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OPERE

Con l’ ‘Anfitrione’ e ‘La brocca spezzata’ Kleist scrive due tra le più celebrate commedie del teatro

tedesco. Ne l’ ‘Anfitrione’ Giove,assunte le sembianze del marito Anfitrione, visita Alcmene,la quale

deve dubitare del propri io e del proprio sentimento riflettendo nella crisi della propria identità il

gioco che il dio,assunta la maschera di Anfitrione,ha condotto nei suoi confronti. La donna,che ha

amato Giove nella maschera di Anfitrione,ma che ha anche intuito nel vero Anfitrione la maschera

di Giove,conosce l’amore come un’esperienza inconscia e proprio per questo divina.La sua

certezza e la sua virtù vengono turbate dall’inganno del dio,ma la totale dedizione della donna

all’amore trionfa,ed in nome di essa Alcmene può dire di aver amato sia il dio che l’uomo. Il lieto

fine è però illusorio,perché l’anima di Alcmne viene irrimediabilmente turbata dall’esperienza con il

dio,il quale le ha rivelato come il principio ddell’identità dell’individuo umano sia una maschera che

nasconde una verità terrificante che fonde l’umano ed il divino,l’istinto e la spiritualità. Ne ‘La

brocca spezzata’sembra quasi che Kleist voglia realizzare una parodia tutta grottesca

dell’Anfitrione. Il giudice Adam,che con il suo piede caprino rappresenta l’aspetta satirico del

Giove dell’ ‘Anfitrione’,fa una sfortunatissima visita notturna alla graziosa Eva,ma lascia nella sua

fuga precipitosa troppi indizi per non essere alla fine smascherato come il colpevole nel processo

che deve condurre contro il fidanzato di lei,accusato di aver rotto la simbolica brocca della virtù

della ragazza. Nel processo il giudice corrotto è costretto ad inventare una menzogna dietro l’altra

per sviare da sé i sospetti,ed il progressivo sdoppiarsi del giudice da accusatore in accusato fa

della ‘Brocca spezzata’una tragicomica parabola della falsa coscienza in cui la parola dell’uomo

sembra essere fertile e creativa solo se adoperata per mentire. E’ evidente in quest’opera l’intento

di creare una feroce caricatura della corruzione della burocrazia di stato. L’opera fu giudicata

inopportuna e volgare. La ‘Penthesilea’ suscitò addirittura ribrezzo,considerata il più grave

oltraggio al gusto,all’equilibrio del canone weimariano.Protagoniste sono le amazzoni,donne

guerriere attaccate dai greci di Achille secondo le cui tradizioni ,una volta che esse catturavano un

guerriero potevano far di lui ciò che volevano.Achille e Penthesilea,la regine,si desiderano. Lei è

dunque intenzionata a sconfiggerlo per averlo,ed Achille,proprio per far si che ciò accada,si lascia

sconfiggere. Ma Penthesilea desidera anche desiderarsi effettivamente superiore ad Achille,e si

sente ferita nell’orgoglio. La regina delle amazzoni sbrana dunque il corpo dell’amato:i desiderio di

affermare la sua forza la porta a distruggere l’oggetto del suo amore. La ragione trasforma dunque

Penthesilea innamorata in una bestia che pur di soddisfare il suo desiderio di vittoria su Achille

rinuncia razionalmente all’amore e alla passione per lui .La regina delle amazzoni che ama Achille

eppure lo sbrana rappresenta un personaggio quindi fortemente contraddittorio, l’emergere di una

grecità barbara e dionisiaca da dietro l’immagine equilibrata della immacolata Ifigenia goethiana.

Kleist consapevolmente e polemicamente rigetta ogni armonia e proporzione ,la radicalità con la

quale rappresenta l’eros come guerra dei sessi e la guerra come una sorta di esaltazione erotica

anticipa per via di pura intuizione molti aspetti della moderna psicopatologia. Rappresentando la

vergine guerriera che si vendica barbaramente,per amore,della violenza del maschio che,ancora

per amore, vuole ridurla a sua schiava,Kleist mette a nudo tutta l’ambivalenza dell’inconscio e con

ciò la disperazione,da parte dell’uomo,di non saper più distinguere tra amore e odio,spiritualità e

istinto,principio femminile e principio maschile. In questo territorio dell’inconscio si colloca anche la

protagonista di ‘Caterina di Heilbronn’(1808). Caterina e Penthesilea sono il polo negativo e

positivo del medesimo personaggio: Caterina ,su di uno sfondo medievale dipinto dettagliatamente

nei suoi elementi folkloristici,attraversando umiliazioni e pericoli di ogni genere segue il cavaliere

che un sogno le ha promesso come suo sposo. Questa totale e fiabesca dedizione della fanciulla

alla rivelazione dell’inconscio è appunto il risvolto positivo della ferocissima negatività di

Penthesilea.Caterina trionfa e si guadagna l’amore dell’amato. ‘Il principe di Homburg ‘ è

considerato il capolavoro di Kleist,in esso viene trattato un tema a sfondo autobiografico : il

generale prussiano Von Homburg riporta una vittoria decisiva ma nonostante ciò è condannato a

morte perché ha attaccato senza attendere il segnale convenuto con lo stato maggiore. Dopo aver

implorato la grazia in una celeberrima scena, egli vince la paura della morte e riconosce la

legittimità della sentenza: proprio questo gli farà avere salva la vita,in quanto viene riconosciuta la

sua statura morale. Il dramma non è però un’esaltazione della disciplina militare,come dimostra la

condanna dell’opera da parte dell’ufficialità prussiana : il protagonista infatti non solo si dimostra

vile nell’implorare la grazia,ma è per giunta un sonnambulo che ha vinto la battaglia solo perché

ha obbedito all’inconscia immagine di gloria che gli è apparsa in sogno. Ancora una volta Kleist

sottolinea la discordanza tra la realtà e l’inconscio ed il lieto fine,che vede il generale graziato in

quanto ha riconosciuto la giustezza del verdetto di morte è una celebrazione,più che dello spirito

prussiano,della verità assoluta dell’inconscio che ha dettato al giovane generale la decisione di

intervenire contro l’ordine nel momento più opportuno della battaglia.

