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VEICOLI DI INFEZIONE:
1) Inanimati: veicoli ambientali.
- Acqua/aria.
- Suolo.
- Effetti d’uso.
- Alimenti: a seconda della loro composizione possono interferire con le
componenti microbiche. Gli alimenti si dividono in 3 categorie.
Alimenti ricchi di sostanze nutritive.
• Alimenti indifferenti: non hanno particolare valore nutrizionale in cui il
• microrganismo sopravvive, ma non ha la possibilità di moltiplicarsi.
Alimenti ostacolanti: grazie alla loro composizione ostacolano l’azione dei
• microrganismi.
2) Animati:
- Passivi o facoltativi: esempio della mosca che è attratta dalla feci contaminate di
un animale e successivamente è contaminato da un alimento e quindi va a
contaminare l’alimento e successivamente l’uomo che lo mangia. E’ facoltativo
perchè non è detto che l’uomo o l’alimento vengano contaminati.
- Attivi o obbligatori: il ciclo biologico dell’agente eziologico della malattia si
completa tra l’uomo ed un veicolo che è un artropode. Partecipano attivamente al
ciclo biologico dell’agente eziologico.
PROPAGAZIONE DELLE INFEZIONI VIE DI INGRESSO E DI ELIMINAZIONE
DEGLI AGENTI DI INFEZIONE
1) Vie di ingresso:
- Cutanea.
- Digerente.
- Respiratoria.
- Urinaria.
- Genitale.
- Congiuntivale.
- Placentare: la trasmissione verticale può avvenire solo da madre a feto e non al
contrario.
2) Vie di eliminazione:
- Cutanea.
- Rettale.
- Orale/nasale.
- Urinaria.
- Genitale.
- Congiuntivale
DESTINO DEI PATOGENI NELL’AMBIENTE: la resistenza dei microrganismi
patogeni nell’ambiente è molto varia. C’è una resistenza intrinseca nelle
caratteristiche dei microrganismi e nell’ambiente il microrganismo trova delle
condizioni che possono essere favorevoli o sfavorevoli:
Temperatura: fattore sfavorevole.
• Raggi solari (fattore sfavorevole): esercitano sulla superficie un’azione di
• contrasto nei confronti dei microrganismi.
Umidità (fattore favorevole): permette una maggiore moltiplicazione dei batteri.
• Concorrenza vitale: presenza contemporanea di più microrganismi.
•
MODALITA’ CON CUI SI PRESENTANO LE MALATTIE INFETTIVE NELLA
COLLETTIVITA’:
1) Sporadicità: se una malattia è sporadica, si presenta irregolarmente e
imprevedibilmente nello spazio e nel tempo, spesso con bassa frequenza.
2) Endemia: forma morbosa costantemente presente in una popolazione o in una
certa area geografica. Se la prevalenza della malattia è bassa, si tratta di una
malattia ipoendemica, se la prevalenza è alta, la malattia è iperendemica.
3) Epidemia: malattia che colpisce un numero di individui significativamente
superiore a quanto ci si sarebbe atteso in quella zona e in quel periodo.
4) Pandemia: quando un’epidemia è geograficamente molto estesa interessando
intere Nazioni o continenti.
PROFILASSI GENERALE DELLE MALATTIE INFETTIVE: comprende tutte le
misure di prevenzione primaria atte ad evitare che gli individui si ammalino di
malattie infettive.
Fonte -> veicolo -> uomo sano
1) Profilassi diretta: le misure sono volte alla fonte d’infezione.
2) Profilassi specifica: agisce sull’uomo sano cercando di aumentare le difese.
3) Profilassi indiretta: le misure sono volte al veicolo d’infezione (ambiente).
- Razionale smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi.
- Approvvigionamento idrico con acque potabili.
- Controllo sugli alimenti della produzione alla vendita.
- Costruzione razionale delle abitazioni e degli ambienti di lavoro.
- Educazione sanitaria.
PROFILASSI DIRETTA DELLE MALATTIE INFETTIVE:
1) Notifica o denuncia: regolamentata dal DM 15.12.1990 che prevede:
- Il medico curante deve segnalare al dipartimento di prevenzione dell’azienda
sanitaria competente tutti i casi di malattia infettiva utilizzando dei moduli appositi
predisposti dalla regione.
- Il dipartimento di prevenzione attiva un’inchiesta epidemiologica e notifica su
appositi moduli il caso di malattia infettiva, avviando un flusso informativo di
notifica del caso agli organi sanitari regionali e statali.
- Le malattie infettive sono distinte in 5 classi in rapporto al tipo ed alla rapidità del
flusso informativo da seguire.
2) Misure contumaciali:
- Isolamento del malato con durata che varia a seconda della durata
dell’eliminazione degli agenti eziologici (in ospedale per infettivi, domiciliare
fiduciario, domiciliare coercitivo).
3) Sorveglianza sanitaria: rappresentata dalle misure di sorveglianza e trattamento
dei contatti.
4) Inchiesta epidemiologica: quando si verifica un caso di malattia rara e grave o un
episodio epidemico, l’autorità sanitaria ha il compito di raccogliere tutti i dati utili a
comprendere quando, come, dove l’infezione si è trasmessa. Ciò è utile per
prevenire l’ulteriore propagazione dell’infezione.
Es:
- Epidemia di salmonellosi/colera/botulismo: occorre identificare il cibo
responsabile o ristorante.
- Tetano, malaria, rabbia: occorre individuare la modalità con cui è stata contratta
(morso di animale, ferita, viaggio all’estero, malattia).
- Primi casi di influenza in periodo pre-epidemico: occorre isolare prontamente il
virus per poterlo utilizzare nell’allestimento del vaccino.
5) Accertamento di laboratorio:
• Metodi diretti sul materiale patologico:
- Esame microscopico.
