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Trascrizione fonetica

  • Sette regole fondamentali
  1. La parola va trascritta tra parentesi quadre ['kwa:dre]
  2. Si deve segnare l’accento con un apice (') prima della sillaba accentata → ['ka:ne], [ma'reːa]. Se la sillaba tonica inizia con una consonante doppia, l'accento va tra le due consonanti doppie: [pjˈjɪnːa], [skatˈtʃo]
  3. Le consonanti doppie si trascrivono usando due volte lo stesso simbolo: ['makːina]. Nel caso dei suoni affricati [ts], [dz], [tʃ] e [dʒ], si raddoppia soltanto il primo simbolo: [tts], [ddz], [ttʃ] e [ddʒ].
Applicazione delle prime 3 regole Soluzioni porta [ˈpɔrta] matto [ˈmatto] carpaccio [karˈpattʃo] Papa [ˈpa:pa] papà [paˈpa]

Trascrizione fonetica: la lunghezza vocalica

  1. Si segnano due punti (:) dopo la vocale in sillaba tonica aperta, tranne nei casi in cui la sillaba tonica è l'ultima.

Es. pero ['peːro] vs. però [pe'rɔ]

→ Si noti, però, che le consonanti nasale palatale [ɲ], fricativa palatale sorda [ʃ], laterale palatale [ʎ], affricata alveolare sorda [ts] e sonora [dz] in posizione intervocalica (e cioè tra due vocali) sono sempre pronunciate come doppie in italiano. Se pertanto l’accento cade sulla vocale immediatamente precedente a questi suoni, la vocale risulterà breve perché si trova davanti a un suono raddoppiato ['groˈviʎʎo], non ['groˈviːʎʎo]

Applicazione della regola 4

scoglio ['skɔʎʎo]

accidenti [attʃi'dɛnti]

sciamano [ʃa'ma:no]

rosicchia [ro'zikkja]

Trascrizione fonetica

  1. La consonante nasale si trascrive:

    • come [ŋ] quando precede una consonante velare ([k] e [g])
    • come [ɱ] quando precede una consonante labiodentale ([f] e [v])
    • come [n] in tutti gli altri casi
  2. La lettera i è spesso in italiano soltanto un espediente grafico per rendere dei suoni palatali o palato-alveolari. Dopo i suoni [tʃ], [dʒ], [ʎ], e [ʃ] la NON si trascrive se il suono che segue è un altro suono vocalico: sciampo ['ʃampo], aglio ['aʎʎo], mangiare [man'dʒa:re], cacciotta [ka'tʃɔtta]. Si trascrive, invece, quando il suono che segue è un suono consonantico [pj][ɲu] e anche quando porta l’accento: magia [ma'dʒi:a].

    Ribadiamo: <moscio> -> ['moʃʃo], <cacio> -> ['ka:tʃo]

Trascrizione fonetica: le approssimanti

  1. Nelle combinazioni approssimante + vocale (es. ione), o vocale + approssimante (es. zaino), ossia nei dittonghi, le approssimanti vengono indicate con il simbolo IPA corrispondente ([j] e [w])

    NB. La sillaba che termina con una approssimante è considerata chiusa

Inventari fonematici

Non tutte le lingue hanno gli stessi fonemi → lingue diverse pertinentizzano suoni diversi, dando luogo a diversi inventari fonematici

  • Italiano: 30 fonemi
  • Francese: 36 fonemi
  • Tedesco, russo: 38 fonemi
  • Spagnolo: 24 fonemi
  • Hawaiano: 13 fonemi
  • Rotokas, lingua indo-pacifica (Papua Nuova Guinea): 11 fonemi
  • !xóõ, lingua khoisan (Botswana): 141 fonemi (31 vocali)

→ inventari fonematici nel WALS

Fonema vs. allofono

Fonema: suono pertinente per distinguere significati, appartiene ad un livello astratto Fono: concreta realizzazione del fonema nell'usocf. ['faːro] vs. ['faːɹo]

Le parole ['faːɹo] o ['faːɻo] contengono invece un allofono, ossia una realizzazione fonetica priva di carattere distintivo sul piano fonologico perché non dà luogo a coppie minime (in questo caso, realizzazione dovuta a una differenza di pronuncia).

