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Balboni propone tre modelli operativi:
1) Una persona / una lingua: può essere efficace nell’ambito della scuola superiore, in cui i
rapporti tra insegnanti e studenti sono poco stretti.
2) Un’attività / una lingua: viene sempre svolta dall’insegnante nella stessa lingua.
3) Un luogo / una lingua: si tratta di un’evoluzione della vecchia aula di civiltà, nel senso che
viene allestito uno spazio che trasuda in tutto per tutto la cultura dell’una dell’altra lingua
del repertorio.
Ciascuno dei modelli necessità almeno di tre condizioni:
a) Bilinguismo degli insegnanti
b) Formazione professionale degli insegnante bilingui
c) Scelta della varietà che deve essere oggetto dell’insegnamento
____________________
° MINORANZE LINGUISTICHE NELL’UNIONE EUROPEA °
L’UE riconosce come proprie lingue ufficiali tutte le lingue ufficiali dei sui stati membri più alcune
altre:
Austria tedesco
Belgio fiammingo, francese
Danimarca danese
Finlandia finlandese
Francia francese
Germania tedesco
GB inglese
Grecia greco
Irlanda inglese, irlandese
Italia italiano
Lussemburgo lussemburghese
Paesi Bassi nederlandese
Portogallo portoghese
Spagna spagnolo
Svezia svedese
+ Islanda, Lichestein, Norvegia.
La politica dell’UE è stata quella sia di promuovere le lingue ufficiali, ma anche di tutelare le
numerose lingue minoritarie attraverso finanziamenti e iniziative per il loro studio e sviluppo.
- Austria: le lingue minoritarie sono 6:
Ceco: lingua indoeuropea del ramo slavo
o Croato: lingue indoeuropea del ramo slavo
o Slovacco: lingua indoeuropea del ramo slavo
o Ungherese: lingua non indoeuropea, della famiglia ugro finnica
o Zingaro: lingua indoeuropea del ramo indoiranico
o
- Belgio: le lingue minoritarie sono 3:
Lussemburghese: lingua indoeuropea del ramo germanico
o Tedesco: lingua indoeuropea del ramo germanico. Lingua ufficiale
o Vallone: lingua indoeuropea del ramo romanzo tipologicamente vicina al francese
o
- Danimarca: esiste una sola lingua minoritaria: il tedesco
- Finlandia: le lingue minoritarie sono 5:
Lappone: lingua non indoeuropea della famiglia ugrp-finnica, la lingua è tutelata
o dalla legge
Russo: lingua indoeuropea del ramo slavo
o Svedese: lingua indoeuropea del ramo germanico, è riconosciuto come lingua
o ufficiale a pari del finlandese
Tartaro: lingua non indoeuropea della famiglia altaica
o Zingaro: lingua indoeuropea del ramo indoiranico
o
- Francia: l’unica lingua riconosciuta dalla Costituzione è il francese come lingua ufficiale
dello stato. Le lingue minoritarie sono 6:
Basco: lingua non indoeuropea isolata
o Bretone: lingua indoeuropea del ramo celtico
o Catalano: lingua indoeuropea della famiglia romanza
o Còrso: lingua indoeuropea del ramo romanzo
o Lussemburghese: lingua indoeuropea del ramo germanico
o Nederlandese: lingua indoeuropea del ramo germanico
o Occitano: lingua indoeuropea del ramo romanzo
o Lingue d’Oїl: lingue indoeuropee del ramo romanzo, lingue diverse ma imparentate
o tra di loro
Tedesco: lingua indoeuropea del ramo germanico
o Lingue creole
o
- Germania: le lingue minoritarie sono 4:
Danese: lingua indoeuropea del ramo germanico
o Frisone: lingua indoeuropea del ramo germanico. Esiste frisone occidentale,
o settentrionale, meridionale
Sòrabo: lingua indoeuropea del ramo slavo
o Zingaro: lingua indoeuropea del ramo indoiranico
o
- Grecia: le lingue minoritarie della Grecia sono 5:
Albanese: lingua indoeuropea ramo dei dialetti toschi
o Macedone slavo: lingua indoeuropea del ramo slavo
o Pomaki: lingua indoeuropea del ramo slavo
o Turco: lingua non indoeuropea della famiglia altaica, ramo turco
o Valacco: lingua indoeuropea del ramo romanzo
o
- Irlanda: l’unica lingua minoritaria è il gaelico irlandese, lingua indoeuropea del ramo celtico,
che gode dello status della lingua ufficiale dello stato al pari dell’inglese.
- Lussemburgo: le tre lingue nazionali del Ducato di Lussemburgo sono il francese, il tedesco
e il lussemburghese. Il francese è la lingua della legislazione, il lussemburghese è lingua
ufficiale.
- Paesi Bassi: le lingue minoritarie sono due:
Frisone: lingua indoeuropea del ramo germanico
o Basso sassone: a questa categoria appartengono diverse varietà di lingue
o indoeuropee del ramo germanico.
