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Il siglo XVII è un gran secolo letterario, è la culminazione di un processo creativo che
inizia con la ‘’Propalladia’’ e finisce con la morte di Calderón. Questo processo quindi
impiega due secoli che sono chiamati los siglos de oro. Il XVII secolo dal punto di vista
letterario è più maturo e più geniale del XVI. La letteratura spagnola del XVII secolo fa
da modello a tutte le letterature europee e presenta sia rivisitazioni di generi già
esistenti sia nuove creazioni quindi c’è una tendenza ad ammirare, a sfruttare e a
innovare la tradizione. La maggior parte delle grandi opere della letteratura spagnola
sono del XVII secolo: Il Don Quijote, tutte le opere maestre del teatro nuovo, le poesie
di Gongora, ‘’El Buscon’’ dello scrittore politico Francisco de Quevedo, il teatro di Tirso
de Molina e Calderón. Il
trionfo letterario del XVII secolo però non coincide con il trionfo politico perché nel XVII
secolo c’è già un principio di crisi che si sviluppa ed esplode verso la fine del secolo
ma, nonostante ciò, non è un secolo di decadenza, è un secolo di trionfo intellettuale,
artistico e non solo letterario grazie a pittori come Juan Rivera.
In questo periodo il re Carlo II era malato, resiste fino al 1700 ed è l’ultimo re della
dinastia degli Asburgo, infatti, nel XVIII secolo c’è la dinastia dei Borboni. L’apogeo
politico della Spagna si ha con Filippo II che nel 1580 viene dichiarato re di Portogallo
perché il re del Portogallo era morto in una battaglia nel nord Africa e quindi
automaticamente la Spagna si ingrandisce sempre di più. Durante tutto il secolo c’è
solo la dinastia degli Asburgo a partire da Carlo V, che sale al trono nel 1516 quando
muore suo nonno, fino a Carlo II cioè suo tris nipote chiamato ‘’Lo stregato’’. Il XVII
secolo è un secolo d’espansione territoriale ed economica: la Spagna porta
dall’America l’oro e lo diffonde in Europa. In Spagna c’è una mentalità tradizionalista
che impedisce che ci sia un’adeguazione sociale alle circostanze storiche e politiche
del paese, infatti, la struttura sociale continua ad essere tradizionale, cavalleresca e
non c’è nessuna classe borghese che prevale come accade in Francia o nei Paesi Bassi,
quindi lo sviluppo economico non va parallelo allo sviluppo militare e culturale. La
monarchia che nel XVI secolo è molto potente, approfitta del sistema instaurato dai re
cattolici per creare una classe di letrados cioè gente formata nelle università che
dirigono l’amministrazione al cui capo poi c’è il re. La nobiltà ha un ruolo importante
ma non dal punto di vista politico perché la monarchia era appoggiata alla classe dei
letrados che è interclassista. Questo sistema inizia a sgretolarsi nel XVII secolo,
quando diminuisce l’importanza della monarchia e del re perché il re non vuole o non
può occuparsi di politica e quindi nomina un privado (un primo ministro) che si
appoggia alla propria fazione nobiliare iniziando così a creare i primi partiti politici e
questo accade con Carlos II, Felipe III e Felipe IV. Con Felipe III abbiamo un privado
molto colto cioè il Duca de Yerma che porta poi anche ai suoi parenti ad occupare posti
privilegiati. I letrados in questo secolo quindi, rispetto al XVI, hanno meno valore,
meno autorità,e tutto ciò influisce sulla popolazione perché nessuno vuole fare i lavori
manuali o pagare le tasse ma tutti tendono a sposarsi con i nobili e quindi diventare
nobili. In tutto ciò alcuni grandi artisti dipendono dai nobili e dal mecenatismo ,altri
invece, sono indipendenti perché economicamente autosufficienti come ad esempio i
mistici, oppure Gongora. È
una società che poco a poco perde il dinamismo, presenta tratti di razzismo nei
confronti dei cristianos nuevos considerati non puri di sangue e la questione della
purezza di sangue è uno dei temi che appare più frequentemente nel teatro, dove gli
agricoltori ricchi sostengono di essere puri di sangue per cui hanno il diritto ad un
riconoscimento sociale. La Spagna è il primo paese del mondo con una cultura di
massa indirizzata alle masse e nel XVII secolo ha una politica culturale molto intensa
la cui manifestazione più evidente è il teatro, il cui pubblico è interclassista. Il teatro
del XVII secolo si rappresenta nei corrales, con un palco non molto alto e circondato
dal pubblico su tutti i 4 lati. Il teatro all’interno di spazi chiusi era un teatro cortigiano
cioè destinato al re e all’aristocrazia e infatti Felipe IV che era molto attaccato al
teatro, nel 1634 si fa costruire un palazzo in cui si riposava e in cui assisteva alle
rappresentazioni teatrali. La politica culturale era svolta anche dalle Accademie in cui
c’erano molti intercambi fra le varie arti come la poesia, la scienza, la pittura e c’è una
specie di attenzione alle arti molto moderna.