  • /r/ → fonema
  • [ɾ] [ɹ] [ɻ] → allofoni

Allofoni: diverse realizzazioni concrete di un fonema. Associati al fono più normale e frequente:in questo caso, la vibrante alveolare [ɾ]

Allofonia: varianti libere e combinatorie

  • Nell’esempio precedente, la scelta dell’allofono di /r/ non dipende dal contesto; [ɾ], [ɹ] e [ɻ] sono varianti libere → appaiono in contesti dove possono occorrere anche gli altri allofoni dello stesso fonema, senza restrizioni strutturali (es. pronunce regionali, varianti individuali)
  • MA La distribuzione delle consonanti nasali [n], [ŋ], [m] in italiano:
    • [n] → all’inizio di una parola (naso), tra due vocali (sanno, panno), in coda di sillaba davanti ad un’occlusiva alveolare (tenda, canto), alla fine di una parola (con)
    • [ŋ] → solo davanti ad una consonante velare (banca, rango)
    • [m] → solo davanti ad una consonante labiodentale (anfora, invano)
  • I tre allofoni non compaiono mai negli stessi contesti (distribuzione complementare): la scelta dell’allofono è condizionata dal contesto; [n], [ŋ] e [m] sono varianti combinatorie, hanno carattere sistematico e sono realizzate da tutti i parlanti di una data lingua

Soluzioni

  • Coppie minime
  • togliere – toghe
    • [ˈtɔʎʎere] /ˈtɔɡe/
  • chiedere – cedere
    • [ˈkjedere] /ˈtʃedere/
  • gnocco – Rocco
    • [ˈɲɔkko] /ˈrɔkko/

Esercizi per giovedì 23

  • trascrizione fonetica e fonematica
    • infezione
    • proseguiamo
    • baule
    • pagliericcio
    • faina
    • imbroglio
    • quiete
  • coppie minime
    • fiocco – sciocco
    • affetto (faccio a fette) – affetto (amorevolezza)
  • Soluzioni
    • infezione [imˈfetˈtsjoˌne] /inˈfetsjoˌne/
    • proseguiamo [proseˈɡwjaˌmo] /proseˈɡwjaˌmo/
    • baule [baˈule]
    • pagliericcio [paʎʎeˈrittʃo] /paʎʎeˈrittʃo/
    • faina [faˈina]
    • imbroglio [imˈbrɔʎʎo] /imˈbrɔʎʎo/
    • quiete [ˈkwjete] /ˈkwjete/
    • fiocco – sciocco [ˈfjokko] [ˈʃɔkko] /ˈfjɔkko/ /ˈʃɔkko/
    • affetto (faccio a fette) – affetto (amorevolezza) [afˈfetto] [afˈfetto] /afˈfetto/ /afˈfetto/

Morfologia

Branca della linguistica che si occupa della struttura delle parole → Livello di analisi superiore: significante in quanto portatore di significato

  • Unità di analisi:
    • Morfema, unità minima di prima articolazione
    • Parola, nozione che si presenta al parlante con evidenza intuitiva

«Le mot, malgré la difficulté qu’on a à le définir, est une unité qui s’impose à l’esprit, quelque chose de centrale dans le mécanisme de la langue» (Saussure, CLG, 1916; ed. it. a cura di Tullio De Mauro, 1967, Bari, Laterza)

Prefissi:

morfemi grammaticali aggiunti prima della radice; hanno valore derivazionale

  • s-collegare, in-utilizzabile, pre-allarme

Suffissi:

morfemi grammaticali aggiunti dopo la radice; hanno valore flessionale oppure derivazionale

  • scolleg-a-re, preallarm-e

NB. In italiano, i suffissi di natura flessiva sono comunemente detti desinenze e si trovano dopo la radice e gli eventuali suffissi derivazionali

  • inutilizz-abil-e, commerci-al-izz-azion-e

Infissi

  • Morfemi grammaticali collocati all'interno della radice
  • L'infissazione può creare morfemi discontinui
  • Italiano saltello > salterello, topino > topolino, piantina > pianticina, cagnone > cagnolone: significato connotativo
  • Lat. rupi vs. rumpo “rompo”; vici “vinsi” vs. vinco “vinco”
  • Greco élabon “presi” vs. lambáno “prendo”
  • Tagalog (lingua austronesiana, Filippine) suman “accompagnare” vs. sinamahan “ha accompagnato”
  • Processo morfologico piuttosto raro nelle lingue del mondo

Circonfissi

  • Morfemi grammaticali discontinui, aggiunti prima e dopo la radice
  • Participio passato regolare del tedesco:
    • ge + radice verbale + t
    • tedesco tanzen 'ballare' > getanzt, rauchen 'fumare' > geraucht
    • neerlandese maken 'fare' > gemaakt 'fatto'
  • Verbi parasintetici in italiano: burro > imburrare MA *burrarre, *imburro (come nome)
  • briciola > sbriciolare MA *briciolare, *sbriciola (come nome)
  • nervo > innervosire MA *nervosire, *innervo
Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
47 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessxrap di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Fedriani Chiara.