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STUDI CASO-CONTROLLO (LONGITUDINALI RETROSPETTIVI)
Si considerano due gruppi appartenenti alla stessa popolazione: i CASI, con malattia (M+) e i CONTROLLI,
senza malattia (M-).
Si parte da CASI e CONTROLLI e si valuta retrospettivamente la probabilità di esposizione al fattore di
rischio. Se: Esposizione M+ > Esposizione M- sarà l’esposizione al fattore di rischio ad aver determinato la
malattia.
Come misurare l’associazione tra fattore di rischio e malattia? Confronto tra probabilità di esposizione
nel gruppo dei casi (malati) con
probabilità di esposizione nel gruppo dei
→
controlli (sani) ODDS RATIO
L’Odds ratio (OR) o rapporto crociato, rappresenta una stima di RR. Pag. 21 a 71
/
OR = =
/
3/2
+
Nell’esempio: = = 6
1/4
−
Il risultato deve essere interpretato allo stesso modo di RR:
→
OR > 1 PRESENZA DI ASSOCIAZIONE > PROBABILITA’ DI ESPOSIZIONE NEI MALATI rispetto AI SANI. Il
fattore è un fattore di malattia.
→
OR = 1 ASSENZA DI ASSOCIAZIONE
→
OR < 1 ASSOCIAZIONE INVERSA < PROBABILITA’ DI ESPOSIZIONE NEI MALATI rispetto AI SANI. Il fattore
è un fattore protettivo VANTAGGI LIMITI
• misura diretta dell’incidenza
• possibilità di valutare effetti • costo
multipli di un unico fattore di • tempi lunghi
STUDI A COORTE rischio • inadeguatezza allo studio di
• possibilità di studiare fattori patologie rare
di rischio rari
• costo • maggiore intervento di bias
• possibilità di valutare fattori • inadeguatezza allo studio di
di rischio multipli per un’unica
STUDI CASO-CONTROLLO fattori di rischio rari
patologia • forniscono solo la stima del
• possibilità di studiare patologie rischio nella popolazione
rare
RICAPITOLANDO, le misure di rischio sono diverse: →
Rischio Assoluto (RAss) = (incidenza negli esposti) = Iexp (esposti) quanti sono gli ammalati tra
- i soggetti esposti ad un fattore di rischio?
Rischio Relativo (RR) = incidenza negli esposti / incidenza nei non esposti
- Odds ratio (OR) = odds di esposizione nei casi / odds di esposizione nei controlli
- →
RR/OR quale è la probabilità di ammalarsi se si è esposti ad un fattore di rischio?
→
Esempio: epatotossicità studio condotto su soggetti infetti con virus dell’epatite B e carcinoma
epatocellulare: è stato ipotizzato che il virus causi il / è una delle cause del carcinoma. 22707 soggetti
maschi e si è suddivisa questa coorte in esposti e non esposti: 3454 erano HBV infetti mentre 19253 HBV
erano NON infetti. Questi soggetti sono poi stati seguiti nel tempo e si è andata a vedere l’incidenza di
malattia di cancro in entrambi i gruppi: 152 dei 3454 infetti hanno sviluppato il tumore mentre dei non
152/3454 44/1000
→ →
infetti solo 9 hanno sviluppato il tumore HCC RR = = = 93.6 Il virus è una causa
9/19253 0.47/1000
necessaria ma non sufficiente. Pag. 22 a 71
→
EPIDEMIOLOGIA SPERIMENTALE epidemiologia di intervento
Intervento diretto da parte dello sperimentatore:
✓ Lo sperimentatore manipola le condizioni dello studio per rispondere ad un quesito specifico.
Metodologia degli studi sperimentali:
✓ Studi assimilabili agli studi di COORTE
✓ L’investigatore decide come collocare l’esposizione
✓ La modifica dell’incidenza di malattia/morte a seguito della modifica di un determinante è una
delle migliori dimostrazioni dell’esistenza di una vera associazione.
TIPOLOGIA OUTCOME (risultato finale)
→ Su soggetti sani (o in fase →
preclinica) riduzione (azzeramento)
TRIAL PREVENTIVI → dell’incidenza di malattia
Per valutare una procedura /
un trattamento di prevenzione → guarigione
→ Su pazienti affetti da una → miglioramento sintomi
patologia
TRIAL TERAPEUTICI malattia (riduzione sintomi)
→ Per valutare una procedura / → prevenzione ricadute
un trattamento terapeutico → riduzione della letalità
Espresse come incidenze,
Problematiche degli studi sperimentali: relative a ciascun outcome
✓ Definire e risolvere eventuali problemi etici (approvazione comitato etico)
✓ Non devono essere mai utilizzati trattamenti dannosi («primum non nocere»)
✓ Potenzialità di scelta da parte dei pazienti di eventuali alternative terapeutiche o di interruzione
→
del trattamento (consenso informato tutti i dettagli dello studio devono essere chiaramente
descritti in modo che la partecipazione sia consapevole; i pazienti non devono avere alcuna
preclusione a trattamenti medici alternativi; i pazienti possono uscire dal trial in qualsiasi
momento; i pazienti devono essere informati sui risultati dello studio).
✓ Costi elevati
Disegno di uno studio sperimentale: Si seleziona una popolazione che
potrebbe beneficiare dell’intervento
Pag. 23 a 71
È lo sperimentatore che decide chi trattare e chi no. Ma in base a cosa lo fa?