22/03/18
Tirso de Molina nasce a Madrid nel 1579. Nel 1600 entra nell’ordine dei mercenari per
cui si sposta molto fra Madrid, Sevilla e Santo Domingo. Tirso è un frate molto onesto
che però si dedica alla scrittura del teatro profano e ciò non era possibile per una
persona del clero. Ha una vita travagliata e ciò si riflette nella vita del personaggio di
‘’El burlador de Sevilla’’ composto prima del 1620. Tirso come Lope scrive molto
velocemente e quindi riesce a scrivere circa 400 opere e 6 auto sacramentali anche se
delle 400 opere oggi ci restano circa un’ottantina. Tirso ammira molto il suo maestro
cioè Lope anche se rispetto a lui, Tirso indaga di più sull’interiorità dei personaggi e
infatti apre il cammino a Calderón. Fra le sue opere più importanti ricordiamo la
miscellanea ‘’Los cigarrales de Toledo’’ , ‘’La venganza de Tamar’’ , ‘’El burlador de
Sevilla’’ e ‘’El condenado por desconfiado’’.
La ‘’La venganza de Tamar’’ è un’opera a cui si ispira Calderón ed in cui è visibile la
sua ricerca di equilibrio fra perdono e castigo, amore e incesto e soprattutto all’amore,
Tirso da uno spazio talmente grande quasi da far scomparire la tragicità della tragedia.
‘’El condenado por desconfiado’’ è un’opera ambientata a Napoli e narra la storia di un
eremita condannato perché non accetta la misericordia di Dio quindi non si fida di Dio.
‘’El burlador de Sevilla’’ è un dramma che inizia in medias-res in una stanza buia in cui
sono lui e Isabela che si salutano dopo un incontro d’amore durante il quale Don Juan
si finge di essere il fidanzato di Isabela e le chiede la mano che è uno dei simboli di
tutta l’opera. Un altro elemento fondamentale di tutta l’opera è il travestimento, il
cambio di identità cioè la burla. Don Juan si diverte a ingannare sia le donne nobili che
le villane e infatti nell’opera sono raccontate 4 burle alternate. Il testo inizia a Napoli
cioè la capitale orientale del regno e finisce a Sevilla cioè la capitale occidentale.
L’opera inizia a Napoli perché Don Juan raggiunge lo zio a causa di problemi con la
giustizia e questo antefatto però non viene raccontato ma lo si capisce nel corso della
storia. Don Juan è sempre accompagnato da un criado grazioso come quello di Lope,
ma in questo caso single, che lo avverte dei pericoli ai quali va incontro e funge da
coscienza morale. In questo secolo c’è la rivoluzione di Galileo
che cambia la percezione del tempo e fa considerare importante l’istante, infatti uno
dei temi principali dell’opera è proprio il rapporto di Don Juan con il tempo. Egli non si
preoccupa del futuro, vive l’istante come l’uomo moderno però ad esempio
nell’incontro con Tisbea, mentre sta andando in capanna a consumare con lei, avverte
al criado di preparare i cavalli per scappare e qui appare il fuoco nel quale Don Juan
morirà alla fine. L’ordine sociale viene ristabilito quando Don Juan visita la tomba di
don Gonzalo de Ulloa cioè il padre della sua promessa sposa e facendosi beffa di lui lo
invita a cena. Quella sera la statua di don Gonzalo si presenta a cena e lo trascina con
sé all’inferno. Don Juan Tenorio si trova trova in una Spagna pacifica in cui manca
l’orizzonte eroico che invece è ancora presente a Lisbona e infatti nel testo si dà molto
importanza a quella città. Data la mancanza di questa dimensione eroica, le nuove
generazioni trovano un nuovo obiettivo cioè l’eros che è totalmente amorale e seppure
viene data la possibilità a Don Juan di riscattarsi, lui rifiuta. Ciò che rende il Burlador
un’opera maestra è che è molto coinciso, c’è molta equivalenza fra ciò che viene detto
e ciò che viene fatto, fra parola e azione.
22/03/2018 26/03/2018 06/04/2018
Calderón nacque a Madrid nel 1600 e morì nel 1681. Egli fu cresciuto dallo zio perché
sua madre morì presto e suo padre si risposò. Della sua vita si sa che ha studiato
all’università di di Alcalá de Henares e in seguito a quella di Salamanca, che ha
partecipato alla guerra in Catalogna, che ha assistito alla corte del duca di Alba e che
ha vissuto a Toledo dove è diventato cappellano della chiesa dei Reyes Nuevos. Lui e il
fratello sono accusati di aver ucciso un prete che li rimproverava di esser entrati
all’interno di un convento per catturare un commediante che aveva ferito il fratello e
dato che suo nonno faceva dei lavori manuali che all’epoca non erano ben visti ha
avuto anche difficoltà ad entrare a far parte dell’Ordine di Santiago. Nel 1647 nasce un
figlio illegittimo che però muore all’età di 10 anni. Era in continuo conflitto con suo
padre e la matrigna e infatti uno dei temi ricorrenti nelle sue opere è proprio il conflitto
fra padre e figlio. La sua carriera letteraria inizia partecipando a concorsi e le sue
prime opere erano raccolte dal fratello Josè che era un militare e un uomo di lettere.
Esiste un primo Calderón e un secondo Calderón. Il primo inizia con le sue prime
poesie drammatiche del 1623 e finisce nel 1644 con la chiusura dei corrales a causa di
un lutto reale. Il secondo inizia nel 1649 e finisce con la morte dell’autore. Calderón dà
universalità al teatro e si occupa di autosacramentales, commedie e tragedie.
Nella prima fase scrive soprattutto tragedie c