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METABOLISMO BATTERICO
Il termine “metabolismo” indica l’insieme delle trasformazioni chimiche che si
svolgono nella cellula. In particolare l’anabolismo comprende le reazioni di sintesi dei
costituenti tramite l’utilizzo di energia mentre il catabolismo comprende le reazioni di
demolizione dei composti in cui si produce energia.
La moltiplicazione e la crescita batterica sono influenzate dalla natura dell’ambiente
che circonda i microrganismi. Le variabili più importanti sono:
ossigeno
• nutrienti -> carbonio, azoto, fosforo, zolfo e ioni metallici (per esempio ferro)
• pH ottimale -> molti batteri si moltiplicano ad un pH compreso tra 4 e 9 e sono
• quindi detti neutrofili, ma esistono anche batteri alcalofili e acidofili
temperatura ottimale
•
In base alle richieste nutrizionali necessarie per la crescita i batteri possono essere
distinti in:
autotrofi: utilizzano come fonte di energia per la crescita la luce o le sostanze
• inorganiche. Sono batteri con esigenze nutrizionali minime e in grado di svolgere in
maniera autonoma i processi di sintesi
eterotrofi: utilizzano come fonte di energia per la crescita la luce o le sostanze
• organiche. Sono batteri che presentano notevoli esigenze nutrizionali, in quanto
hanno necessità di nutrienti organici preformati
In base alla loro capacità di svolgere i processi catabolici necessari per la produzione
di ATP, i batteri si distinguono in aerobi e anaerobi, facoltativi e obbligati.
i batteri aerobi obbligati possono crescere solo in presenza di aria e utilizzano
• l’ossigeno come accettore finale dell’idrogeno
i batteri anaerobi obbligati cresceono solo in assenza di ossigeno ed utilizzano
• processi respiratori anaerobi o fermentativi
i batteri aerobi o anaerobi facoltativi possono crescere sia in presenza che in
• assenza di ossigeno. Utilizzano la respirazione quando l’ossigeno è presente e la
fermentazione quando è assente.
i microaerofili sono batteri che presentano crescita ottimale in aria con bassa
• concentrazione di O e alta concentrazione di CO
2 2
La crescita dei microrganismi può essere rappresentata da un grafico, che prende il
nome di curva di crescita, valido per quasi tutte le specie batteriche (ad eccezione
del micobatterio tubercolare). In ascissa viene posto il tempo di incubazione e in
ordinata il logaritmo del numero di cellule batteriche vive presenti nella coltura
incubata. Si distinguono così una serie di fasi sequenziali:
fase di latenza: i microrganismi posti in coltura non si moltiplicano ma si adattano
• al nuovo ambiente e ai principi nutritivi presenti nel terreno
fase di crescita esponenziale: i batteri crescono e si dividono; il tempo di
• duplicazione è tipico del ceppo batterico. In questa fase quasi tutti i batteri sono vivi
e il loro numero incrementa progressivamente
fase stazionaria: corrisponde al momento in cui cominciano ad accumularsi
• sostanze di rifiuto e a diminuire le sostanze nutritive. I batteri cessano quindi di
crescere e il numero delle cellule ancora in moltiplicazione è bilanciato da quelle
che iniziano a morire (il numero totale rimane costante)
fase di mortalità accelerata: il numero delle cellule che muoiono è maggiore di
• quello ancora in moltiplicazione e il numero totale dei batteri comincia a decrescere.
Questa fase è dovuta al completo esaurimento delle sostanze nutritive e l’aumento
di sostanze tossiche
fase di mortalità logaritmica: quasi tutte le cellule muoiono e il numero di batteri
• tende a 0
Alcune cellule possono però sopravvivere per un tempo che varia da specie a specie.
T ERRENI DI COLTURA
I terreni di coltura sono substrati forniti di sostanze nutritive che permettono la
crescita di batteri in laboratorio. In particolare vengono utilizzati per l’isolamento, il
mantenimento o l’identificazione delle colture batteriche. In base allo stato fisico,
possono essere distinti in:
terreni liquidi: utilizzati per la riproduzione di colture pure
• terreni solidi: utilizzati per l’isolamento di colture pure, la valutazione di batteri
• vitali ecc.
è possibile far solidificare un terreno liquido utilizzando l’agar, un idrocolloide estratto
dalle alghe rosse, che non risulta tossico per i batteri e non viene da questi
metabolizzato. Caratteristica dell’agar è quella di solidificare a 40°C e liquefarsi a
temperature superiori.