✓ mediante randomizzazione (anche a blocchi) ovvero casualmente
✓ necessaria per evitare il confondimento (da variabili anche ignote)
✓ in cieco, doppio cieco o triplo cieco
✓ popolazioni in studio comparabili fra loro, eccetto che per il trattamento
SINGOLO CIECO DOPPIO CIECO TRIPLO CIECO
SOGGETTO Non conosce Non conosce Non conosce
OSSERVATORE Conosce Non conosce Non conosce
ANALISTA DATI Conosce Conosce Non conosce
Perché la cecità sia effettiva, il trattamento «placebo» deve apparire identico a quello sperimentale in
modo tale che non ci siano influenze soggettive.
Esempio di trial: sopravvivenza dopo mastectomia radicale e intervento conservativo in donne con
carcinoma mammario nello studio di Veronesi CASO-
DESCRITTIVO PREVALENZA COORTE SPERIMENTALE
CONTROLLO
Manipolazione No No No No Sì
esposizione
Dimostrazione
associazioni Nulla Scarsa Forte Fortissima Massima
causali
Dimensione Sì No Sì Sì Sì
temporale
Direzione Retrospettiva Contemporanea Retrospettiva Prospettica Prospettica
osservazione
Calcolo Sì No No Sì Sì
incidenza Pag. 24 a 71
Dopo l’epidemiologia, altro pilastro su cui si fonda l’igiene è la PREVENZIONE.
PRINCIPI DI PREVENZIONE: Il livello di salute delle singole persone e della collettività può essere più o
meno elevato, ma in ogni caso può essere migliorato. Il fine ideale a cui tende l’igiene è che «ogni individuo
nasca sano e mantenga il proprio stato di salute al più alto livello fino al naturale compimento della vita».
La Prevenzione delle malattie è un insieme di interventi finalizzati al raggiungimento e mantenimento
dello stato di salute. I metodi di prevenzione devono partire dalla conoscenza della storia naturale delle
malattie: cause, fattori di rischio, tempi di latenza, ecc. Comprende interventi di promozione e di
protezione della salute.
La Prevenzione ha lo scopo di impedire l’insorgenza e la progressione delle malattie tramite interventi
sulla popolazione
- sull’ambiente di vita e di lavoro
-
Solo una parte della prevenzione si basa su interventi medico-sanitari (MEDICINA PREVENTIVA). La
prevenzione si avvale anche di altre discipline, tra cui: ingegneria (riduzione incidenti stradali, riduzione
fonti inquinamento, smaltimento rifiuti e liquami), sociologia (prevenzione disagio, lotta alle droghe e
all’alcol), psicologia (lotta alla depressione ecc.), tecnologia veterinaria e agroalimentare (produzione di
alimenti adeguati).
Gli elementi in gioco nella prevenzione sono: conoscere la
causa della malattia, conoscere il decorso della malattia e
conoscere l’impatto della malattia.
A seconda degli obiettivi e dei metodi di intervento ci sono 3 livelli di Prevenzione, tre livelli di precocità
ed efficacia decrescente:
PREVENZIONE PRIMARIA: ridurre la comparsa di nuovi casi di malattia nella popolazione.
- PREVENZIONE SECONDARIA: ridurre la progressione della malattia.
- PREVENZIONE TERZIARIA: ridurre la gravità e le complicanze di malattie che non possono essere
- guarite. Pag. 25 a 71
PREVENZIONE PRIMARIA
DESTINATARI: soggetti SANI
SCOPO: impedire che il soggetto si
ammali, annullando o riducendo il
rischio di malattia
TEMPO: prima che si instauri lo stato di malattia
STRUMENTI:
inattivazione e/o rimozione del fattore di malattia
- risanamento e protezione ambientale
- aumento delle difese individuali e adozione di uno stile di vita favorevole al mantenimento dello
- stato di salute
RISULTATI: →
Causa nota ed eliminabile azzeramento Incidenza
- → →
Causa non nota o non eliminabile eliminazione fattori di rischio diminuzione Incidenza
-
PREVENZIONE SECONDARIA
DESTINATARI: soggetti MALATI (ignoti)
SCOPO: individuare gli stati patologici in
fase preclinica in modo da modificarne il
decorso e impedirne la progressione o la
diffusione
TEMPO: malattia preclinica
STRUMENTI: diagnosi precoce (screening) in fase preclinica
RISULTATI:
riduzione Mortalità
- riduzione Prevalenza (o aumento)
- →
(no riduzione Incidenza non si rimuovono le cause di malattia)
PREVENZIONE TERZIARIA
DESTINATARI: soggetti MALATI
(conclamati)
SCOPO: riduzione rischio complicanze ed esiti invalidanti
- riadattamento fisico e psicologico
- miglioramento qualità della vita
- reinserimento sociale
- Pag. 26 a 71
TEMPO: dopo l’esito della malattia
STRUMENTI:
riabilitazione psico-motoria
- trattamento terapeutico
- interventi preventivi delle complicanze
-
RISULTATI:
aumento sopravvivenza e stato “salute”
- miglioramento prognosi
- prevenzione invalidità permanente
- riduzione Mortalità, aumento Prevalenza
-
EFFETTI DEGLI INTERVENTI PREVENTIVI SULLA POPOLAZIONE
Gli interventi di prevenzione primaria agiscono chiudendo la “valvola dell’Incidenza”: in questo modo si
abbassa anche il livello del “serbatoio della prevalenza”.
La prevenzione secondaria può agire (ma non è facile e quindi non sempre avviene) sulla “pompa della
guarigione”: i soggetti nel “serbatoio della prevalenza” (malati) verranno presto immessi di nuovo nel
“serbatoio della popolazione sana” (diminuzione della prevalenza).
Quando la prevenzione secondaria non riesce a intervenire sulla “pompa della guarigione”, la prevenzione
terziaria potrà cercare di chiudere la “valvola della letalità”. In questo caso, diminuirà la letalit&agra