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INIZIO PER ALTRI LIMITI
• Quality Index: 2D, Quality index. Permette tramite mappa di colore di vedere la qualità
degli elementi 2D creati. Eventualmente questi possono essere migliorati utilizzando i
clean-up-tool (element optimize).
• Assegnare Proprietà: Components, Assign, seleziono componente e proprietà. Per
controllare la corretta assegnazione posso impostare la vista “by prop” e controllare che il
colore del componente cui si è assegnata la proprietà corrisponda al colore della proprietà
che si è assegnato.
• Combinare più carichi statici definiti in diversi load-collector: Nel caso in cui si vogliano
considerare più carichi statici durante l’analisi di deve creare un nuovo load-collector con
card image “LOAD”. Dopo aver cliccato create/edit è possibile selezionare il numero di
carichi da combinare tra loro tramite l’opzione LOAD_Num_Set. Ogni carico può essere scalato
di un certo fattore (s(i)). Nel tab “L(i)” si deve selezionare il carico da combinare con gli altri.
• Combinare più vincoli: Per combinare tra loro più vincoli è necessario creare un load
collector con card image SPCADD. La procedura poi è analoga a quella vista nel caso della
combinazione di più carichi.
• Alcune generalità sui contatti: Vanno definite entità master ed entità slave. Si consiglia di
avere una Superficie master e un Set di nodi Slave. (Contatto NtS). Le proprietà del
contatto possono essere definite tramite la tap “Type” direttamente nella Card
“interfaces” oppure può essere specificata da una apposita proprietà PCONT/PCONTX
(Nelle voci MU1, MU2 è possibile definire coefficienti di attrito statico e dinamico).
Acciaio su acciaio MU1= 0.78 MU2= 0.42 (NON lubrificato)
Le tipologie predefinite solo “FREEZE” superfici non possono muoversi tra di loro, unico
tipo che può essere usato in analisi lineare-statica, “STICK” appena le due superfici
vengono in contatto il moto relativo viene impedito, “SLIDE” moto relativo sempre
permesso; moto senza attrito.
Il parametro ADJUST nella card del contatto permette di modificare leggermente le
coordinate dei nodi della superficie slave in modo da risolvere piccole imperfezioni
geometriche create dall’approssimazione ed avere le due superfici in contatto al momento
in cui si inizia l’analisi. L’opzione di default è avere tale parametro disattivato. Se impostato
su auto il software cerca nodi entro una distanza pari al 5% della lunghezza media delle
superfici master. Impostando un valore maggiore o minore di zero posso specificare in
quale direzione cercare i nodi che si compenetrano. Se analisi non lineare da problemi
(generalmente causati dai contatti) oltre ai suggerimenti presenti nella guida è bene
verificare che la superficie slave abbia mesh più fitta della master, non siano raggruppate
nello stesso contatto più coppie di superfici master-slave.
• Creare contatto Freeze:
a. Va definita la superficie master, si fa da Analysis, Contact Surf, Solid Faces, do
un nome e un colore, seleziono il componente e tre nodi sulla superficie. Ho
definito la superficie master.
b. Per definire superfici slave da Analysis, Entity Set, do un nome e imposto card
image SET_GRID; set type impostato a non-ordered e seleziono tutti i nodi della
superficie slave. Ho definito un contatto surface-to-node.
c. Per impostare il contatto: Analysis, Interfaces, da pannello create scelgo un
nome e imposto type CONTACT. Dal pannello add aggiungo la superficie master
e il set di nodi slave (selezionare set). Clicco entrambi gli update e posso vedere
il contatto. Dal pannello card image vado su edit e SCELGO IL TIPO DI
CONTATTO tramite il tap Type/Pid. Se scelgo Freeze devo scegliere la distanza a
cui si trovano le superfici con Search Distance e se la normale è rovesciata
rispetto alla punta delle piramidi che si creano sulle superfici imposto in
Morient: RevNorm, altrimenti Norm.
• Assegnare Massa puntuale: 1D, Masses, selezionare il nodo a cui si vuole assegnare la
massa e il suo valore (coerentemente con il sistema di unità di misura che si sta usando).
Non impostare proprietà e impostare come “Element Types” CONM2. Non importa creare
un componente separato ma l’assegnazione può esser fatta direttamente dall’interno di
uno dei componenti esistenti.
• Assegnare Forza di Gravità: Loadcollector, impostare come card image “GRAV”. Da
create/edit si può quindi decidere il verso della forza di gravità ed impostare un valore di
accelerazione di gravità coerente con il sistema di riferimento scelto. Se ci si riferisce ad un
sistema coerente [tonnellate, millimetri, secondi, (Newton), (MegaPascal)] allora il valore
della forza di gravità sarà 9,81e+03. In Radioss [chili, millisecondi, millimetri, (KiloNewton),
(Gigapascal)] varrà 9,81e-03. Assegnare con CID l’identificativo del sistema di riferimento
da usare.
• Cambiare ordine elementi: (1D/2D/3D a seconda del tipo di elemento), order change.
Permette di convertire una mesh del primo ordine ad una del secondo e viceversa senza
dover rifare la mesh da capo.
