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Trascrizione fonetica
- Sette regole fondamentali
- La parola va trascritta tra parentesi quadre ['kwa:dre]
- Si deve segnare l’accento con un apice (') prima della sillaba accentata → ['ka:ne], [ma'reːa]. Se la sillaba tonica inizia con una consonante doppia, l'accento va tra le due consonanti doppie: [pjˈjɪnːa], [skatˈtʃo]
- Le consonanti doppie si trascrivono usando due volte lo stesso simbolo: ['makːina]. Nel caso dei suoni affricati [ts], [dz], [tʃ] e [dʒ], si raddoppia soltanto il primo simbolo: [tts], [ddz], [ttʃ] e [ddʒ].
Trascrizione fonetica: la lunghezza vocalica
- Si segnano due punti (:) dopo la vocale in sillaba tonica aperta, tranne nei casi in cui la sillaba tonica è l'ultima.
Es. pero ['peːro] vs. però [pe'rɔ]
→ Si noti, però, che le consonanti nasale palatale [ɲ], fricativa palatale sorda [ʃ], laterale palatale [ʎ], affricata alveolare sorda [ts] e sonora [dz] in posizione intervocalica (e cioè tra due vocali) sono sempre pronunciate come doppie in italiano. Se pertanto l’accento cade sulla vocale immediatamente precedente a questi suoni, la vocale risulterà breve perché si trova davanti a un suono raddoppiato ['groˈviʎʎo], non ['groˈviːʎʎo]
Applicazione della regola 4
scoglio ['skɔʎʎo]
accidenti [attʃi'dɛnti]
sciamano [ʃa'ma:no]
rosicchia [ro'zikkja]
Trascrizione fonetica
-
La consonante nasale si trascrive:
- come [ŋ] quando precede una consonante velare ([k] e [g])
- come [ɱ] quando precede una consonante labiodentale ([f] e [v])
- come [n] in tutti gli altri casi
-
La lettera i è spesso in italiano soltanto un espediente grafico per rendere dei suoni palatali o palato-alveolari. Dopo i suoni [tʃ], [dʒ], [ʎ], e [ʃ] la NON si trascrive se il suono che segue è un altro suono vocalico: sciampo ['ʃampo], aglio ['aʎʎo], mangiare [man'dʒa:re], cacciotta [ka'tʃɔtta]. Si trascrive, invece, quando il suono che segue è un suono consonantico [pj][ɲu] e anche quando porta l’accento: magia [ma'dʒi:a].
Ribadiamo: <moscio> -> ['moʃʃo], <cacio> -> ['ka:tʃo]
Trascrizione fonetica: le approssimanti
-
Nelle combinazioni approssimante + vocale (es. ione), o vocale + approssimante (es. zaino), ossia nei dittonghi, le approssimanti vengono indicate con il simbolo IPA corrispondente ([j] e [w])
NB. La sillaba che termina con una approssimante è considerata chiusa
Inventari fonematici
Non tutte le lingue hanno gli stessi fonemi → lingue diverse pertinentizzano suoni diversi, dando luogo a diversi inventari fonematici
- Italiano: 30 fonemi
- Francese: 36 fonemi
- Tedesco, russo: 38 fonemi
- Spagnolo: 24 fonemi
- Hawaiano: 13 fonemi
- Rotokas, lingua indo-pacifica (Papua Nuova Guinea): 11 fonemi
- !xóõ, lingua khoisan (Botswana): 141 fonemi (31 vocali)
→ inventari fonematici nel WALS
Fonema vs. allofono
Fonema: suono pertinente per distinguere significati, appartiene ad un livello astratto Fono: concreta realizzazione del fonema nell'usocf. ['faːro] vs. ['faːɹo]Le parole ['faːɹo] o ['faːɻo] contengono invece un allofono, ossia una realizzazione fonetica priva di carattere distintivo sul piano fonologico perché non dà luogo a coppie minime (in questo caso, realizzazione dovuta a una differenza di pronuncia).
