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Le lingue germaniche occidentali
Il tedesco, l'olandese e l'inglese sono le tre lingue germaniche occidentali. Tutte e tre sono lingue pluricentriche, ossia hanno più di una varietà standard.
Il tedesco ha tre standard: quello tedesco-federale, quello austriaco e quello svizzero.
L'olandese ha due standard: fiammingo e olandese.
L'inglese ha un gran numero di standard, tra cui il British English, l'American English, l'Hiberno-English (Irlanda), l'Australian English, e così via.
Dal 1380 al 1814 la Norvegia era unita al Regno di Danimarca. Durante questi secoli, ma soprattutto dopo l'introduzione della confessione evangelica nel 1536, il danese si diffuse sempre di più in Norvegia, soprattutto nel XIX secolo sulla base dei dialetti norvegesi. Oggi, tuttavia, in seguito a numerose riforme ortografiche e al definitivo distacco dallo Stato danese, le due lingue differiscono fra loro notevolmente.
nelle regioni meridionali, vicine alla Danimarca. La lingua scritta danese veniva però pronunciata "alla norvegese". Anche con lo scioglimento dell'unione con la Danimarca, la lingua danese mantenne e anzi aumentò il suo influsso, perché essa continuava ad essere utilizzata negli atti amministrativi e nell'insegnamento scolastico. In reazione a queste circostanze si iniziò a pensare a una lingua nazionale norvegese. Ma le proposte andavano in due direzioni diverse: da una parte si puntò a "norvegizzare" il danese ereditato, e nacque così il riksmål (la lingua cancelleresca), in seguito chiamata bokmål (composto di bok, "libro", e mål, "lingua": più che "lingua libresca" è la "lingua dei libri", distinta dal "sermo quotidianus"). Dall'altra si sostenne l'elaborazione di una lingua nuova, il landsmål, che era basatasul patrimonio comune dei dialetti norvegesi. Intorno al 1850 nacque così il nynorsk, il "norvegese nuovo". La disputa fra i propugnatori del bokmål e del nynorsk (i termini sono ufficiali a partire dal 1929) terminò con l'equiparazione delle due lingue, sia per l'insegnamento che per la redazione degli atti amministrativi. Oggi il bokmål è la lingua principale di circa quattro quinti degli scolari (soprattutto nelle regioni settentrionali e sud-orientali, oltre che nelle città), per gli altri è il nynorsk (soprattutto nelle regioni occidentali e nell'interno del Paese). Al neerlandese fa riferimento anche l'afrikaans, parlato nel Sud Africa dalla comunità di origine neerlandese. Nel territorio settentrionale - per lo più insulare - dello Stato dei Paesi Bassi e nelle zone del Land tedesco della Bassa Sassonia prossime ai confini con i Paesi Bassi si parla il frisone, che è unalingua distinta dal neerlandese. Le parlate del tedesco sono tradizionalmente suddivise in alte (alemanne e bavaresi, a sud), medie (franconi, al centro) e basso-tedesche (o Plattdeutsch, a nord). Storicamente, le parlate meridionali fino al secolo XIII costituivano l'antico alto tedesco, cui ci riferiremo nei capitoli successivi. Un idioma basato su dialetti medio-tedeschi medievali è lo jiddisch, la lingua degli Ebrei dell'Europa centrale e orientale, che morì con l'Olocausto. Dialetti tedeschi, soprattutto alemanni e franconi, sono parlati ancor oggi in Kazachstan e in Siberia: sono gli idiomi originari dei Russlanddeutsche, emigrati in diverse regioni della Russia Europea a partire dalla fine del Settecento, e deportati nell'Asia sovietica da Stalin durante la seconda guerra mondiale. Oggi buona parte dei tedeschi di Russia parla il russo come prima lingua, come risultato del decennale divieto, da parte del potere sovietico, di aprire scuole tedesche per i.Russlanddeutsche e di usare il tedesco per funzioni amministrative locali. L'inglese Da una serie di parlate settentrionali del gruppo germanico occidentale provengono gli idiomi degli Angli, dei Sassoni e degli Juti, che nel corso del VI secolo si stabilirono in quella che fu poi chiamata Inghilterra (da Engla-land, la "terra degli Angli", e si intendevano tutte le popolazioni germaniche nell'isola)5. insediatesi Si parla di antico inglese per il periodo che precede l'arrivo dei Normanni. La battaglia di Hastings (1066) segnò la conquista dell'Inghilterra da parte di Guglielmo di Normandia. Tale avvenimento determina i successivi profondi mutamenti della lingua, che caratterizzano il passaggio dall'antico al medio inglese. Alla fine del Quattrocento, e agli inizi del Cinquecento, si hanno ulteriori profonde modifiche per la fonologia, soprattutto nel vocalismo: comincia così a crescere l'inglese moderno, che nel corso dei secoli diventa
L'inglese è una lingua internazionale e si dirama in numerose varietà standard, alquanto diverse dal "British English". Oltre alla variazione geografica (l'inglese d'America, del Canada, d'Australia ecc.) vi è una variazione che riguarda le funzioni sociali, con il "Business English", una sorta di inglese "lingua franca" internazionale, usata dai ceti dirigenziali di tutto il mondo. Il destino dell'inglese assomiglia a quello del latino: da lingua germanica sta diventando la matrice genetica di un gruppo linguistico (dove la lingua franca internazionale, per funzione, ricorda il latino medievale).
