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Le acque profonde

Le acque profonde possono essere quelle di vena idrica silicea, cioè quelle che corrono in rocce silicee le cui fessurazioni sono estremamente piccole e in cui la progressione dell'acqua è molto lenta: per questo l'acqua ha notevoli requisiti di purezza dal punto di vista chimico e microbiologico e la portata costante non è notevole.

Le vene idriche carsiche, invece, sono quelle in cui le acque scorrono in rocce di tipo calcareo le cui fratturazioni spesso sono molto grossolane e solubili. L'acqua si arricchisce di sali calcarei e scorre erodendo la roccia con velocità molto maggiore rispetto alle vene silicee. Le caratteristiche igieniche sono una maggiore possibilità di inquinamento e la portata idrica può essere notevole. Le acque di vena sono le acque più nobili.

Altre acque profonde sono quelle di falda che si raccolgono nei terreni sciolti (non nella roccia), dove l'acqua meteorica, cadendo su strati permeabili,

percola fino a raggiungere uno strato impermeabile costituendo le falde idriche. La prima delle falde che sono sovrapposte (andando in profondità) è la falda freatica, mentre quelle sottostanti sono le falde profonde. Nelle acque di falda freatica si possono avere dei problemi igienici se la falda freatica è troppo superficiale. L'acqua subisce una filtrazione naturale verso il terreno insufficiente. Ci può essere un possibile inquinamento diretto nei pozzineri mal costruiti, tipo lo smaltimento delle acque reflue nelle campagne, con conseguente sversamento nella falda freatica. Ci furono dei casi dell'utilizzo dell'acqua di falda in pianura padana. L'acqua attinta in questo modo possedeva alti livelli di sostanze chimiche che derivavano dall'uso di pesticidi durante l'attività agricola nei terreni agricoli circostanti. Le falde profonde che si trovano sotto la falda freatica costituiscono la fonte di approvvigionamento.

idrico migliore dal punto di vista igienico perché hanno subito un maggior grado di filtrazione e sono più pure. Rimangono più protette nei confronti di possibili inquinamenti essendo comprese tra due tratti di suolo. L'Italia è il Paese della Comunità Economica Europea che fa maggior ricorso all'acqua profonda come tipo di risorsa idrica ad uso potabile. La produzione di acqua potabile è garantita per l'85% del totale e a nord punta al 90%. Nonostante ciò potrebbe molto migliorare l'efficienza della distribuzione dell'acqua perché in alcune regioni c'è una rete idrica vecchia che dall'acquedotto porta l'acqua alle case, che andrebbe ristrutturata perché questo causa una grossissima dispersione di acqua che rende l'erogazione finale alle case scarsamente efficace. Una percentuale non trascurabile intorno al 10% è rappresentata dalla captazione di laghi e bacini.

minore è quella dei corsi d'acqua. L'acqua di vena per essere captata necessita di un sistema di raccolta e captazione protetto chiuso da strutture di muratura. L'inquinamento delle acque può essere di natura chimica o biologica. Suolo, aria e acqua sono interconnessi tra loro. L'inquinamento dell'aria può derivare da: fumi industriali o radioattivi, evaporazione di sostanze tossiche volatili, piogge di fallout. L'inquinamento del suolo è causato da: rilascio accidentale, uso di fertilizzanti e pesticidi. Le acque superficiali sono inquinate a causa del rilascio accidentale di sostanze chimiche, e degli scarichi civili non controllati e industriali. L'inquinamento del sottosuolo è dovuto alle discariche e agli scarichi industriali che poi arrivano alle falde acquifere profonde. I settori che in Italia incidono maggiormente sulla qualità dell'acqua sono i settori appartenenti all'agricoltura.all'allevamento di bestiame, all'industria, alla produzione di energia e al turismo. I liquami domestici e industriali possono raggiungere le acque superficiali. Il grado di inquinamento dipende dal tipo e dalla composizione dei liquami (sia organica che chimica), dal rapporto tra il volume degli scarichi e dalla portata dei corpi idrici recipienti e dal tipo e dalla natura dei trattamenti a cui eventualmente gli scarichi sono sottoposti. Anche gli smaltimenti illeciti possono raggiungere direttamente le acque profonde, in quanto soprattutto l'interramento dei rifiuti determina delle ingiurie a livello ambientale e di salute pubblica notevoli. In alcuni casi, nei luoghi dove si sono verificati degli illeciti, si è registrato un aumento dei casi di tumori a causa del consumo di acqua contaminata da sostanze tossiche. Un'altra causa di inquinamento può scaturire a livello delle tubature e raccordi dell'acquedotto realizzati con materiali impropri alla.

Qualità delle acque distribuite. Il piombo è un materiale che oggi è vietato in quanto a lungo andare va a formare delle forme di intossicazione dette saturnismo. Il rischio sanitario legato a questo metallo è una solubilizzazione in ambiente acido. Il ferro zincato è un altro materiale che può solubilizzare in acque acidule un suo componente, il cadmio. Ha un'attività di tossicologicamente attiva. Collegato all'uso di tubature non più idonee è l'uso di componenti in metallo che possono dare fenomeni di corrosione e quindi di fessurazione, favorendo l'ingresso di contaminanti; può derivare da un effetto idrodinamico (effetto Venturi) o per variazioni di pressione. Tra le sostanze tossiche troviamo i metalli pesanti (di origine artigianale e industriale), gli insetticidi (di origine agricola), i solventi alogenati (di origine industriale), i PCB e PCT, ossia sostanze chimiche (di origine industriale).

