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GENOMA
Il genoma dei virus è variabile :possiamo trovare virus a ssDNA , a dsDNA, a ssRNA , a
dsRNA.L rna può contenere molecole più segmentate con polarità negativa o positiva,
questo va ad incidere sulla replicazione del virus stesso, in quanto nel momento stesso sia
ha un template che sia ad rna positivo questo template può essere utilizzato direttamente
come rna messaggero nel caso in cui l rna ha polarità negativa c è bisogno di una
replicazione rna dipendente e che questo virus abbia dei enzimi virus specifici presenti nel
capside.L herpes virus e l adenovirus sono particolarmente grandi rispetto ai soliti genomi
virali che possono codificare per pochi geni; una delle strategie di replicazione è quella di
produrre rna policistronici e quindi in base all occorrenza grazie a fenomeni di splicing
possono dare un corredo cromosomico diverso e fasi diverse nel processo di replicazione
ovvero fasi precocissime, intermedie o tardive di sintesi proteica . Il virus quando infetta la
cellula usufruisce dei pattern enzimatici della cellula stessa ma per innescare le fasi
precoci è essenziale che sintetizzi delle proteine proprie che servono per proseguire la
sintesi del genoma e per la sintesi di proteine strutturali e di sintesi.Gli harpes virus hanno
un genoma a doppia catena che circolarizza di 275 kb , la capacità di agganciarsi dipende
dalla presenza di strutture di quattro isomeri che risultano essere equivalenti. Gli
adenovirus hanno un dna a doppia catena più piccolo di quello dell herpes con frequenze
ripetute terminali a singolo filamento, la trascrizione avviene nel nucleo e utilizzano delle
dna-polimersi, quindi queste proteine che vengono sintetizzate precoci che possono
innescare il processo di replicazione. Il poliomavirus ha un genoma piccolo a singola
catena superavvolto grazie alla presenza di istoni di natura cellulare, sei geni la cui
trascrizione è mediata da un sistema di operoni i quali hanno sequenze sono sovrapposte,
ci sono sequenze non codificanti che possono mediare la trascrizione mediante la
capacità di modulare la sintesi di tratti anziché ampi grazie alla sovrapposizione. I
carbovirus hanno genoma lineare a singola catena, molto piccolo, hanno 2 geni :un gene
che codifica par le proteine della trascrizione e il gen cap che sintetizza per le proteine del
capside. I sistemi di organizzazione del genoma dei virus presentano sequenze
sovrapposte, le sequenze palindromiche cioè tutti quei sistemi che possono mediare la
struttura del genoma differente a seconda della fase di trascrizione ; queste sequenze
palindromiche presenti alle estremità sono costituite da 115 nt ed inducono l inizio della
replicazione. I picornavirus e i coronavirus (ssRNA+) hanno un genoma a singola catena.
Nei picornavirus la sequenza di innesco della sintesi non è il cap ma hanno sequenze
IRES che sostituiscono il cap mentre nei coronovirus vi è un rna a polarità positiva di 27-
30kb, che ha il cap metilato al 5’ come un rna messagero e quindi essendo positivo
funziona da rna messaggero nelle fasi precoci di sintesi e l rna sintetizzatato è di tipo
monocistronico. Mentre i picornavirus hanno sempre la sequenza IRES legata alla
proteina VPg che media l innesco della sintesi proteica, viene prodotta un'unica proteina di
circa 2000 aa. paramyxovirus e Rhabdovirus (ssRNA-)presentano una singola molecola di
rna a polarità negativa che determina la necessità di una fase di sintesi degli rna
messaggeri per cui la particella non risulta essere infettata nelle prime fasi. Nei
paramyxovirus ogni gene presenta un proprio segnale di inizio della traduzione I
rhabdovirus (sempre segmentato)hanno un genoma di circa 11 kb, ha una regione leader
di 50nt al 3’ e una sequenza UTR presente al 5’di 60 nt. Gli orthomixovirus (ssRNA-)
possiedono un genoma segmentato perché possiede più rna, ha sequenze comuni al 5’ e
3’ che hanno la capacità di interagire tra di loro creando dei ripiegamenti ,strutture
elicoidali grazie alle sequenze terminali che consentono anche l impacchettamento del
virus nel completamento della particella virale (ovvero le interazioni di tipo covalente che
permettono l assemblaggio). Esistono virus con genoma a tre segmenti in cui abbiamo rna
a polarità negativa ma possiamo avere anche segmenti a polarità sia positiva sia negativa
detti per questo ambi senso come i bunyavirus caratterizzati da un terzo segmento S
caratterizzato da polarità diversa;non hanno né cap ne adenilazione al 3’. I virus a genoma
segmentato dal punto di vista evolutivo possono presentare un vantaggio ovvero il virus
può sopportare maggiori variazioni e riuscire a mantenere il fenotipo e la capacità
infettante, questo però determina un prolungamento della fase di impacchettamento, tutti i
segmenti devono poter interagire tra loro e creare strutture elicoidali di cui sopra grazie
alle sequenze ripetute ma in più devono interagire più segmenti con le strutture
proteiche cosi andranno a costituire il virione nell assemblaggio. A volte questi genomi
segmentati possono essere contenuti in più virioni che da un lato migliora i tempi di
assemblaggio e dall altro riduce la capacità infettante del virus stesso in quanto tutti i
segmenti suddivisi in più virioni devono infettare la stessa cellula affinchè l infezione sia
produttiva, soprattutto nel virus vegetale avviene questo non in quelli animali.
