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EZIOLOGIA
Disordini vascolari
aterosclerosi
• displasia fibromuscolare
• arteriti (a cellule giganti; LES, poliarterite nodosa, angioite granulomatosa, arterite sifilitica,
• AIDS)
dissezione carotidea o vertebrale
• droghe (cocaina, crack, anfetamine, eroina)
• emicrania
• moyamoya (occlusioni intracraniche progressive multiple)
• trombosi dei seni venosi
•
Malattie cardiache (cardiopatie emboligene)
trombi murali ( dopo un infarto miocardico; a volte se l'infarto non è particolarmente grave
• può capitare che si formino questi trombi senza che il pz se ne renda conto e dopo 3-4
settimane fa uno stroke)
cardiopatia reumatica
• ARITMIE (fibrillazione atriale)
• endocarditi
• prolasso della valvola mitrale
• embolia paradossa (forame ovale pervio (FOP); tromboflebiti aa infer.)
• mixoma atriale
• protesi valvolari
•
Disordini ematologici e coagulopatie
stati trombofilici
• trombocitemia
• policitemia
• anemia a cellule falciformi
• leucocitosi
•
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ATTACCHI ISCHEMICI TRANSITORI
Sovente l'ictus (10-45% degli ictus)è preceduto da TIA che può essere carotideo o vertebrobasilare.
L'incidenza del TIA aumenta con l'età; circa 2/3 dei TIA va incontro a stroke (fatale e non) nei 5
anni sucessivi all'episodio ed in particolare nei 18 mesi successivi
La definizione di TIA spesso si basa sui sintomi riferiti dal paziente e non tiene conto dei reperti obiettivi e
strumentali, ad ogni modo i TIA configurano una classe di soggetti ad elevato rischio di episodi ischemici
cerebrali maggiori. Il rischio di ictus dopo TIA è del 10% nei primi 6 mesi e del 6% all'anno
successivamente. Inoltre bisogna ricordare che questi soggetti presentano anche un elevato tasso di mortalità
ub gran parte attribuibile ad infarto miocardico: è opportuno quindi sottoporli ad attenta indagni cardiologica.
Solamente il 10% degli stroke però sono preceduti da TIA.
TIA ad alto rischio: recenti; ripetuti; in territorio carotideo; concomitanti con una patologia
• carotidea (placca ulcerata, placca serrata, occlusione); concomitante a cardiopatia
emboligena (stenosi mitralica; protesi valvolare; infarto recente)
TIA a rischio basso: vecchio, non concomitante con le patologie sopracitate.
•
Inoltre potremmo distinguere tra TIA carotidei e TIA vertebrobasilari
TIA carotidei : caratterizzati per la presenza di amaurosi fugace o deficit neurologici focali, ad esempio
• ipoestesie, parestesie che coinvolgono l'emilato, disartarie, afasie.
TIA vertebrobasilari : hanno una sintomatologia molto diversificata che va dalla diplopia, vertigini rotatorie o
• miste, deficit campimetrici, ipostenie, parestesie. Quadri clinici particolari sono l'amnesia globale transitoria e
il drop attack (paraparesi o tetraparesi improvvisa con caduta al suolo senza perdita di coscienza)
Diagnosi differenziale con TIA
aura emicranica: esordio subacuto, modificazione dei sintomi e predominanza dei deficit
• visivi; non sempre l'aura è seguita da una fase cefalalgica (emicrania decapitata)
crisi epilettiche: di tipo parziale semplice, c'è una marcia dei sintomi clonici con
• diminuzione dello stato di vigilanza
crisi ipoglicemiche: si manifestano con diplopia, vertigini, confusione mentale, disartria,
• obnubilamento del visus e quindi sono scambiabili con un TIA vertebrobasilare.
vertigini in corso di Meniere: a differenza del TIA vertebrobasilare non hanno segni e
• sintomi neurologici
Non devono essere diagnosticati come TIA la perdita di coscienza isolata, gli episodi lipotimico-
sincopali, l'annebbiamento del visus bilaterale associato ad attenuazione della vigilanza, capogiri,
confusione mentale ed astenia generalizzata.
In genere i TIA sono provocati dall'embolizzazione di trombi piastrinici che si formano sulla superficie degli
ateromi; importante l'anamnesi dato che il TIA può essere un campanello di allarme di condizioni gravi come
una stenosi carotidea preocclusiva.
STROKE ATEROTROMBOTICO
E' una malattia delle arterie del circolo cerebrale di grosso calibro, da cui il termine "Malattia dei
grossi vasi" (MGV); costituisce cica il 30-50% degli stroke ischemici e colpisce maggiormente gli
anziani.
Le placche atromasiche tendono a formarsi in putni di biforcazione (vedi carotide comune) e
possono andare incontro a modificazioni quali:
calcificazione
• necrosi
• Placca complicata
emorragia
• ulcerazione
•
Quando la placca si ulcera, attiva il sistema della coagulazione che quindi favorisce la formazione
di particelle emboliche e la graduale trombosi del vaso.
Il materiale embolico si stacca dalla placca e può causare stroke di entità variabile oppure un TIA
(se l'occlusione del vaso è solo temporanea).
Diagnosi: presenza di una stenosi aterosclerotica a carico di un vaso cerebroafferente di
➢ grosso calibro; ecodoppler ed eventualmente angiografia in vista di endoarterectomia.
