GREGORIO VII. GIOCHI DI RUOLO
Li esordi
Il 22 aprile 1073, durante il funerale di papa Alessandro II, il popolo romano acclamò Ildebrando come nuovo papa, conducendolo in San Pietro in Vincoli dove i cardinali ivi riuniti lo elevarono alla dignità pontificia. A dire il vero questa modalità di elezione non era prevista nel Decretum in electione papae emanato poco anni prima e ciò verrà contestato dagli avversari di Ildebrando, primo fra tutti Guiberto da Ravenna (futuro anti-papa Clemente III).
La notifica della elezione di Gregorio VII non venne mai inoltrata al re Enrico IV, non riconoscendo così al potere temporale il diritto di controllare l'elezione pontificia. Il 22 magio 1073 il nuovo pontefice ricevette l'ordinazione sacerdotale ed il 30 giugno la consacrazione episcopale.
Il nome scelto da Ildebrando per il suo pontificato, Gregorio VII, ribadiva sia la continuità con Gregorio VI, suo amico e predecessore che lo nominò cappellano personale.
sia la centralità della Chiesa romana tanto voluta da papa Gregorio I. Non dimentichiamo che, se Gregorio VII è stato eletto in età matura (coetaneo di Adelaide di Torino e di Beatrice di Lorena), aveva a che fare con un giovanissimo re Enrico IV (22 anni), con due potentissimi personaggi come Guiberto di Ravenna ed Ugo di Semiur e con la giovane Matilde di Canossa. Appena eletto, Gregorio comunica la notizia all'abate di Montecassino, Desiderio, a Gisulfo di Salerno ed al vescovo Guiberto di Ravenna, ricordando loro anche la caritas "con cui avete promesso di comportarvi nei confronti della Chiesa romana e nei miei confronti". Con questi primi scritti, Gregorio sottolinea anche ai destinatari che la sua linea di condotta sarebbe stata nel solco di quella tracciata da Leone IX, rimanendo così nella piena coerenza con quanto accaduto negli ultimi 30 anni. Se Gregorio scrisse immediatamente a questi esponenti della Chiesa, non fece lo stesso con iregnanti del tempo. In particolare, sarà il re Enrico IV, dopo alcuni mesi dall'elezione del nuovo papa (agosto/settembre) a scrivere a Gregorio VII per protestare contro la simonia e confermare la necessità della collaborazione fra regnume sacerdotium. Tuttavia, pur se non direttamente, Gregorio VII aveva lanciato messaggi verso il giovane re in lettere inviate ad altri personaggi. Ad esempio, il 24 giugno scrisse a Beatrice di Lorena e Matilde di Canossa affinché richiamassero Enrico IV "all'amore della Chiesa romana madre sua". Il 1° settembre, invece, Gregorio inviò due brevi lettere a Rodolfo di Svevia e Rinaldo di Como nelle quali affermava che il papa era responsabile del re sia perché lo aveva scelto lui (probabilmente si fa riferimento alla partecipazione di Ildebrando nel convincere Enrico III a lasciare il regno a favore del giovane Enrico IV) e sia perché il defunto imperatore Enrico II, oltre ad aver sempre avuto
riguardo nei confronti di Ildebrando, morendo aveva affidato il figlio Enrico IV alla Chiesa romana nella persona di papa Vittore. Dunque, come dimostra il Registrum delle lettere scritte da Gregorio VII, il suo primo anno di pontificato è senza dubbio il più prolifico (sono state scritte ben 84 lettere). Agli esordi del suo pontificato, più che preoccuparsi del suo regno, Gregorio si dedica alla questione iberica. Era nota la grande fama ed importanza dell'abate di Cluny, all'epoca Ugo di Semiur, il più ricco e potente uomo di Chiesa che possedeva le "chiavi" del regno di Leon-Castiglia guidato da Alfonso VI. Sembra che per avere rapporti con il re di Castiglia ci si dovesse appoggiare ai cluniacensi. Gregorio VII tentò invece di farlo scavalcando quest'ordine. Sempre dal Registrum scopriamo che, per parlare di argomenti e problemi attinenti la Spagna, il papa deve fare sempre e solo.Riferimento all'abate Ugo che a sua volta sifarà portavoce dei desideri papali ad Alfonso VI, non sempre però accettati ocorrisposti. Nonostante i suoi scritti, dove Gregorio VII afferma che "il regno di Spagnafu di diritto proprio di San Pietro e che ancora oggi non appartiene a nessuno deiAlfonso VI si proclamerà nel 1076mortali, bensì alla sola Sede Apostolica","imperatore della Spagna intera". 13Il 1073Nel primo anno di pontificato di Gregorio VII, diversi sono gli episodi, anche politici,che coinvolgeranno il suo regno. Il più importante fu senza dubbio la guerra sassoneche vedrà coinvolto il giovane re Enrico IV.La tensione tra la famiglia reale e la Sassonia esisteva già sotto il regno di Enrico III,ma si intensificò con Enrico IV che, al fine di proteggere le sue proprietà nel cuoredella Sassonia, fece costruire numerosi castelli e fortezze. Ciò non fu visto di buonocchi dai Sassoni.