Queste sostanze possono causare un rischio di natura tossicologica e oncogena. Infatti, molte di queste vengono abbattute attraverso i vari trattamenti che l'acqua subisce prima di essere resa disponibile.

Per molte sostanze esistono dei limiti tossicologici che non devono essere superati. I limiti di legge che vigono nella nostra normativa sono conformi a quelli europei, ma sono normalmente ancora più stringenti.

Sono di tipo prudenziale e suscettibili a revisione costante che si verifica in relazione a un possibile update delle evidenze scientifiche: qualora fossero evidenziati effetti sanitari o situazioni di rischio, la normativa italiana si aggiorna.

Singole sostanze presenti nell'ambiente anche a concentrazioni innocue possono combinare gli effetti in maniera sinergica influendo sulla salute degli ecosistemi e delle persone. La contaminazione dell'acqua e del suolo determinata da metalli pesanti, prodotti chimici industriali, farmaci destinati all'uso umano.

e animale, erbicidi e insetticidi, fino ad arrivare alle creme per la cura del corpo e le creme solari rappresentano un problema ambientale emergente. I PBT sono sostanze definite per le loro caratteristiche persistenti bioaccumulabili e tossiche. Queste, una volta immesse nell'ambiente acquoso, possono persistere anche per molti decenni rappresentando quindi un rischio significativo e duraturo nel tempo, anche nel caso queste siano state eliminate nei cicli di produzione o se ne siano state ridotte le immissioni nell'ambiente. Nei report tecnici del centro di ricerca della Commissione Europea è riportato come nel mondo ci siano oltre 131 milioni sostanze chimiche registrate. Solo 387.150 di esse sono regolate nei mercati internazionali. Il parlamento europeo ha stilato anche l'elenco di controllo (watch list) delle sostanze emergenti da sottoporre a monitoraggio da parte degli stati membri, in quanto era necessario individuare le sostanze emergenti da inserire.

Uniformare le metodologie di analisi per comparare i risultati. Tra le sostanze che vengono considerate emergenti ci sono tre molecole usate a scopo terapeutico: il diclofenac e due ormoni, uno sintetico e uno naturale (estradiolo). Il diclofenac è un antinfiammatorio non steroideo, mentre i due ormoni vengono usati in diverse terapie e sono bioattivi a concentrazioni basse, agendo attraverso un meccanismo di distruzione endocrina: questo significa che sono disruttori, ossia una volta entrati a contatto con l'organismo, determinano a livello del metabolismo delle alterazioni che possono essere reversibili o irreversibili, se l'esposizione a queste sostanze permane nel tempo.

Anche gli antibiotici fanno parte della watch list delle sostanze emergenti. Negli ultimi decenni, la produzione e il consumo di antibiotici nell'UE sono rapidamente aumentati, seppur con differenze significative tra i vari paesi. È stato dimostrato che entro il 2030, l'incremento

Il consumo globale di antibiotici per usi zootecnici potrebbe arrivare fino al 67% di quello attuale. In conseguenza di questo uso massiccio, significative quantità di antibiotici sono sistematicamente scaricate nell'ambiente attraverso rifiuti sanitari, acque reflue industriali, reflui domestici e zootecnici e frequentemente rilevati nelle acque di falde e nelle acque destinate al consumo umano. Sebbene i trend di consumo di farmaci veterinari siano in riduzione, in Italia sono utilizzate 1.070 tonnellate all'anno di antibiotici ad uso veterinario, pari al 16% dei consumi complessivi in UE. Sono concentrati nelle regioni a tradizionale allevamento intensivo del nord Italia, come il bacino padano che è l'area di maggior utilizzo di antibiotici a livello europeo. Tra tutte le classi di antibiotici quelli che si trovano più spesso nelle acque reflue e di conseguenza nelle acque potabili, sono le macrolidi, in particolare la claritromicina e la spiramicina.

Sono la terza classe di antibiotici più consumati dopo la penicillina e i fluorochinoloni. I convenzionali impianti di depurazione, principalmente basati su processi a fanghi attivi non consentono di rimuovere, se non parzialmente, questa tipologia di inquinanti, diventando a loro volta hot-spot di rilascio nei corpi idrici ricettori. Un efficiente processo di biodegradazione degli antibiotici, richiede che i microrganismi si adattino acquisendo caratteristiche di resistenza. Le microplastiche sono particelle di plastica con dimensione inferiore ai 5 mm comunemente classificate in due tipologie, utili a individuare la fonte da cui provengono: - Primarie: sono prodotte come tali, si tratta ad esempio dei pellets da preproduzione industriale o le microsfere utilizzate nella cosmesi. - Secondarie: provengono dalla disgregazione dei rifiuti di maggiori dimensioni a causa dell'abrasione e principalmente della fotodegradazione. Raggiungono l'ambiente attraverso le acque di.scarico domestiche e industriali, il dilavamento, il deflusso superficiale e le deposizioni atmosferiche. Le microplastiche sono inquinanti complessi, fatte da materiali che possono variare in composizione chimica, forma, struttura e dimensione. Possono contenere alcune delle sostanze che contribuiscono all'inquinamento ambientale.
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Publisher
A.A. 2020-2021
59 pagine
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SSD Scienze mediche MED/42 Igiene generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ale0708 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Igiene generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Cristina Maria Luisa.