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L’iniziazione severa serve a suscitare impegno maggiore, scoraggiare gli aspiranti
poco motivati, non adatti, ti rende dipendente dai membri del gruppo.
Nella scuola materna inizialmente si ha un periodo di osservazione, successivamente il
gioco parallelo e poi il gioco interattivo.
Periodo probatorio: è funzionale all’entrata nel gruppo di un nuovo arrivato, lui
attua comportamenti di osservazione e attesa. È utile per l’apprendimento sociale e è
una tattica per l’immissione nel gruppo.
Le femmine e i più piccoli entrano più facilmente nei gruppi.
Secondo Moreland e Levine l’appartenenza ad un gruppo (group membership) può
essere descritta come una serie di fasi separate fra loro da transizioni di ruolo.
La prima è l’esplorazione, l’individuo dell’effettuare una ricognizione individuale (1.
Identificare i gruppi potenzialmente desiderabili, 2. Se esso può soddisfare i propri
bisogni, 3. Se l’impegno supera la ricompensa) Necessita quindi di una valutazione
anticipata, ci sono 3 fonti di ottimismo: gli sforzi, fronteggiare i sentimenti di
dissonanza rispetto al gruppo e sottolineare gli aspetti positivi del Sé.
La prima fase è seguita dall’accettazione.
Staffing level: quanti membri appartengono ora al gruppo e quanti sarebbero
necessari per una prestazione ottimale, troppi causano noia e apatia, pochi stress e
fatica.
Una volta superata l’accettazione c’è la fase di apprendistato. I Newcomers utilizzano
solitamente 4 tattiche:
1. Efficace processo di ricognizione 2. Giocare il ruolo del nuovo membro 3. Cercare
referenti di fiducia
4. Collaborare con gli altri neofiti.
Socializzazione: è un processo attraverso il quale gli individui acquisiscono le
conoscenze, le abilità e le disposizioni che li rendono in grado di partecipare come
membri più o meno effettivi dei gruppi e della società. È un processo interattivo e una
sorta di negoziazione. Il neofita si trova in una condizione di maggiore dipendenza.
Quando un individuo entra in un nuovo gruppo include modi condivisi di vedere la
realtà e costumi comuni che sono espressioni di una cultura e includono routine,
gergo, rituali e simboli Ex. All Blacks.
L’appartenenza ad un gruppo comporta anche una ridentificazione della propria
identità
La teoria della socializzazione di gruppo si basa su tre processi psicologici:
1. Valutazione: implica sforzi compiuti dal gruppo e dall’individuo per stimare e
massimizzare il profitto.
2. L’impegno: dipende dal risultato del processo di valutazione.
3. Transizione di ruolo: si ha quando l’impegno reciproco del gruppo e dell’individuo si
alza o si abbassa.
In questo modo l’individuo passa attraverso 5 fasi:
Esplorazione (Entrata) Socializzazione (Accettazione) Mantenimenti (Divergenza)
Risocializzazione (Convergenza) Ricordo.
L’apertura e la chiusura del gruppo può facilitare o complicare l’assimilazione dei
nuovi membri, anche la concessione di far entrare pochi membri con nessuna
sperienza con gruppi simili produce maggiore dipendenza ed accettazione delle regole
presenti nel gruppo.
Vari tipi di Newcomers: membri istituenti, visitatori, trasferiti, sostituti, neofiti
regolari.
Fase destrutturante: ridefinire sé stessi e i propri modi di operare per fiungere ad
una piena accettazione, per Goffman c’è una vita sotterranea nei gruppi. (Buon viso a
cattivo gioco.)
Modelli di sviluppo del gruppo
McMurrain e Gazda 1. Espositivo, 2. Transizione, 3. D’azione 4. Conclusione.
Tuckman 1. Dipendenza,2. Conflitto, 3. Coesione, 4. Role-taking (adattamento dei
ruoli).
Tuckman e Jensen 1. Forming 2. Storming 3. Norming 4. Performing 5. Adjourning.
Worchel 1. Malcontento 2. Evento precipitante 3. Identificazione di Gruppo 4.
Produttività di Gruppo 5. L’individazione 6. Declino
C’è una differenza fra chi esce per decisione e chi viene allontanato.
Le appartenenze salienti si distinguono per il livello di partecipazione, valori
condivisi, obiettivo comune e affettività.
Identità sociale non è qualcosa di statico, deriva dall’insieme delle appartenenze di
un individuo ad un gruppo ed è per sua natura comparativa e relazionale nel senso
che si costituisce in un contesto sociale. Tijfel le distingue in sicure ed insicure
(passaggio di gruppo molto frequente).
Si ha un’uscita dai gruppi superiori sono in casi di minacce o un conflitto di valori. Nel
caso dei gruppi inferiori è più facile e per motivi di mobilità sociale, salto di classe
(self-made man), forte conflitto di valori, paura di sanzioni sociali.
Differenza esilio e emarginazione.
3.
Il gruppo è un organismo vivo, che funziona in modo non semplicemente sommativo
rispetto alle diverse individualità dei membri che lo compongono, anche se non in
modo indipendente da questi.
Status: posizione che un individuo occupa in un gruppo e alla valutazione di tale
posizione in una scala di prestigio. Gli indicatori principali dello status sono: La
tendenza a promuovere iniziative e la valutazione consensuale del prestigio.