Analisi TERMICA o TERMICO/STRUTTURALE:
• Assegnare vincolo di temperatura IN ANALISI TERMICA: dopo aver creato il load collector,
ricordandosi di specificare “no card image”, vado in Analisis, Constraints. Svincolo tutti i
dof lasciando il tipo di vincolo SPC, seleziono i nodi di interesse e faccio create/edit. Nel
campo D scelgo la temperatura. Si ricorda che la temperatura è un vincolo solo nel caso di
una analisi termica. Se sto facendo una analisi strutturale la temperatura non è un vincolo
ma viene definita con la card TEMP. Questa si trova in Analisys, Temperature. In una analisi
strutturale infatti la temperatura non è una incognita.
• Assegnare condizione di convezione IN ANALISI TERMICA: Analisys, Interfaces, seleziono
type: CONVECTION e faccio create/edit, seleziono il materiale coinvolto nella convezione.
Devo adesso assegnare il vincolo di convezione ad una certa zona del modello. Questo
viene fatto nel sottopannello add. Si seleziona come slave Face, poi seleziono tutti gli
elementi del componente e i noti che mi contrassegnano una faccia (la faccia può esser
selezionata prendendo 3 nodi che appartengono alla faccia DI UN ELEMENTO e poi
estendendo la selzione “by faces”). Dando add il software aggiunge gli elementi slave
contententi il vincolo di convezione solo sulla faccia identificata dai nodi selezionati.
Si deve poi andare a specificare la temperatura con la quale avviene la convezione. Questo
viene fatto da Mesh>Card Edit>Elements. Nel pannello si seleziona elements e il tipo di
interfaccia che si è creato (Slave 3 per facce di elementi tetraedrici o triangolari, Slave 4 per
facce di elementi esaedrici). Faccio “edit” e nel campo TA si seleziona il nodo NON
appartenente alla struttura in cui precedentemente era stato assegnato il vincolo di
temperatura. SI RICORDA che il coefficiente di convezione è una proprietà del materiale,
una volta impostata temperatura della sorgente e fornito il coefficiente il solutore è in
grado di trovare il flusso termico.
• Creare Loadstep di tipo termico: Tra i vincoli si inserisce i vincoli di tipo termico
(temperature nodali assegnate). Si edita poi il loadstep in modo da richiedere in output
flussi e temperature. A questo punto si può lanciare analisi. Eventuale carico termico di
tipo conduttivo/convettivo viene modellato tramite una interfaccia e non rientra per tale
ragione tra i carichi.
• Creare un materiale dotato di proprietà strutturali e termiche: Quando vado a creare il
materiale seleziono MAT1 (Materiale Elastico-Lineare omogeneo Isotropo. La voce “A”
permette di specificare coefficiente di dilatazione termica), scelgo create edit e spunto a
questo punto la casella MAT4 in cui posso assegnare le proprietà termiche al materiale
(K=coefficiente di conduzione, H=coefficiente di convezione, RHO densità generalmente già
impostata in MAT1). Assegno quindi sia le proprietà strutturali che quelle termiche.
• Impostare analisi termico-strutturale: Per impostare un’analisi di questo tipo devono
essere definite due distinti loadstep. Prima si definisce un loadstep di tipo termico in cui tra
i vincoli (SPC) sono inseriti vincoli termici. Non dimenticare di editare loadstep in modo da
chiedere in output temperature e flussi. Il secondo loadstep è definito tramite le control
cards. Si deve andare a editare la control card “CASE_UNSUPPORTED_CARD” immettendovi
le stringhe: SUBCASE = ID_loadstep_termico/strutturale ; SPC =
ID_load_collector_vincoli_strutturali ; TEMP = ID_loadstep_termico. È Possibile poi lanciare
l’analisi.
Risoluzione alcuni tipi di errore:
• Herachical Error: Entrare nell’assieme costituente il componente ed eliminare i vari gruppi
che lo costituiscono. Deve rimanere solo l’insieme di componenti non raggruppati tra loro.
• Elementi che non rispettano i parametri: è bene correggere questi elementi quando
possibile. Tuttavia si può provare a far girare l’analisi disattivando il quality control sugli
elementi (non è detto che l’analisi giri ne che dia buoni risultati). Questo viene fatto da
Analysis, Control Cards, PARAM, si seleziona CHECKELEMS e si imposta il tab su “NO”.
Dinamica LINEARE (Optistruct)
• Impostare analisi modale: Load Collector, EIGRL, create/edit, imposto due tra V1
(frequenza start), V2 (frequenza end), e ND (Numero di critiche da trovare). Quando lancio
l’analisi specifico nel loadstep come “method (struct)” il loadcollector creato, se inoltre il
pezzo è in qualche modo vincolato/caricato posso specificare carichi/vincoli come loads o
SPC. Nello studio del moto libero non è necessario specificare vincoli ne carichi.
Considerazioni riguardo ad Analisi di Dinamica Lineare:
Soluzione di un problema di moto forzato può esser ricavata in due modi:
- Ricettanza ricavata con il metodo diretto; si inverte la matrice del sistema per ogni
frequenza di calcolo andando a calcolare così gli spostamenti nodali nelle frequenze di
calcolo.
- Ricettanza ricavata con la sovrapposizione Modale: metodo approssimato e molto più
veloce. Si suppone di conoscere i modi proprio del sistema e a partire da questi si ricava la
matrice di ricettanza e dunque anche la risposta del sistema. Il solutore considera tuttavia
solo i modi propri che si verificano all’interno dell’intervallo di calcolo che si sta
analizzando. È importante allora maggiorare l’intervallo di calcolo del 30-50% per evitare
che un modo che