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5) RAPPORTO CON LA TRADIZIONE DELLA LETTERATURA RESIDUALE-MARGINALE
Qui la tradizione non esiste: non c’è necessità di riferimenti storici o a opere precedenti. Anche perché si
tratta di generi nuovi.
Attenzione: la letteratura residuale-marginale non si trova in libreria, ma in edicola => distribuzione diversa,
presso punti vendita molto meno qualificati e anche più diffusi rispetto alle librerie.
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE SUL MODELLO DI SPINAZZOLA
- Il modello di Spinazzola è un modello descrittivo = descrive la realtà effettiva della produzione
letteraria contemporanea, senza prescrizioni: non dà delle ricette, ma registra in modo trasparente
tutta la produzione contemporanea (inclusa la paraletteratura). Questo non vale sempre: per il
modello proposto nei libri di testo delle scuole la paraletteratura non c’è.
- La concezione di letteratura alla base è quella relazionale: idea di una letteratura non fatta solo di
capolavori ed autori, ma è fatta da testi, autori, lettori, mediazione editoriale e rapporto con
tradizione.
Si mettono sullo stesso piano tutte queste componenti della letteratura.
- È una classificazione non valutativa: il livello da cui siamo partiti (livello avanguardistico-
sperimentale) non è il più importante => le opere del primo livello non sono migliori di quelle che
seguono => no piramide valoriale. Infatti in questo modello trova dignità qualsiasi prodotto
letterario. Questo non significa che le opere non siano valutabili.
- Il modello ci propone di esprimere il giudizio di valore sempre all’interno della famiglia in cui
l’opera si colloca: posso paragonare un Harmony ad un Blue Moon, ma non ha senso paragonare
Moravia ad un fotoromanzo => devo avere degli elementi comparativi appropriati per il confronto
relativizzazione del giudizio di valore: il giudizio di valore dipende dal contesto letterario di
riferimento.
Il giudizio di valore è la valutazione del valore di un’opera argomentata (espresso da un critico);
l’impressione di valore invece consiste in un modo più sintetico ed intuitivo di valutazione = non c’è
argomentazione (es. espressione per tautologie: “Mi è piaciuto perché è bello”) => tutto è basato
sull’impressione.
Anche ad un livello minimo si esprimono impressioni di valore del tutto dignitose. Queste
impressioni di valore stabiliscono poi il successo dell’opera: es. un bambino non sa giustificare
perché preferisce Topolino ad un altro fumetto, ma la sua preferenza, sommata a quella di altri
bambini, ha delle conseguenze sulla notorietà dell’opera (su quanto vende).
Rimane comunque una questione: noi continuiamo a considerare la “Cognizione del dolore” (Gadda)
migliore di qualsiasi Harmony, perché? Perché il testo di Gadda si rifà ad una tradizione e mobilita una serie
di conoscenza e di riferimenti che in Harmony non c’è.
Questo non vuol dire che tutte le opere avanguardistiche o sperimentali siano necessariamente riuscite:
anche alcune opere sperimentali però possono essere non riuscite e questo vale per qualsiasi prodotto
letterario o paraletterario (fumetti riusciti e fumetti non riusciti).
- Non si istituisce un giudizio di valore comparativo, ma relativo al livello di letteratura a cui l’opera in
questione appartiene.
- Il modello di Spinazzola è un modello duttile: si struttura su 4 livelli, ma non è a compartimenti
stagni.
Attenzione: la riqualificazione che è stata fatta di alcune opere di paraletteratura (inserite poi nella
letteratura alta) non è ammissibile nel nostro modello di interpretazione = il fatto che un opera di
paraletteratura sia la migliore o una delle migliori del suo livello non legittima l’inserimento in un livello
diverso (con un pubblico, una morfologia testuale etc. diversi); si tratta di un’idea derivante dalla
concezione di letteratura che abbiamo deciso di lasciarci alle spalle = idea per cui la vera letteratura sia una
sola e che tutto ciò che è degno di valore debba rientrare in essa.
Ci sono alcune opere che è difficile collocare in un modello o nell’altro, esempi di opere difficili da collocare
in un livello in modo definitivo:
A. 1979: “Se una notte d’inverno un viaggiatore” (Calvino). Questo libro vende 100.000 copie in meno
di un mese => best seller. L’autore è un autore conclamato della letteratura tradizionale, ma i
numeri del libero da lui pubblicato sono tipici della letteratura di intrattenimento. Inoltre è un libro
con una ricetta particolarmente sperimentale ed originale = fa un libro difficile per tutti, un libro
sperimentale (primo livello: avanguardistico-sperimentale), che pesca dalla tradizione (secondo
livello: istituzionale) e che si fa leggere da un pubblico numericamente tale che fa pensare alla
letteratura di intrattenimento (terzo livello: intrattenimento).
25/10/2016
Con il suo testo Calvino coinvolge parte del pubblico della letteratura di intrattenimento (piano della
paraletterarietà).