La corrente etnologica sostiene che sin dalle prime interazioni i membri del gruppo
si misurano fra loro a partire da dati percettivi. (ex. muscolatura, espressione
facciale…)
Gli Stati d’aspettativa si basano sulle aspettative relativamente ai contributi che
ciascuno potrà offrire per il raggiungimento degli obiettivi del gruppo.
Tuttavia tali assegnazioni degli status sono provvisorie e queste due correnti non sono
mutuamente esclusive.
La differenziazione degli status crea ordine, prevedibilità e coordina.
Il ruolo è l’insieme delle aspettative condivise circa il modo in cui dovrebbero
comportarsi una persona che occupa una certa posizione nel gruppo.
Ruoli formali: vi sono aspetti definiti e in qualche modo ineludibili per quanto gli
individui possano introdurre elementi più personali e idiosincratici.
Ruoli informali: non hanno un copione stabilito istituzionalmente.
Leader dell’opposizione: qualcuno che nelle interazioni presenta spesso un punto di
vista divergente e procura diverse disfunzioni e attriti. Qualora riesca ad attirare
qualche seguace può dividere il gruppo, ma non per forza sarà lui il leader del gruppo
formatosi.
I ruoli servono per portare ordine e prevedibilità, autodefinizione e facilitare il
raggiungimento dello scopo.
Norme sono il limite al di la del quale un certo comportamente può essere biasimato
ed è un prodotto collettivo. Possono essere formali o informali, esplicite o implicite.
Centrali o periferiche (Ex. la puntualità)
Per Opp le norme sono istituzionali (imposte dal leader), volontarie (nascono dalle
negoziazioni dei membri) e evolutive (comportamenti che hanno soddisfatto un
membro vengono acquisiti anche da altri)
Per Feldman le norme possono essere imposte dal un leader o ispirate dall’ambiente
circostante oppure generarsi in seguito ad episodi critici che interessano la storia del
gruppo.
Per Bettenhausen e Murnighan ogni membro porta degli script per varie situazioni, in
seguito a negoziazioni vengono instaurate le norme. (ex effetto autocinetico puntino di
luce)
L’utilità delle norme sta nell’avanzamento del gruppo, mantenimento del gruppo,
costruzione della realtà sociale e definizione delle relazioni con l’ambiente sociale.
Nei gruppi chiusi è più difficile che il nuovo arrivato riesca ad imporre un cambiamento
delle regole.
La discussione implica uno sforzo di controllo per evitare il conflitto ed è un canale
sociale in cui si mescolano e si aggregano le opinioni individuali in un’opinione
collettiva.
La conversazione è il veicolo più importante della preservazione della realtà
soggettiva e intersoggettiva, per essere efficace l’apparato della conversazione
dell’essere coerente e continuo. Senza comunicazione non esiste un gruppo.
La rete di comunicazione è l’insieme di canali di comunicazione presenti in un
gruppo, ed i canali sono l’insieme delle condizioni materiali che rendono possibile un
passaggio di informazioni. Mentre la struttura di comunicazioni è l’insieme di
comunicazioni che si sono effettivamente scambiate all’interno del gruppo.
Lo spazio (caldo/freddo, grande/piccolo) e la modalità (spontanea/centrata…)
influenzano la comunicazione.
Partecipazione consensuale: tutti i membri possono esprimere le proprie posizioni
Partecipazione normalizzata: si può parlare solo se interpellati e conta l’ordine di
beccata.
Bales studiarono le strutture di comunicazione nei piccoli gruppi e suddivisero
l’interazione di un gruppo in atti microscopici (significativi e percepibili ad un
osservatore esterno) e li divisero in 12 categorie:
- Area socioemozionale positiva: 1. Solidarietà 2. Allentare le tensioni 3. Mostrarsi
d’accordo
- Area del compito: 4. Dare suggerimenti 5. Esprimere un’opinione 6. Fornire degli
orientamenti 7. Chiedere degli orientamenti 8. Chiedere delle opinioni 9. Chiedere dei
suggerimenti
- Area socioemozionale negativa: 10. Disapprovare 11. Esprimere tensione 12.
Mostrare antagonismo
Per Flament l’insieme delle comunicazioni necessarie per giungere alla soluzione del
compito sono suddivise in 3 modelli:
1. Centralizzato (centralizza le info e produce soluzione che comunica ai compagni)
2. Omogeneo (Tutti i membri centralizza le informazioni e ognuno deduce una
soluzione e la comunica)
3. Intermedi (Almeno due centralizzatori e uno no)
4.
Leader: è la persona che può influenzare gli altri membri più di quanto sia essa stessa
influenzata. Può essere formale/informale; imposto/emergente; legittimo/illegittimo.
Leadership: è un processo che coinvolge non solo il leader ma anche i seguaci o
subordinati che hanno un ruolo attivo nel gruppo. La leadership ha tre fattori: la
situazione, il leader e i membri.
Il potere è la capacità di influenzare o vincere le resistenze degli altri, assicurandosi
comportamenti di adesione o compiacenza.
L’autorità è la legittimità dell’esercizio del potere.
Il controllo la modalità con cui viene valutato il conseguimento degli obiettivi
predefiniti.
E la leadership è l’insieme di queste tre aspetti con più una propria specificità.
I tre principali processi dell’influenza sociale sono il potere, l’influenza e l’autorità.
Approccio dei tratti vs Strategia identitaria
Una delle ricerche classiche è quella di Lewin, Lippitt e White su tre stili di leadership:
autocratica, democratica e permissivo.
Blake e Mouton fecero la