- /r/ → fonema
- [ɾ] [ɹ] [ɻ] → allofoni
Allofoni: diverse realizzazioni concrete di un fonema. Associati al fono più normale e frequente:in questo caso, la vibrante alveolare [ɾ]
Allofonia: varianti libere e combinatorie
- Nell’esempio precedente, la scelta dell’allofono di /r/ non dipende dal contesto; [ɾ], [ɹ] e [ɻ] sono varianti libere → appaiono in contesti dove possono occorrere anche gli altri allofoni dello stesso fonema, senza restrizioni strutturali (es. pronunce regionali, varianti individuali)
- MA La distribuzione delle consonanti nasali [n], [ŋ], [m] in italiano:
- [n] → all’inizio di una parola (naso), tra due vocali (sanno, panno), in coda di sillaba davanti ad un’occlusiva alveolare (tenda, canto), alla fine di una parola (con)
- [ŋ] → solo davanti ad una consonante velare (banca, rango)
- [m] → solo davanti ad una consonante labiodentale (anfora, invano)
- I tre allofoni non compaiono mai negli stessi contesti (distribuzione complementare): la scelta dell’allofono è condizionata dal contesto; [n], [ŋ] e [m] sono varianti combinatorie, hanno carattere sistematico e sono realizzate da tutti i parlanti di una data lingua
Soluzioni
- Coppie minime
- togliere – toghe
- [ˈtɔʎʎere] /ˈtɔɡe/
- chiedere – cedere
- [ˈkjedere] /ˈtʃedere/
- gnocco – Rocco
- [ˈɲɔkko] /ˈrɔkko/
Esercizi per giovedì 23
- trascrizione fonetica e fonematica
- infezione
- proseguiamo
- baule
- pagliericcio
- faina
- imbroglio
- quiete
- coppie minime
- fiocco – sciocco
- affetto (faccio a fette) – affetto (amorevolezza)
- Soluzioni
- infezione [imˈfetˈtsjoˌne] /inˈfetsjoˌne/
- proseguiamo [proseˈɡwjaˌmo] /proseˈɡwjaˌmo/
- baule [baˈule]
- pagliericcio [paʎʎeˈrittʃo] /paʎʎeˈrittʃo/
- faina [faˈina]
- imbroglio [imˈbrɔʎʎo] /imˈbrɔʎʎo/
- quiete [ˈkwjete] /ˈkwjete/
- fiocco – sciocco [ˈfjokko] [ˈʃɔkko] /ˈfjɔkko/ /ˈʃɔkko/
- affetto (faccio a fette) – affetto (amorevolezza) [afˈfetto] [afˈfetto] /afˈfetto/ /afˈfetto/
Morfologia
Branca della linguistica che si occupa della struttura delle parole → Livello di analisi superiore: significante in quanto portatore di significato
- Unità di analisi:
- Morfema, unità minima di prima articolazione
- Parola, nozione che si presenta al parlante con evidenza intuitiva
«Le mot, malgré la difficulté qu’on a à le définir, est une unité qui s’impose à l’esprit, quelque chose de centrale dans le mécanisme de la langue» (Saussure, CLG, 1916; ed. it. a cura di Tullio De Mauro, 1967, Bari, Laterza)
Prefissi:
morfemi grammaticali aggiunti prima della radice; hanno valore derivazionale
- s-collegare, in-utilizzabile, pre-allarme
Suffissi:
morfemi grammaticali aggiunti dopo la radice; hanno valore flessionale oppure derivazionale
- scolleg-a-re, preallarm-e
NB. In italiano, i suffissi di natura flessiva sono comunemente detti desinenze e si trovano dopo la radice e gli eventuali suffissi derivazionali
- inutilizz-abil-e, commerci-al-izz-azion-e
Infissi
- Morfemi grammaticali collocati all'interno della radice
- L'infissazione può creare morfemi discontinui
- Italiano saltello > salterello, topino > topolino, piantina > pianticina, cagnone > cagnolone: significato connotativo
- Lat. rupi vs. rumpo “rompo”; vici “vinsi” vs. vinco “vinco”
- Greco élabon “presi” vs. lambáno “prendo”
- Tagalog (lingua austronesiana, Filippine) suman “accompagnare” vs. sinamahan “ha accompagnato”
- Processo morfologico piuttosto raro nelle lingue del mondo
Circonfissi
- Morfemi grammaticali discontinui, aggiunti prima e dopo la radice
- Participio passato regolare del tedesco:
- ge + radice verbale + t
- tedesco tanzen 'ballare' > getanzt, rauchen 'fumare' > geraucht
- neerlandese maken 'fare' > gemaakt 'fatto'
- Verbi parasintetici in italiano: burro > imburrare MA *burrarre, *imburro (come nome)
- briciola > sbriciolare MA *briciolare, *sbriciola (come nome)
- nervo > innervosire MA *nervosire, *innervo