- Portogallo: le lingue minoritarie sono tre:
Calò: lingua indoeuropea del ramo indoiranico, lingua zingara con forti influssi dal
o portoghese
Galiziano: lingua indoeuropea del ramo romanzo
o Mirandese: lingua indoeuropea del ramo romanzo
o
- Regno Unito: le lingue minoritarie sono 6:
Cornico: lingua indoeuropea del ramo celtico
o Gaelico: nota anche come scozzese è la lingua indoeuropea del ramo celtico
o Gallese: lingua indoeuropea del ramo celtico
o Irlandese: lingua indoeuropea del ramo celtico
o Scots: lingua indoeuropea del ramo germanico
o Scots dell’Ulster: lingua indoeuropea del ramo germanico
o
- Spagna: le lingue minoritarie sono 7:
Aragonese: lingua indoeuropea del ramo romanzo
o Aranese: lingua indoeuropea del ramo romanzo
o Basco: lingua non indoeuropea, isolata
o Calò: lingua indoeuropea del ramo indoiranico
o Catalano: lingua indoeuropea della famiglia romanza
o Galiziano: lingua indoeuropea della famiglia romanza
o Leonese: lingua indoeuropea del ramo romanzo
o
- Svezia: le lingue minoritarie sono 4:
Finlandese: lingua non indoeuropea della famiglia ugrafinnica
o Finlandese della Valle del Torne: lingua non indoeuropea della famiglia ugro finnica,
o lingua autoctona
Lappone: lingua non indoeuropea della famiglia ugro finnica
o Zingaro: lingua indoeuropea del ram indoiranico
o
Uno dei principali problemi connessi allo studio delle minoranze linguistiche è quello relativo alla
scomparsa delle lingue, cioè la loro morte.
Una lingua si dice morta quando non esiste più alcuna comunità di parlanti che la parli come
propria lingua materna. Esistono due tipi di morte:
1) Morte assoluta: la lingua smette di avere parlanti in qualsiasi paese. Esempio il mannish
2) Morte relativa: a sua volta suddivisibile in due sotto-tipologie:
a. La lingua smette di essere parlata in una cera comunità, ma continua ad essere
parlata altrove. Esempio: cinesi immigrati in Italia potranno abbandonare la loro
lingua sostituendola con l’italiano
b. La lingua smette di essere parlato come tale e si evolve in una o + lingue differenti.
Esempio: il latino si è evoluto nelle lingue romanze
Si può individuare una gerarchia del livello di vitalità di una lingua definendola come:
a) Vitale: lingua con una numerosa comunità di parlanti
b) Vitale ridotta: lingua con una comunità di parlanti non molto numerosa, ma con forte senso
di identità storica, culturale
c) Potenzialmente minacciata: lingua con una comunità di parlanti non molto numerosa,
inserita in un contesto socio-culturale di indifferenza
d) Minacciata: lingua con una comunità di parlanti dalle dimensioni ridotte, inserita in un
contesto di ostilità in cui i bambini la comprendono ma non la parlano
e) Fortemente minacciata: lingua con caratteristiche analoghe a quella minacciata, ma con
soli parlanti adulti
f) Moribonda: lingua con pochissimi parlanti e quasi tutti anziani
g) Estinta o morta: lingua priva di parlanti nativi
La morte di una lingua molto di rado è il frutto di un evento improvviso, esempio: epidemie che
colpiscono piccoli villaggi o tribù (trumai, lingua indigena parlata in un solo villaggio in Venezuela).
I fattori che possono causare la morte di una lingua sono: economici, antropologici, sociali,
demografici, storici e linguistici.
Anche il bilinguismo e la diglossia possono diventare due fasi del processo di morte della lingua.
Un’altra strategia didattica può essere rappresentata dall’uso veicolare della lingua ossia: in
situazioni formali d’apprendimento dove la lingua diventa veicolo per l’apprendimento di fatti non
linguistici, l’opzione di considerare la lingua nella sua funzione veicolare aiuta a non vedere la
lingua unicamente come oggetto e permette di integrarla nel curriculum e permetti di considerarla
nella stessa maniera in cui è considerata la lingua materna.
L’applicazione dell’insegnamento di una lingua come veicolare alle lingue minoritarie può produrre
due vantaggi principali:
- fungere da motivazione e stimolo allo studio della lingua minoritaria
- favorire l’aggiornamento lessicale della lingua
____________________
° LA VARIAZIONE IN SOCIOLINGUISTICA °
Tutti i codici linguistici sono soggetti a numerosi fenomeni variazionali, la variazione linguistica è
illimitata, tanto che è possibile parlare di idioletto: varietà personale di un codice linguistico propria
di un singolo individuo, la somma delle sue caratteristiche linguistiche.
La koinè invece è una varietà linguistica sovrastante alla pluralità di tutte le altre, un modello di
riferimento linguistico generalmente di origine letteraria.
Il concetto di koinè è spesso usato come sinonimo di quello di standard: varietà di lingua parlata in
modo uniforme e indifferenziato dall’intera comunità dei parlanti. Affinché una varietà possa essere
definita standard è necessario che debba essere una varietà prestigiosa, formalmente codificata e
stabilizzata, e servire da varietà alta.
Una koinè tende di solito a stabilizzarsi o a ridurre e a rallentare i processi di variazione cui
sarebbe soggetta. Mentre la koineizzazione è il processo attraverso il quale una varietà diventa un
modello di riferimento per e altre, la standardizzazione è il processo con cui si avvicinano alcuni
aspetti di una varietà a quello corrispettivi della varietà standard.
La koineizzazione riguarda lo status di una varietà, la standardizzazione il corpus.
Alcuni aspetti della lingua sembrano offrire maggiore resistenza alla standardizzazione. Se a livello
sintattico la resistenza è mediamente più difficile da riscontrare, a livello lessicale e fonetico il
fenomeno è più evidente. Per quanto riguarda il lessico, basta pensare alle scelte pragmatiche di
molti adolescenti. Le scelte linguistiche diventano quindi una sorta di abito che funge da marchio
distintivo.
Per quanto riguarda la fonetiche o la pronuncia, le cause della resistenza sono principalmente di
due tipi: questioni di prestigio, problemi di consapevolezza delle proprie caratteristiche elocutorie.
Il livello morfologico, al contrario, sembra risultare pi&u