Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
*STAMPA ESEMPI DI PREFISSI E SUFFISSI.
In certi casi i prefissi e i suffissi, così come i nomi, possono avere la stessa forma ma
significati grammaticali diversi e possono essere coinvolti in alcuni aggiustamenti fonetici
necessari per regole grafiche e fonetiche dell’italiano: ad es. la cancellazione di una vocale o
consonante di fronte a particolari situazioni (es. difficile + mente = difficilmente non
difficilemente / sotto + aceto = sottaceto non sottoaceto); la palatalizzazione della
consonante finale prima di un certo suffisso che inizia con vocale palatale (mago + -ia =
magia); l’assimilazione consonantica dei prefissi che terminano in consonante (in- +
possibile = impossibile / in- + responsabile = irresponsabile / ad- + ricchire = arricchire / ad-
*
fondare = affondare); riduzione (israeliano palestinese = istraelo-palestinese).
Numerosità, cioè numero di derivati che sono formati da
un certo suffisso o prefisso.
Frequenza, cioè la ricorrenza di quel prefisso o suffisso
all’interno ad esempio di un particolare testo o di un certo
corpus.
Composizione
o Formazione di unità lessicali superiori
o Riduzione
o 83
30/05/19
* Mentre la classe dei morfemi lessicali è un insieme aperto estensibile liberamente
secondo procedimenti della seconda articolazione (combinare morfemi in modo diverso per
ottenere nuovi morfemi lessicali), la classe dei morfemi grammaticali è un insieme chiuso
ovvero non si possono inventare liberamente in quanto risiedono all’interno di una struttura
ben precisa che ne regola il funzionamento.
Un prefisso o un suffisso agiscono su una particolare classe (o su più classi) e trasformano
questa classe o in una stessa classe o in un’altra classe (cioè se agiscono su un nome
generano un altro nome oppure possono agire su un nome generando per esempio un
aggettivo).
Prefissi: a- agisce sulla classe del nome e dell’aggettivo; ad- agisce solo sulla classe del
1 2
verbo assumendo più significati; anti- anti- (ante-) è un prefisso particolare definito con
due esponenti (come avviene nel vocabolario per parole che hanno la stessa forma ma che
hanno processi di origine diversi) in quanto i due anti- hanno la stessa forma ma uno è dato
dalla modifica grafico-fonologica di ante-; s- ha moltissimi significati e si può applicare a
varie classi. Mentre i prefissi principali sono un numero abbastanza contenuto, i suffissi
sono molti di più anche perché essi sono combinabili fra loro (cosa non vale per i prefissi)
(VEDERE BENE LE PAGINE DI MOODLE) Riguardo la suffissazione bisogna notare che
ne esiste un particolare tipo, l’alterazione, che ha valore anche grammaticale flessionale
poiché dà indicazioni anche sull’alterazione di aggettivi: esistono quindi suffissi diminutivi,
vezzeggiativi, peggiorativi, accrescitivi.
C’è una particolare categoria di modificatori derivazionali che sta in mezzo fra il nome e il
prefisso o il nome e il suffisso, e sono i così detti prefissoidi o suffissoidi anche chiamati da
alcuni grammatici composti neoclassici (composti unicamente da prefissoide+suffissoide)
poiché si formano dall’impiego di parole derivate dal greco e dal latino finalizzate in
maniera particolare all’interno di processi derivazionali: es. sociologia = non è lo studio dei
soci ma lo studio della società, poiché qui socio ha acquisito un significato autonomo legato
alla sfera sociale e come tale funziona per dare vari composti come sociologia; lo stesso vale
per -logia che non è tecnicamente un suffisso in quanto gli attribuiamo un significato simile
a quello di una parola che è scienza da cui sociologia è scienza che studia la società. In
alcuni casi si possono creare dei casi di omonimia e quindi di ambiguità per es. prefisso
auto- col significato di fare da sé = autoreferenziale, ma da quando esiste l’automobile =
autostrada.
Abbiamo parlato della derivazione, adesso passiamo agli altri modi di formare parole nuove.
Composizione: processo di formazione di parole composte che diventato produttivo
o soprattutto recentemente per la spinta di lingue come l’inglese o il tedesco: es.
nazionalsocialismo/cassaforte/altopiano = queste parole composte (parola=unità
lessicale) hanno origine da due parole che mantengono entrambe il valore che
avrebbero come parole autonome, quindi il significato della parola risultante è uguale
alla somma dei significati delle parole che la compongono. La composizione di
84
parole segue delle regole precise, di norma è più comune che si uniscano due nomi
ma non sempre:
Nome+nome = presce spada
Nome+aggettivo = camera oscura
Aggettivo+nome = gentiluomo
Verbo+nome = portamonete/scolapasta/portabandiera composto
imperativale abbastanza produttivo nella storia della linguistica italiana.