CLASSIFICIZIONE
La classificazione è in continua evoluzione perché i virus hanno un alta variabilità
strutturale dovuta ai cicli replicativi che dipendono dalle interazioni e delle eventuali
confezioni che i virus abbiano potuto avere .La classificazione è basata sulla morfologia,
uno dei fattori predominanti è l individuazione della simmetria: elicoidale,
icosaedrica,complessa.La valutazione sierologica può tipizzare le varie specie ma in
maniera relativa. la principale classificazione si basa sull individuazione del genoma che
può essere:ssDNA,dsDNA,ssRNA,dsRNA (anche in base alla capacità di retrotrascrivere o
alla presenza di retrotrascrittasi inverse). Il principio della TASSONOMIA inizialmente era
basato su virus che attaccavano i batteri e virus che attaccavano le cellule eucariote in
maniera grossolana, quindi virus animali e virus vegetali. La classificazione tassonomica è
basata sulla suddivisione in ordine famiglia sottofamiglia genere e specie. questa
classificazione è basata sia sulle caratteristiche strutturali ma anche su quelle riguardanti
la patogenesi che i virus possono determinare. In base a questa classificazione si
conoscono sei ordini dove l ordine è individuato nel nome dall aggiunta del suffisso –
virales, mentre 87 famiglie dove il suffisso è –viridae , sottofamiglie con suffisso - il
genere con suffisso –virus. I generi sono circa 184 ma sono in continua evoluzione sia nel
numero che per la caratteristiche e si conoscono 2288 specie virali tra quelli vegetali,
eucarioti, e batteri (ad esempio il virus dell ebola classificato in base al luogo dove è stato
individuato). L individuazione dell ordine non ci dà nessuna indicazione sulle
caratteristiche del virus stesso. Appartengono alla stessa famiglia quei virus che possono
la simmetria capsidica le dimensioni del virione e del genoma . si fanno valutazioni anche
in base alla presenza dell involucro e quindi della tipologia del genoma cioè a dna o rna
per cui quando si indica la famiglia, possiamo indicare una serie di caratteristiche che ci
possono far ben delineare la particella virale e le capacità re plicativa del virus stesso
perché abbiamo l indicazione del tipo di genoma ed eventualmente la presenza o meno di
capside. Con il genere andiamo ad indicare le caratteristiche patogenetiche, per cui dalla
famiglia si passa al genere andandolo a raggruppare in base alla capacità di determinare
manifestazioni viriliche. Famiglia=caratteristiche strutturali. Genere=caratteristiche
patogenetiche. Le caratteristiche della specie possono variare
sulla base del dna o dell rna si può effettuare una valutazione del grado di identità
mediante sistemi specifici quali l analisi del genoma. le pressioni del sistema immunitario
che ambientali possono causare variabilità nella specie( basti pensare al virus dell
influenza) Nella variabilità virale, soprattutto nei virus a dna dove abbiamo processi di
trascrizione o quando parliamo di dna polimerasi rna-dipendente, le caratteristiche di
questi enzimi possono creare delle mutazioni che possono essere più o meno evidenti e
creare variabilità antigenica al virus stesso. I ceppi virali possono derivare dal ceppo
parentale o selvatico di cui si conosce la struttura e determinare mutazioni che possono
essere dovute a delezione , che possono creare variazioni nello spettro d ospite,attenuare
la virulenza o avere caratteristiche di crescita differenti come la sensibilità alla
temperatura. Questi ceppi possono derivare da ricombinazione di nuovi ceppi (come il
virus HSV1 e HSV2) che hanno soprattutto una variabilità antigenica, possono derivare
da ricombinazione tra virus o un riassortimento genetico che può essere determinato tra
più ceppi diversi o all interno del ceppo stesso, quindi mutazioni puntiformi o interazione
tra virus con spettro d ospite diverso che possono creare le pandemie influenzali. Una
capacità infettante e la dipendenza da una serie di eventi enzimatici può determinare
mutazioni che sommandosi possono creare cambiamenti fenotipici e antigenici eclatanti.
Possiamo avere mutazioni spontanee o mutazioni indotte, di tipo genetico o non genetico
di interazione con altri virus perché possono acquisire le caratteristiche antigeniche
differenti rispetto a quelle del ceppo parentale. Le interazioni genetiche sono interazioni a
livello intragenetico per cui può accadere che vi sia una complementazione allelica cioè
quando differenti mutanti hanno difetti nello stesso gene quindi vanno ad interagire tra di
loro oppure una complementazione non allelica intergenica dove vi sono interazioni dovute
a difetti in geni differenti e quindi i virus tendono a complementarsi con l infezione( es,
virus dell influenza). Per quanto riguarda le interazioni non genetiche vi possono essere
mutazioni tra più virus create da delle interferenze o fenomeni di soppressione o vi può
essere un mixing fenotipico che può determinare variazione .La ricombinazione virale
determina una serie di eventi che possono indurre una notevole variabilità genotipa
fenotipica e quindi antigenica, la classificazione del virus può essere per questo tanto
complessa quando si procede verso la specie. La classificazione di: Sierotipi Genotipi e
Ceppi è difficile e si basa sulla differenza di epitopi o genotipi differenti dove il virus del