Nel 1810 Kleist pubblica inoltre il saggio dal titolo ‘Sul teatro delle marionette’.Due persone

discutono sul teatro dei burattini,incentrando il proprio discorso sulle analogie tra l’uomo e la

marionetta:il burattino,manipolato dal burattinaio,pur essendo oggetto inanimato sembra quasi

vivo.L’uomo invece,in quanto animato e dunque consapevole di sé,autocosciente,è vittima di crisi

esistenziali ed in generale di stati d’animo negativi nel corso della sua esistenza,che si può dunque

rivelare peggiore di quella del burattino,oggetto inanimato,e dunque non esposto alla sofferenza.

I RACCONTI

I racconti di Kleist furono realizzati tra il 1805 e il 1806 e tra il 1810 e il 1811 (periodo

berlinese).Lo scrittore considerò lo scrivere racconti un’attività indegna del poeta. Genere ritenuto

meno illustre di altre forme letterarie,la novella dove la sua diffusione presso il pubblico borghese

tedesco del primo ottocento alla crescente fortuna di giornali e riviste.Al centro della novella

,racconto breve,vi è la narrazione di un fatto curioso,sorprendente o sensazionale ,e tali

caratteristiche l’avvicinano alla natura della notizia giornalistica. Per questa sua affinità con la

comunicazione giornalistica la novella kleistiana rappresenta l’espressione di una società urbana in

rapida trasformazione,per la quale la novità o la notizia sono il sintomo della condizione di un

mondo esposto a catastrofi e a rivolgimenti sensazionali ,perseguitato da eventi sempre nuovi e

diversi. Alla notizia del terremoto a Santiago del Cile del 1647 è legata la novella ‘Il terremoto in

Cile’ ,pubblicato nel 1807.Jeronimo è il precettore di Josefe.I due si innamorano,dando alla luce un

figlio,un amore condannato e contrastato;lei viene chiusa in convento,lui la raggiunge e proprio qui

concepiscono il loro bambino.Lui viene arrestato e lei condannata al rogo.Grazie al terremoto lei si

salva dal rogo e lui evade.I due si ritrovano,si ricongiungono,e grazie alla tragica situazione si crea

un clima idillico tra i sopravvissuti .Tutti vanno insieme a messa,dove il prete dipinge il terremoto

come una punizione divina.I due amanti,riconosciuti dalla folla di fedeli,vengono barbaramente

uccisi ,e solo loro figlio si salverà:al suo posto verrà trucidato il bambino di un’altra coppia.Il fatto

che il manifestarsi del cataclisma coincida perfettamente con il momento in cui Jeronimo è in

procinto di uccidersi e Josephe,la sua donna,sta per essere giustiziata cattura immediatamente

l’attenzione del lettore e lo spinge ad una interpretazione del manifestarsi del terremoto. La storia

dimostra infatti come la tragedia dei due amanti,una ragazza ed il suo precettore colpevoli di aver

vissuto il loro amore dando anche alla luce un figlio,discenda proprio dall’interpretazione di questa

coincidenza,in virtù della quale i cittadini di Santiago credono ad un rapporto di causa ed effetto tra

‘la colpa’ dei due giovani e la distruzione della città. Questa logica primitiva scatena la bestialità dei

massacratori ed è per Kleist il principio stesso del male. Jeronimo e Josephe vedono invece nel

terremoto un intervento divino a loro favore,diretto a punire la città che li ha ingiustamente

condannati.La catastrofe naturale quindi mette a nudo due diversi comportamenti: quello di don

Fernando e dei due amanti,per i quali il terremoto è l’inizio di una condizione umana paradisiaca,e

quello di coloro che la interpretano come punizione divina,se ne servono come di uno strumento

ideologico per giustificare la propria bestialità ,di una motivazione razionale per sovrapporre la

maschera dell’ordine,della morale e della giustizia ad una dimensione della natura umana

tragicamente ferina e distruttiva.Il gusto kleistiano per le scene di violenza e il suo compiacimento

nel mostrare teste schiacciate,spruzzi di sangue e materia grigia tradiscono la disperazione dello

scrittore alla vista di un mondo irreparabilmente corrotto da un uso perverso della ragione. Questa

consapevolezza è la conseguenza principale della crisi kantiana: la critica kantiana gli mostra

come la ragione non sia più una forma pura della conoscenza ,non sia strumento per giungere alla

verità,e difatti in questo racconto essa viene utilizzata come copertura ideologica della distruzione

e della vendetta.

Il capolavoro di questo senso tragico dell’esistenza è il ‘Michael Kolhaas’ ,pubblicato nel 1808 sulla

rivista ‘Phobus’. La definizione che all’inizio del racconto definisce il protagonista come ‘ uno degli

uomini più retti ed insieme più terribili del suo tempo’ ha solo in apparenza i ca

Dettagli
A.A. 2014-2015
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/13 Letteratura tedesca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher roberta.sireno93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura tedesca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Gallo Pasquale.