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Il concetto della doppia articolazione

Il concetto della doppia articolazione è stato introdotto da André Martinet, che era uno strutturalista. Per ogni parlante ci sono due livelli di articolazione del linguaggio. Qualsiasi lingua ha unità portatrici di senso, combinabili e ci permettono di comunicare di qualsiasi cosa. La prima articolazione mondo -> segni, seconda articolazione segni -> catena di suoni. In italiano prevalgono bimorfemici composti da due morfemi. In parole come capostazione la complessità dell'italiano non sta nella sequenza ma nelle complessità che ne risultano a livello della flessione. La complessità morfologica non sta nella sequenza perché comunque i morfemi sono riconoscibili, ma sono maggiori le complessità di flessione. 3/05 Grammatica valenziale. Il modello di descrizione della grammatica tradizionale si è tramandato per anni nelle grammatiche e che ha diversi punti critici: La definizione (=come noi interpretiamo queste)

entità grammatiche) di soggetto e oggetto.

Le frasi completive e le frasi relative: cos’è il periodo?

Predicato nominale

Reggenza aggettivale

Costruzione passiva 54

La competenza della lingua materna non può essere limitata alla competenza comunicativa, imparata nel corso del tempo, ma va vista anche come competenza nella lingua d’uso, un sistema applicabile.

L’Italia ha l’obbligo ha richiamarsi alle raccomandazioni che il parlamento europeo fa verso le competenze chiave. Sono otto competenze chiave, la prima è essere competenti della lingua madre.

Si deve trovare un metodo che permetta:

  • Curiosità
  • Approfondimento scientifico
  • Coerenza

Quella valenziale permette questo metodo.

Occorre dunque una grammatica descrittiva e non di norma, una grammatica che non definisce la lingua, ma che la descriva. Non la posso normare e basta, ma la devo osservare. La grammatica tradizionale non risponde alle domande, di capire in profondità i fenomeni. Si

deve cercare unagrammatica capace di comprendere ogni tipo di testo, non solo letterario. Per essere competentilinguisticamente si deve saper comprendere vari tipi di testi, non solo letterari. Dunque occorre unagrammatica che dialoghi con tutti i testi. Inoltre si deve avere una grammatica che tenga insieme ladefinizione semantica e quella morfosintattica.La lingua si fa si semantica e relazioni tra le parti che la compongono. Bisogna essere in grado ditrovare un modello che tenga insieme la competenza lessicale delle parole e i legami tra le parole.Le parole dunque vengono così viste potenti sia dal punto di vista sintattico che lessicale.Occorre prima capire e ragionare sulle relazioni prima di battezzarle semanticamente.Si parte dal verbo e si vede come il verbo abbia la capacità di avere una reggenza. Ci sono alcuneparti del discorso che hanno bisogno di altri elementi per completarsi dal punto di vista semantico.Se non conosco il sistema delle regole non posso

Orientarmi nelle scelte. Sono competente linguisticamente quando so scegliere, quando so adattare la lingua e scegliere nella lingua in base alle situazioni.

Tradizionalmente una frase è formata da due elementi; un soggetto e un predicato. Se non è dotata di senso compiuto non è una frase, anche se formata da soggetto e predicato.

“Pioviggina” è una frase, non ha bisogno di altro perché il verbo riesce a esplicitare il suo significato da solo, è dentro la semantica del verbo. La definizione soggetto e predicato dunque in questo caso non vale.

“Il cane strappa” non è una frase perché non ha senso compiuto perché manca l’oggetto, come nell’atomo c’è bisogno di elementi che saturano, che rendono completo. Il verbo non è pieno semanticamente perché sintatticamente ha bisogno di un oggetto.

La macchina appartiene —>. Appartiene è un verbo intransitivo, ma il

verbo non riesce a esplicare il suo senso e ha bisogno dunque di un oggetto indiretto.

Approccio valenziale sulla definizione di frase:

Una frase minima si compone del verbo-predicato e dagli argomenti (zero, uno, due o tre) necessariamente richiesti dal verbo perché possa svolgere la sua funzione logico-sintattica (ovvero semantica e sintattica allo stesso tempo).

Tiene insieme i due approccio, quello sintattico e quello semantico.

Pensiamo al verbo mangiare. Mangiare ha due significati che hanno due strutture sintattiche diverse. Il primo è Giulio mangia la minestra (soggetto e oggetto diretti e dunque due argomenti). Il secondo è Il bambino mangia. È una frase minima, anche se non ha l'oggetto, perché vuol dire che il bambino si nutre, compie frequentemente l'azione di mangiare.

Se tolgo l'oggetto diretto vuol dire che faccio di frequente un'azione. Molti verbi transitivi hanno questa possibilità. Tradizionalmente, nelle grammatiche,

Sono chiamati verbi di valore assoluto quando non hanno oggetto, ma la grammatica valenziale si concentra sul cambiamento della semantica che seleziona la sintassi. È il significato del verbo che si compone anche della struttura sintattica. I verbi hanno però più di una struttura valenziale (esempio: piovono parole). Il nucleo è il verbo, gli argomenti sono legati al verbo. La frase è vista come la linearizzazione dei rapporti gerarchici.

