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Letteratura e religione
Lezione 1: la “Scienza nuova” di Vico
L’età romantica è predisposta al rapporto letteratura/religione perché c’è
un’ansia di assoluto, misurare lesistenza quotidiana alla luce di valori più
grandi.
All’inizio dell’ 800 ha straordinaria fortuna un libro del ‘700 che nel ‘700 non
ebbe fortuna: “La scienza nuova” di Vico.
Con la Rivoluzione Partenopea del 1799 i patrioti cercano di rovesciare la
monarchia assoluta e instaurare la repubblica. Tutto finisce nel sangue e vi
sono molti esuli: sono i primi esuli del nostro Risorgimento. Questi esuli
vanno nella Francia rivoluzionaria e quando Napoleone riconquista l’Italia
settentrionale si stabiliscono a Milano. Tra loro ci sono Francesco Cuoco e
Francesco Lo Monaco, grandi amici di Manzoni: essi portano al Nord le opere
di Vico. Vincenzo Monti, rappresentante del neoclassicismo, pubblicò “La
scienza nuova”: Manzoni, ancora giovane, fu colui che ne corresse le bozze.
“La scienza nuova”è un libro di filosofia della storia. Vico studia la storia
cercando di capire come dall’uomo-bestia della preistoria di sia giunti alla
civiltà, al damerino incipriato del ‘700. Un po’ tutti i pensatori del ‘700
affrontano la tematica dell’incivilimento. Vico suddivide la storia in cicli,
ciascuno di 4 fasi.
Dall’età degli dei all’età della ragione: da una civiltà fondata su basi religiose
a una civiltà fondata su basi contrattuali. L’epoca illuminista aveva idolatrato
la ragione, ma il ‘700 è anche un secolo di rammolliti, cicisbei, talmente
avanzata da collassare su se stessa. La rivoluzione francese segnerà il
passaggio dalla società aristocratica a una società borghese.
Napoleone insanguinò l’Europa. Gli uomini di quel tempo, alla luce del libro di
Vico, lo interpretano come il ritorno alla barbarie, l’inizio di un nuovo ciclo.