Il gruppo celtico5 Rinvio, per notizie dettagliate, al volume di D. Pezzini, Storia della lingua inglese, La Scuola, Brescia 1981.
Delle lingue indoeuropee minori oggi parlate, quelle celtiche sembrano più di altre minacciate di estinzione, dato il prestigio dell'inglese. Il celtico si divideva anticamente in insulare e continentale:
quest'ultimocomprendeva idiomi parlati nelle Gallie, nella Penisola Iberica, nell'odiernaGermania: si ritiene che si siano estinte tutte entro il 500 d. C., anche sehanno influito sulle lingue romanze e germaniche. Il celtico insulare è suddiviso in due tronconi: il gaelico, con due lingue, l'irlandese e lo scozzese,e il britannico o brittonico, con il gallese e il bretone (intorno al V secolo unapopolazione celtica insulare emigrò nella penisola, allora detta Armorica, cheprese appunto a chiamarsi Bretagna). Un'altra lingua brittonica, il cornico, siparlò in Cornovaglia fin al XVIII secolo. L'idioma gaelico dell'isola di Man(il manx) si è invece estinto nel nostro secolo. Delle lingue celtiche, la piùviva è il gallese: nel censimento del 1981 vi erano oltre 500.000 parlanti (il20% della popolazione del Galles). Dal 1967 nei territori del Galles il welsh èlingua ufficiale alla pari dell'inglese. Invece l'irlandese,
Sebbene la Costituzione dell'Irlanda lo dichiari prima lingua della nazione, è parlato come prima lingua solo da circa 100.000 persone (il 4% della popolazione dell'Irlanda)6.
La famiglia linguistica ugro-finnica
La famiglia ugro-finnica è di solito divisa in più gruppi. I più importanti sono l'ugro e il balto-finnico.
Il gruppo ugro è rappresentato dall'ungherese, o magiaro. Vi sono poi lingue minori, come il vogulo e l'ostiaco, con comunità assai ridotte (intorno a diecimila parlanti) nel territorio siberiano settentrionale a ridosso degli Urali. Gli Ungheresi, la cui regione d'origine era forse in territori compresi fra il Volga e gli Urali, giunsero nell'Europa centrale durante il IX secolo.
Del gruppo balto-finnico fanno parte il finnico e l'estone, che sono lingue ufficiali dei rispettivi Stati. Vi appartengono inoltre lingue minori, come il vepso, parlato da una minuscola comunità nella Pietroburgo7.
regione di SanVi sono poi lingue ugro-finniche di altri gruppi minori: ricordiamo il gruppo sami (chiamato anche "lappone"), articolato in vari dialetti parlati da comunità sparse nei territori subartici della Scandinavia e della Russia (in6 Ricavo queste notizie da P. Cuzzolin, Le lingue celtiche, in E. Banfi, La formazione dell'Europa linguistica, cit.7 Per comprendere l'esiguità di queste comunità linguistiche, basti considerare che, alla data del censimento della popolazione, effettuato nel 1979 nell'allora Unione Sovietica, il vepso era usato come prima lingua da circa 770 parlanti. Rinvio in proposito a G. Gobber, La politica linguistica dell'Urss, "Vita e Pensiero", 1986.tutto sono meno di cinquantamila parlanti). Un altro gruppo è il finnico-permiano, che comprende le lingue siriena e votiaca, parlate in regioni vicine alla città russa di Perm', vicina al nord degli Urali. Nel bacino del Volga
Visono idiomi del gruppo ceremisso e di quello mordvino. A 'ELTRE LINGUE D UROPANon rientrano nelle due grandi famiglie linguistiche d'Europa:
- Il basco, parlato in regioni pirenaiche degli Stati spagnolo e francese: è ladell'Aquitania8,continuazione nella nostra era degli idiomi chesussistevano in epoca pre-romana;
- Le lingue turche, che oltre al turco propriamente detto, lingua ufficialedello Stato con capitale Ankara, storicamente e geograficamente cernierafra Asia ed Europa, comprendono numerosi idiomi parlati nella Russiaeuropea (tatàro, ciuvascio, baskiro) e in quella asiatica (kirghiso, usbeco,iakuto e altri);
- Il maltese, una lingua semitica originaria del Maghreb, che ha peròsubito influssi assai forti dalle lingue romanze e dall'inglese (dall'iniziodel XIX secolo al 1964 l'isola è stata territorio britannico).
LA PRIMA ROTAZIONE CONSONANTICANelle lezioni di questa settimana si considerano alcune serie diconsonanti in
latino e in altre lingue indeuropee (in seguito abbreviato in ie.), e si osserva come, nelle lingue germaniche, non vi siano le medesime consonanti. In effetti, è stato ipotizzato che, per queste serie consonantiche, le lingue germaniche presentino mutamenti fonetici sistematici. La trattazione ha due parti: - nella prima si rilevano le corrispondenze fonetiche sistematiche tra gli esiti del latino (e di altre lingue ie.) e gli esiti germanici. A questo scopo, si fa riferimento alle attestazioni più antiche di queste lingue. Valgono le abbreviazioni seguenti: got = gotico a.ingl. = antico inglese (VI d.C. – 1066) a.a.t. = antico alto tedesco (ca. IX d.C. – 1100) a.nord. = antico nordico