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ARTICOLO DEFINITO
“Esso serve principlamente a due usi:1° a specificare un individuo particolare, come distinto dagli altri
individui simili: dammi il libro”[….]2°: a indicare tutta una specie di cose, come distinta dalle altre
specie: il cavallo è utilissimo, cioè tutti i cavalli, quella specie di cui si parla.”
ARTICOLO INDEFINITO
Esso serve a mostrare che il nome appartiene a una data specie o classe: per esempio un libro vuol
dire appartenente alla specie dei libri
➢ Con Fornaciari abbiamo al definizione non solo di determinativo e indeterminativo in chiave
moderna ma si parla anche del valore che viene dato a tutto il sintagma dell’articolo
determinativo e indeterminativo.
Morandi Cappuccini (1894)
“L’articolo è di due specie: determinativo, quello che determina di che si parla: Dammi il libro (cioè
proprio quello che tu sai) ; indeterminativo l’altro: Dammi un libro (tra quelli a tua scelta)”
➢ Si è consolidata la definizione di determinativo e indeterminativo ma anche l’opposizione tra
noto e nuovo.
Riassunto:
quando si parla di articolo se ne parla dal cinquecento; la prima definizione fatta sull’articolo è
sull’articolo come parte del discorso e abbiamo visto che considerarlo più o meno come parte del
discorso dipende più o meno dal rapporto con la tradizione latina (per quanto riguarda i grammatici
del Cinquecento) ma coi grammatici del Settecento e dell’Ottocento questo dipende dalla definizione
che i grammatici danno alla funzione morfosintattica;
altro oggetto di riflessione dei grammatici del Cinquecento è quella sull’articolo indeterminativo: fino
alla fine Cinquecento è considerato solo un numerale ; nel 1586 Salviati fa una prima distinzione tra
numerale e la forma un, uno con valore diverso ma non lo chiama articolo per non allontanarsi troppo
dalla tradizione grammaticale precedente e lo chiama quindi accompagnanome; questa innovazione
viene persa nel seicento e settecento che verrà trattata solo come numerale mentre da Soave in poi
comincia la prima definizione di definito e indefinito con Soave. Da fine Ottocento l’articolo entrerà
come categoria (stabilizzazione con la grammatica di Fornaciari e Morandi-Cappuccini).
Il grande cambio avviene proprio nella seconda metà dell’Ottocento perché tutti le grammatiche
hanno la necessità, con l’unità di Italia, di trascrivere le stesse cose con la stessa terminologia.
- Dal 1861 in poi, a prescindere che ci si sia allineati o no al manzonianesimo, si deve fare il
conto che l’italiano non è più una lingua degli scrittori e basta ma è una lingua parlata, usata
in altri contesti.. e quindi se descrivo questa lingua in base alla sua vitalità non ci si può rendere
conto in modo sistematica della distinzione scritto-parlato.
- Ci sono degli esempi dei grammatici fatti dai grammatici a fine Ottocento (Fornaciari,
Morandi-Cappuccini): non sono gli esempi degli scrittori (oppure in delle grammatiche non ci
sono propri esempi). Qui invece abbiamo esempi funzionali per chiarire la regola trattata.
➢ Questo ha una sua corrispondenza anche nella lessicografia: abbiamo avuto dizionari che
anche quando erano normativi e storici (in primis il Vocabolario della Crusca del 1612) c’erano
sempre esempi fatti da scrittori; il primo dizionario che non riporta gli esempi degli scrittori è
il Nuovo Vocabolario della Lingua Italiana secondo l’uso di Firenze, che innesca la polemica
contro Ascoli. FONETICA
E FONOLOGIA DELL’ITALIANO
(parte 6)
____________________________________________________________
Distinzione tra fonetica e fonologia
Fonetica [] = si occupa di tutti i suoni presenti in un qualsiasi linguaggio umano (unità basica sono i
foni = tutti i possibili suoni che sono finiti e che si combinano con altri all’interno della lingua- es. t
bilabiale)
- I suoni che fanno parte del linguaggio articolato vengono prodotti dall’apparato fonatorio.
- In italiano i suoni vengono prodotti solo durante l’espirazione durante l’uscita l’aria
incontra vari organi (laringe, velo palatino, lingua, denti, labbra) che ostacolano la sua uscita,
muovendosi in vario modo o variando l’apertura della cavità orale. MECCANICA EGRESSIVA
Fonologia //= si occupa di quei foni che una determinata lingua usa (unità basica = fonema ha un
valore dentro la struttura/ strutturale che è la lingua che si sta studiando specificamente; elemento
che ha valore distintivo perché cambiano significato alla parola)
- I fonemi in una lingua sono individuabili con la prova di commutazione in parole o forme che
differiscono per un singolo fono, dette coppie minime (male/mele, mela/tela, pane/cane)
➢ Più le coppie minime sono numerose, più alta è la funzionalità della distinzione fonologica.
- In italiano 30 o 45 fonemi
- In certi casi si posso avere gli allofoni =variante distribuzionale Due foni diversi che però
non hanno valore distintivo, sono distintivi solo all’interno del contesto fonetico in cui si
trovano.
Es. àncora vs. andare (gli inglesi ci fanno molto più caso – sin vs. sing- perché sono fonemi)
Quando seguono una velare a una pronuncia velare mentre quando hanno una
posizione dentale ha una pronuncia dentale.
