanirebbe. La mappa dei limiti: gradualmente l'insegnante potrebbe chiedere al bambino di avvicinarsi al luogo che ritiene pericoloso evitando di andare oltre il punto in cui sente più paura. La volta dopo si chiede di procedere e probabilmente il bambino dopo riesce a fare sempre un passo in più, fino ad arrivare nel luogo in cui sorge la paura. Si può applicare anche quando il bambino non vuole lasciare i genitori a scuola. Si può chiedere algenitore di stare in classe con noi, il giorno dopo diuscire un attimo per andare in bagno o mettersi in un posto diverso. Se si chiede al genitore unfavore per farlo allontanare, si usa lo