sia perché rappresentava una minaccia da parte del re, e sia perché il personale che abitava queste fortezze era di origine sveva e spesso depredava la popolazione sassone per compensare le proprie mancanze di reddito. Fu così che il 29 giugno 1073 i principi sassoni si recarono al palazzo imperiale di Goslar per denunciare questi abusi e per chiedere miglioramenti, ma Enrico IV rifiutò di discutere e fuggì via rifugiandosi nel vicino castello di Harzburg dove anche qui fu assediato dai Sassoni guidati da Ottone di Northeim e dal vescovo Burcardo. Ancora una volta il re riuscì a scappare l'8 agosto 1073. La situazione è ormai compromessa ed Enrico IV vuole strategicamente trasferire la guerra dalla Sassonia nella zona del Reno, dove sperava nell'appoggio dei vescovi del luogo. Ad Hersfeld Enrico IV convoca i suoi sudditi, tra i quali Annone di Colonia e, gettandosi ai loro piedi, chiese il loro aiuto in questo difficile momento. SiTrattò di un gesto scenografico, di grande impatto emotivo, che Enrico IV ripeterà ancora fino a quello più famoso di Canossa. Il 20 ottobre una delegazione guidata da Annone di Colonia e Sigfrido di Magonza incontra i ribelli e si conviene che a Natale il re avrebbe dovuto rendere soddisfazione a Colonia. I Sassoni se ne vanno quindi in pace e l'arcivescovo di Magonza convoca i principi del regno per formalizzare la designazione di Rodolfo come re. Enrico chiaramente non vuole ciò e, dopo un periodo di malattia, si rifugia a Worms ed accetta di incontrare alcuni principi a Oppenheim. Qui, ancora una volta, il re si getta ai loro piedi chiedendo aiuto. Ma questa volta la situazione non sembra molto a favore del sovrano. Fu proprio in questo frangente che la storia di Enrico IV converge con quella di Gregorio VII. Il 20 dicembre 1073 il papa scrive all'arcivescovo di Magdeburgo ed altri dove manifesta di essere venuto a conoscenza della discordia ed inimicizia.
creatasi tra loro ed il re Enrico IV. Il papa assicura che aver invitato il re a soprassedere ad ogni azione bellica finché non avrà ricevuto i nunzii della Sede Apostolica che avevano il compito di indagare sulle cause del contrasto e sia di riportare la pace. Allo stesso tempo invita i ribelli a non opporsi a tal disposizione. In questo modo il papa manifesta ampia disponibilità nei confronti del giovane re Enrico IV.
Il 1073 vede Gregorio VII impegnato anche su altri fronti. A Milano, ad esempio, i vescovi lombardi erano a difesa dell'arcivescovo Gotofredo accusato di simonia e che aveva anche impedito l'ingresso nella capitale lombarda di Attone, eletto arcivescovo il 6 gennaio 1072. A risolvere la questione il papa inviò Erlembaldo, dandogli ampia delega quasi fosse un legato della Sede Apostolica.
Nel sud dell'Italia, invece, Gregorio VII dovette combattere con i Normanni e con il principe Roberto il Guiscardo. Il papa si recò a Benevento,
ritenendo questo un breve soggiorno che invece si prolungò per ben sei mesi, dal luglio al dicembre 1073. Il normanno Roberto, inorgoglito dalle conquiste fatte, pretendeva il patriziato romano. Il Pontefice lo invitò a Benevento per discutere la faccenda, ma questi si accampò con il suo esercito fuori le mura della città ed invitò il papa, se voleva incontrarlo, a raggiungerlo nel suo accampamento. A questo punto Gregorio VII agì astutamente e, non potendo confrontarsi con il Guiscardo ed anche al fine di non fomentare una dura battaglia, si alleò con gli altri principi del meridione. Il 12 agosto 1073 Landolfo, principe di Benevento, firma una costituzione dove metteva il suo principato sotto le dipendenze della Santa Sede. Un mese dopo lo stesso farà anche Riccardo di Capua. Roberto il Guiscardo non si da per vinto ed attacca sia Capua che Benevento, attirandosi così la scomunica di Gregorio VII. Il 1074 Nonostante la richiesta diGregorio VII di attendere i legati papali (nominati nelle persone di Umberto di Palestrina e Geraldo d'Ostia), Enrico IV non si fermò nel portare avanti la sua battaglia, affermando che "era meglio perdere la vita onorevolmente che il regno con disonore". E così nel gennaio 1074, nonostante i pareri negativi dei suoi fedeli sostenitori, Enrico IV mise su un esercito contro i Sassoni. Ma lo scontro decisivo non ebbe luogo ed il re dovette aderire alle condizioni poste dai principi del regno e così sottoscrisse con i Sassoni l'armistizio di Gerstungen il 2 febbraio 1074. I legati della Sede Apostolica arrivarono alla fine di aprile ed il re li accolse onorevolmente a Noriberga. Dall'armistizio del 2 febbraio all'arrivo dei legati a fine aprile, vi erano stati però altri episodi che coinvolgevano Gregorio VII. Dal 9 al 16 marzo si tenne a Roma il concilio di Quaresima dove si discusse tra l'altro della simonia. Il 18 aprile inveceGregorio VII aveva scritto ad Annone di Colonia richiamandolo perché non era ancora andato a Roma a rendergli omaggio. Lo stesso Annone sarà poi cacciato da Colonia da una rivolta cittadina (23-27 aprile).
Ma torniamo alla visita dei legati pontifici ad Enrico IV. Questi imposero al re la penitenza per aver praticato la simonia. Ma il problema più grave riguardava l'indizione di un sinodo in terra tedesca. Secondo la tradizione, solo l'arcivescovo di Magonza aveva la potestà di convocare un sinodo perché, per antico privilegio, "aveva in Germania le veci del pontefice romano". Pertanto, tutti i vescovi tedeschi si dimostrarono contrari al fatto che i legati della Sede Apostolica avevano questo potere di convocare un sinodo nella loro terra. Fu così che i legati pontifici sospesero l'arcivescovo di Magonza e lo convocarono a Roma per giustificarsi di fronte al papa e poi ritornarono in Germania portando con loro prez.
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