Lettura dell’inizio del romanzo: l’inizio già mostra il mix di sperimentazione – intrattenimento -
istituzionalità. Si usa il “tu”: elemento di originalità => l’impostazione è originale e spiazzante (è
confidenziale ed affabile verso il lettore) => coesistono originalità ed atteggiamento di coinvolgimento
piacevole del lettore. Il libro poi continua su questo tono: accenno al lettore che ha comprato il libro in
questione, si sistema, inizia a leggerlo e, dopo il primo capitolo, si accorge che il secondo capitolo non
centra nulla con il primo. Va in libreria a farsi dare una copia corretta. Il libraio si scusa e gli dà un’altra
copia gratis, lo stesso contemporaneamente avviene ad un'altra lettrice => i due si conoscono, si scambiano
un recapito. Anche nel libro nuovo le cose non cambiano (per i primi 10 capitoli).
La cornice del libro è quella dei due lettori che vivono questa avventura (tutto ambientato nel mondo della
mediazione editoriale) e dentro questa cornice ci sono i 10 capitoli che trattano di argomenti diversi
(spiazzano tutte le volte il lettore). => Calvino propone 10 inizi di 10 libri diversi di 10 generi diversi.
Ultimo capitolo: finalmente i due hanno in mano il libro giusto e nel frattempo si sono conosciuti,
innamorati e sposati. La prima notte di nozze a letto leggono il libro, ognuno la propria copia (in questo c’è
anche una presa in giro del genere rosa). L’inizio di questo testo è costituito dall’inizio dei 10 libri che non
c’entravano nulla => undicesimo libro che non centra niente => si è tornati all’inizio.
Calvino sfrutta anche il meccanismo del romanzo d’appendice: con il capitolo si arriva ad un climax, ma nel
successivo la storia cambia e via così.
Siamo di fronte ad un libro ibrido => lo mettiamo fra il livello sperimentale e quello istituzionale. La
componente sperimentale c’è soprattutto a un livello strutturale (non a livello stilistico: il testo è scritto in
modo trasparente e scorrevole), cioè nel fatto che nel testo siano presenti 10 generi diversi +
l’ambientazione è altrettanto originale, dato che l’avventura dei due lettori si svolge nel mondo
dell’editoria.
B. “Il nome della Rosa” (Eco, 1981). Il libro vende un milione di copie => i numeri sono quelli della
letteratura di intrattenimento. Non si tratta però di un romanzo giallo comune (vd il fatto che il
giallo sia uno dei generi di intrattenimento per eccellenza). Si tratta di un giallo perché ci sono sette
omicidi e c’è un’indagine che attraversa il romanzo.
La presenza della coppia di investigatori è tipica del giallo.
Non è solo un giallo, è un romanzo neo-storico (quello storico è quello di Manzoni) = si riaggiorna l’idea di
un romanzo storico per tutti.
Siamo nel Medioevo e l’ambiente viene ricostruito perfettamente (Eco è un medievista) = ogni dettaglio
della cattedrale, delle cucine, della biblioteca è fondato storicamente.
È anche un romanzo che mobilità riferimenti storico-filiosofici non esibiti fra virgolette, ma sciolti nel testo.
Il libro è leggibile come un giallo in modo ingenuo (lettore di intrattenimento), oppure con l’intento
di comprendere tutte le allusioni presenti (lettore più colto).
L’opera non è sperimentale: anche se il testo unisce due generi, non si tratta di un’opera a se stante
(es. testi di Gadda); si colloca a metà fra istituzionale e intrattenimento.
Sono due opere che rispondono ai criteri di Spinazzola, ma non si collocano bene in un solo livello.
Eco prima di scrivere il “Il nome della rosa” scrisse “Lector in Fabula” = riflessione sul ruolo del lettore nella
produzione letteraria. Poco dopo esce il libro di Calvino “Se di notte d’inverno un viaggiatore” => vuol dire
che Calvino ha messo nel centro del romanzo ciò che nella riflessione teorica è la novità più recente.
ANTONIO FRANCHINI
Originario di Napoli, si trasferisce a Milano per lavorare nel mondo editoriale (vd Milano capitale in questo
settore). Marsilio è l’editore di pubblicazione quasi esclusivo di Franchini.
Franchini è di recente passato a Giunti (prima Mondadori).
È un ottimo scrittore ed è un grande editore (a livello metaforico = le case editrici sono gruppi societari
strutturati).
Attenzione: nell’Ottocento aveva senso parlare di editore singolo (Arnaldo Mondadori era editore
individuale che aveva fondato una casa editrice), nel Novecento questa figura non esiste più.
Franchini è un FUNZIONARIO EDITORIALE (EDITOR), con un ruolo professionale di eccellenza riconosciuto.
Franchini è anche un autore contemporaneo. Ha già alle spalle una serie di libri (carriera da scrittore
consolidata), tutti interessanti, diversi fra loro, ma riconoscibili.
“Cronache della fine” è interessante perché è un libro che parla di un altro libro, del processo che un testo
subisce per diventare libro + è una descrizione dinamica della differenza che c’è tra testo e libro. Il libro in
questione è “La distruzione” di Dante Virgili, proposto in casa editrice Mondadori.
Franchini è uno scrittore che qui scrive del mondo editoriale (la sua professione) => l’autore a noi interessa
perché è un professionista che conosce dall’interno i meccanismi che ci interessano. In questo assomiglia a
Calvino: Calvino per una vita ha lavorato come dipendente Einaudi (lavoro editoriale come quello di
Franchini) => conoscono dall’interno il mondo editoriale perché ci ha