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Nel XVII secolo i movimenti linguistici videro l'influsso sia del razionalismo che dell’empirismo.

Bacone aveva prospettato un miglioramento fondato sull'analogia fra le parole e le cose distinguendo la

grammatica descrittiva di una data lingua da una grammatica filosofica o generale. L'invenzione della

stampa aveva reso più importanti le grafie normalizzate.

La proposta più radicale fu l'invenzione di una nuova lingua per far progredire la cultura ed esprimersi

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in modo diretto. Per far questo si dovevano classificare le conoscenze umane. Si pensava che i caratteri

cinesi fossero la rappresentazione diretta di idee ma in realtà il cinese è una lingua come le altre!

Nel XVII secolo furono in parecchi a ideare lingue universali [ex. il vescovo Wilkins voleva creare

principi di una lingua scritta e parlata per la comunicazione fra membri di tutte le nazioni del mondo. Si

creavano figure scritte ognuna delle quali era simbolo di una parola ideale. Per fornire una forma

parlata a ognuno dei caratteri, Wilkins escogitò un sistema di fonetica universale. A ogni componente di

un carattere era assegnata la sua propria sillaba o lettera!!! Fu proposta una grammatica universale.

Wilkins condannò l'inutile ridondanza lessicale del latino.)

Il concetto di una struttura universale del pensiero posseduta dal genere umano era naturale per i

razionalisti. Quelli che volevano la creazione di lingue universali lo facevano per semplificare il

commercio ad esempio.

In Inghilterra nel XVII secolo ci fu l'invenzione di sistemi di stenografia. Già a Roma c’erano stati ma

erano andati perduti. il nome più citato riguardo la stenografia è quello di Timothy Bright che fece

riferimento alla presunta natura ideografica [che rispecchiva le idee cioè) dei caratteri cinesi e parlò del

proprio sistema di stenografia sia come mezzo universale di comunicazione scritta, sia come espediente

per conservare la segretezza. Fece aggiunte a forme basilari di parole per indicare ad esempio il plurale

dei nomi.

Ci si avviò alla descrizione fonetica dei suoni dell'inglese.

In Inghilterra gli studi fonetici cominciarono quando l'attenzione si rivolse alla grafia e ai rapporti

con la pronuncia. Si parla di "scuola inglese della fonetica".

C’erano obiettivi come l'insegnamento dell'inglese agli stranieri. Wallis, Wilkins e Holder si distinsero

come studiosi e fecero diverse pubblicazioni linguistiche tra cui l' ESSAY di Wilkins ad esempio. In

Inghilterra si venne creare uno stretto rapporto tra le scienze naturali e la linguistica e ciò si deve

nelle prime opere prodotte dalla Royal Society. I lavori compiuti a quel tempo sono utili a noi per

ricostruire le caratteristiche della pronuncia inglese in quei tempi.

Holder pubblicò il suo testo "Elements of speech" e da ciò risulta che il suo lavoro sì basò molto sul

osservazione e descrisse molto bene l'articolazione dei suoni. Fece una teoria generale della pronuncia

e definì linguaggio come un'alternanza di urti e aperture! MOLTO MODERNO

Distinse tra consonanti sorde e sonore.

I problemi della scrittura in rapporto alla pronuncia portarono all'invenzione di nuovi simboli

tipografici per suoni particolari. Alcuni autori si spinsero oltre l'inglese per proporre alfabeti

internazionali. Ad esempio Wilkins nel suo ESSAY incluse una tabella di suoni che si può confrontare

con le prime edizioni dell'alfabeto fonetico internazionale [IPA).

Nel XVII secolo ci fu anche la rielaborazione della grammatica inglese. Si sottoposero le categorie

trasmesse dai grammatici latini alla prova dell'osservazione.

Si partì dal sistema latino delle otto classi. Alcuni accettarono il sistema latino ma altri fecero un

riordinamento del sistema latino nel quale si può scorgere l'influsso di La Rameè: si elevò a distinzione

importante la presenza o l'assenza della flessione relativa al numero, separando i nomi e i verbi

da tutto il resto.

Wilkins e Cooper distinsero su basi semantiche due classi principali: gli integrali e le particelle:

Wilkins considerava il suo sistema di applicazione universale quindi gli integrali hanno un loro

significato preciso mentre le particelle si limitano a consignificare, cioè solo in relazione ai significati

degli integrali e li modificano. La tradizione latina si scorge nella conservazione dell'aggettivo

all'interno della classe del nome ad esempio.

Murray, che si stabilì dall'America in Inghilterra dopo la guerra d'indipendenza, scrisse la "English

Grammar" nel 1795 che era un po' conservatrice nella teoria. Era divisa in quattro parti: ortografia,

sintassi, prosodia e punteggiatura. La prosodia contiene le regole di versificazione e la descrizione di

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caratteristiche come la lunghezza. Murray disse che nei nomi inglesi si dovessero riconoscere tre

casi: nominativo, genitivo e accusativo. In Murray compare il complesso di classi di parole che per

l'inglese è insieme tradizionale e moderno. Non fonde ad esempio l’aggettivo col nome! La sua

grammatica era stata creata per i giovani studenti.

La contemporanea opera di Cobbett "Grammar of the english language" del 1819 fu concepita con

un'impostazione diversa. In entrambe queste due grammatiche però si voleva che si acquisissero i

modelli linguistici per arrivare ad un progresso sociale.