E' importante misurare il grado di stenosi perchè rappresenta un criterio per selezionare i pz
da sottoporre a chirurgia.
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STROKE LACUNARE
Gli infart lacunari sono di piccole dimensioni (diametro inferiore ai 15mm) e coinvolgono il
territorio di vascolarizzazione delle arterie perforanti: si localizzano a livello della capsula interna,
dei gangli della base, talamo e centro semiovale e tronco cerebrale.
Sono causati da lipoialinosi che porta ad ostruzione: l'ipertensione arteriosa e il diabete sono i fattori
di rischio principali.
L'infarto lacunare può essere asintomatico o associarsi a vari altri deficit neurologici, spesso si
presenta con alcuni quadri specifici (Sindromi lacunari):
emiparesi motoria pura: c'è solo deficit motorio; la sensibilità e la vigilanza sono
• conservate. Spesso si correla ad interessamento della capsula interna.
emisindrome sensitiva pura: deficit sensitivo isolato.
• emisindrome sensorimotoria: sono presenti sia deficit di forza che di sensibilità
• emiparesi atassica
• sindrome disartria con mano impacciata
•
In genere i sintomi si manifestano in modo subacuto e peggiorano progressivamente nell'arco di 12-
24h. Diagnosi: fondamentali sono le neuroimmagini dato che si tratta di stroke sottocorticali.
➢ La TC li evidenzia come piccole aree di ipodensità; la RM è nettamente più sensibile
E' importante sapere che a forza di infarti lacunari si può manifestare una demenza vascolare e
avere quindi dei quadri clinici deficitari neurologici che accompagnano la demenza (Demenza
vascolare sottocorticale)
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STROKE CARDIOEMBOLICO
In questi casi è fondamentale identificare una cardiopatia con potenzialità emboligena.
Tra quelle ad alto rischio ricordiamo: FA, protesi valvolari meccaniche, stenosi mitralica, IMA, mixoma
atriale, endocardite infettiva, cardiomiopatia dilatativa
Caratteristiche sintomatologiche:
inizio iperacuto, "a cielo sereno"
• assenza di progressione del deficit
• perdita di coscienza all'esordio
• insorgenza durante sforzo fisico
• precedenti embolie in altri distretti
•
Le gravi conseguenze cliniche si spiegano con l'elevata consistenza di questi emboli e le loro
maggiori dimensioni dato che si formano nelle cavità cardiache.
ecocardiografia, ECG standard, ECG-holter
➢Diagnosi:
FA: è la cardiopatia emboligena più frequente, il rischio emboico non è uniforme e quindi ci saranno
sottogruppi più a rischio come quelli reumatici e sottogruppi che invece lo sono di meno.
IMA: circa 2.5% dei pz con IMA va incontro ad ictus ischemico entro il primo mese; i trombi si formano in
corrispondenza dell'area infartuata.
VALVULOPATIE: sono più pericolose quelle sinistre, in particolare quelle che coinvolgono la mitrale.
EMBOLIA PARADOSSA: è causata da un forame ovale pervo che può far passare un trombo venoso in atrio
sx, il FOP si riscontra nel 40% dei casi di stroke criptogenetico.
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CAUSE RARE DI STROKE
dissecazione dei vasi epiaortici: responsabile del 10-20% degli stroke giovanili, può essere
•
di natura traumatica oppure legata a displasie predisponenti (es. Marfan)
generalmente sono coinvolte le arterie di piccolo calibro e e arteriole. Ci può
•vasculiti:
essere un'associazione con LES (sindrome da anticorpi antifosfolipidi)
ematologiche: anomalie congenite o acquisite della coagulazione e patologie
•malattie
coinvolgenti gli elementi corpuscolati del sangue
infarto emicranico
•
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Sintesi aterosclerosi dei vasi del collo e/o del circolo intracranico (50%): ictus aterotrombotico
• occlusione delle arterie perforanti cerebrali che partono ad angolo retto dalla cerebrale media che danno infarti
• lacunari (20%): ictus lacunare
embolia cardiogena: 20%: ictus cardioembolico
• altre cause inusuali circa il 10% (grave ipotensione sistemica; arresto cardiaco→ipoaflusso→infarto cerebrale
• emodinamico; vasculiti; dissecazioni; abuso di sostanza; tachi-bradiaritmie; criptogenetico)
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SINTOMI GENERICI DI STROKE:
nausea e vomito (il centro del vomito si trova alla base del IV ventricolo vicino al nucleo
• del tratto motorio del trigemino e al NTS): soprattutto in caso di emorragia
intraparenchimale che crea POS; nel caso di lesioni ischemiche gravi nel territorio
vertebrobasilare (cervelletto o tronco encefalico); rari in caso di ictus emisferico
cefalea: può o non può essere presente; quella suggestiva di emorragia cerebrale è fortissima
• e lancinante e lo è ancora di più nell'ESA che si manifesta come cefalea improvvisa,
fortissima e che si accompagna a rigidità nucale
stato di coscienza: può essere obnubilato, soporoso e può evolvere verso il coma
•
I quadri clinici però sono abbastanza correlati con il territorio cerebrale che viene interessato
dall'arteria occlusa, colpita. (La cerebrale media è quella che irrora di più)
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CAROTIDE INTERNA
Gli ateromi a livello della carotide interna si formano comunemente a livello della bi