Allofoni: foni diversi che costituiscono realizzazioni diverse di uno stesso fonema, soggette a
variazioni individuali, regionali o sociali (sono una variante distribuzionale che non ha valore
distintivo)
- Alla diversità fonetica non corrisponde una differenza sul piano fonologico.
- Esistono anche degli allofoni comuni all’intera comunità di parlanti che si trovano in un
rapporto detto di “distribuzione complementare” il fonema in certi contesti è reso sempre
con un fono, in altri con un altro fono.
- Es-.n velare di ancora e andare
➢
Non abbiamo coppie minime che dimostrano che sono differenti in inglese per
esempio ci sono coppie minime ( sin vs sing)
- Es. [àɳKora] [ancòra]
Alfabeto fonetico internazionale (IPA) = alfabeto orto-fonico in cui si ha una corrispondenza grafica
con il suono (tentativi con Alberti, Trissino e Bartoli nell’Accademia Fiorentina nel Cinquecento)
- Rappresenta tutti i foni del mondo (tutti i suoni funzionalizzati all’interno di una lingua)
- ‹› grafema
[] fono
// fonemi
- Secondo i criteri di trascrizione dell’IPA, l’accento è reso con un apice ( ‘) prima della sillaba
accentata.
La lunghezza di un fono o fonema si indica con i due punti dopo un simbolo o con la ripetizione
di questo.
Es. fonetica: [‘gat: o] [‘gatto]
Fonologia: /’gat: o/ /’gatto/
Foni ingressivi: suoni inspirando l’aria.
Foni egressivi: suoni prodotti facendo fuoriuscire l’aria, a seguito di una formazione di una bolla d’aria
nei polmoni.
Fonemi e grafemi dell’Italiano
Sistema fonologico italiano:
- 7 vocali (in posizione tonica o accentata)
- 2 semivocali o semiconsonanti
- 21 consonanti
- In posizione intervocalica ci sono bene 15 consonanti che possono essere sia brevi che lunghe
se consideriamo anche la durata allora allora i fonemi italiani sarebbero da 30 a 45.
Le vocali
Suoni vocalici =sono foni sono che si producono quando le corde vocali vibrano regolarmente e l’aria
nella cavità orale non incontra veri e propri ostacoli, ma casomai solo piccoli restringimenti, dovuti
alla diversa posizione della lingua e all’eventuale arrotondamento delle labbra ( si modulano rispetto
alla cavità orale dovuto alla posizione della lingua);
- In italiano solo le vocali ricevono l’accento perché sono il nucleo della sillaba.
- In posizione tonica sono 7 mentre in posizione atona 5 (fonemi rappresentati costantemente
come chiusi, a prescindere dalle varietà delle possibili realizzazioni fonetiche).
- Le vocali italiane non hanno tutte la stessa distribuzione nella sequenza dei fonemi che
formano le parole:
➢ /u/ appare in finale di parola solo come tonica
➢ /e/ si ha solo in finale di parola nei composti di che e in alcune forme di 3^ persona del
passato remoto, altrimenti si ha /ɛ/
➢ /o/ non è mai documentate in finale di parola al contrario di /ɔ/
- Due vocali contigue in sillabe diverse formano uno iato fenomeno di elisione: per evitare
lo iato, la vocale finale di parola cade spesso davanti a parola iniziante in vocale.
Cosa possiamo osservare:
• In tutte le lingue abbiamo un trapezio mentre in italiano un triangolo
• Una vocale centrale, prodotta con l’apertura massima della cavità orale e la lingua in posizione
abbassata /a/
• 3 vocali anteriori o palatali (= la parte più alta della lingua le articola spostandosi sempre più
avanti, verso il palato duro) /ɛ/, /e/, /i/
• 3 vocali posteriori o velari (= la parte più alta della lingua le articola andando sempre indietro,
verso il velo palatino) /ɔ/, /o/, /u/
➢ Vengono dette anche procheile posteriori o labiali, perché richiedono anche una
protrusione delle labbra.
• Nel sistema vocalico atono (5 vocali) le vocali medie sono più vicine al semichiuso.
• Se si considera l’altezza della lingua vediamo:
➢
Vocali alte /i/, /u/ La differenza nel grado di apertura non viene registrata nella
➢
Medio- alte /e/ , /o/ scrittura, ma dove occorre è resa nella grafia con l’accento
➢
Medio-basse /ɛ/, /ɔ/ grafico (acuto=chiuse; gravi= aperte)
➢
Basse /a/
• Tutte le vocali sono sonore o orali (in altre lingue, come il francese, sono nasali)
• Le labbra comunque cambiano posizione nell’articolazione delle vocali (due posizioni estreme
con la /i/ e la /u/
➢ In italiano l’arrotondamento è legato all’posteriorità e l’appiattimento all’anteriorità.
Le consonanti
Consonanti= foni sonori e sordi che si realizzano quando l’aria nella cavità orale incontra resistenza
dovuta alla chiusura del canale o a un suo notevole restringimento (blocco totale o blocco parziale).
Le consonanti vengono tradizionalmente classificate secondo tre parametri: ȝ
1. Modo di articolazione
- Varia a seconda del tipo di ostacolo che incontra l’aria che esce dalla cavità orale.
solo
le - Occlusive: chiusura totale del canale (dette anche esplosive o momentanee)
(per Plosive
➢ l’unica non corrispondenza è /k/(ch) e /ɲ/ (gn)
fricative)
costruttive gnomo /ɲɔmo/
Ostruenti ➢ sono quelle che vengono imparate per prime dai bambini
- Affricate (o semiocclusive): si producono prim