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Il dissesto: se gli interventi per risollevare la crisi non sono sufficienti o non si possono attuare, seguono:
Pagina 6 di 12fi fi fi fl fi ff fl ffi ffi fi fi- Declino e cessazione; qui tutte le grandezze economico-quantitative, la situazione patrimoniale ed economica diventano negative. In questa fase di cessazione, l'azienda termina la propria esistenza operativa. Per cessazione si intende che le operazioni, gli scambi ordinari, vengono interrotti. Con la cessazione scompare un attore socio-economico del mercato e quindi si interrompono tutti i rapporti con le altre entità aziendali. Gli unici atti di gestione compiuti in questa fase possono essere atti di gestione straordinaria o di liquidazione. Gli atti di liquidazione sono operazioni correlate ad eventi straordinari ed in questo caso con accezione negativa. Si parla di liquidazione con accezione negativa, poiché si trasformano in liquidità le risorse presenti in azienda. La cessazione è un evento negativo.
però a volte può essere solo formale sostanziale.e giuridica, e non In questo caso, l'azienda cessa di avere un riconoscimento giuridico, oppure decide di fondersi sul mercato. Per cui strategica. esistono situazioni in cui la cessazione non è traumatica, ma- Dissolvenza e dissoluzione; in questa fase le risorse presenti in azienda riacquistano la propria individualità, quindi si perde l'unità dell'azienda. È una fase più o meno lunga e complessa. A conclusione di ciò bisogna dire però che l'azienda non muore mai, perché se cessa di vivere sotto una dimensione giuridica o le sue parti sono andate ad altri sistemi economici, pure quelle parti contribuiscono a percorrere nuovi orizzonti aziendali, impattando in modo permanente su nuovi e diversi ambiti culturali. Questo significa che non esiste la completa dissoluzione dell'azienda, perché essa rivive in altre forme, in altre
combinazionieconomiche e per no i dati contabili e i beni fabbricati costituiscono unavoce viva per colore che indagano sulla storia economica.
II° presupposto: “reagisce dinamicamente ai cambiamenti dell’ambiente”.
L’azienda, come ogni essere vivente, si adatta ai cambiamenti ambientali,modi cando ed innovando struttura, strumenti, obiettivi, in virtù delleesperienze e conoscenze man mano acquisite e di use, per cui è unindividuo intelligente che guida la comunità di persone di cui è costituitaverso il raggiungimento degli obiettivi ritenuti prioritari.
L’ambiente è uncontesto dinamico, si evolve, cambia di continuo. Dal momento chel’ambiente è sempre in continua e forte evoluzione, l’azienda se statica èdestinata a soccombere, per cui deve reagire a quello che è il continuocambiamento dell’ambiente circostante ed adattarsi. Questi presuppostiavvalorano il funzionamento
dell'azienda ad un organismo vivente. Ogni unità aziendale effettua delle scelte e prende delle decisioni con la consapevolezza di avere la responsabilità di far fronte ai mutamenti di scenario attraverso un giusto comportamento, che però presuppone:
- la definizione di un obiettivo da perseguire
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- la predisposizione e l'uso di strumenti per il raggiungimento dell'obiettivo, per la sua verifica, per predisporre di opportuni correttivi o per assumere decisioni tendenti al raggiungimento di obiettivi alternativi.
Per questo motivo la razionalità e la responsabilità dei suoi comportamenti vengono fissati nel —> per —> Conoscere Dominare| |per per| |<—per <— Cambiare Decidere
L'azienda nel momento in cui opera in un ambiente proattivamente, deve innanzitutto conoscerlo e quindi reperire tutte le informazioni possibili e necessarie. Questo perché solo
conoscendolo si può avere padronanza, quindi capendo i meccanismi, si acquisisce padronanza, che serve per prendere decisioni che devono essere il più ponderate possibili rispetto all'ambiente in cui si opera, cioè più corrispondenti a quelle che sono le esigenze dell'azienda. Ogni decisione comporta conseguenze, cambiamenti che non influiscono solo sull'azienda, ma anche sull'ambiente. Quindi l'evoluzione dell'ambiente è incentivata dall'azienda stessa attraverso le decisioni che adopera. Le mie scelte contribuiscono quindi ad attivare cambiamenti dell'ambiente ed è così che il circuito ricomincia (omeostasi aziendale). Nel circuito dell'omeostasi un elemento fondamentale sono decisioni. Appunto le Esse sono uno snodo essenziale. Queste decisioni aziendali, possono essere classificate in tre categorie differenti, questo è importante, perché in base al tipo di decisione, cambia l'impatto.l'intensità e la durata nel tempo.- Decisioni complementari: sono le decisioni legate alle attività ordinarie, ossia attività correnti, sono programmabili e quindi in termini di impatto, non incidono pesantemente. L'entità del cambiamento è limitata. Le brevissime conseguenze legate a queste decisioni, solitamente sono di durata (sono decisioni più semplici, da definire, prevedere e organizzare). Impattano poco sulle attività aziendali.