In base alla composizione possono inoltre essere classificati in:
terreni definiti: sono terreni di cui si conosce l’esatta composizione chimica. Sono
• terreni minimi se forniscono solo gli esatti nutrienti necessari al microrganismo di
interesse per crescere
terreni complessi (non definiti): terreni di cui non si conosce l’esatta
• composizione chimica poiché contengono materiali complessi di origine biologica
come sangue, latte, estratto di lievito o di carne. Forniscono tutti i fattori di crescita
necessari per la maggior parte dei microrganismi
Infine in base alla funzione, è possibile distinguere tra:
terreni di arricchimento: sono terreni di base a cui vengono aggiunti altri
• materiali in base alle esigenze nutritive del batterio che si vuole coltivare. In questo
modo la specie microbica di interesse cresce in un tempo molto più breve rispetto
alle altre specie microbiche
terreni selettivi: contengono sostanze batteriostatiche (sali biliari, NaCl ecc.) a
• concentrazione nota che inibiscono o rallentano lo sviluppo di molte specie
microbiche, fatta eccezione per quella che si vuole coltivare. Vengono quindi
utilizzati per l’isolamento di specifici microrganismi da campioni altamente
contaminati
terreni differenziali: contengono sostanze o indicatori in grado di rilevare
• specifiche reazioni biochimiche che si verificano nel terreno in seguito alla crescita
della specie batterica di interesse. Vengono quindi utilizzati per l’identificazione di
specifici microrganismi
SPORE BATTERICHE
In condizioni ambientali sfavorevoli i batteri possono formare strutture di resistenza,
ossia corpuscoli di forma rotondeggiante o ovoidale, dette endospore. Tutte le specie
sporigene tranne qualche rara eccezione hanno forma bastoncellare e vengono quindi
denominate genericamente “bacilli” (comprendono bacilli e clostridi).
Le spore sono cellule altamente differenziate, inerti dal punto di vista metabolico ed
enzimatico e con uno scarso o ridotto consumo di ossigeno. Sono inoltre caratterizzate
da un basso contenuto d’acqua e una parete scarsamente permeabile da cui deriva la
resistenza agli agenti chimici e fisici. La loro funzione principale è quella di proteggere
il DNA genomico da temperature estreme, disidratazione, mancanza di nutrienti e
quindi garantire la sopravvivenza della specie in ambienti avversi. Possono essere
disperse facilmente tramite vento o acqua e rimanere vitali anche per molto tempo.
La spora è formata da una parte centrale (core) costituita dal citoplasma (contenente
proteine, copia del cromosoma ecc.) circondato dalla membrana plasmatica,
circondata a sua volta da una parete cellulare rudimentale provvista di peptidoglicano.
Il core della spora è circondato dalla corteccia, che costituisce gran parte del volume
della spora e ne garantisce la resistenza. La corteccia è formata da peptidoglicano e
da acido dipicolinico, a cui è legata una grande quantità di calcio. L’acido dipicolinico,
che è assente nelle cellule vegetative, ha la funzione di legare l’acqua libera (la
disidratazione aumenta la resistenza al calore della spora). Esternamente alla
corteccia vi sono due rivestimenti simil-cheratinici, uno interno e uno esterno, che nel
complesso formano il coat o rivestimento proteico esterno. Ancora più esternamente è
presente l’esosporio, che ha una composizione fosfolipoproteica simile alla
membrana citoplasmatica.
Il processo di trasformazione di una cellula batterica allo stato vegetativo in una spora
viene detto sporogenesi e avviene in 6-8 ore. Il processo comincia con la
duplicazione del cromosoma batterico; il nuovo cromosoma migra verso una delle
estremità della cellula e viene separato dalla restante parte cellulare tramite un setto
di membrana plasmatica. Questa formazione iniziale prende il nome di prespora. Su
di essa vengono apposte man mano le membrane di rivestimento; la spora completa
dei suoi involucri viene ricoperta infine di esosporio e liberata nell’ambiente (spora
libera) per autolisi dello sporangio (struttura cellulare residua).
La trasformazione delle spore in cellule allo stato vegetativo viene detto
“germinazione”, dura circa 90 minuti e si verifica se le condizioni ambientali tornano
a essere ottimali per la cellula. In particolare la concentrazione di acqua e nutrienti
attiva la spora e ne rende permeabili gli involucri. Vengono infatti attivati gli enzimi
litici della parte centrale della spora che, dopo l’eliminazione di acido dipicolinico e di
calcio, distruggono la corteccia. La cellula assume quindi acqua e ioni e riprendono le
più importanti funzioni metaboliche.
P ATOGENICITÀ DEI BATTERI
Per patogenicità si intende la capacità di un microrganismo di determinare la
comparsa di una malattia nell’ospite. Le due componenti principali della patogenicità
sono:
la virulenza, che misura il grado di patogenicità del microrganismo ovvero la
• maggiore o minore attitudine a determinare una malattia (generalmente in
relazione alla dose)
l’invasività, la capacità di penetrare, colonizzare e diffondersi nell’organismo
•
Il primo stadio dell’infezione batterica è rappresentato appunto dalla penetrazione
del microrganismo nell’organismo ospite. Le principali vie di ingresso sono
rappresentate da discontinuità della cute e delle mucose, dalle vie respiratorie, dal
tratto gastrointestinale e da quello urogenitale. in genere questo processo avviene per
superamento o elusione della difese immunitarie dell’ospite.
Alcuni batteri attuano quindi il processo di adesione. Per adesività si intende la
capacità di alcune cellule di legarsi a specifici recettori presenti sulle cellule bersaglio
dell’organismo ospite (ad esempio gli epiteli mucosi). Le strutture batteriche
responsabili di questi fenomeni vengono dette nel loro insieme adesine e le fimbrie
ne sono un esempio. I batteri sprovvisti di fimbrie utilizzano in genere la componente
polisaccaridica della parete batterica. L’adesività determina un aumento della
virulenza poiché impedisce alle cellule batteriche di essere portate via dai liquidi
organici o dal muco, come avviene nel tratto gastrointestinale e urinario.
Alla penetrazione e all