- Esame colturale seguito da tipizzazione e prove di sensibilità ai farmaci.
- Immunologico.
• Metodi indiretti:
- Rilevamento di un movimento anticorporale specifico attraverso la ricerca di
anticorpi nel siero del paziente (reazioni sierologiche).
6) Disinfestazione e disinfezione.
DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONE:
Sterilizzazione: uso di procedure capaci di eliminare tutte le forme di microrganismi
viventi (spore comprese) ed altri agenti biologici da un substrato.
Sterilizzazione dei dispositivi medici: livello di sicurezza di sterilità = 6 probabilità
inferiore a 1 su 1 milione di trovare un microrganismo sopravvivente all’interno di un
lotto di sterilizzazione.
Disinfezione: intervento in grado di eliminare tutte le forme patogene ed il maggior
numero possibile di microrganismi presenti su un substrato (non le spore).
ANTISEPSI: misure destinate ad eliminare i microrganismi presenti sui tessuti
viventi, cute e mucose tramite l’uso di composti chimici detti antisettici che possono
essere gli stessi utilizzati per la disinfezione. Agli antisettici si richiedono, rispetto ai
disinfettanti, maggiore innocuità e assenza di dolore e irritazione dei tessuti ai quali
si applicano.
ASEPSI: misure capaci di impedire l’apporto di microrganismi su un substrato.
CLASSIFICAZIONE MATERIALI UTILIZZATI NELLA PRATICA SANITARIA IN
RAPPORTO AL RISCHIO EFFETTIVO:
1) Critici o ad alto rischio:
- Tipo di contatto: con tessuti profondi.
- Tipo di trattamento: sterilizzazione con mezzi fisici e chimici.
2) Semicritici o rischio medio:
- Tipo di contatto: con mucose.
- Tipo di trattamento: disinfezione (alta/media attività).
3) Non critici o basso rischio:
- Tipo di contatto: con cute integra nessun contatto.
- Tipo di trattamento: pulizia disinfezione (bassa attività).
TIPI DI DISINFEZIONE:
1) Continua: si attua al letto del malato e si effettua su tutti i materiali biologici del
pz e su tutti gli oggetti da questi utilizzati.
2) Terminale: si effettua nell’ambiente in cui ha soggiornato un malato, affetto da
malattia infettiva contagiosa causata da un microrganismo particolarmente
resistente agli agenti esterni dopo il suo allontanamento.
3) Periodica: si effettua ad intervalli regolari di tempo. Trattamento di locali dove si
possono accumulare microrganismi patogeni (sale d’attesa, ospedali, locali
pubblici). Raggiunge tutte le parti dell’ambiente fisse (pareti, movimenti) e mobili
(arredi, apparecchiature).
4) Occasionale: si attua in occasione di particolari eventi (es: in una scuola dopo un
caso di malattia contagiosa).
FINALITA’ DELLA DISINFEZIONE:
1) Misura di profilassi diretta:
- Disinfezione continua: effettuata in modo sistematico su tutti i materiali biologici
del paziente e su tutti gli oggetti da questi contaminati.
- Disinfezione terminale dell’ambiente in cui ha soggiornato il malato.
2) Misura di profilassi indiretta:
- Disinfezione continua degli ambienti a rischio come acqua di piscina, potabile,
alimenti.
- Disinfezione periodica/occasionale di ambienti (ospedali, scuole, caserme,
ambenti di lavoro).
FATTORI CHE CONDIZIONANO L’ATTIVITA’ DISINFETTANTE:
1) Microrganismi: possono variare in base al numero, condizioni di vita e al grado di
resistenza (alta, media, bassa). I microrganismi più resistenti sono le spore e le
cisti, mentre quelli meno resistenti sono i batteri gram + e -. Medio resistenti sono i
virus e i miceti.
2) Disinfettante: varia in base alla formulazione, al tempo di contatto e allo spettro
di attività. I livelli di attività del disinfettante possono essere: alto, medio, basso
livello. Sopra all’alto livello abbiamo la sterilizzazione.
3) Ambiente: natura della superficie, pH, temperatura e sostanze interferenti.
Lo sporco riduce l’efficacia della disinfezione in 2 modi:
- Direttamente inattivando il disinfettante.
- Indirettamente impedendo il contatto tra disinfettante e microrganismi. I
microrganismi in sospensione sono in genere più facilmente aggredibili di quelli
essiccati su superficie, perciò è utile una detersione preliminare per ridurre
qualsiasi tipologia di contaminazione microbica.
REQUISITI PER UN PROCESSO DI STERILIZZAZIONE:
- Metodo sicuro ed efficace, ma non dannoso per i materiali da sterilizzare (anche
dopo cicli ripetuti).
- I cicli devono essere brevi.
- La penetrazione dell’agente sterilizzante nelle confezioni deve essere ottimale.
- I residui devono essere tutti rimovibili con la semplice aerazione.
- Il monitoraggio del processo deve essere felice ed accurato.
- La strumentazione deve essere di facile manutenzione.
MEZZI DI STERILIZZAZIONE:
1) Fisici:
- Calore.
- Radiazioni ionizzanti.
- Microonde.
- Raggi UV.
2) Chimici:
- Ossido di etilene.
- Aldeide formica.
- Gas plasma.
- Aldeide glutarica.
- Acido paracetico.
- Perossido di idrogeno.
STERILIZZAZIONE CON IL CALORE: l’effetto letale indotto dal calore consiste
nella denaturazione delle proteine enzimatiche per ossidazione (calore secco) o
coagulazione (calore umido).
1) Calore secco: esposizione diretta alla fiamma (incenerimento o flambaggio) o
aria calda.
- Incenerimento (bendaggi, carcasse di animali