- Decisioni tattiche: (gestione dei miglioramenti). Sono attività/decisioni più formalizzate, meno correnti, tramite cui l'azienda promuove lo sviluppo del processo produttivo, consistono nel massimizzare l'efficienza tecnologica ed organizzativa dei processi di acquisizione e nella migliore utilizzazione delle risorse disponibili. Si tratta quindi di decisioni che mirano alla razionalizzazione dei comportamenti ed alla responsabilizzazione dei risultati raggiunti. Quindi,
normalmente medio-lungo termine, ma coinvolgono pochi anni: impattano nel periodo. Un esempio sono le modi che o l'acquisto di un macchinario per il processo produttivo.
3. Decisioni strategiche o strategie: (gestione dello sviluppo). Sono connesse tanto alla gestione esterna, ossia al mercato in cui di ondere il valore creato e il mix di prodotti da o rire ai consumatori, quanto alla gestione interna, che tende a riconsiderare i piani industriali e i programmi di attività elaborati sin dall'inizio, al fine di mantenere un giusto grado di competitività sul mercato. Per cui le strategie fanno riferimento gestione dello sviluppo, ossia alla specializzazione nei processi lavorativi e all'armonizzazione delle dinamiche ambientali con quelle aziendali. Un esempio: entrare in un nuovo mercato e realizzare un nuovo prodotto o un nuovo esercizio. Vi saranno innumerevoli sottodecisioni. Quindi sono decisioni dello sviluppo
radicale dell'azienda, non di un miglioramento. Hanno un grande impatto sia per la durata nel tempo, che per l'entità. Parlando di decisioni strategiche, facciamo riferimento al lungo periodo. Queste decisioni sono lo snodo, ma bisogna contestualizzare il tutto all'azienda, tenendo conto però del loro impatto sull'ambiente circostante. Si tratta di decisioni che possono favorire la crescita aziendale, ma sono legate alla promozione del cambiamento dell'ambiente. Importante collegato a CONCETTO DI EQUILIBRIO. questo è il Bisogna considerare che il processo aziendale viene sempre paragonato a quella che è l'omeostasi, ossia una condizione interna di equilibrio degli organismi animali che assicura una normale attività biologica delle cellule e dei tessuti; per cui si tratta di un fenomeno: - relativo alla condizione interna degli organismi viventi - Che si manifesta una volta raggiunta una condizione diequilibrio nell'esercizio delle attività funzionali
Questa condizione viene riconosciuta mediante parametri predefiniti e costituisce il presupposto per il normale e continuo esercizio delle attività funzionali. Nonostante la correlazione organismo umano-organismo aziendale venga naturale, presenta più di una differenza: il processo diomeostasi degli organismi animali si attiva autonomamente, in virtù di sensori interni che lo provocano, ossia delle istruzioni contenute nel DNA di ciascun individuo, che costituiscono il suo patrimonio genetico. In azienda, invece, pur esistendo dei sensori interni che evidenziano le variazioni dell'equilibrio funzionale, non si manifesta l'automatismo nelle reazioni dirette e di ripristino, ma essa dipende da una decisione assunta da organi appositi, i quali devono accertare la condizione di disequilibrio, interpretarne il significato, ricercarne le cause e promuovere azioni che lo stabilizzino nuovamente.
Solitamente le azioni di ripristino dell'equilibrio sono sempre le stesse, ma spetta al decisore, sulla base delle sue conoscenze, sceglierne una fra più alternative. Naturalmente la razionalità e la responsabilità di quelle decisioni si correlano all'efficacia delle conoscenze disponibili e all'efficienza nell'esecuzione delle azioni relative alle decisioni assunte. In conclusione è possibile dire che il patrimonio delle conoscenze possedute dall'azienda costituisce il significato del DNA di un qualunque organismo vivente. Questa riflessione sull'azienda come organismo vivente, mette in risalto quanto sia importante l'equilibrio di ogni funzione organica, ma in particolare l'equilibrio generale dell'unità aziendale. La condizione di "salute" equilibrio è il presupposto della "buona aziendale e la premessa indispensabile per assecondare la propria missione.
De nita in relazione all'ambiente culturale, giuridico ed economico in cui vive. L'equilibrio generale è un carattere dell'universalità dell'azienda, però si tratta di un presupposto per poter operare e non di un ne da raggiungere. Bisogna coniugare l'equilibrio funzionale alla crescita aziendale, e quindi all'intero organismo socio-economico; in effetti, per crescita aziendale si intende l'incremento del patrimonio dell'azienda stessa, ovvero l'insieme delle risorse disponibili in un determinato esercizio, nelle sue dimensioni e componenti fisiche, monetarie e intangibili. L'attività aziendale, vertendo su ognuna di queste risorse, deve cercare di incrementarle quantitativamente e qualitativamente, affinché si possa convenire sulla crescita strutturale del patrimonio aziendale. Ogni funzione orga