Verbo+verbo = bagnasciuga
Preposizione+nome = sottopassaggio
Verbo+avverbio = buttafuori
Aggettivo+aggettivo = agrodolce
Composti aggettivali come blucerchiato/maleducato/mozzafiato
Composti verbali come manomettere
Composti avverbiali come malvolentieri
Nei composti una delle due parole è la testa perché ha maggiore importanza ed è
quella che determina la categoria di appartenenza della parola composta: per
individuare la testa si usa la regola del “è un…”, generalmente la testa è un
iperonimo della parola composta, ma in alcuni casi non è possibile individuare la
testa: i composti che hanno una testa si chiamano endocentrici mentre i composti che
non hanno una testa si chiamano esocentrici.
Formazione di unità lessicali superiori: un’unità lessicale superiore è un’unità
o lessicale dotata di un significato che va oltre i confini della parola: es. casco blu,
ovvero il soldato dell’ONU = non è una parola composta ma è formata da più parole,
inoltre il significato risultante non è la somma dei significati delle due parole che la
compongono, è invece un significato terzo che nasce per processi vari.
Le polirematiche sono difficili da individuare, con l’informatica da un punto di vista
computazionale si cerca di trovare delle prove di tipo statistico analizzando l’alta
frequenza di concorrenza statistica: ad es. mucca pazza in un certo periodo degli anni
’90 diventò purtroppo frequente e statisticamente in quegli anni la concorrenza
statistica, ovvero il fatto che queste due parole venissero affiancate, era molto
elevata. Confrontando dizionari diversi si può notare che ciascun dizionario si
comporta in maniera diversa nel riconoscimento di polirematiche: il De Mauro è
particolarmente attento a queste parole, infatti di 300.000 parole del GRADIT ben
70.000 sono polirematiche.
Riduzione: fenomeni con cui si creano nuove parole riducendo, ad esempio le sigle
o sono fenomeni di riduzione (es. CFU invece di crediti formativi universitari), gli
acronimi (es. FIAT invece di fabbrica italiana automobili Torino), oppure dei banali
accorciamenti (es. bici invece di bicicletta, raga invece di ragazzi), e infine le parole
macedonia che sono parole composte dove una delle due oppure entrambe le parole
vengono ridotte (es. cantautore invece di cantante autore). 85
N.B. Retroformazione: ulteriore modo di fare parole che in realtà è frutto di un
o errore e si verifica quando si costruisce una parola ipotizzando un processo
derivazionale sbagliato, ad es. perquisizione in italiano deriva da percuisitio latina
non da perquisire, ma il processo di partire da un verbo e aggiungere il suffisso
-zione è molto diffuso in italiano quindi si ipotizza un verbo perquisire da cui si
forma perquisizione anche se il verbo perquisire non c’è in italiano ma entrando
nell’uso assume un suo significato e alla fine entra nella lingua; per individuare casi
di retroformazione si può usare la ricostruzione etimologica grazie alla quale si sa
che perquisizione deriva da percuisitio e inoltre perché si trova attestato
perquisizione molto prima di perquisire. Quindi perquisire è un es. di
retroformazione così come fascio che deriva da fascista e non il contrario, canotta da
cui sembra derivare canottiera mentre invece è il contrario.
Quindi a livello morfologico abbiamo unità lessicali che possono essere basiche o primitive
se composte da morfema lessicale e morfema flessionale (es. socio/dente), possono essere
alterate quando sono sottoposte a un processo di suffissazione che è alterazione (es. mano =
manina/manetta/manuccia), possono essere derivati quando si applicano prefissi e suffissi
(es. mano = maniglia/smanacciare), possono essere parole composte e quindi unità lessicali
composte (es. corrimano), possono essere unità lessicali superiori (es. manomorta).
Qui si conclude la morfologia, ma poi il Prof. Heinz, linguista italiano ma di madrelingua
tedesca, dell’università di Salisburgo verrà a fare lezione poiché il fenomeno della
composizione è diventato importante nella lingua italiana e poiché la lingua che usa
maggiormente questo tipo di strategia è il tedesco, lui parlerà in maniera contrastiva delle
parole composte in italiano-tedesco. SINTASSI
La sintassi, che è studio dell’ordine delle parole all’interno di una frase e dell’ordine delle
frasi all’interno di un periodo, deve essere analizzata da 4 punti di vista:
9
Prospettiva configurazionale = quella di più recente acquisizione e che tende a
dare una descrizione del funzionamento della frase o del periodo guardando agli
elementi costitutivi di una frase o di un periodo come a dei mattoni che devono dare
origine a una costruzione, quindi la prospettiva configurazionale è quella che dà delle
regole in cui questi mattoni possono essere combinati tra di loro per dare delle frasi o
dei periodi ben formati. La base di questa prospettiva è l’approccio strutturalista che
parte da Bloomfield e poi si è evoluto nelle teorie generativiste di Chomsky e il
principio di base è che l’elemento fondamentale nella lingua è la frase e che essa è
costituita da due elementi definiti costituenti che, in qualunque contesto di qualunque
lingua di qualsiasi tempo (passato, presente, futuro) e spazio (parlato o scritto), sono
il sintagma nominale e il sintagma verbale; le frasi più complesse sono un’espansione
di questi due elementi in profondità (es. Marco spiega = frase semplice SN+SV /
Marco, professore di linguistica italiana che insegna all’università di Firenze dal
1998 - SN, spiega la lezione di sintassi all’interno del corso di grammatica italiana
9 Si riprende a pag. 109