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Quindi quando c’è il consiglio dei ministri è quello il cuore del consiglio dei ministri.

• Comitati interministeriali : uno di questi è il comitato interministeriale per la programmazione

economica (CIPE), il quale si occupa di adottare decisioni che hanno a che fare con la

programmazione economica, dove per decisioni si intende stanziamenti di risorse a

determinati obbiettivi, cioè nell’ambito del CIPE si decide a quali obbiettivi e a quale tipo di

progetto destinare le risorse e anche dove andare a prendere i soldi.

Il governo una volta ottenuta la fiducia del parlamento svolge la sua vita, entra in funzione. Già

subito subito dopo il giuramento è legittimato ad adottare decisioni, ma è legittimato ad adottare

decisioni che riguardano l’ordinaria amministrazione, quindi non potrebbe mai fare un decreto

legge centrale nell’attuazione di indirizzo politico. Quindi può fare delle cose che riguardano

l’ordinaria amministrazione, questo nei 10 giorni che intercorrono dal giuramento alla fiducia del

parlamento. (FORMAZIONE DEL GOVERNO: una volta concluse le operazioni elettorali i leader

della coalizione vincente si recano dal presidente della repubblica, il quale avvia delle

consultazioni. Una volta chiuse le consultazioni e il presidente della repubblica si è fatto un’idea

della persona a cui affidare l’incarico. Una volta affidato l’incarico questa personalità scelta dal

presidente lo accetta con RISERVA, a sua volta questa personalità che ha accettato l’incarico di

formare il governo con riserva, deve svolgere le proprie consultazioni, quindi si rivolge al suo

partito e ai partiti della propria coalizione. Una volta che riesce a stilare le lista dei ministri, la

persona che ha accettato con riserva ritorna dal capo dello stato, scioglie la riserva e accetta

l’incarico in maniera definitiva, a quel punto presta giuramento come presidente del consiglio nelle

mani del presidente della repubblica e così anche i ministri incaricati prestano giuramento e a quel

punto il governo è pienamente legittimato ad entrare in funzione. Entro 10 giorni dal giuramento,

deve recarsi davanti al parlamento per ottenere la fiducia, quindi nell’asso di tempo che intercorre

tra il giuramento e la fiducia può svolgere soltanto atti di ordinaria amministrazione). Quando si

presenta davanti ad una camera illustra il proprio programma di governo rispetto al quale la

camera dei deputati dovrà dichiarare il proprio voto di fiducia, la fiducia si vota per APPELLO

NOMINALE e a SCRUTINIO PALESE cioè vengono chiamati in ordine alfabetico tutti i

parlamentari i quali dovranno esprimere e motivare se danno o meno la fiducia al governo. Una

volta ottenuta la fiducia da una camera il governo si presenta all’altra camera e anche quest’altra

camera voterà per appello nominale e per scrutinio palese, cioè dovrà dire come vota e perché lo

si vota in maniera manifesta e non con voto segreto. Una volta che il governo entra in vita, in

funzione svolge l’attività legata al suo programma di governo ed ha quindi una responsabilità

politica perché ha il compito di portare a termine gli obbiettivi che sono stati definiti nel proprio

programma di governo, se non svolge il proprio programma il parlamento lo può sfiduciare. La

responsabilità politica è sia COLLEGIALE cioè dell’intero governo che INDIVIDUALE cioè di

ciascun ministro che è responsabile politicamente per gli atti compiuti nella gestione del proprio

dicastero, tante che nel nostro ordinamento anche soltanto il singolo ministro può essere

sfiduciato. Oltre a questo tipo di responsabilità che anche la responsabilità amministrativa, se

compie un atto in base a quale può emergere un danno allo stato è chiaro che dovrà risponderne

allo stato, ma soprattutto l’art. 96 della costituzione stabilisce la responsabilità penale, per questa

responsabilità i ministri sono soggetti al giudizio della magistratura e sono giudicati dal tribunale

dei ministri, cioè nel caso in cui un ministro abbia compiuto un reato, ad esempio se un procuratore

della repubblica viene a conoscenza di un reato compiuto da un ministro, avvisa il tribunale dei

ministri, il quale è formato da 3 magistrati permanenti e 3 magistrati supplenti che si incontrano

presso la corte d’appello del tribunale competente per territorio se ad esempio il reato è commesso

in Lombardia interverrà il tribunale dei ministri di Milano e così via. Questi tre magistrati sono tirati

a sorte tra i magistrati presenti in servizio e funziona che il procuratore manda il fascicolo al

tribunale dei ministri allo stesso tempo però deve chiedere l’autorizzazione a procedere, se il

ministro è anche un deputato deve chiederla alla camera dei deputati, se il ministro non è ne un

deputato ne un senatore la chiede al senato. All’interno della camera dei deputati e all’interno del

senato c’è un organo particolare che si chiama GIUNTA, la giunta per le autorizzazioni a

procedere, questo organo che è composto da deputati e senatori ma in proporzione tale da

rispecchiare i gruppi parlamentari. Questo organo deve decidere se rilasciare o meno

l’autorizzazione a procedere, cioè se lasciare o meno l’autorizzazione affinchè il ministro venga