Il movimento razionalista si fece sentire nella produzione di grammatiche filosofiche specialmente in

quelle associate alle scuole francesi di Port Royal. Le grammatiche razionaliste continuarono le

grammatiche della scoliastica! Molto forte fu l'influsso della logica sulla linguistica. A Port Royal

vennero composte grammatiche universali esponendo una teoria generale della grammatica e

affermando i diritti della ragione umana sopra l'autorità. A base del loro insegnamento posero Cartesio.

Cercarono di scoprire quella grammatica unitaria che sta sotto le singole grammatiche di lingue

diverse.

Gli studiosi di Port Royal accettarono le classi tradizionali di parole che erano 9 ma le ridistribuirono

semanticamente. La dicotomia fondamentale nome-verbo sopravvisse. Non si seguirono le

grammatiche di Donato e Prisciano ma buona parte della grammatica latina serviva da fondamento

a tutte le lingue. I sei casi del latino furono presupposti in altre lingue. Si ritenne che i casi e le

preposizioni esprimessero collettivamente dei rapporti ma le due categorie furono tenute distinte

nonostante il loro comune utilizzo nei "volgari". Nonostante alcune somiglianze con i modisti e l’aver

posto uguale accento al fatto che i necessari aspetti universali di tutte le lingue si manifestano in modo

vario, si notano differenze. Si possono rilevare interpretazioni strutturali delle funzioni di certe classi di

parole e ciò riconduce i grammatici di Port Royal a un'analisi suggerita da Aristotele di tutti i verbi,

tranne la copule "essere", come equivalenti alla copula più un participio quindi "Pietro vive" è come

dire "Pietro è vivente" che è strutturalmente analogo a "Pietro è un uomo"! La funzione subordinante

dei pronomi relativi è descritta in termini sui quali i seguaci della grammatica trasformazionale

pongono l'accento come su un'anticipazione delle loro teorie. I grammatici di Port Royal hanno

lavorato in termini diversi da quelli puramente formali. Cercarono di redigere una grammatica

generale. Considerarono una grammatica generale sottostante al reale aspetto di tutte le lingue.

Una volta accettata la diversità delle lingue e riconosciuti i vernacoli i linguisti affrontarono la

questione degli universali del linguaggio. I descrittori di quella che ora è chiamata "l'epoca di

Bloomfield" ridussero l'assunzione degli universali al minimo e posero in primo piano la descrizione

delle forme osservate ideate in modo indipendente per ogni lingua. Bloomfield dichiarò che le uniche

generalizzazioni utili sulla lingua sono quelle ottenute per via induttiva.

Chomsky ha riaffermato l'importanza degli universali del linguaggio.

L'autore di una tarda grammatica generale, Beauzeè, assunse un atteggiamento simile a quello degli

studiosi di Port Royal: la grammatica ha due specie di principi cioè quelli di validità universale che

sorgono dal pensiero umano e quelli risultanti dalle convinzioni arbitrarie che costituiscono le

grammatiche delle singole lingue. Comunque il testo di questo studioso critica alcune affermazioni di

Port Royal. In Beauzeè le classi di parole sono definite in termini applicabili a qualsiasi lingua.

Il dibattito empirista-razionalista fu rispecchiato nei contrasti delineatisi tra l'investigazione delle lingue

dall'esterno in base all'osservazione dell'uso e la ricerca svolta invece dall'interno del linguaggio

umano, come parte integrante delle capacità dell'uomo.

Alla fine del '700 la situazione linguistica fu trasformata dalla scoperta piena dell'antico sanscrito e

dell'erudizione indiana collegata ad esso.

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Vigilia dell'epoca moderna:

durante il diciottesimo secolo il corso della linguistica fu interessato da due influssi:

uno proveniente dall'Europa, l'altro dall'India. Nasce nel XVIII secolo la moderna antropologia. Ci

si chiedeva quali fossero stati gli stadi di evoluzione del linguaggio. I tentativi di fornire spiegazioni

sull'origine e sullo sviluppo del linguaggio unirono i filosofi del '700 a coloro che operarono nel

movimento romantico. "l'uomo del razocinio" e "l'uomo del sentimento" infatti si realizzano attraverso

le risorse della loro lingua. Verso la metà del '700, due filosofi francesi discussero l'origine del

linguaggio umano: nel 1746 Condillac dedicò al linguaggio la seconda parte del suo " saggio

sull'origine delle conoscenze umane "; nel 1755 Rousseau trattò lo stesso argomento nel "discorso

sull'origine dell'ineguaglianza". Condillac si basò molto sulla teoria della conoscenza di Locke mentre

Rousseau si rifece al movimento romantico che stava per sopraggiungere. Per entrambi il linguaggio

ebbe la sua origine in gesti indicativi e naturali ma poiché i gesti erano poco efficaci prevalse

l'elemento fonico via via che sequenze di suoni specifici erano semanticamente associate a entità e

fenomeni! Condillac parlava anche di una fase intermedia dove gesti e parole erano associati. Tutti e

due gli studiosi pensavano che il vocabolario astratto e la complessità grammaticale si fossero

sviluppati da una precedente vocabolario concreto e individuale. Considerarono il ricorso ai contrasti

tonali come la sopravvivenza d'un tratto primitivo! La poesia aveva origine dal canto che era la più

antica forma letteraria della lingua!

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
36 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Manu3d di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Poccetti Paolo.