Nelle grammatiche tradizionali il soggetto viene definito come colui che compie l'azione. Ma in certe frasi questa definizione non è logica, come "la vittoria è della Fiorentina", dove la vittoria non compie nessuna azione. Oppure "la macchina appartiene a Luca", dove la macchina non compie nessuna azione. Inoltre, nelle frasi passive il soggetto subisce l'azione, non la compie.

L'approccio valenziale è più rigoroso e lo definisce come l'argomento che indica un elemento che fa da primo.

riferimento a ciò che enuncia il verbo. È poi accordato con il verbo (accordo= capacità di stare nella stessa forma morfologica). Anche l'oggetto è definito come argomento aggiuntivo, oltre al soggetto (se un verbo ha un argomento solo, questo è per forza solo il soggetto) presente nel nucleo dei verbi bivalenti, trivalenti e tetravalenti; può stabilire col verbo due tipo di legami: diretto o indiretto. L'oggetto indiretto può essere un dativo, o un complemento di luogo. Il soggetto può essere l'agente, l'esperiente, il beneficiario, il paziente (colui che la subisce), il locativo, il possessore o lo strumento. Il soggetto comunque è sempre il primo elemento. Al posto di un nome posso avere una frase. Carlo afferma che il testimone ha detto la verità. La principale è "Carlo afferma" ma la definizione di principale è una frase che può stare da sola perché dotata di senso, ma nel

Caso di Carlo afferma non può stare da sola senza la completiva. Dunque che il testimone è una completiva che completa il senso del verbo e sta al posto dell'oggetto, dunque è una completiva oggettiva.

Carlo afferma che il testimone ha detto la verità è una frase minima perché composta da verbo e dai suoi argomenti e da nessun circostanziale perché l'argomento del verbo è costituito da una frase.

Fa bene camminare. Il soggetto è camminare dunque l'argomento è una frase e il verbo è monovalente.

Maria indossa il cappello che io le ho regalato -> la relativa finisce per essere un circostanziale. Che qui ha un valore nella frase relativa. Ho regalato ha tre valenze e secondo l'accordo insito nella semantica del verbo regalare che non può essere soggetto.

5/06 Prima domanda dell'esame: analisi del periodo -> grammatica di Serianni (schemi tradizionali). Morfologia

Lessicale e morfologia derivazionale non coincidono. La morfologia derivazionale è una parte della morfologia lessicale. Morfologia lessicale si compone di morfologia derivazionale, composizione, unità lessicali superiori e riduzioni.

La grammatica tradizionale ci porta a analizzare frasi della langue ma non ci dà informazioni necessarie per quanto si scende a livello della parola. Configurazionale, funzione pragmatico informativa, ruolo semantici.

L'aspetto configurazionale è un approccio recente, nato con lo strutturalismo americano con Bloomfield. I linguisti statunitensi si trovano a contatto con le lingue ameri-indiane.

Il pensiero comincia a essere strutturato quando si crea la situazione particolare di collegare il significato al significante. Si pensa quando si è capaci di collegare il significato e significante.

L'abbinamento del significante e del significato è proprio di ogni società e il modo di abbinarlo cambia il modo di pensare.

Pensare nella propria lingua dà maggiori abilità e capacità di pensare. Se induco i ricercatori italiani a pensare in inglese il loro pensiero è più povero. Il linguista che riflette sulla lingua e prova a trovare regole generali è condizionato necessariamente. Bisogna individuare delle regole su principi oggettivi. Bloomfield è il primo che pensa a una frase come una serie di costituenti immediati; prende una frase e la scompone di volta in volta nei vari costituenti.

Esempio: Giovanni mangia spaghetti. Se devo dividerla in costituenti immediati la suddivisione che funziona meglio è Giovanni mangia/ spaghetti o Giovanni/ mangia spaghetti ? Bloomfield dice che è la seconda, quella che prevede un costituente immediato Giovanni e un altro mangia spaghetti. Questa soddisfa il criterio della maggiore resa sostitutiva. È il criterio che guida l'individuazione dei costituenti immediati. Se prendo il costituente Giovanni al

costituente posso mettere varicostituenti (infiniti) che formano tantissime potenzialmente infinite frasi. Se divido invece Giovannimangia/ spaghetti le frasi che posso generare sono minori perchè vincolate alle cose che Giovannipuò mangiare. In base al criterio della maggiore resa sostitutiva la scelta migliore è dividere la frasein due costituenti immediati, individuati col termine tecnico sintagmi riconducibili a due sintagmiuno nominale e uno verbale. Con questo sintagma nominale lo posso abbinare ad altrettantisintagmi verbali e creare moltissime frase. Dal punto di vista configurazionale, strutturale, noncambia nulla.Questa struttura di base vale per tutte le lingue.Il passo ulteriore in questa direzione è fatto da Chomsky che da il via alla grammatica generativache cerca di trovare regole universali che sottostanno alla generazione delle frasi. La gramamticagenerativa si pone il problema di individuare queste regole universali che in modo quasi

automatico57consentono di generare le frasi. La grammatica generativa <strong>è un approccio teorico</strong> che studia la struttura delle frasi e come queste vengono generate. Utilizzando regole e simboli, la grammatica generativa permette di creare frasi grammaticalmente corrette. Questo approccio è stato sviluppato da Noam Chomsky negli anni '50 ed è diventato uno strumento fondamentale nello studio della linguistica e dell'intelligenza artificiale.
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A.A. 2019-2020
63 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ire_98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Grammatica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Biffi Marco.