processato. La corte costituzionale ha specificato nel 2012 con le sentenze 87/88 per stabilire che

la giunta per le autorizzazioni a procedere non deve stabilire se c’è stato o no il reato ma deve

stabilire se quel reato è stato commesso in modo giustificabile, cioè se quel reato è stato

commesso dal ministro per perseguire un interesse pubblico superiore. Una volta che la giunta

abbia negato o approvato l’autorizzazione, questo procedimento passa all’assemblea perché

anche l’assemblea deve votare tenendo conto delle indicazioni della giunta. Se viene concessa

l’autorizzazione a procedere il ministro verrà sottoposto al processo del tribunale dei ministri. Se un

ministro compie un reato penale che può essere di qualsiasi genere e il PM viene a sapere di

questa cosa deve trasferire le carte al tribunale dei ministri, ma intanto però il senato o la camera

deve dare l’autorizzazione a procedere, se la giunta vota contro l’autorizzazione a procedere il

ministro non verrà sottoposto a procedimento.

Il governo dovrebbe finire il suo mandato al termine dei 5 anni che è la durata della legislatura,

tuttavia siccome abbiamo detto che i nostri governi hanno una vita molto breve, infatti la durata

media del governo è praticamente 11 mesi. Il governo può cessare per una crisi e questa può

essere:

1. PARLAMENTARE: si ha quando viene meno la fiducia, la fiducia può venire meno in 2

modi:

• Quando viene presentata una MOZIONE DI SFIDUCIA da parte del parlamento nei

confronti del governo. La mozione di sfiducia può essere presentata da 1/10 dei

componenti di ciascuna camera, quindi può essere presentata da 1/10 dei deputati o da

1/10 dei senatori. Proprio perché è un provvedimento altamente pericoloso, in grado di far

cadere un governo, non si mette in votazione subito, cioè l’assemblea non la vota subito

ma aspetta un periodo di 3 giorni nell’ambito dei quali si pensa debbano servire a riflettere

sull’opportunità o meno di sfiduciare il governo. Dopo 3 giorni questa mozione di sfiducia

viene messa in votazione e se approvata equivale proprio alla dimissione del governo.

2. Oppure quando il governo pone una QUESTIONE DI FIDUCIA su un determinato

provvedimento e questo provvedimento non viene approvato. La questione di fiducia viene

posta dal governo su un provvedimento legislativo che ritiene essere necessario e

fondamentale per l’attuazione del proprio programma di governo, quindi quando il governo

ritiene che l’approvazione di un suo disegno di legge sia necessaria perché è il disegno

che rappresenta il pilastro della sua politica, pone la questione di fiducia. È come se

dicesse: “l’approvazione di questo progetto di legge è così importante per l’attuazione del

mio programma di governo, che se non viene approvato equivale al venir meno della

fiducia”. Per transitività se non si approva quel disegno di legge e come se non si

approvasse l’intero programma. Lo strumento della questione di fiducia è come se fosse

uno strumento da utilizzare in estrema razzio, è una sorta di arma attraverso la quale il

governo pone il parlamento difronte ad una scelta, la questione di fiducia quando viene

posta molte volte all’interno di una stessa legislatura, da segno di una scarsa coesione tra

il governo e la sua maggioranza perché il governo ha bisogno di richiamare la

maggioranza attraverso la questione di fiducia e tutte le volte che c’è questo abuso della

questione di fiducia c’è ovviamente un’emarginazione del parlamento, una costrizione del

suo ruolo.

3. EXTRA PARLAMENTARE: Avviene fuori dal parlamento e può avvenire in diversi modi.

Il presidente del consiglio si reca dal presidente della repubblica per dare le sue dimissioni, il

presidente della repubblica ha due possibilità. Può da un lato sciogliere le camere e dare vita a

nuove elezioni oppure può formare un nuovo governo, avviando nuove consultazioni per cercare

di individuare la personalità in grado di formare un nuovo governo che possa ottenere la fiducia

parlamentare.

IL PARLAMENTO

Il paramento ha un assetto bicamerale, nel nostro sistema vige un BICAMERALISMO PERFETTO

nel senso che camera e senato hanno le stesse funzioni, sono due camere con funzioni

essenzialmente identiche, soprattutto nella funzione legislativa. Ci sono pochissime differenze, la

camera dei deputati ha 630 deputati e quella dei senatori ne ha 315 e poi al senato è possibile che

vi siano 5 senatori a vita nominati dal presidente della repubblica. Oltre alla camera dei deputati e

del senato entrambe le camere quando si riuniscono insieme danno vita ad un nuovo organo che è

il PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE il quale si riunisce per eleggere il presidente della

repubblica oppure per nominare 1/3 dei giudici della corte costituzionale, oppure ancora 1/3 dei

giudici che comporranno il consiglio superiore della magistratura.

La vita della camera e del senato è disciplinata dai regolamenti parlamentari, i quali non sono

assolutamente i regolamenti governativi, sono degli atti che servono a disciplinare il funzionamento

e l’organizzazione interna del parlamento. Sono particolari cioè non possono essere modificati da

leggi ordinarie, questo vuol dire che non è possibile modificare con legge l’organizzazione del

parlamento e no

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A.A. 2014-2015
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SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jully di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Nugnes Francesca.